TITOLO: I dieci colori
dell'eleganza, saggi in onore di Maria Teresa Orsi
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Aracne
PAGINE: 660
COSTO: 25 €
ANNO: 2013
FORMATO: 21 cm X
14 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788854858565
Il libro contiene
ben 35 saggi su vari aspetti del Giappone, il cui tema conduttore è,
però, l'intenzione di omaggiare Maria Teresa Orsi, importante
studiosa di tematiche giapponesi.
Dato che non sono un
tuttologo nipponista, mi pare giusto ammettere che non ho potuto fare
una recensione completa dei 35 capitoli, alcuni dei quali contengono
argomenti che non conosco assolutamente e/o che non mi interessano
assolutamente e/o che non sono neppure in grado assolutamente di comprendere. Per esempio, come si può vedere dall'indice dei libri, non sono un lettore di romanzi, quindi la letteratura mi è
praticamente sconosciuta, e non solo quella.
Direi allucinante il
capitolo "Il
sincretismo di caso in giapponese. Regolarità e casi problematici", di cui metto la scan della prima pagina,
tanto per rendere l'idea...
Nel saggio, invece,
c'erano argomenti che mi interessava approfondire, in quanto poco
indagati da altri libri, e che mi hanno spinto al suo acquisto. Ergo questa sarà una recensione parziale,
nei limiti di ciò che più o meno conosco.
Devo, purtroppo, far
notare che, forse a causa anche delle 660 pagine del libro, queste
tendono a staccarsi... la rilegatura non le tiene... quindi bisogna
evitare, almeno nella mia copia, di aprire troppo il libro...
considerando che costa 25 euro è un difetto poco accettabile.
Come spesso accade
in saggi considerati per gente colta, molte citazioni in inglese o
francese sono state lasciate in inglese o in francese... ringrazio
sentitamente gli autori e la casa editrice per la gentile cortesia a
fronte dei 25 euro spesi per l'acquisto del libro.
Per ogni capitolo ho scritto, dove mi è stato possibile, un minimo di descrizione del suo contenuto.
1Q84
di Murakami Haruki
Giorgio
Amitrano
Non
ho mai letto un libro di Murakami...
Il
mondo dell’uomo nello hokku
Cristina
Banella
In
poesia sono zero...
Catastrofe
e rinascita nella letteratura di Ibuse Masuji
Luisa
Bienati
L'autrice
analizza il romanzo più famoso (ma anche altri suoi libri)) dello
scrittore Ibuse Masuji, “La pioggia nera”, sul bombardamento di
Hiroshima. Per far ciò paragona lo stile letterario di Ibuse Masuji
con quello dello scrittore classico Kamo no Chonei (1155-1216),
entrambi descrivevano catastrofi, seppur in epoche differenti.
I
kokuji della fauna volatile
Giovanni
Borriello
I
kokuji sono i kanji che non derivano dal cinese, ma sono autoctoni
del Giappone. Sono circa 1500, e grossomodo sono utilizzati per tre
categorie di parole: classificazione degli esserei viventi;
classificazioni scientifiche; riferiti a caratteristiche del
paesaggio.
Sono
descritti numerosi kokuji con ralativi kanji.
Dialogo
immaginario tra un gondoliere, un edokko e un códega
Adriana
Boscaro
Fatico
a leggere il dialetto...
Il
cammino del mandala. Origine e attualità del percorso Yoshino Kumano
Claudio
Caniglia
Descrizione
e spiegazione anche storica del pellegrinaggio buddista da Yoshino a
Kumano.
Waseda
e dintorni
Rosa
Caroli
Un
curioso resoconto storico/topografico/culturale/paesaggistico del
territorio “Waseda e dintorni”.
Abe
Kobo e la fotografia come strumento d'indagine speculativa
Gianluca
Coci
Non
sono un appassionato di fotografia...
La
via della porta di pietra è lontana. Interpretazione di una poesia
cinese di Soseki.
Guidotto
Colleoni
Purtroppo
anche a scuola aborrivo l'antologia.
Il
sincretismo di caso in giapponese. Regolarità e casi problematici.
