TITOLO: Conan il ragazzo del futuro
CASA EDITRICE: GoWare
PAGINE: 181
COSTO: 12 €
ANNO: 2016
FORMATO: 23 cm x 15 cm
REPERIBILITA': sul web
CODICE ISBN: 9788867974788
E' questo il primo saggio dedicato alla serie di “Conan il ragazzo
del futuro”, in assoluto una delle serie più di valore
contenutistico arrivate in Italia. Con questo anime i bambini del
1981 entravano direttamente in contatto con un'opera completa di
Hayao Miyazaki, senza che noi se ne fosse consapevoli. In precedenza
avevamo visto il Lupin III in giacca verde, qualche sua
partecipazione in altri anime e lungometraggi cinematografici, ma
soltanto parecchi anni dopo ci rendemmo conto che tutti questi
piacevoli ricordi erano legati ad un unico autore.
Più volte mi sono chiesto perché nessun saggista si cimentasse in
un'analisi di questa serie, tranne che per alcuni capitoli in diversi
saggi, e sinceramente non mi sono mai dato una risposta, forse è
troppo complessa?
Comunque sia, nel 2016 è uscito questo saggio, e lo ha scritto un
nato nel 1998!
Questa cosa mi ha, nel contempo, sbalordito, onorato ed anche un po'
preoccupato.
Sbalordito perché, nonostante ritenga che la serie meriterebbe di
essere vista dalle nuove generazioni, e sono certo che piacerebbe,
non credevo che un classe 98 se ne potesse appassionare così tanto.
Onorato perché vedere tanto impegno nell'analizzare la serie, vuol
dire che non ha valore solo per la mia generazione. Questo impegno
andrebbe seguito da altri autori di libri sull'animazione, in primis
quelli della Ultra Shibuya...
Preoccupato perché a 18 anni, per quanti anime si possono aver
visto, e per quanti testi si possono essere studiati, forse manca un
po' di conoscenza generale di entrambi i campi.
A questo punto debbo fare una premessa sulla serie di “Conan il
ragazzo del futuro”, su quante volte l'ho visto. Lo vidi nella
prima visione su Videodelta nel 1981, poi ne registrai le puntate in
VHS in una replica del 1991 o 1992 su una piccola tv locale che si
vedeva malissimo, seguì l'acquisto delle VHS Yamato, poi i DVD
Yamato, infine i cofanetti Dynit. Mi sono letto anche il romanzo da
cui Miyazaki prese spunto per elaborare la serie, modificandola
tantissimo rispetto all'originale cartaceo, “The incredibile tide”,
scritto da Alexander Key nel 1970. Noto che in tutto il saggio non è
mai citato il romanzo originale, neppure di sfuggita.
Tutto ciò non fa di me il depositario della verità sula serie,
però, almeno, quando solleverò qualche critica a questo saggio,
spero che la si consideri basata su qualcosa :]
Penso, comunque, che ogni appassionato della serie dovrebbe leggere
questo titolo, per potersi fare un'idea personale delle
argomentazioni presenti.
Il libro è diviso in quattro parti.
Nella prima ci sono le sinossi delle 26 puntate, forse un po' troppo
didascaliche, grandemente corrette, ma con qualche piccola
imprecisione. Nulla di eclatante, però, forse, sarebbe bastato un
po' più di attenzione per non errare mai. E' innegabile che l'autore
abbia visto la serie, ed immagino più di una volta. Comunque sulla
prima parte tornerò alla fine della recensione, in cui inserirò dei
fermi immagine per far notare alcune imprecisioni.
La seconda e la terza parte analizzano la serie, prima gli ambienti,
poi i personaggi.
Entrambe le sezioni sono veramente dettagliate, quasi maniacali (in
senso buono), sono descritti i momenti, il titolo della puntata,
l'argomento che si sta trattando. L'unica pecca, che si estende a
tutto il libro, è che, in alcuni casi, a mio avviso, si eccede un
po' nella ricerca di significati reconditi. In particolare, talvolta,
si fanno ricostruzioni che non sono per nulla presenti nell'anime,
ipotesi non basate sulla trama. In pratica si parte un po' per la
tangente, immaginando scenari con troppa fantasia, ma ci tornerò più
sotto.
