Ci sono cataloghi e cataloghi, e questo non è un signor catalogo, ma "IL" signor catalogo per eccellenza. Ovviamente la considerazione è del tutto soggettiva, ma non proprio del tutto :]
Inizio con le considerazioni oggettive: il catalogo della DAG misura 34 cm X 24 cm, consta di ben 80 pagine, è rilegato, ha la copertina rigida ed è, come si può notare dalla scan, ricoperto in tessuto!
Il tessuto della copertina è leggermente macchiato dal tempo, comunque integro, ma l'interno è nuovo di pacca, le immagini sono pulite, la carta liscissima e lucida.
Quasi ogni pagine è dedicata ad una marca singola, in alcuni casi non è specificata nessuna marca perchè ipotizzo fossero di produttori differenti o di piccole aziende, ho notato l'assenza della Atlantic.
La quantità di giocattoli mostrati è impressionate, e grazie alle foto di grande formato le immagini risultano molto chiare, inoltre spesso sono mostrate non solo le confezioni, ma anche il giocattolo nudo e crudo. A causa di questa ricchezza di articoli ho dovuto dividere il post in tre parti, visto che a solo pagina 29 era già arrivato ad una 90ntina di scan... anche perchè per alcuni giocattoli ho fatto scan singole o di gruppi, moltiplicandone sempre più il numero totale ^_^
Benchè facciano parte del mio immaginario ludico sia i videogiochi che i giocattoli legati ai cartoni animati giapponesi, in questo catalogo entrambe le tipologie non sono presenti, il che, a mio avviso, ne aumenta il valore di testimonianza. In quanto viene mostrato come giocavano i bambini e le bambine prima della rivoluzione elettronica-animata della fine degli anni 70, se i giocattoli del catalogo "Corriere dei giocattoli" del Natale 1970 erano in generale un po' tristi, questi del catalogo DAG sono molto più variegati.
Ultimo piccolo particolare, io avevo questo stesso catalogo T_T
Inutile dire che quando l'ho visto sono rimasto flesciato, l'avevo rimosso completamente, da bambino penso che l'avrò sfogliato millemila volte, e devo dre che questo esemplare è tenuto meglio di quello che avevo io, che era tutto spiegazzato...
Le marche presenti sono tantissime, in gran parte italiane:
La Fustellatrice; Carl Original; Ledraplastic; Heros; Harbert; Lego; Vi.Pa.; Bral; I.G.C. Giocattoli Max; Editrice Giochi; Clementoni; Isat; Rico; Reel; M5Toy; Mam; Uz; EG Edison; Ginpel; Cromoplasto; Dulcop; La Capanna; Arcofalc; Bontempi; Giordani; Canova; Co-Ma; Mupi; Polistil; Baravelli; Mattel; Sebino; Furga; Fiba; Italo Cremona; Grazioli; Rève; Favit; Frade; Belloni; AM Bologna; Victor Products; La Nuova Faro; S.U.C.I; Jacobucci. Questa foto delle prime due pagine rende bene la pluralità di aziende presentati nel catalogo.
Questa prima parte arriva fino a pagina 29, anche se, come si può notare dall'indice, alcune tipologie sono proposte a pagine differenti.
L'indice diviso in due scan, più l'intestazione finale del catalogo, datato settembre 1975, le cui foto furono scattate da Domenico Lucchetti.
La pagina presenta in alto l'indice dei giocattoli, con a destra il logo della casa produttrice, se presente, e a sinistra il logo della DAG. Il resto della pagina è dedicata alla foto, che io presento a parte con una o più scan.
Si, i trudini esistevano anche negli anni 70... pensavo fosse una pestilenza degli anni 80...
Chissà che fine ha fatto questa azienda italica di giocattoli.
Le "piantane" appendi abiti paiono, più che altro, pali con delle teste conficcate sopra...
Forse da bambino avevo una scimmietta coi piattini, che tristezza...
Ho scoperto con sommo stupore alle fiere del giocattolo usato che questi pupazzi di plastica hanno raggiunto delle quotazioni allucinanti, io ne avevo un paio, ricordo un Pluto, tipo il 10.
Questa è la prima pagina che non presenta un logo specifico, sostituito con quello della DAG.
