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domenica 26 luglio 2015

L'invasione degli Space Invaders




TITOLO: L'invasione degli Space Invaders
AUTORE: Martin Amis
CASA EDITRICE: Isbn Edizioni
PAGINE: 190
COSTO: 25€
ANNO: 2013
FORMATO: 21 cm X 17 cm
REPERIBILITA': Raro nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788876384486

E' bene specificare che il libro fu scritto nel lontano 1982, e ripercorre l'esperienza dell'autore coi primi coin-op spaziali dal 1979. E' una piacevole, e spesso divertente, fotografia di ciò che successe non solo in Inghilterra (sua patria), infatti l'autore gioca per la prima volta a Space Invaders a Tolone.
Ai tempi il libro fungeva anche da guida, contenendo i relativi trucchi per i cabinati, in pratica Amis scrisse la recensione di una serie di giochi (li si trova nell'indice). Avrei dovuto leggerlo nel 1982... Ovviamente questa parte è ormai diventata archeologia videoludica.
Da ricordare che Space Invaders cambiò totalmente il mondo dei videogiochi, creando una storia, dando uno scopo al videogiocatore: salvare la Terra.
Non si trattava più solo di far rimbalzare una pallina o giocare ad un improbabile tennis, ma dovevi resistere agli alieni, e battere dei record. Tutto il resto nasce da Space Invaders.
Il libro merita di essere letto, peccato che costi ben 25 euro, un prezzo veramente esagerato. E' vero che ha la copertina rigida ed un bel formato, ma se lo trovate ad un prezzo inferiore è molto meglio.
Io l'avevo comprato appena uscito, quindi nel 2013, però capita che i libri si accumulino, ed alcuni finiscono sotto la pila, perdendosi un po'... meritava una lettura immediata.
C'è da aggiungere che Martin Amis era un esponente del mondo della cultura con la C maiuscola, che si abbassasse a scrivre di videogiochi gli fa onore, nel 1982 non era una scelta semplice.
L'autore racconta senza remore la sua dipendenza verso i videogames, che lo portava a passare intere giornate nelle sale giochi e a spenderci un sacco di monetine.
Martin Amis nel 1979 aveva già 30 anni, quindi la sua dipendenza da videogiochi fu permessa dall'autonomia finanziaria e dal tempo libero disponibile. Magari avrà un po' esagerato in alcuni punti, tanto per rendere più divertente il libro, ma quello che si legge è capitato a tutti noi almeno una volta. beh...forse tre o quattro.
Se è ovvio che il mondo dei videogiochi sia cambiato anni luce dal 1982, lo sono di meno certe dinamiche videoludiche. Scomparse le sale giochi, ogni soggiorno è diventato una sala giochi, l'apoteosi per ogni videogiocatore e per le aziende sviluppatrici di software e hardware.
Tantissime le foto, da cui si desume che nei luoghi fotografati (purtroppo non è specificato in maniera precisa il posto) i cabinati non erano uno svago solo per minorenni, come in Italia. Infatti, oltre al trentenne autore, è pieno di adulti che giocavano a Space Invaders e soci. Nel libro è riportato che c'erano sale giochi aperte 24 ore su 24, fatto che ne precludeva l'accesso ai miei coetanei angolosassoni.

Altre foto mi hanno lasciato qualche dubbio sull'essere coeve della parte scritta, mi sa che la casa editrice italiana, che ha pubblicato per la prima volta nel nostro paese questo libro, ne abbia aggiunte alcune senza considerare il contesto storico.
Per esempio c'è una foto con Wily Smith, che nel 1982 aveva 14 anni. Il principe di Bel-air avrà di certo giocato ai cabinati come lo facevo io, ma non era di certo famoso in quel periodo, in più la foto lo immortala mentre gioca ad un videogames molto successivo.








C'è poi una foto di un coin-op di Terminator, per giunta “Terminantor 2”, ma anche se si riferisse al primo film, sarebbe una foto almeno del 1984...
Sia chiaro, nulla di grave, però non ho capito quante di queste foto facciano parte del libro originale.

