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sabato 14 ottobre 2017

Conan il ragazzo del futuro




TITOLO: Conan il ragazzo del futuro
AUTORE: Jacopo Caneva
CASA EDITRICE: GoWare
PAGINE: 181
COSTO: 12 €
ANNO: 2016
FORMATO: 23 cm x 15 cm 
REPERIBILITA': sul web   
CODICE ISBN: 9788867974788

E' questo il primo saggio dedicato alla serie di “Conan il ragazzo del futuro”, in assoluto una delle serie più di valore contenutistico arrivate in Italia. Con questo anime i bambini del 1981 entravano direttamente in contatto con un'opera completa di Hayao Miyazaki, senza che noi se ne fosse consapevoli. In precedenza avevamo visto il Lupin III in giacca verde, qualche sua partecipazione in altri anime e lungometraggi cinematografici, ma soltanto parecchi anni dopo ci rendemmo conto che tutti questi piacevoli ricordi erano legati ad un unico autore.
Più volte mi sono chiesto perché nessun saggista si cimentasse in un'analisi di questa serie, tranne che per alcuni capitoli in diversi saggi, e sinceramente non mi sono mai dato una risposta, forse è troppo complessa?
Comunque sia, nel 2016 è uscito questo saggio, e lo ha scritto un nato nel 1998!
Questa cosa mi ha, nel contempo, sbalordito, onorato ed anche un po' preoccupato.
Sbalordito perché, nonostante ritenga che la serie meriterebbe di essere vista dalle nuove generazioni, e sono certo che piacerebbe, non credevo che un classe 98 se ne potesse appassionare così tanto.
Onorato perché vedere tanto impegno nell'analizzare la serie, vuol dire che non ha valore solo per la mia generazione. Questo impegno andrebbe seguito da altri autori di libri sull'animazione, in primis quelli della Ultra Shibuya...
Preoccupato perché a 18 anni, per quanti anime si possono aver visto, e per quanti testi si possono essere studiati, forse manca un po' di conoscenza generale di entrambi i campi.
A questo punto debbo fare una premessa sulla serie di “Conan il ragazzo del futuro”, su quante volte l'ho visto. Lo vidi nella prima visione su Videodelta nel 1981, poi ne registrai le puntate in VHS in una replica del 1991 o 1992 su una piccola tv locale che si vedeva malissimo, seguì l'acquisto delle VHS Yamato, poi i DVD Yamato, infine i cofanetti Dynit. Mi sono letto anche il romanzo da cui Miyazaki prese spunto per elaborare la serie, modificandola tantissimo rispetto all'originale cartaceo, “The incredibile tide”, scritto da Alexander Key nel 1970. Noto che in tutto il saggio non è mai citato il romanzo originale, neppure di sfuggita.
Tutto ciò non fa di me il depositario della verità sula serie, però, almeno, quando solleverò qualche critica a questo saggio, spero che la si consideri basata su qualcosa :]
Penso, comunque, che ogni appassionato della serie dovrebbe leggere questo titolo, per potersi fare un'idea personale delle argomentazioni presenti.
Il libro è diviso in quattro parti.
Nella prima ci sono le sinossi delle 26 puntate, forse un po' troppo didascaliche, grandemente corrette, ma con qualche piccola imprecisione. Nulla di eclatante, però, forse, sarebbe bastato un po' più di attenzione per non errare mai. E' innegabile che l'autore abbia visto la serie, ed immagino più di una volta. Comunque sulla prima parte tornerò alla fine della recensione, in cui inserirò dei fermi immagine per far notare alcune imprecisioni.
La seconda e la terza parte analizzano la serie, prima gli ambienti, poi i personaggi.
Entrambe le sezioni sono veramente dettagliate, quasi maniacali (in senso buono), sono descritti i momenti, il titolo della puntata, l'argomento che si sta trattando. L'unica pecca, che si estende a tutto il libro, è che, in alcuni casi, a mio avviso, si eccede un po' nella ricerca di significati reconditi. In particolare, talvolta, si fanno ricostruzioni che non sono per nulla presenti nell'anime, ipotesi non basate sulla trama. In pratica si parte un po' per la tangente, immaginando scenari con troppa fantasia, ma ci tornerò più sotto.
Il linguaggio usato, che in generale è comprensibile, diventa in certi momenti assai criptico, anche per termini poco usuali. Ovviamente all'autore non può essere ascritta la colpa della mia ignoranza su certi argomenti, ma non c'era un altro modo per esprimere il concetto di “agnito terenziana”?
Faccio presente che in questo stesso momento il programma “Open Office”, con cui sto scrivendo la recensione, mi segnala “agnito” come errore...
Assai stucchevole, inoltre, leggere in continuazione la parola “ontologico”, in tutte le sue possibili declinazioni. Ad un certo punto volevo iniziare a contarle, ed ho sbagliato a non farlo. Capita di leggere questa parole anche tre o quattro volte nella stessa pagina, poi scompare per un po', ma poi ritorna di nuovo. Sarà ripetuta 50 volte? 60? Di più? Non conta, conta che è una ripetizione esagerata...
Alla casa editrice non ce l'hanno qualcuno/a che verifica gli scritti degli autori?