Simone
Dalla Chiesa
Mi
chiedo che senso abbia inserire un capitolo come questo fuori da un
testo di matematica/logica... ok dover riempire il libro, ma a tutto
c'è un limite. Bisognerebbe usare il buonsenso.
La prima pagina, ed il resto è peggio...
Uji
shi Genji monogatari myujiamu e Miyazawa Kenji Ihatobukan nel
panorama dell'architettura giapponese contemporanea
Silvana
De Maio
Analisi
di due progetti architettonici, uno del periodo della “bolla
economica” (metà anni 80/metà anni 90), l'altro del “decennio
perduto” (dal 1992). Inutile aggiungere che non conosco
l'architettura...
Il
trattamento della comunità nippo-americana negli Stati Uniti durante
la Seconda Guerra Mondiale
Questo
è uno degli argomenti che dalla lettura dell'indice mi interessava
leggere.
Daniela
De Palma
Dopo
un brevissimo riepilogo dei fatti storici che portarono all'attacco
giapponese a Pearl Harbor, che mi pare ponga il Giappone in veste
totale di vittima dei soprusi americani (magari qualche
responsabilità l'ebbero pure i giapponesi), viene illustrata la
decisione statunitense di internare la comunità nippo-americana in
campi di detenzione, compresa la seconda (nisei o nikkei) generazione
e la terza generazione (sansei), completamente americanizzate.
Apprendo già dalle prime pagine che negli usa c'erano due tipi di
comunità giapponesi.:
la
“issei” ancora legata alla cultura nipponica e parlava
regolarmente il giapponese;
la
“nisei” più aperta verso l'influenza culturale statunitense, e i
cui esponenti più giovani criticavano aspramente i genitori ancora
attaccati alle vecchie tradizioni.
L'escalation
di odio dopo Pearl Harbor portò il 19 febbraio 1942 il presidente
Roosevelt ad emettere l'ordine esecutivo 9066, che, senza citare
espressamente i cittadini americani di origine nipponica, ne
prevedeva l'internamento, in spregio del quarto emendamento. E'
giusto ricordare che la legge era contro i cittadini americani di
nazioni belligeranti nemiche, ma non fu mai applicata ai fascisti
italo-americani e ai nazisti tedesco-americani.
Inizialmente
il provvedimento non prevedeva l'internamento obbligatorio, ma il
“consiglio” ad evacuare alcuni stati considerati più sensibili
dal punto di vista della sicurezza militare, tipo le Hawaii. Infatti
circa 1000 giapponesi si trasferirono in altri stati, ma il clima di
odio li obbligò a tornare negli stati di origine. Nel marzo del 1942
furono costruiti 15 centri di accoglienza, in cui fa affluire, non
più volontariamente, i cittadini nippo-americani. Da sottolineare
che l'internamento si concluse in tempi rapidissimi, in quanto i
cittadini nippo-americani non fecero alcuna opposizione. Le
condizioni di vita nei campi erano al limite della vivibilità, con
carenza di cibo e condizioni igieniche precarie. Senza contare che la
deportazione nei centri contemplava la perdita del lavoro e di tutte
le attività e le proprietà economiche, oltre alle libertà
personali a quei cittadini venne perpetrato un furto di massa.
In
seguito l'esercito Usa decise di arruolare circa 5000 nisei, che in
battaglia si comportarono valorosamente. Il 100° battaglione di
fanteria della 442° squadra, nella battaglia di Montecassino, ebbe
così tante perdite da avere il soprannome di “battaglione del
cuore purpureo”, ed era formato da nippo-americani.
I
campi vennero smantellati nel dicembre del 1944.
Il
fumetto giapponese: un’analisi critica
Gianluca
Di Fratta
Gianluca
Di Fratta analizza brevemente, il saggio della Orsi dal titolo “Il
fumetto in Giappone” (1981), che cercherò di recuperare.
Ritrovato
in Giappone il ritratto di Alessandro Valignano S.J. eseguito da
Capogrossi
Marisa
di Russo
Una
breve “investigazione” di Marisa Di Russo su un ritratto perduto,
di autore e periodo misterioso raffigurante Alessandro Valignano.
