TITOLO: Da Heidi a Lady Oscar, le eroine degli anime al femminile
AUTORE: Enrico Cantino
CASA EDITRICE: Mimesis
PAGINE: 64
COSTO: 5,9 €
ANNO: 2015
FORMATO: 17 cm X 11 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788857528564
Sesto
libro di Enrico Cantino inerente gli anime e facente parte della
collana “Il caffè dei filosofi” della casa editrice Mimesis.
Questa
volta l'autore focalizza la sua attenzione sulle eroine degli “anime
al femminile”, ed all'interno di una categoria chiamata in questo
modo possono starci le serie con protagoniste Heidi,
Candy Candy, Charlotte, Peline, Anna, Georgie, Oscar.
A
parte il fatto che, a mio parere, Heidi ed Anna vanno oltre
l'incasellamento per genere, ma nel libro è più volte
specificato che questi sono tutti anime di genere shojo... e questo
lo trovo un errore.
Si potrebbe eccepire che per "shojo" si intenda letteralmente "per ragazze" (cioè il "al femminile" del titolo), però in Italia il genere "shojo" identifica una serie che contempla una storia d'amore, fatto sottolineato anche dall'autore, aggiungendo che "gli shojo anime hanno come protagoniste principali le orfanelle". Inutile dire che le eroine protagoniste del libro non tutte sono orfane.
Come
si può dire che Heidi, “Anna da capelli rossi” e “Peline
Story” siano anime shojo?!
Sono
prinipalmente serie meisaku, o “World
Masterpiece Theater”, genere mai menzionato dall'autore.
Nel
suo libro sul genere robotico (rece), Cantino ci aveva inserito “Supercar
Gattiger”, e non ho polemizzato.
In quello sul genere maghette (rece) ci
ha messo Pollon, e non ho polemizzato.
Ma
Heidi, Anna e Peline nello shojo (per come è inteso lo shojo da noi) no e poi no :]
Detto
ciò, ma sul genere shojo ci ritornerò, l'autore inizia con una micro introduzione
sul ruolo della donna nella società giapponese, anche dal punto di
vista storico. Segue un breve riassunto delle tematiche presenti
negli shojo.
Per esempio come veste la protagonista di uno shojo, che
si presenta vestita come una “caramella” (come scrive l'autore). Heidi, Anna e
Peline allora sono caramelle senza zucchero? ^_^
Si
parte con Heidi, che non vede una sola storia d'amore in tutte le 52
puntate. Sempre che l'autore non conosca qualche particolare scabroso (che per altre serie pare sapere) su Peter e le pecore del suo gregge...
Tocca poi alla sinossi di Candy Candy, conclusa con l'autore che si
lamenta che a causa dei dissidi fra le due autrici non c'è la
possibilità di avere materiale originale dell'anime. Peccato che un anno fa è
stato pubblicato il primo romanzo di “Candy Candy” (rece).
Seguono Charlotte e poi “Peline Story”. Mentre per Heidi ed Anna
sono citati i libri da cui sono tratti gli anime, per Peline ciò non
capita, mera dimenticanza? Ho avuto l'impressione che si parli della trama di Peline considerandola una invenzione degli autori giapponesi, magari sbaglio.
Quindi
tocca ad Anna finire nel caramelloso shojo.
Si
conclude con due veri shojo (come li considero io), Lady Georgie e Lady
Oscar.
In
tutti i cinque precedenti libri di Cantino il linguaggio è sempre molto
alla mano, ed il tono è spesso scherzoso, però, questa volta, a mio
avviso, forse si è un po' ecceduto, sia nel linguaggio che nello scherno.
Finché sento sfottere Peline, Charlotte, Georgie e Candy la cosa non mi tange, ma se mi si tocca Heidi, Anna ed Oscar mi girano un
po' i maroni ^_^
Se
Cantino trova così ridicole queste trame, perché le ha scelte come
soggetto per scriverci un libro?
Riguardo
al linguaggio assai popolare, che per gli altri libri, pur essendo presente, non ero arrivato a scannerizzare, eccone alcuni esempi.
Parto da quello che mi è parso più eclatante.
Forse esistono dei sinonimi di "mignotta" più adatti ad un libro, senza contare che "il SUGO del discorso", visto l'attività della protagonista, sarà stato alla puttanesca?
(l'uso di SUGO al posto di SUCCO mi è stato fatto notare da un'amica più attenta di me)
Sia chiaro, che Neal ed Iriza siano due bastardi, anzi, due vere merde umane, specialmente la sorella, non v'è dubbio, ma in un libro non si ptrebbe usare un altro termine?
Di nuovo concordo con la rappresentazione della prozia (non zia) Elroy, che ha anche una faccia da prugna secca, ma può andar bene se lo si scrive su un blog gratuito, su un libro a pagamento?
Una "tramvata notevole"?
A parte il termine popolano, ma non si scrive "tranvata"?
Questi sono alcuni esempi dei punti in cui si inserisce negli shojo le serie di Heidi ed Anna.
Cosa vuol dire (Anna) "è una ragazzina normale, per quanto possa esserlo un personaggio degli shojo"?
A parte che Anna è un personaggio del genere meisaku (indirizzato alle ragazze), ma lei è proprio tra i più "normali", assolutamente ordinaria.
Georgie è una mignotta, Candy porta rogna, Anna è anormale, poi?
Per
ultimo l'autore talvolta se ne esce con considerazioni personali totalmente avulse da ogni considerazione analitica, e che
esulano dalla trama dell'anime. Eccone qualche esempio.
A cosa allude Cantino? Il padre di Oscar aveva problemi erettivi? Era diventato sterile? Un crollo del desiderio? Impotenza senile? Forse la madre di Osar non poteva affrontare una nuova maternità?
Che senso ha una frase del genere? Quale scopo ha nel contesto del suo libro?
In tanti anni di scherzi letti e scritti sui forum fra appassionati di anime non l'avevo mai letta una allusione di questo tipo, ho dovuto pagare 5 euro e 90 centesimi per leggere una perla così...
Come può dire che Oscar ed Andrè forse non sarebbero stati felici?
Che senso ha fare ipotesi sulla durata del loro rapporto di coppia?
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