Il linguaggio usato, che in generale è comprensibile, diventa in
certi momenti assai criptico, anche per termini poco usuali.
Ovviamente all'autore non può essere ascritta la colpa della mia
ignoranza su certi argomenti, ma non c'era un altro modo per
esprimere il concetto di “agnito terenziana”?
Faccio presente che in questo stesso momento il programma “Open
Office”, con cui sto scrivendo la recensione, mi segnala “agnito”
come errore...
Assai stucchevole, inoltre, leggere in continuazione la parola
“ontologico”, in tutte le sue possibili declinazioni. Ad un certo
punto volevo iniziare a contarle, ed ho sbagliato a non farlo. Capita
di leggere questa parole anche tre o quattro volte nella stessa
pagina, poi scompare per un po', ma poi ritorna di nuovo. Sarà
ripetuta 50 volte? 60? Di più? Non conta, conta che è una
ripetizione esagerata...
Alla casa editrice non ce l'hanno qualcuno/a che verifica gli scritti
degli autori?
Ribadisco che è encomiabile l'impegno nella descrizione degli
ambienti, anche se, forse, non sempre c'è un motivo per tutto.
Magari Miyazaki decise uno scenario solo perché era il migliore per
portare avanti la storia.
La seconda parte inizia con il primo ambiente che vediamo, “l'isola
perduta” in cui vivono Conan ed il nonno. Qui c'è una piccola
imprecisione riguardo a cosa dice il nonno in punto di morte a Conan.
Secondo l'autore Conan fa al nonno tre promesse in punto di morte:
salvare Lana; farsi degli amici; tornare sull'isola. Farò la figura
del pignolo, però non è così... Il nonno, prima di morire, gli
chiede di “andare a cercare il mondo nuovo” e di “trovare dei
buoni amici e di vivere con loro e per loro”. Non glie chiede
altro, nessuna promessa. Sarà, invece, Conan, sulla tomba del nonno,
a fare quelle tre promesse. Puntualizzo questa piccola questione,
perché l'autore ribadisce più volte questo aspetto delle tre
promesse fatte in punto di morte.
Viene analizzato persino il mare delle tempeste, in cui naviga Conan
nella terza puntata. Forse, mia idea, l'analisi è un pelino
esagerata. Magari, nei piani di Miyazaki, questo mare burrascoso,
serviva solo a far comprendere ai bambini il perché Conan ed il
nonno non erano mai stati trovati prima.
A pagina 33, quando si analizza il luogo “Barracuda” c'è una
piccola ingenuità, penso dovuta all'età dell'autore. Infatti si
collega la scena in cui Dyce parla all'interfono, con una identica
che si vedrà in seguito in Laputa. In realtà è Dyce che copia da
una scena precedente in "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro"
^_^
Uno degli esempi di analisi basate su presupposti non presenti nella
serie, è quella riguardante la Torre Triangolare di Indastria.
L'autore afferma che è il simbolo dell'autoritarismo passato, ma in
quale punto dell'anime è spiegato che prima della guerra, il governo
che costruì la struttura, era autoritario? Il Dottor Rao partecipò
alla sua costruzione, avrebbe mai collaborato con una dittatura?
Di certo la Torre rappresenta l'autoritarismo di Indastria, e la
potenza della scienza prima della guerra, ma non ci sono elementi per
affermare che sia il simbolo “dell'autoritarismo del passato”. Si
afferma anche che i governi precedenti alla guerra erano dittatoriali
(pagina 38), dove viene detto nella serie?
Si descrivono gli ambienti interni della Torre, la parte produttiva e
le sale del governo, come di matrice americano-capitalista.
Riguardo all'ambiente “Nucleo” (Core) viene scritto che i 50 mila
rifugiati, di cui ne sopravviveranno solo 2000, vi si rintanarono
credendo che la superficie fosse inabitabile per le radiazioni,
mentre l'isola perduta ed High Harbor dimostravano che non fosse
vero. Quindi morirono inutilmente 48 mila persone. Ma come si può
sapere che su Indastria, invece, non ci fossero forti radiazioni?
E' questo un altro esempio di come si parta per la tangente, con
analisi basate su dati non presenti nella serie.