Falchi
e falconeria nella cultura artistica giapponese dei secoli XVI-XIX
Donatella
Failla
Sono
analizzate varie tematiche inerenti la falconeria in Giappone, che
sinceramente ignoravo: pittura, letteratura, significato politico,
compravendita ed allevamento, simboli di potere, il falco in epoca
Meiji.
La
falconeria era così sviluppata che verso la fine dell'era Tokugawa
si esaurì lentamente perchè gli addestratori di falchi avevano
decimato la popolazione selvatica.
Un
lettore di Lingua e letteratura giapponese presso l’Istituto
Universitario Orientale di Napoli: Suekuni Akira
Francesco
Ferraioli
Il
capitolo racconta un fatto molto di nicchia, ma che ho trovato
piacevole. Nel periodo 1943-1952 la carica di lettore di giapponese
all'università di Napoli restò vacante a causa della guerra, in
questo periodo fu preso in carico da Suekuni Akira. La storia è
svelata dall'autore.
Visitando
il fiume Oi: note sui contesti e modelli compositivi compositivi del
waka nel X secolo e dintorni
Francesca
Frattaro
Sulla
poesia waka non mi pronuncio.
Il
linguaggio dell’abbigliamento maschile nel Genji monogatari
Aileen
Gatten
L'abbigliamento
maschile dei nobili del periodo Heian descritto nel Genji monogatari
serviva ad identificare l'importanza del personaggio, e ad introdurlo
nella storia, le varie tipologie di abiti sono ben spiegate.
Mori
Ogai, il Genji monogatari e il mondo classico giapponese
Mtilde
Mastrangelo
Una
analisi sugli scritti di Mori Ogai.
Sogni
di dieci notti di Natsume Soseki
Andrea
Maurizi
E'
riportato il racconto di Natsume Soseki.
Onna
daigaku e l’istruzione femminile in Giappone
Maria
Chiara Migliore
L'autrice
ha tradotto il manuale per l'istruzione/educazione delle donne “onna
daigaku” (“Il grande insegnamento per la donna”), redatto
intorno ai primi del 1700 da autore sconosciuto. E' questo il primo
caso di libro espressamente diretto all'educazione della donna, che
comunque fu preceduto da altri testi meno organici, che l'autrice
cita e illustra.
Il
libro è impregnato della logica confuciana, secondo cui la donna
doveva obbedire all'uomo: prima al padre, poi al marito, infine al
figlio quando moriva il marito.
Fu
il primo testo a raggiungere tutti gli strati sociali, con un periodo
di pubblicazione che arrivò fino all'era Meiji, e che ha influito
sulla condizione della donna giapponese fino dopo la fine della
seconda guerra mondiale.
Tanto
per rendere il senso del suo contenuto riporto una frase dell'ultimo
dei 19 articoli:
“La
donna è stupida e non riconosce le cose neanche quando le ha davanti
agli occhi”.
Sono
riportate le sette cause che autorizzavano un marito a ripudiare la
moglie, ovviamente non erano reciproche. Indubbio che questa
traduzione integrale merita di essere letta.
Teoria
e prassi del romanzo storico giapponese fra Ottocento e Novecento
Luca
Milasi
L'autore
illustra l'importanza dei romanzi storici tra il 1800 ed il 1900,
che hanno dato un contributo importante, pur non essendo scritti
prettamente storici, per la comprensione di fatti e contrsti sociali
di periodi storici di epoche precedenti.
Aspettando
il futuro imperatore. La nascita del Principe Atsuhira nel Murasaki
Shikibu nikki
Carolina
Negri
Il
“Murasaki Shikibu nikki” (“Diario di Murasaki Shikibu”) è
dedicato in gran parte alla nascita del futuro imperatore Atsuhira,.
La cui nascita, intorno all'anno 1000 a.c., permise al potente
Fujiwara no Michinaga di essere il nonno dell'imperatore, mantenendo
il suo status all'interno del clan Fujiwara. Proprio per esaltare il
suo ruolo alla corte imperiale, lo stesso Fujiwara probabilmente
commissionò a Murasaki, sua parente, la scrittura del libro.
