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sabato 11 aprile 2015

I dieci colori dell'eleganza, saggi in onore di Maria Teresa Orsi



TITOLO: I dieci colori dell'eleganza, saggi in onore di Maria Teresa Orsi
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Aracne
PAGINE: 660
COSTO: 25 €
ANNO: 2013
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788854858565


Il libro contiene ben 35 saggi su vari aspetti del Giappone, il cui tema conduttore è, però, l'intenzione di omaggiare Maria Teresa Orsi, importante studiosa di tematiche giapponesi.
Dato che non sono un tuttologo nipponista, mi pare giusto ammettere che non ho potuto fare una recensione completa dei 35 capitoli, alcuni dei quali contengono argomenti che non conosco assolutamente e/o che non mi interessano assolutamente e/o che non sono neppure in grado assolutamente di comprendere. Per esempio, come si può vedere dall'indice dei libri, non sono un lettore di romanzi, quindi la letteratura mi è praticamente sconosciuta, e non solo quella.
Direi allucinante il capitolo "Il sincretismo di caso in giapponese. Regolarità e casi problematici", di cui metto la scan della prima pagina, tanto per rendere l'idea...
Nel saggio, invece, c'erano argomenti che mi interessava approfondire, in quanto poco indagati da altri libri, e che mi hanno spinto al suo acquisto. Ergo questa sarà una recensione parziale, nei limiti di ciò che più o meno conosco.
Devo, purtroppo, far notare che, forse a causa anche delle 660 pagine del libro, queste tendono a staccarsi... la rilegatura non le tiene... quindi bisogna evitare, almeno nella mia copia, di aprire troppo il libro... considerando che costa 25 euro è un difetto poco accettabile.
Come spesso accade in saggi considerati per gente colta, molte citazioni in inglese o francese sono state lasciate in inglese o in francese... ringrazio sentitamente gli autori e la casa editrice per la gentile cortesia a fronte dei 25 euro spesi per l'acquisto del libro.
Per ogni capitolo ho scritto, dove mi è stato possibile, un minimo di descrizione del suo contenuto. 



1Q84 di Murakami Haruki
Giorgio Amitrano
Non ho mai letto un libro di Murakami...

Il mondo dell’uomo nello hokku
Cristina Banella
In poesia sono zero...
Catastrofe e rinascita nella letteratura di Ibuse Masuji
Luisa Bienati
L'autrice analizza il romanzo più famoso (ma anche altri suoi libri)) dello scrittore Ibuse Masuji, “La pioggia nera”, sul bombardamento di Hiroshima. Per far ciò paragona lo stile letterario di Ibuse Masuji con quello dello scrittore classico Kamo no Chonei (1155-1216), entrambi descrivevano catastrofi, seppur in epoche differenti.

I kokuji della fauna volatile
Giovanni Borriello
I kokuji sono i kanji che non derivano dal cinese, ma sono autoctoni del Giappone. Sono circa 1500, e grossomodo sono utilizzati per tre categorie di parole: classificazione degli esserei viventi; classificazioni scientifiche; riferiti a caratteristiche del paesaggio.
Sono descritti numerosi kokuji con ralativi kanji.

Dialogo immaginario tra un gondoliere, un edokko e un códega
Adriana Boscaro
Fatico a leggere il dialetto...

Il cammino del mandala. Origine e attualità del percorso Yoshino Kumano
Claudio Caniglia
Descrizione e spiegazione anche storica del pellegrinaggio buddista da Yoshino a Kumano.
Waseda e dintorni
Rosa Caroli
Un curioso resoconto storico/topografico/culturale/paesaggistico del territorio “Waseda e dintorni”.

Abe Kobo e la fotografia come strumento d'indagine speculativa
Gianluca Coci
Non sono un appassionato di fotografia...

La via della porta di pietra è lontana. Interpretazione di una poesia cinese di Soseki.
Guidotto Colleoni
Purtroppo anche a scuola aborrivo l'antologia.

Il sincretismo di caso in giapponese. Regolarità e casi problematici.
Simone Dalla Chiesa
Mi chiedo che senso abbia inserire un capitolo come questo fuori da un testo di matematica/logica... ok dover riempire il libro, ma a tutto c'è un limite. Bisognerebbe usare il buonsenso.
La prima pagina, ed il resto è peggio...



Uji shi Genji monogatari myujiamu e Miyazawa Kenji Ihatobukan nel panorama dell'architettura giapponese contemporanea
Silvana De Maio
Analisi di due progetti architettonici, uno del periodo della “bolla economica” (metà anni 80/metà anni 90), l'altro del “decennio perduto” (dal 1992). Inutile aggiungere che non conosco l'architettura...