I casermoni abitativi del Nucleo vengono descritti come
nazi-fascisti, io ci sono cresciuto in casermoni simili, e furono
costruiti negli anni 60... e a me ricordano i casermoni costruiti
dagli stessi giapponesi negli anni 60 e 70, basta guardare serie
animate del periodo.
Infatti in questa serie sono disegnate le più belle nuvole di tutta
l'animazione giapponese del periodo, ed anche successiva, a mio
parere. Pare quasi di poterle toccare quelle nuvole.
Quando si analizza la piattaforma sul mare, si afferma che Patch/Rao
fa lavorare duramente Conan e Lana, prima di essere sicuro
dell'identità della nipote (pagina 53).
Anche questa è, a mio avviso, una considerazione priva di
fondamento, anzi, smentita sia dai dialoghi, sia dal comportamento di
Patch/Rao. Sappiamo che Lana non riconosce il nonno a causa del viso
sfigurato, dovrà ascoltarne la voce telepatica per capire che Patch
è il Dottor Rao, ma perché, invece, il nonno non dovrebbe essere
sicuro dell'identità della nipotina?
Non sappiamo quanto sia passato dall'ultima volta che i due si sono
visti, ma è chiaro che Patch/Rao la protegga fin da subito.
Se per l'autore Indastria ha una organizzazione nazi-fascista, High
Harbor è marxista, un'isola in cui la proprietà privata è vista
con spregio dagli abitanti del villaggio centrale. Ma quando questo
concetto è esplicitato in qualche modo? E' indubbio che gli abitanti
di High Harbor vivano nel mutuo soccorso, che parrebbero un po'
socialisti, ma potrebbero essersi ispirati al villaggio agricolo
giapponese dell'epoca Tokugawa. Nel villaggio i beni sono personali,
quindi esiste la proprietà privata, ma le risorse sono comuni. Il
Borgomastro potrebbe benissimo essere una evoluzione del capo
villaggio dell'epoca Tokugawa. Non dico di avere ragione, ma è una
teoria come un'altra.
Nella terza parte si analizzano i singoli personaggi ed alcuni
gruppi. Anche in questo caso il lavoro totale è encomiabile, sono
riportati i momenti di crescita di ogni singolo personaggio, le
puntate in cui appare, i momenti salienti che ne esaltano la
personalità. Resta, come per la parte sugli ambienti, una certa
tendenza a andare off topic, come si diceva sui forum.
Molto approfondita, ovviamente, la parte su Conan, però mi pare che
non venga preso in considerazione un aspetto fondamentale della
personalità del ragazzi, magari banale, ma determinante: la fiducia
che ripone nel prossimo.
Conan è scevro da pregiudizi, magari non si fida (Orlo), oppure
avversa qualcuno (Monsley, che causa la morte del nonno...), ma poi è
disposto a dare una chanse a chiunque. Ed è pronto a perdonare,
anche Lepka. Quell'ultima scena, dove il ragazzino gli tende la mano,
è l'emblema della sua incapacità di odiare. Conan è la persona che
tutti noi vorremmo essere o la personalità che tutti noi vorremmo
avere, magari cambiandoci più spesso del ragazzo gli abiti e le
mutande (cit.).
Nel libro sono presentate analisi molto più complesse, quando Conan
è un personaggio più semplice, terso, innocente, onesto,
rispettoso, coraggioso, lavoratore, risolutore di problemi, capace di
perdonare, incapace di avere pregiudizi o odiare. Conan è, a mio
avviso, un pre-Ashitaka più proletario, ma questa raffronto tra i
due non è preso in esame.
Per Lana si fanno più raffronti con altri personaggi di Miyazaki, ma
non con San, mentre in Mononoke la si accosta alla sorella di
Ashitaka. Non concordo molto.
Già nella sinossi della relativa puntata si affermava che Lana bacia
Conan, ma quello non è un bacio, è un salvataggio... “Vivi Conan,
vivi!”
Non può essere un bacio, sia per la condizione in cui avviene, sia
perché manca il desiderio sessuale.
Errata, sempre a mio avviso, la motivazione che si appioppa a Lana
per lo schiaffo dato a Conan ad High Harbor. Per l'autore la ragazza
sulla sua isola si sente una leader, e quindi non accetta che Conan
le si opponga. Lana, invece, vuole solo risolvere la crisi interna ad
High Harbor senza che nessuno si faccia male, men che meno colui che
l'ha protetta fino ad ora. Non è una mia affermazione, è ciò che
dicono i due personaggi, bisognerebbe ascoltarli.