Una
piccola curiosità legata agli anime. Nel raccontare il periodo della
gravidanza di Shoshi, madre del futuro imperatore Atsuhira, Murasaki
spiega tutti i preparativi per esorcizzare gli “spiriti malefici”
che, in periodo Heian, si credeva potessero possedere una donna in
cinta. Questi “spiriti malefici” si chiamavano “mono no ke”.
Il
cinema incontra la letteratura: il caso Hi-matsuri
Roberta
Novielli
Viene
analizzato il film “Himatsuri” (La festa dei fuochi), di Nakami
Kenji e Yanagimachi Mitsuo.
Considerazioni
sullo sviluppo e sulla scomparsa del kakari musubi: un’analisi del
Genji monogatari
Junichi
Oue
Si
analizzano i cambiamenti della lingua giapponese scritta, solo per
esperti...
Dallo
Heike monogatari al no al joruri: Sasaki senjin di Chikamatsu
Monzaemon
Bonaventura
Ruperti
Viene
analizzato il dramma “Sasaki senjin” (L'avanguardia Sasaki),
scritto nel 1686.
La
figura della dama Ukifune nel teatro no
Ikuko
Sagiyama
Il
teatro No va oltre la mia comprensione...
Paradisi
perduti: disillusione e perdita dell’innocenza nell’ultima
produzione di Hayashi Fumiko
Paola
Scrolavezza
Intorno
agli anni 20 del 1900 iniziò l'emigrazione dalle campagne alla città
giapponesi, nel contempo iniziava il primo accenno di società dei
consumi e della cultura di massa creata da riviste, libri e film,
indirizzati in special modo alle donne. Questo creò la figura della
“moga”, la “modern girl”, con abitudini molto lontane dagli
obblighi tradizionali della donna giapponese. Una delle scrittrici
che traspose la figura e le problematiche della “moga” nella
società giapponese, fu Hayashi Fumiko. L'autrice di questo
contributo analizza la sua opera letteraria.
Yoshimitsu
il Magnifico
Virginia
Sica
Il
capitolo è incentrato sulla figura storica di Ashikaga Yoshimitsu
(1358-1408), terzo shogun della casata Ashikga. Sono analizzati
svariati aspetti del suo shogunato, dalla politica estera ed interna,
fino a quello culturale.
Gli
esordi di Nakazato Kaizan: il distacco dal socialismo e dal kanzen
choaku
Marco
Simeone
Come
ho già scritto non sono un lettore di letteratura...
Benkei
e i Taira: l’approccio controcorrente del Musashibo e enge
Roberta
Strippoli
Musashibo
Benkei fu un monaco guerriero al servizio di Minamoto no Yoshitsune
(1159-1189), la sua figura ha ispirato artisti di tutti i tempi,
tanto che oggi e protagonista fin di videogiochi. Benkei era
avversario del casato Taira, l'autrice analizza come erano visti i
Taira e Benkei nell'opera letteraria “Musashibo e enge” del 16°
secolo.
A
proposito della “mittenza” culturale dal Giappone
Adolfo
Tamburello
Secondo
taluni intellettuali, anche giapponesi, il Giappone è stato, ed è,
“destinatario” della cultura, che poi traduce nella sua lingua.
L'autore contesta questa idea illustrando tutta una serie di
tematiche, dal passato antico fino all'era Meiji, che dimostra,
invece, come e quanto il Giappone sia stato anche “mittente”
culturale. L'autore considera i campi culturali anche dall'era Meiji
ai giorni nostri, senza mai citare, forse a causa della mancanza di
spazio, manga ed anime.
Lingua
e illuminazione: l'insegnamento di Dogen
Aldo
Tollini
Capitolo
che verte sulla lingua giapponese e il buddismo, entrambe le
tematiche mi sono sconosciute, la seconda mi è pure incomprensibile.
Akutagawa
e Susanoo
Paolo
Villani
L'autore
propone la traduzione del racconto scritto da Akutagawa Ryunosuke
(1892-1927) “Oitaru Susanoo no mitaka” (“Susanoo da vecchio).
Tutta la verità
Tadahiko Wada
Sono analizzate le
poesie più recenti di Arakawa Yoji.
La terza di copertina.
I due curatori del libro (grazie per le parti lasciate in lingue a me sconosciute ^_^).
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