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martedì 27 aprile 2021

Cartoon Rock, quando la musica si anima


TITOLO: Cartoon Rock, quando la musica si anima
AUTORE: Valeria Arnaldi
CASA EDITRICE: Arcana
PAGINE: 206
COSTO: 16 €
ANNO: 2021
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788892770089


Tengo sempre d'occhio le case editrici che pubblicano libri sugli anime, e mi stava sorprendendo che Valeria Arnaldi non avesse pubblicato nulla per la collana "Ultra Shibuya" dalla fine del 2019, solo che controllavo la fonte errata. Questa volta ha pubblicato un libro per una nuova casa editrice, la Arcana. 
Mi pare giusto ricordare il mio pregiudizio sui titoli della "Ultra Shibuya", leggendo le altre recensioni al link li si potrà capire più dettagliatamente la mia critica, che riepilogo:
quantità strabordante di inutili immagini (senza didascalie); poco scritto; informazioni prese dal web (wikipediate); assenza di bibliografia e sitografia; autori che non paiono esperti o appassionati di animazione giapponese; lunghe frasi ad effetto supercazzola; rapporto prezzo/contenuto assai scarso.

Con la nuova casa editrice era cambiato il trend?
Intanto il costo è sensibilmente minore, da 23 euro (costo dei sui ultimi due libri) a 16 euro, probabilmente dovuto alla carta non patinata, al formato leggermente più piccolo e alle immagini in bianco e nero. 
Su 206 pagine 31 di queste hanno immagini senza scritto, ed altre 30 hanno immagini con scritto, ben quasi 100 pagine sono scritte completamente, un record. 
Restano le immagini senza didascalia, c'è poco meno di una pagina e mezzo di bibliografia, ma manca la sitografia, che avrebbe dovuto (secondo me) comprendere varie pagine di Wikipedia sul mondo delle idol, quindi le "wikipediate" restano presenti (a mio avviso). Le lunghe frase ad effetto supercazzola non mancano, che non vuol dire "concetti errati", ma tante righe per rimarcare più volte la stessa cosa.
Quindi cambiare la casa editrice aveva portato qualche miglioramento, ma non molti. 
Solo che la Arcana è un marchio "LIT Edizioni", quindi è una "Ultra Shibuya" con un altro nome e meno costosa   ^_^
La Arcana, guardando il suo catalogo di libri on line, si occupa di musica.
Mi rendo conto che fino ad ora non ho trattato ancora il tema del libro: musica ed animazione.

Ho scritto più volte su questo blog che il connubio musica/sigle(BGM (che pochissimi trattano) ed anime è uno dei temi poco trattati dalla saggistica, e forse qualche appassionato con conoscenze musicali dovrebbe provare a scrivere qualcosa di organico. Spero che prima o poi ciò capiti.
Questo libro si occupa di tutta l'animazione che ha usato la musica come soggetto o nella trama, allargando la platea all'animazione statunitense, ma comunque la parte su quella giapponese è maggioritaria (lo dimostra la copertina). Solo che lo scritto non procede per tutte le pagine con il medesimo criterio. Quando si tratta l'animazione americana (dal dopoguerra agli anni 70) all'inizio del libro si citano le canzoni che ebbero successo, o comunque sono riportati i nomi delle musiche. Quando si passa all'animazione giapponese si leggono quasi sempre le sinossi dei vari anime o lungometraggi, la singola "song" nipponica non è più quasi presa in considerazione. 
Quindi ci si ritrova a leggere titoli e titoli di anime con la trama ed eventuali momenti importanti della serie, in pratica una selezione di serie animate giapponesi con soggetto musicale. Esiste il genere shojo, shonen, majokko etc. etc. e pure quello musicale. E' comunque una selezione per genere (fatto che ha un suo interesse), ma non mi aggiunge nulla dal punto di vista musicale, come, invece, qualcosa si era letto per il versante statunitense.
Dei 22 capitoli del libro quelli a tema animazione giapponese sono:
Kiss me Licia; Nel cielo dal gran manto blu (Creamy); Da adorare (le idol, anche animate); Dall'infelicità fino ai riflettori... e alla morte (il suicidio...); Nuovi idolo (altre serie con idol o musica); Il potere del canto (musica e combattimenti); Vocazione e competizione ("Piano Forest" e "Bugie d'aprile"); Passione & Professione ("Nana" e "Carole & Tuesday"); Hatsune Miku (le idol virtuali, vocaloid). 

Mi pare di aver notato che la pagina di Wikipedia sulle idol abbia dato molti spunti al libro, ognuno valuterà in prima persona se io sia in errore:




C'è poi il discorso dell'off topic, illustrato dalle righe qui sopra, ma che fa capolino in altri punti del libro. Nel momento in cui il titolo del libro è "Cartoon Rock" ed il sottotitolo è "quando la musica si anima", non mi aspetto di leggere la storia del rock. Altrimenti contestualizzare le musiche nei cartoni inserendo notizie di musica leggera avrebbe fatto lievitare le pagine del libro da 200 a 2000, ma se non mi aspetto la storia del rock, non vedo come si possa riepilogare la situazione sociale statunitense degli anni 60 in poche righe.