Su Gimsey si afferma che non verrà più usato come modello da
Miyazaki, ma lo usò esteticamente lo Studio Ghibli in Arietty, cioè
Spiller.
Riguardo a Dyce non è sottolineato abbastanza l'aspetto più
importante del personaggio: l'opportunismo...
Il comandante del Barracuda, almeno fino alla partenza per Indastria
con la nave volante, è un semplice opportunista, sempre pronto a
compiere la scelta a lui più vantaggiosa, pronta a tradire chiunque.
Per l'autore Lepka è spinto da un desiderio di genocidio sociale, a
me pare, invece, che abbia “solo” sete di potere. Uccide chi gli
si oppone, o lui pensa gli si opponga, indipendentemente da altre
questioni etniche, sociali o religiose. Viene paragonato ad Hitler in
versione burocrate teutonico. A me Lepka ha sempre portato alla mente
un dittatore, sicuramente appartenente alla burocrazia, ma di stampo
fascista-comunista. Lepka non arringa le folle, non pratica il
razzismo, lui dirige, stila regolamenti, elimina chi lo ostacola.
Potrebbe assomigliare anche a Hideki Tojo, che alla fine era un
burocrate militare.
Preferisco non dilungarmi con queste critiche, perché a grandi linee
ad ogni personaggio vengono, assieme a considerazioni più che
condivisibili, affibbiate intenzioni un pelino troppo teoriche.
Sono analizzati anche i gruppi, come gli abitanti di High Harbor, di
Indastria, della piattaforma, e pure l'equipaggio del Barracuda,
nelle persone di Gutchie-Pasco-Gongolos. A dire il vero, sull'ultimo
nome c'è qualche controversia, visto che i sottotitoli della serie
nell'edizione Dynit lo chiamano Dongoros.
L'autore si dilunga per ben tre pagine su questi marinai, forse un
po' troppe per delle comparse. Cosa ci avrà mai voluto dire Miyazaki
con questi tre personaggi? Che erano comparse?
La quarta ed ultima parte si concentra su un aspetto poco o per nulla
analizzato in saggistica, cioè la colonna sonora originale, le BGM.
Per ogni brano, comprensivo di titolo, c'è una descrizione di quale
sia l'occasione in cui lo si sente ed una analisi di carattere
musicale. In tutto sono 18 pagine, un impegno non da poco, oltre che
molto interessante.
Passo ora alla prima parte, cioè la sinossi delle singole puntate,
con relativi piccoli errori e/o dimenticanze.
Ovviamente non ho rivisto tutte le 26 puntate, mi sono basato sulla
memoria, magari qualcosa mi sarà sfuggito. I titoli delle puntate
sono quelli della versione Dynit, che saranno anche più precisi, ma
in alcuni casi i vecchi titoli dell'edizione televisiva erano più
belli. Come per l'ultima puntata, che si intitolava “Il grande
cerchio”.
Nella prima puntata non è descritta l'esplosione dell'ordigno tenuto
in mano dal nonno di Conan, ergo non è chiaro, nella seconda
sinossi, il perché l'anziano sia ferito.
Nell'ottavo episodio si afferma che Lana bacia Conan... mi sono già
espresso.
Nella sinossi della puntata numero 11 si può leggere che il Dottor
Rao abbatte il Falco, mentre è Guz ad auto abbattersi.
Nella 16esima puntata Dyce non recupera il Robonoide dall'oceano, ma dal Barracuda semi affondato, da come è scritto pare quasi una immersione a grandi profondità.
Nella puntata 18 viene scritto che Conan è catturato dall'equipaggio
della cannoniera. Si, certo, ma è lui a consegnarsi, per poter
avvertire Lana della bomba.
Per il 19esimo episodio c'è questa frase inerente Monsley: “Ricorda anche quando, durante il bombardamento e il successivo tsunami, si sarebbe salvata, da sola, grazie a una nave di Indastria”.
Si salva da sola, o la salva una nave di Indastria? O_o
Ecco un esempio di quanto sia stato impegnativo il lavoro di organizzazione delle informazioni.
Per ogni ambiente sono riportate le puntate in cui appare.