Ribadisco che è encomiabile l'impegno nella descrizione degli ambienti, anche se, forse, non sempre c'è un motivo per tutto. Magari Miyazaki decise uno scenario solo perché era il migliore per portare avanti la storia.
La seconda parte inizia con il primo ambiente che vediamo, “l'isola perduta” in cui vivono Conan ed il nonno. Qui c'è una piccola imprecisione riguardo a cosa dice il nonno in punto di morte a Conan. Secondo l'autore Conan fa al nonno tre promesse in punto di morte: salvare Lana; farsi degli amici; tornare sull'isola. Farò la figura del pignolo, però non è così... Il nonno, prima di morire, gli chiede di “andare a cercare il mondo nuovo” e di “trovare dei buoni amici e di vivere con loro e per loro”. Non glie chiede altro, nessuna promessa. Sarà, invece, Conan, sulla tomba del nonno, a fare quelle tre promesse. Puntualizzo questa piccola questione, perché l'autore ribadisce più volte questo aspetto delle tre promesse fatte in punto di morte.






Viene analizzato persino il mare delle tempeste, in cui naviga Conan nella terza puntata. Forse, mia idea, l'analisi è un pelino esagerata. Magari, nei piani di Miyazaki, questo mare burrascoso, serviva solo a far comprendere ai bambini il perché Conan ed il nonno non erano mai stati trovati prima.
A pagina 33, quando si analizza il luogo “Barracuda” c'è una piccola ingenuità, penso dovuta all'età dell'autore. Infatti si collega la scena in cui Dyce parla all'interfono, con una identica che si vedrà in seguito in Laputa. In realtà è Dyce che copia da una scena precedente in "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro"    ^_^




Uno degli esempi di analisi basate su presupposti non presenti nella serie, è quella riguardante la Torre Triangolare di Indastria. L'autore afferma che è il simbolo dell'autoritarismo passato, ma in quale punto dell'anime è spiegato che prima della guerra, il governo che costruì la struttura, era autoritario? Il Dottor Rao partecipò alla sua costruzione, avrebbe mai collaborato con una dittatura?
Di certo la Torre rappresenta l'autoritarismo di Indastria, e la potenza della scienza prima della guerra, ma non ci sono elementi per affermare che sia il simbolo “dell'autoritarismo del passato”. Si afferma anche che i governi precedenti alla guerra erano dittatoriali (pagina 38), dove viene detto nella serie?
Si descrivono gli ambienti interni della Torre, la parte produttiva e le sale del governo, come di matrice americano-capitalista.
Riguardo all'ambiente “Nucleo” (Core) viene scritto che i 50 mila rifugiati, di cui ne sopravviveranno solo 2000, vi si rintanarono credendo che la superficie fosse inabitabile per le radiazioni, mentre l'isola perduta ed High Harbor dimostravano che non fosse vero. Quindi morirono inutilmente 48 mila persone. Ma come si può sapere che su Indastria, invece, non ci fossero forti radiazioni?
E' questo un altro esempio di come si parta per la tangente, con analisi basate su dati non presenti nella serie.
I casermoni abitativi del Nucleo vengono descritti come nazi-fascisti, io ci sono cresciuto in casermoni simili, e furono costruiti negli anni 60... e a me ricordano i casermoni costruiti dagli stessi giapponesi negli anni 60 e 70, basta guardare serie animate del periodo.