C'è poi un capitolo inerente il suicidio, "Dall'infelicità fino ai riflettori... e alla morte", che non mi capacito quale nesso abbia con la musica, capitolo in cui si cita la idol Yukiko Okada:

Il Giappone ha il record di suicidi, a dimostrazione del fatto che, oltre ad essere considerati socialmente accettabili dalla popolazione (a differenza nostra), la vita non sia poi così tanto facile per il singolo cittadino (maggiorenne o minorenne che sia). Il perché, però, il tema suicidio in Giappone sia ficcato in un libro che tratta musica ed animazione, proprio non lo comprendo. Allora, per par condicio, si sarebbe dovuto inserire un capitolo sugli americani che fanno stragi con le armi o sulle guerre per esportare la democrazia.
Nel capitolo è messa a forza (secondo me) Misa Amane di "Death Note", in più la trama della serie viene raccontata da quando c'è il suo personaggio, che non essendo centrale e presente fin dall'inizio, non aiuta molto a capire il senso della serie. Misa Amane è pur sempre una idol/modella, ma la serie non è incentrata sulla musica, tema del libro.
Mi è sempre difficile recensire questi scritti della "Ultra Shibuya" o simil "Ultra Shibuya" (come questo), perché, visti i precedenti, non mi fido molto delle fonti, ergo tendo ad essere negativo. Fondamentalmente mi paiono titoli pubblicati non per studio (tipo quelli della "Società Editrice La Torre" o la Tunuè) o passione, ma per vendere copie, fatto che di per sé non è da considerarsi un reato, per esempio le due collane della Iacobelli avevano questo scopo (link 1 - link2), ma erano scritti da appassionati conoscitori del fenomeno anime che trattavano.
Nel caso dei libri della "LIT Edizioni", capostipite della "Ultra Shibuya" e della Arcana, non vedo né passione (tranne un paio di eccezioni) né analisi. 

Edit del 28 aprile 2021:
Per rendere più chiaramente il mio pensiero mi lancio in una semplificazione estrema, dividerò la popolazione mondiale in quattro gruppi:
1) persone che non sono appassionate di anime e manga e non hanno le capacità di scrivere un libro;
2) persone che non sono appassionate di anime e manga e hanno le capacità di scrivere un libro;
3) persone che sono appassionate di anime e manga e non hanno le capacità di scrivere un libro;
4) persone che sono appassionate di anime e manga e hanno le capacità di scrivere un libro.

Per persone "appassionate di anime e manga" non intendo chi si ricorda con piacere un cartone animato giapponese che seguiva da bambino, ma chi ha più o meno continuativamente coltivato questo interesse in tutta la vita.
Per persone "capaci di scrivere un libro" intendo chi ha padronanza della lingua italiana e riesce a rendere per iscritto i concetti che vuole illustrare, e che magari ha pure qualche laurea che può essere d'aiuto nell'analisi della tematica.
Va da sé che il primo gruppo contiene il 99,9% della popolazione.
Il secondo gruppo è quello che (a mio avviso) si è occupato (tranne un paio di eccezioni) della collana "Ultra Shibuya".
Io, per esempio, faccio parte della terzo gruppo.
Quando leggo un libro su anime e manga riesco a capire, di norma, se l'autore/autrice faccia parte del quarto gruppo, e la differenza si vede. Poi magari non capisco un'acca di quello che vorrebbe spiegarmi, ma non sta trattando il tema "manga ed anime" come tratterebbe di ippica o di uncinetto senza aver mai visto un cavallo o tenuto in mano i ferri da calza  ^_^.

 

5 commenti:

  1. Boh, mi sembra molto confuso come approccio. Il suicidio certamente in giappone tradizionalmente non è un "peccato", anzi a volte può essere una cosa "onorevole", ma non vedo come legarlo alla musica (suicide solution?).
    Comunque hanno perso una bella occasione: la prima serie di Lupin aveva una colonna sonora eccezionale, di valore intrinseco eccelso sebbene poco "rock". Potevano anche considerarla.

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    1. Per quanto riguarda il suicidio hanno usato come pretesto il fatto di cronaca del suicidio di una idol famosa, che creò un effetto emulazione. Resta il fatto che non ha nesso con il tema del libro...

      Bravo!
      Lupin III!!!
      Non inserire le musiche di Ono è gravemente grave ^_^
      Questo perché il libro non affronta le opening o le ending, ma la musica usata nella trama.
      Il punto è che se inserisci un capitolo sui suicidi, non puoi ignorare le sigle originali giapponesi e neppure le BGM, in un libro su musica ed animazione.

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    2. Aggiunta.
      Ma per inserire opening, ending e BGM devi conoscerle.
      Io ho uno scatolone pieno di BGM e vocal di anime vecchi (soprattutto) ed anche meno vecchi.
      E qui torno al discorso dei 4 gruppi alla fine del post :]

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    3. Beh, non si sono sforzati davvero...
      Comunque, per i giovincelli e i più distratti, la prima serie di Lupin Sansei aveva davvero un groove anni 70 eccellente, che permea tutto l'anime e non solo le sigle iniziale e finale. Un LP da sentire sorseggiando un whisky "Chivasrigal" (come lo scrivevano nel cartone)... o un "Paikal" :)

      https://www.youtube.com/watch?v=a-ojBW5UnZ4

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    4. C'è da dire che un saggio di analisi sulle opening/ending e BGM avrebbe una platea di interessati da nicchia della nicchia della nicchia ^_^

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