Ogni personaggio ha un riepilogo sull'evoluzione del suo status nella serie.
Innanzitutto grazie per le preziosissime scansioni delle riviste TV dei primi Ottanta!
RispondiEliminaApprofitto del post per dire che "Conan" ha un posto fisso nel podio dei miei ricordi televisivi dell'epoca.
Infatti ricordo come fosse ieri la prima puntata, vista la mattina di martedì 01 settembre 1981, alle 07h00 di mattina, replica della puntata trasmessa il pomeriggio prima, alle 18h00, (o le 18h30, dovrei verificare il giornale), su Telepadova. La prima puntata andò in onda perciò alle 18h00 del giorno prima, lunedì 31 agosto 1981.
Per caso ricordi il periodo in cui andò in onda su Videodelta? Di quale circuito faceva parte quella Tv? Così, giusto per capire la prima assoluta in Italia.
Ciao e grazie di nuovo!
Ciao,
Eliminaprego, è lo scopo del blog ;)
Prima di risponderti mi sono andato a documentare tra le mie riviste tv.
Come potrai immaginare non è facile trovare riscontri. Primo perché c'erano le varie edizioni locali delle riviste tv, quindi io devo trovarne una di Milano, perché Videodelta non era molto pubblcizzata. Secondariamente bisogna sperare che la tv locale mettesse il titolo del cartone, sovente c'era solo scritto un anonimo "Cartone animato"...
Qui sul blog ho già postato 2 TV Sorrisi di quel periodo, magari li hai già guardati.
Uno è della tua zona, dal 30 agosto al 5 settembre:
https://imagorecensio.blogspot.it/2016/09/tv-sorrisi-e-canzoni-n-35-dal-30-agosto.html
L'altro è della Lombardia, dal 6 al 12 settembre:
https://imagorecensio.blogspot.it/2016/10/tv-sorrisi-e-canzoni-n-36-dal-6-al-12.html
Vedrai che nel primo, dove c'è Telepadova, non è riportato Conan, ma questo non vuol dire che non fosse in programmazione.
Nel secondo c'è la mia Videodelta (che diventerà di lì a poco Rete4 della Mondadori), ma il titolo non c'è.
Ho però trovato un altro TV Sorrisi del 4/10 ottobre (il numero 40) in cui su Telepadova campeggia alle ore 17,00 un "Conan", e dato che non credo fosse nè un barbaro nè un detective, credo proprio fosse un "ragazzo del futuro" ^_^
Del periodo fine agosto/settembre/ottobre ho anche altre testate, ma non sono nè della Lombardia nè del Veneto. E comunque il titolo "Conan" non è mai riportato.
Spero di essere stato esauriente ;)
La trovo un po'... ontologica come recensione ^^
RispondiEliminaMentre la recensione è ontoillogica :]
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSecondo il mio parere la serie Conan,il ragazzo del futuro è in assoluto la migliore opera del maestro,anche considerando i lungometraggi per lo Studio Ghibli....Riguardo la recensione del libro traspare un analisi dettagliata ma schematica..Sembra che l'autore analizzi puntata per puntata non cogliendo il continnuum e l'omogeneità della serie..Ma davvero afferma che la scena del salvataggio nel mare sia un bacio e lo schiaffo di Lana sul'isola un segno di autorità?...Basterebbero queste due citazioni per giustificare un approccio men che mediocre dell'analisi dell'opera
RispondiEliminaProva a leggerlo, visto che sei un grande fan della serie, credo che lo troverai interessante, in un modo o nell'altro ;)
EliminaPoi, magari, scrivi qui un commento al libro :]
Buongiorno, a proposito di Conan il ragazzo del futuro potete dare una mano a condividere questa petizione a lui dedicata? Grazie
RispondiEliminahttps://www.change.org/p/dynit-s-r-l-yamato-s-r-l-nippon-animation-conan-il-ragazzo-del-futuro-compie-40-anni-vogliamo-il-cofanetto-dvd-blue-ray-celebrativo
Ciao, grazie della segnalazione.
EliminaPer quanto mi riguarda il vecchio cofanetto Dynit mi soddisfa, non ne acquisterei un secondo.
Mentre aspett i cofanetti di qualche robottone, ammesso che li pubblicheranno mai...