TITOLO: Manga Academica 12, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 159
COSTO: 14,5€
ANNO: 2019
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 9788896133408
E sono dodici.
Dodici numeri, dodici anni.
In questo dodicesimo numero di Manga Academica sono presenti quattro saggi:
Uno scritto di Marco Pellitteri il cui titolo e la premessa accademica mi hanno spaventato a morte, ma che poi sono riuscito anche a capire ^_^
Una analisi dell'anime "Lo strano mondo della signora Minù" di Gianluca Sorrentino;
Un approfondimento sul manga "Tokyo Ghoul" di Valeria Paolini;
Infine Jacopo Mistè si occupa delle serie animate giapponesi che costituirono le versioni statunitensi di Voltron e Robotech.
Marco Pellitteri vuole fornire "non teorie generali ma una spiegazione storicamente attendibile e teoricamente fondata dei meccanismi che fecero" arrivare in Italia e Francia il primo anime robotico, Goldrake.
Essendo i contatti e contratti per l'acquisto di Goldrake tra i primi in assoluto, in un mercato allora inesistente, vengono spiegate quali furono le parti dei vari soggetti e le dinamiche tra le parti.
Quindi, oltre a riproporre la storia dell'arrivo di Goldrake in Francia e in Italia, si analizza il ruolo sociologico/mediatico/commerciale/economico delle varie figure professionali che vi presero parte, che in seguito, pur con nomi differenti, si sarebbero riproposte per gli acquisti degli altri anime.
La figura centrale analizzata è quella del "broker" di "cartoni animati giapponesi", nato proprio grazie a Goldrake. Queste persone, che si occupavano di altro, ebbero l'intuizione che gli anime potessero essere un ottimo affare, ma fu difficile convincere le controparti televisive dei tempi.
Qualche volta mi capita di scrivere, specialmente nei post dell'Emeroteca Anime, che le serie animate di quel periodo non vennero create per essere distribuite all'estero, cosa che, invece, i giornalisti dell'epoca affermavano spesso. I cartoni animati giapponesi vennero venduti con sommo gaudio ai compratori italiani ed europei, ma era il dato di ascolto sulle televisioni giapponesi che ne decretava il successo. Il mio punto di vista, che ribadisco, non sempre è accettato, ma a pagina 49 Pellitteri traduce (in virgolettato) uno scritto del saggio "Broking anime: How to create a Japanese animation business bridge between Lapan and India" di R. Mihara (link).
Il secondo scritto vuole mostrare, tramite l'anime "Lo strano mondo della signora Minù", come alcuni registi giapponesi volessero riaffermare l'identità classica giapponese negli anni 80. Considerando che non ho mai seguito la serie in questione, oltre non mi spingo.
Nel terzo scritto si vuole far risaltare il ruolo della letteratura presente nel manga "Tokyo Ghoul", considerando che io ho visto solo il film live e che non ho mai letto neppure una delle opere letterarie citate, oltre non mi spingo.
Ammetto, invece, una leggera delusione inerente l'ultimo contributo. Leggendo il titolo pensavo (mia aspettativa personale) che venisse spiegata la storia (e i retroscena) di come gli statunitensi generarono il Frankestein animato di Voltron e Robotech, mentre in pratica sono presente le recensioni delle singole serie animate nipponiche che vennero usate per generare i due mostri d'oltreoceano. Si parla anche della genesi di Voltron e Robotech, ma non è il fulcro dello scritto. Magari l'autore potrebbe scrivere qualcosa per l'anno prossimo :]
Delle non tantissime case editrici che negli ultimi due decenni si sono volute occupare di saggistica su anime e manga, è restata coerente con lo spirito iniziale solo la "Società Editrice La Torre".
C'è anche la casa editrice Tunuè, che a sprazzi pubblica ancora titoli, ma che mi pare abbia perso l'interesse dell'esordio (preciso che "Anime System" della Tunuè l'ho comprato, provato a leggere, ma per ora messo da parte perché un po' ostico per le mie capacità intellettuali).
L'unica casa editrice che pubblica regolarmente un titolo all'anno, talvolta due, resta la casa editrice casertana.
Nella recensione di Manga Academica dell'anno scorso avevo contato il numero di autori che vi avevano partecipato in undici numeri, e (salvo errori) ne avevo contati 48, per un totale di 59 contributi (tolte le recensioni di altri saggi).
Con questo nuovo numero saliamo a 51 differenti autori per 63 contributi (sempre senza le rece dei libri).
L'indice del libro.
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