In questa seconda parte sono analizzati tutti i luoghi dell'anime, un impegno descrittivo non da poco. E' sfuggito un solo ambiente: le nuvole.
Infatti in questa serie sono disegnate le più belle nuvole di tutta l'animazione giapponese del periodo, ed anche successiva, a mio parere. Pare quasi di poterle toccare quelle nuvole.
Quando si analizza la piattaforma sul mare, si afferma che Patch/Rao fa lavorare duramente Conan e Lana, prima di essere sicuro dell'identità della nipote (pagina 53).
Anche questa è, a mio avviso, una considerazione priva di fondamento, anzi, smentita sia dai dialoghi, sia dal comportamento di Patch/Rao. Sappiamo che Lana non riconosce il nonno a causa del viso sfigurato, dovrà ascoltarne la voce telepatica per capire che Patch è il Dottor Rao, ma perché, invece, il nonno non dovrebbe essere sicuro dell'identità della nipotina?
Non sappiamo quanto sia passato dall'ultima volta che i due si sono visti, ma è chiaro che Patch/Rao la protegga fin da subito.



Se per l'autore Indastria ha una organizzazione nazi-fascista, High Harbor è marxista, un'isola in cui la proprietà privata è vista con spregio dagli abitanti del villaggio centrale. Ma quando questo concetto è esplicitato in qualche modo? E' indubbio che gli abitanti di High Harbor vivano nel mutuo soccorso, che parrebbero un po' socialisti, ma potrebbero essersi ispirati al villaggio agricolo giapponese dell'epoca Tokugawa. Nel villaggio i beni sono personali, quindi esiste la proprietà privata, ma le risorse sono comuni. Il Borgomastro potrebbe benissimo essere una evoluzione del capo villaggio dell'epoca Tokugawa. Non dico di avere ragione, ma è una teoria come un'altra.

Nella terza parte si analizzano i singoli personaggi ed alcuni gruppi. Anche in questo caso il lavoro totale è encomiabile, sono riportati i momenti di crescita di ogni singolo personaggio, le puntate in cui appare, i momenti salienti che ne esaltano la personalità. Resta, come per la parte sugli ambienti, una certa tendenza a andare off topic, come si diceva sui forum.
Molto approfondita, ovviamente, la parte su Conan, però mi pare che non venga preso in considerazione un aspetto fondamentale della personalità del ragazzi, magari banale, ma determinante: la fiducia che ripone nel prossimo.
Conan è scevro da pregiudizi, magari non si fida (Orlo), oppure avversa qualcuno (Monsley, che causa la morte del nonno...), ma poi è disposto a dare una chanse a chiunque. Ed è pronto a perdonare, anche Lepka. Quell'ultima scena, dove il ragazzino gli tende la mano, è l'emblema della sua incapacità di odiare. Conan è la persona che tutti noi vorremmo essere o la personalità che tutti noi vorremmo avere, magari cambiandoci più spesso del ragazzo gli abiti e le mutande (cit.).
Nel libro sono presentate analisi molto più complesse, quando Conan è un personaggio più semplice, terso, innocente, onesto, rispettoso, coraggioso, lavoratore, risolutore di problemi, capace di perdonare, incapace di avere pregiudizi o odiare. Conan è, a mio avviso, un pre-Ashitaka più proletario, ma questa raffronto tra i due non è preso in esame.
Per Lana si fanno più raffronti con altri personaggi di Miyazaki, ma non con San, mentre in Mononoke la si accosta alla sorella di Ashitaka. Non concordo molto.
Già nella sinossi della relativa puntata si affermava che Lana bacia Conan, ma quello non è un bacio, è un salvataggio... “Vivi Conan, vivi!”
Non può essere un bacio, sia per la condizione in cui avviene, sia perché manca il desiderio sessuale.






Errata, sempre a mio avviso, la motivazione che si appioppa a Lana per lo schiaffo dato a Conan ad High Harbor. Per l'autore la ragazza sulla sua isola si sente una leader, e quindi non accetta che Conan le si opponga. Lana, invece, vuole solo risolvere la crisi interna ad High Harbor senza che nessuno si faccia male, men che meno colui che l'ha protetta fino ad ora. Non è una mia affermazione, è ciò che dicono i due personaggi, bisognerebbe ascoltarli.








