Ho trovato questo articolo di Daniel Jarach su una fonte veramente inaspettata, tra le pagine dell'artbook "Exhibition Go Nagai", pubblicato nel 1998. Oltre a presentare la biografia del creatore di tanti robottoni, è presente un capitolo coi successi internazionali (per lo più in Italia e Francia) dei sui personaggi, sono mostrate sia le pubblicazioni editoriali autoctone di varie nazioni, ma anche i giocattoli, in particolare ci sono due articoli giornalistici, uno francese e questo della Domenica del Corriere. Nell'artbook non presenti commenti giapponesi agli articoli, che non sono proprio pieni di complimenti verso la produzione nipponica, ci si limita alla foto, a dimostrazione di quanto successo avessero avuto in queste nazioni.
Ho provveduto a scannerizzare l'articolo ingrandendolo, e cercando di renderlo il più leggibile possibile, motivo per il quale lo scritto risulta un po' scuro. Purtroppo mi è rimasto il dubbio che l'articolo proseguisse con una seconda parte sulla Disney, tanto per contrapporre i cattivi jappo ai buoni yankee, però questa parte sugli anime penso sia completa.
Nella prima parte dell'articolo l'autore introduce il lettore all'intervista con Chiaki Imada, l'allora presidente della Toei Animation, ovviamente sulla correttezza traduzione ci si deve affidare alla speranza che il tutto sia stato fatto in maniera professionale. Per fortuna viene posta la fatidica domanda sull'uso del computer per creare i cartoni animati giapponesi, ma la risposta di Chiaki Imada è un po' contraddittoria, nega indirettamente che fino ad allora sia stato usato il computer, in quanto il cervello elettronico non è ancora pronto, lo sarebbe stato tra poche settimane... Magari il presidente della Toei voleva fare un po' lo sborone con gli intervistatori italiani, oppure la traduzone fu erronea, non lo sapremo mai.
Il titolo rende già autorevole la fonte, in quanto è il "papà di Goldrake e Mazinga" a parlare, questo è, se rammento bene, il quarto padre che i giornalisti italici trovano a Goldrake e Mazinga, e solo in un caso il padre era quello biologico:
Toshio Katsuta nel 1980
Tadanao Tsuji 1980
Go Nagai nel 1982
Edit
Ho modifiato la data della pubblicazione dell'articolo, avevo invertito la sequenza di mese e giorno nella riga in giapponese, ergo non era l'1 ottobre, ma 10 gennaio.
I "telerobot giapponesi" non possono che essere "famigerati", mentre i cartoni made in Walt Disney sono "tradizionali", la partenza rende già l'idea di come la pensi il giornalista.
C'è da dire che qualche polemicuccia sulla violenza (ed il sesso) nei manga indirizzati ad un pubblico giovanile c'era stata anche in Giappone, e proprio Go Nagai ne fu l'obbiettivo per il suo "Harenchi Gakuen" ("Scuola senza pudore").
Ah certo, gli anni 80 in tv e al cinema saranno meno violenti...
Trovo che ci sia una piccola incongruenza tra la data dell'articolo, ottobre 1980 (riportata sull'artbook) ed il mese dell'intervista, dicembre, dicembre del 1979?! O_o
E' possibile che la gran parte degli introiti della Toei arrivasse dall'esportazione degli anime? Sono assai perplesso in merito.
Mi viene anche il dubbio che l'autore dell'intervista non sia Daniel Jarach, in quanto la sua firma è posta solo nell'introduzione.
Il presidente Toei spiega il perchè della supremazia tecnica dell'animazione nipponica.
A questo punto viene posta la fatidica domanda sull'uso del computer nell'animazione giapponese.
Quindi fino a quel momento il computer non era stato mia utilizzato, ma fra poco lo sarebbe stato, per cosa in particolare non è specificato, magari i fondali.
Il presidente della Toei è a centro, tutto intorno l'apoteosi dei giocattoli vintage!!!!! T_T
Goldrake era "il più popolare degli eroi Toei" in Italia, perchè in Giappone non se lo era filato niuno...
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