Edit del 21 febbraio 2019
Avevo ragione, queste ed altre immagini nel libro originale non erano presenti:
Invasion of the Space Invaders





C'è una foto che mi pare provenga dall'Italia, la divisa del poliziotto parrebbe nostra, però non sempre sono specificati i luoghi. Per 25 euro mi sarei aspettato più precisione...
Il capitolo racconta che le sale giochi erano luoghi un po' malfamati, aggiungendo qualche foto, tra cui quella sotto. Confermo il fatto che fossero posti bruttini, però la foto, se di provenienza italiana, ha mille altre motivazioni. Basta ricordare che avevamo (e abbiamo...) 4 associazioni criminali mafiose, una malavita imperante, e ai tempi c'era anche il terrorismo rosso e nero... che la polizia facesse qualche retata nei bar, e quello mi pare un bar più che una sala giochi, mi sembra il minimo. 




Alcune considerazioni dell'autore si sono dimostrate profetiche. Ai tempi molti davano la colpa del successo dei videogiochi alle sale giochi, mentre Amis aveva già capito che i videogiochi avevano successo nonostante le sale giochi. e che il luogo ideale per ogni videogiocatore era lontano da quel caos e da quelle fastidiose folle.
Io le sale giochi le detestavo, mi ci recavo solo per i cabinati, finchè il fastidio per i bulli non superò il piacere di videogiocare.

Altre sue considerazioni peccano di precisione e lasciano un po' perplessi, ma in fondo questo non è un saggio sui videogiochi, ma un libro che ne racconta il successo.
L'informazione che mi ha sbalordito di più è una notizia di un fatto che sarebbe capitato, il condizionale è d'obblighissimo, in Italia nel 1981... 






Infine l'autore si lancia in alcune previsioni, e si sa che le previsioni sono fatte per essere smentite. Per esempio stronca totalmente Donkey Kong (tranne per la parte grafica/audio), profetizzando che il suo successo durerà ben poco!






E nella recensione del videogioco è ancora più "profetico" T_T





Alcune immagini con degli adulti alle prese con azioni di videogioco.



 Da notare la postura delle gambe, mica sta fingendo, quello giocava forte!





Se l'autore afferma che le loro sale giochi erano spesso malfamate, e questo ne è un esempio, avrebbe dovuto vedere le mie T_T



A questo ci giocavo anch'io!
Di solito l'hardware ospitava il primo coin-op di calcio da giocare in due.
Le prime esperienze di partite perse prima di PES T_T




Oltra alle singole schede sui coin-op, ci sono delle mini recensioni sui primi videogames palmari. Per i tempi doveva essere una bella chicca.
Un videogioco simile a quelloa sinistra lo si può ammirare al link sotto:

Bandai Missile Invader - 1980  



L'indice.




La seconda di copertina, mancano le ultime due righe.





La terza di copertina con la biografia dell'autore.


5 commenti:

  1. Non ricordo bene se era il 1979 o il 1980, ma fatto sta che quando il cabinato di Space Invaders arrivò nel bar di fronte casa, primo videogioco in assoluto a giungere nel mio sperduto paesello, fu amore a prima vista... come dimostra la rottura del salvadanaio per recuperare tutte le monete da 100 lire che servivano per giocare. Avevo 7 o 8 anni.

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    1. E con i bulli come te la cavasti ? O solo a me e Stengo rompevano le scatole ? Soprattutto quelli maggiorenni i più coraggiosi contro dei bambini... O__O
      E il tuo libro? Appena un editore lo accetta dillo in anteprima esclusiva a Stengo ^__^
      Alessandro

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  2. I bulli erano i ragazzi più grandi del paese e di quello vicino. Arrivavano in motorino a fare i fighi ^^. Ma la mia sorprendente abilità a Space Invaders incuteva in loro reverenziale rispetto :D

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    1. Io ero una schiappa, quando iniziavano a rompere mi autodistruggevo...ops...

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  3. Ah, il libro è finito.
    568 pagine esatte. Ora sto vedendo per la pubblicazione e approntando le ultime correzioni

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