Su Gimsey si afferma che non verrà più usato come modello da Miyazaki, ma lo usò esteticamente lo Studio Ghibli in Arietty, cioè Spiller.





Riguardo a Dyce non è sottolineato abbastanza l'aspetto più importante del personaggio: l'opportunismo...
Il comandante del Barracuda, almeno fino alla partenza per Indastria con la nave volante, è un semplice opportunista, sempre pronto a compiere la scelta a lui più vantaggiosa, pronta a tradire chiunque.
Per l'autore Lepka è spinto da un desiderio di genocidio sociale, a me pare, invece, che abbia “solo” sete di potere. Uccide chi gli si oppone, o lui pensa gli si opponga, indipendentemente da altre questioni etniche, sociali o religiose. Viene paragonato ad Hitler in versione burocrate teutonico. A me Lepka ha sempre portato alla mente un dittatore, sicuramente appartenente alla burocrazia, ma di stampo fascista-comunista. Lepka non arringa le folle, non pratica il razzismo, lui dirige, stila regolamenti, elimina chi lo ostacola. Potrebbe assomigliare anche a Hideki Tojo, che alla fine era un burocrate militare.
Preferisco non dilungarmi con queste critiche, perché a grandi linee ad ogni personaggio vengono, assieme a considerazioni più che condivisibili, affibbiate intenzioni un pelino troppo teoriche.
Sono analizzati anche i gruppi, come gli abitanti di High Harbor, di Indastria, della piattaforma, e pure l'equipaggio del Barracuda, nelle persone di Gutchie-Pasco-Gongolos. A dire il vero, sull'ultimo nome c'è qualche controversia, visto che i sottotitoli della serie nell'edizione Dynit lo chiamano Dongoros.



L'autore si dilunga per ben tre pagine su questi marinai, forse un po' troppe per delle comparse. Cosa ci avrà mai voluto dire Miyazaki con questi tre personaggi? Che erano comparse?
La quarta ed ultima parte si concentra su un aspetto poco o per nulla analizzato in saggistica, cioè la colonna sonora originale, le BGM. Per ogni brano, comprensivo di titolo, c'è una descrizione di quale sia l'occasione in cui lo si sente ed una analisi di carattere musicale. In tutto sono 18 pagine, un impegno non da poco, oltre che molto interessante.
Passo ora alla prima parte, cioè la sinossi delle singole puntate, con relativi piccoli errori e/o dimenticanze.
Ovviamente non ho rivisto tutte le 26 puntate, mi sono basato sulla memoria, magari qualcosa mi sarà sfuggito. I titoli delle puntate sono quelli della versione Dynit, che saranno anche più precisi, ma in alcuni casi i vecchi titoli dell'edizione televisiva erano più belli. Come per l'ultima puntata, che si intitolava “Il grande cerchio”.
Nella prima puntata non è descritta l'esplosione dell'ordigno tenuto in mano dal nonno di Conan, ergo non è chiaro, nella seconda sinossi, il perché l'anziano sia ferito.
Nell'ottavo episodio si afferma che Lana bacia Conan... mi sono già espresso.




Nella sinossi della puntata numero 11 si può leggere che il Dottor Rao abbatte il Falco, mentre è Guz ad auto abbattersi.



Nella 16esima puntata Dyce non recupera il Robonoide dall'oceano, ma dal Barracuda semi affondato, da come è scritto pare quasi una immersione a grandi profondità.




Nella puntata 18 viene scritto che Conan è catturato dall'equipaggio della cannoniera. Si, certo, ma è lui a consegnarsi, per poter avvertire Lana della bomba.





Per il 19esimo episodio c'è questa frase inerente Monsley: “Ricorda anche quando, durante il bombardamento e il successivo tsunami, si sarebbe salvata, da sola, grazie a una nave di Indastria”.
Si salva da sola, o la salva una nave di Indastria? O_o




Ecco un esempio di quanto sia stato impegnativo il lavoro di organizzazione delle informazioni.
Per ogni ambiente sono riportate le puntate in cui appare.