Anche per le trottole e le valigette coi cubi non c'è una marca singola
Questi cataloghi possono avere anche risvolti inquietanti ed imbarazzanti, mi sono appena reso conto che avevo la valigetta coi cubi con Topolino col fucile e Topolino sul dirigibile... che vergogna... me li avranno di certo regalati, non voglio credere di averli chiesti io...
La Harbert faceva giocattoli per varie fasce di età, qui quelli per i più piccini, dei quali nulla mi tange :]
Poi per le femminucce, tipo il famigerato "Dolce Forno Harbert"... il terrore di ogni maschietto, ma in questa pagina si possono notare altre chicche imperdibili, tipo il "Dolce Neve" e il "Dolce Bob Bon"... e cosa dire della bambola Dusty?
Dusty l'avevo già vista nelle pubblicità presenti nei Topolino, penso che volesse essere una delle tante concorrenti della Barbie, ma venne sconfitta dalla diavolessa bionda.
Il piccolo vasaio...
Dusty che gioca a tennis, direi che il nome non era proprio azzeccatissimo. Qualche anno dopo venne creato un personaggio a fumetti con il medesimo nome, un canguro che raccoglieva la spazzatura, lo scopo penso fosse quello di sensibilizzare i bambini a non sporcare il suolo pubblico, cosa che avrebbero dovuto fare i genitori, non un canguro.
Ma ecco il pezzo forte della Harbert, i giochi di calcio ed i vari cine-visori!
Quanti pomeriggi a giocare a questi due giochi, specialmente il Goleador!
Una rece sul Festacolor al link ;)
Quando la Lego non era ancora Technic-Ninja-Star Wars etc etc
Si è portati a pensare che la trasformazione del telefono in giocattolo per abituare le nuove generazioni sia un fenomeno attuale, invece già nel 1975 c'erano i telefoni giocattolo, che per un figlio unico non erano poi questo gran divertimento :]
Qui manca un logo specifico del produttore, la numero 6 devo regalarla ad un'amica :]
E qui veniamo al paradiso del fai da te T_T
"Ecco, pensate alla sciiieeeenza, che cos'è la sciiiieeenza?, domanderebbe il professor Zichichi/Crozza :]
Non c'è dubbio che la Max diede un bel aiuto alla scienza, probabilmente qualche bambino è poi diventato un piccolo Zichichi, tanti altri sono rimasti Crozza.
La confezione del Microscopio Max era assai ricca.
Questa e le seguenti sono tra le pagine più belle del catalogo: i giochi in scatola!
Il "Gioco del West" lo avevo, ed era veramente particolare e divertente. Ho sempre avuto la curiosità di giocare a "Oro Nero", per vederes e fosse come Petropolis, ma il dubbio ce l'ho ancora...
Due erano le caratteristiche dei giochi in scatola della Clementoni, erano enormi e sovente avevano delle illustrazioni molto belle, come quelle di "Boxing", "Battaglia Navale" e "Concilia" (che posterò più avanti).
Infine erano i licenziatari dei giochi in scatola della Disney.
A "Mondo Papero" ho giocato una sola volta, ed era proprio un bel gioco, o almeno questo è il ricordo che riservo.
Quando ancora il gioco d'azzardo in Italia era saggiamente vietato, al massimo c'er il Totocalcio e l'Enalotto, si poteva giocare solo per gioco, e nessuna famiglia è mai rimasta rovinata...
Dovrei vedere se il mappamondo che ho a casa dei miei genitori è della Rico.
Reel voleva dire macchinine filo e radiocomandate, anche se i primi radiocomandi erano assai poveri di comandi... un solo pulsante con cui si attivavano in sequenza, e con molta confusione, le poche opzioni di guida disponibili. Vedasi il radiocamando bli sotto la macchinina numero 4.
Altra pagina senza una monomarca specifica.
Al centro un robot a pila, quando ancora "robot" non era sinonimo di "robottoni e "cartoni animati giapponesi".
Fine della prima parte.
Catalogo DAG seconda parte.
Ce l’avevo! Purtroppo andato distrutto causa umidità della cantina....
RispondiEliminaGioco divertente, ci abbiamo giocato molto in quegli anni, assieme a Mondo Papero e a Tex...
Salve cerco l orsetto batticuore giocadag lo tenevo da bambina mi fu rubato e lo cerco su internet dv posso rivolgermi
RispondiEliminaNon ne ho la più pallida idea
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