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domenica 23 agosto 2015

"I Nuovi Giocattoli - Guida pratica nel paese dei balocchi" inserto catalogo di giocattoli in Oggi del dicembre 1978



Purtroppo questo catalogo è in bianco e nero, avendolo fotocopiato in emeroteca, però ha in più un corposo testo ad opera del professor Antonio Miotto, che immagino fosse uno psicologo.
Il professore spiegava ai genitori, cioè quelli che cacciavano il grano, che i "nuovi giocattoli" erano praticamente uguali ai vecchi giocattoli, tranne per i videogiochi, sui quali, però, lo psicologo non scrive nulla.
Parola di esperto!
Una classica opera di disinformazia sovietica :]
Il Natale 1978 fu il primo che dovette subire l'affondo di Goldrake e Heidi (che, pur essendolo, non dava l'impressione di essere giapponese), ma fu dal Natale 1979 che i giocattolai italici subirono il colpo (economico):
Giocattoli italiani in crisi e cartoni animati giapponesi - 5 articoli tra il 1978 e il 1980
Cosa c'è di meglio dell'opinione di un esperto per piazzare un botto di giocattoli?
A casa mia non si leggeva Oggi, altrimenti avrei ringraziato con 35 anni e passa di ritardo il professore, perchè alcuni di quei giocattoli li avevo anch'io.
Il catalogo in se non è tra i più ricchi di immagini (che sarebbero state comunque in bianco e nero...), però, a mio avviso, è la parte scritta dell'esperto che lo impreziosisce.



"Ecco com'è fatto il giocattolo ideale" è il titolo del pistolotto psico-pedagogico. A mio avviso il giocattolo ideale era quello che mi divertiva (se adatto alla mia età), mentre quello che non mi divertiva, pur essendo magari "il giocattolo ideale", mi faceva schifo  :]




Non posso sapere il motivo per il quale il settimanale Oggi chiese l'opinione di uno psicologo, e non mi permetto di contestare i suoi punti di vista professionali, però, a mio modo, ai tempi ero un esperto anch'io di giocattoli.
E ti possono regalare il gioco più pedagogico del mondo, ma se tu vorresti Goldrake, qualsiasi altra cosa che ti regalano ti farà storcere il naso. Il continuo ribadire dello psicologo di non cedere alla richieste dei bambini "obbedendo a mode fasulle", io lo leggo come un no a Goldrake ed un si ai trenini.




"I genitori non debbono abdicare di fronte ai figli quando questi ultimi vogliono imporre certi giocattoli", cioè Goldrake.
Comunque, nelle recensioni dei giochi in scatola, si potrà effettivamente notare come spesso i giochi ispirati ad anime o film famosi non fossero poi tanto belli...


Ma un decalogo non dovrebbe essere in 10 punti?
Perché solo otto?  O_o
E la mamma? O_o










Non c'è dubbio che giocare per me fosse un lavoro, un piacevole lavoro, non ho mai più svolto una mansione tanto divertente, seppur non retribuita :]


Finita la lezione spazio ai giocattoli, ma con sempre presenti gli immancabili commenti, che penso fossero sempre dello psicologo di cui sopra e non dei produttori di giocattoli (spero).
Direi che i commenti più tecnici fossero dello psicologo, quelli più descrittivi delle case di produzioni o chi per loro. Mi pare di aver notato che quando il gioco è più generalistico, tipo le bambole o le costruzioni, c'è il commento dello psicologo, quando è pubblicizzata una marca ben distinta, invece, c'è solo la descrizione di ciò che è mostrato.
Avverto che manca qualche pagina, ma che non conteneva nè testo, nè giocattoli, erano pagine con bambini che reggevano giochi poco belli, ininfluenti alla valutazione del catalogo. Purtroppo avevo quasi terminato il credito nella tessera delle fotocopie, e non avevo voglia di rimettere tutto in ordine per tornare alla cassa, per poi ritornare in sala lettura T_T













Che fosse "praticamente impossibile" (ma non assolutamente) farsi male è tutto da vedersi... quando montavi due mattoncini che poi non si smontavano più, ti rompevi le dite per staccarli l'uno dall'altro... alla fine dovevi per forza chiamare un adulto, oppure, opzione che io utilizzavo spesso, li lasciavo saldati assieme per l'eternità.



 "L'amico di tutti": Playmobil.