Ogni personaggio ha un riepilogo sull'evoluzione del suo status nella serie.








9 commenti:

  1. Innanzitutto grazie per le preziosissime scansioni delle riviste TV dei primi Ottanta!
    Approfitto del post per dire che "Conan" ha un posto fisso nel podio dei miei ricordi televisivi dell'epoca.
    Infatti ricordo come fosse ieri la prima puntata, vista la mattina di martedì 01 settembre 1981, alle 07h00 di mattina, replica della puntata trasmessa il pomeriggio prima, alle 18h00, (o le 18h30, dovrei verificare il giornale), su Telepadova. La prima puntata andò in onda perciò alle 18h00 del giorno prima, lunedì 31 agosto 1981.
    Per caso ricordi il periodo in cui andò in onda su Videodelta? Di quale circuito faceva parte quella Tv? Così, giusto per capire la prima assoluta in Italia.
    Ciao e grazie di nuovo!

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    1. Ciao,
      prego, è lo scopo del blog ;)
      Prima di risponderti mi sono andato a documentare tra le mie riviste tv.
      Come potrai immaginare non è facile trovare riscontri. Primo perché c'erano le varie edizioni locali delle riviste tv, quindi io devo trovarne una di Milano, perché Videodelta non era molto pubblcizzata. Secondariamente bisogna sperare che la tv locale mettesse il titolo del cartone, sovente c'era solo scritto un anonimo "Cartone animato"...
      Qui sul blog ho già postato 2 TV Sorrisi di quel periodo, magari li hai già guardati.
      Uno è della tua zona, dal 30 agosto al 5 settembre:

      https://imagorecensio.blogspot.it/2016/09/tv-sorrisi-e-canzoni-n-35-dal-30-agosto.html

      L'altro è della Lombardia, dal 6 al 12 settembre:

      https://imagorecensio.blogspot.it/2016/10/tv-sorrisi-e-canzoni-n-36-dal-6-al-12.html

      Vedrai che nel primo, dove c'è Telepadova, non è riportato Conan, ma questo non vuol dire che non fosse in programmazione.
      Nel secondo c'è la mia Videodelta (che diventerà di lì a poco Rete4 della Mondadori), ma il titolo non c'è.

      Ho però trovato un altro TV Sorrisi del 4/10 ottobre (il numero 40) in cui su Telepadova campeggia alle ore 17,00 un "Conan", e dato che non credo fosse nè un barbaro nè un detective, credo proprio fosse un "ragazzo del futuro" ^_^
      Del periodo fine agosto/settembre/ottobre ho anche altre testate, ma non sono nè della Lombardia nè del Veneto. E comunque il titolo "Conan" non è mai riportato.
      Spero di essere stato esauriente ;)

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  2. La trovo un po'... ontologica come recensione ^^

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Secondo il mio parere la serie Conan,il ragazzo del futuro è in assoluto la migliore opera del maestro,anche considerando i lungometraggi per lo Studio Ghibli....Riguardo la recensione del libro traspare un analisi dettagliata ma schematica..Sembra che l'autore analizzi puntata per puntata non cogliendo il continnuum e l'omogeneità della serie..Ma davvero afferma che la scena del salvataggio nel mare sia un bacio e lo schiaffo di Lana sul'isola un segno di autorità?...Basterebbero queste due citazioni per giustificare un approccio men che mediocre dell'analisi dell'opera

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    1. Prova a leggerlo, visto che sei un grande fan della serie, credo che lo troverai interessante, in un modo o nell'altro ;)
      Poi, magari, scrivi qui un commento al libro :]

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  5. Buongiorno, a proposito di Conan il ragazzo del futuro potete dare una mano a condividere questa petizione a lui dedicata? Grazie

    https://www.change.org/p/dynit-s-r-l-yamato-s-r-l-nippon-animation-conan-il-ragazzo-del-futuro-compie-40-anni-vogliamo-il-cofanetto-dvd-blue-ray-celebrativo

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    1. Ciao, grazie della segnalazione.
      Per quanto mi riguarda il vecchio cofanetto Dynit mi soddisfa, non ne acquisterei un secondo.
      Mentre aspett i cofanetti di qualche robottone, ammesso che li pubblicheranno mai...

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