Io avevo i Playmobil poliziotti, una scelta in controtendenza rispetto ai caseggiati popolari in cui vivevo  ^_^






Prima di tutte queste teorie sulle bambole per l'insegnamento dell'educazione sessuale, arrivavano in anticipo le bambine, non ricordo quante volte mi chiesero in prestito il mio Big Jim per farlo stare dentro la roulotte della Barbie, spero non con Ken...
Da ricordare che costruivamo le bambole più vendute al mondo, ed anche quelle che pare fossero le più belle.

























"Viaggiare in treno... o in auto"
Che dire, a me i trenini non mi hanno mai attirato.







Mentre le macchinine erano più versatili, gare ed inseguimenti senza fine e sosta.





"Divertiti e impara"
E non ero neppure un patito del "fai da te", mi mancava la pazienza, e probabilmente anche l'abilità T_T





Ricchissima questa confezione!
Più di quella del Lidl di oggigiorno!




A me non pare che il bambino di destra si stia divertendo molto... e neppure quelli che stavano nella pagina di sinistra, infatti l'ho saltata :]





 Il Visore Mupi V35 resta un mito della mia infanzia!



 Ma non per vederci il drago Eliot della Disney...





"Dalla battaglia navale in poi".
I giochi in scatola sono una tipologia di gioco a cui sto dedicando parecchie "risorse"  T_T





Benchè abbia scoperto solo in questi ultimi anni dell'esistenza del gioco in scatola di Heidi, lo trovo tra i più sostanziosi in quanto a contenuto della confezione, anche se non posso valutare la sua giocabilità, non avendolo ancora recuperato.
Da notare come Heidi nel Natale 1978 non era ancora considerata un pericoloso invasore dagli occhi a mandorla, tutti pensavano fosse svizzera, ergo europea, ergo educativa.
Appena sarà palesata la sua origine nipponica, diventerà una piagnucolona insopportabile...



L'immagine, come si può vedere  2 scan sopra, era assai piccola, l'ho ingrandita, ma rimane un po' sgranata.
Dieri che ci sono i seguenti giochi in scatola: "Io e la Befana"; il già citato Heidi; Portobello; Battaglia Navale; ed un puzzle di Heidi.
Non riesco a riconoscere quello a destra sopra il puzzle di Heidi e sotto la "Battaglia Navale".
Tutti giochi della Clementoni, si vede che la Editrice Giochi non aveva "contribuito" al catalogo :]



Il puzzle di Heidi presente anche nella copertina del catalogo.




La Atlantic pubblicizzava i suoi bellissimi personaggi spaziali, nati per cercare di compensare il calo di vendite dei mitici soldatini.






Questa pubblicità non fa parte del catalogo, ma era presente nello stesso numero della rivista, dato che c'è il prezzo del gioco (10 mila lire) l'ho inserita.



"Fare gol col computer... o con la tv"
Stranamente lo psicologo non si pronuncia sui videogiochi...
Benchè penso che a me arrivarono dopo il Natale del 1978, forse nel 1980 o nel 1981, non posso che considerarli dei videogiochi fighissimi!
Mattel's Soccer - 1978 (serie Handheld Games) 

Mattel's Auto Race - 1977





La mia prima concole aveva un designe più vetusto di questa, ma i giochi erano identici. Peccato che bisognasse rompere le scatole ogni volta al papà per farsi collegare il cavo al televisore e cercare anche il canale dove c'era il segnale video/audio dei giochi. Però quando appariva la videata che si vede sotto, e si sentivano quei semplici "ping e pong", era un colpo al cuore, che le moderne generazioni di videogiocatori non possono comprendere.
Ti si apriva un mondo sconosciuto: l'uso del televisore per qualcosa che non era guardare la tv.
Fummo indubbiamente dei pionieri!




Della Polistil ho recensito (per ora) due cataloghi:
Catalogo Polistil 1980
Catalogo Polistil 1983




I crediti dela catalogo.



2 commenti:

  1. è incredibile il pregiudizio ASSOLUTO su quello che era nipponico.
    Poi ci stupiamo se ci additano a razzisti.
    A noi qualsiasi cosa sia " diversa" ci fa alzare il pelo.
    Anche io cerco di dirottare angelo sul didattico, però scremo da quello che gli piace. Assolutamente non gli impongo i miei gusti. E soprattutto non mi piego ai suoi "voglio"

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