Il trattamento della comunità nippo-americana negli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale
Questo è uno degli argomenti che dalla lettura dell'indice mi interessava leggere.
Daniela De Palma
Dopo un brevissimo riepilogo dei fatti storici che portarono all'attacco giapponese a Pearl Harbor, che mi pare ponga il Giappone in veste totale di vittima dei soprusi americani (magari qualche responsabilità l'ebbero pure i giapponesi), viene illustrata la decisione statunitense di internare la comunità nippo-americana in campi di detenzione, compresa la seconda (nisei o nikkei) generazione e la terza generazione (sansei), completamente americanizzate. Apprendo già dalle prime pagine che negli usa c'erano due tipi di comunità giapponesi.:
la “issei” ancora legata alla cultura nipponica e parlava regolarmente il giapponese;
la “nisei” più aperta verso l'influenza culturale statunitense, e i cui esponenti più giovani criticavano aspramente i genitori ancora attaccati alle vecchie tradizioni.
L'escalation di odio dopo Pearl Harbor portò il 19 febbraio 1942 il presidente Roosevelt ad emettere l'ordine esecutivo 9066, che, senza citare espressamente i cittadini americani di origine nipponica, ne prevedeva l'internamento, in spregio del quarto emendamento. E' giusto ricordare che la legge era contro i cittadini americani di nazioni belligeranti nemiche, ma non fu mai applicata ai fascisti italo-americani e ai nazisti tedesco-americani.
Inizialmente il provvedimento non prevedeva l'internamento obbligatorio, ma il “consiglio” ad evacuare alcuni stati considerati più sensibili dal punto di vista della sicurezza militare, tipo le Hawaii. Infatti circa 1000 giapponesi si trasferirono in altri stati, ma il clima di odio li obbligò a tornare negli stati di origine. Nel marzo del 1942 furono costruiti 15 centri di accoglienza, in cui fa affluire, non più volontariamente, i cittadini nippo-americani. Da sottolineare che l'internamento si concluse in tempi rapidissimi, in quanto i cittadini nippo-americani non fecero alcuna opposizione. Le condizioni di vita nei campi erano al limite della vivibilità, con carenza di cibo e condizioni igieniche precarie. Senza contare che la deportazione nei centri contemplava la perdita del lavoro e di tutte le attività e le proprietà economiche, oltre alle libertà personali a quei cittadini venne perpetrato un furto di massa.
In seguito l'esercito Usa decise di arruolare circa 5000 nisei, che in battaglia si comportarono valorosamente. Il 100° battaglione di fanteria della 442° squadra, nella battaglia di Montecassino, ebbe così tante perdite da avere il soprannome di “battaglione del cuore purpureo”, ed era formato da nippo-americani.
I campi vennero smantellati nel dicembre del 1944.

Il fumetto giapponese: un’analisi critica
Gianluca Di Fratta
Gianluca Di Fratta analizza brevemente, il saggio della Orsi dal titolo “Il fumetto in Giappone” (1981), che cercherò di recuperare.
Ritrovato in Giappone il ritratto di Alessandro Valignano S.J. eseguito da Capogrossi
Marisa di Russo
Una breve “investigazione” di Marisa Di Russo su un ritratto perduto, di autore e periodo misterioso raffigurante Alessandro Valignano.

Falchi e falconeria nella cultura artistica giapponese dei secoli XVI-XIX
Donatella Failla
Sono analizzate varie tematiche inerenti la falconeria in Giappone, che sinceramente ignoravo: pittura, letteratura, significato politico, compravendita ed allevamento, simboli di potere, il falco in epoca Meiji.
La falconeria era così sviluppata che verso la fine dell'era Tokugawa si esaurì lentamente perchè gli addestratori di falchi avevano decimato la popolazione selvatica.

Un lettore di Lingua e letteratura giapponese presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli: Suekuni Akira
Francesco Ferraioli
Il capitolo racconta un fatto molto di nicchia, ma che ho trovato piacevole. Nel periodo 1943-1952 la carica di lettore di giapponese all'università di Napoli restò vacante a causa della guerra, in questo periodo fu preso in carico da Suekuni Akira. La storia è svelata dall'autore.

Visitando il fiume Oi: note sui contesti e modelli compositivi compositivi del waka nel X secolo e dintorni
Francesca Frattaro
Sulla poesia waka non mi pronuncio.

Il linguaggio dell’abbigliamento maschile nel Genji monogatari
Aileen Gatten
L'abbigliamento maschile dei nobili del periodo Heian descritto nel Genji monogatari serviva ad identificare l'importanza del personaggio, e ad introdurlo nella storia, le varie tipologie di abiti sono ben spiegate.


Mori Ogai, il Genji monogatari e il mondo classico giapponese
Mtilde Mastrangelo
Una analisi sugli scritti di Mori Ogai.

Sogni di dieci notti di Natsume Soseki
Andrea Maurizi
E' riportato il racconto di Natsume Soseki.

Onna daigaku e l’istruzione femminile in Giappone
Maria Chiara Migliore
L'autrice ha tradotto il manuale per l'istruzione/educazione delle donne “onna daigaku” (“Il grande insegnamento per la donna”), redatto intorno ai primi del 1700 da autore sconosciuto. E' questo il primo caso di libro espressamente diretto all'educazione della donna, che comunque fu preceduto da altri testi meno organici, che l'autrice cita e illustra.
Il libro è impregnato della logica confuciana, secondo cui la donna doveva obbedire all'uomo: prima al padre, poi al marito, infine al figlio quando moriva il marito.
Fu il primo testo a raggiungere tutti gli strati sociali, con un periodo di pubblicazione che arrivò fino all'era Meiji, e che ha influito sulla condizione della donna giapponese fino dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Tanto per rendere il senso del suo contenuto riporto una frase dell'ultimo dei 19 articoli:
“La donna è stupida e non riconosce le cose neanche quando le ha davanti agli occhi”.
Sono riportate le sette cause che autorizzavano un marito a ripudiare la moglie, ovviamente non erano reciproche. Indubbio che questa traduzione integrale merita di essere letta.

Teoria e prassi del romanzo storico giapponese fra Ottocento e Novecento
Luca Milasi
L'autore illustra l'importanza dei romanzi storici tra il 1800 ed il 1900, che hanno dato un contributo importante, pur non essendo scritti prettamente storici, per la comprensione di fatti e contrsti sociali di periodi storici di epoche precedenti.

Aspettando il futuro imperatore. La nascita del Principe Atsuhira nel Murasaki Shikibu nikki
Carolina Negri
Il “Murasaki Shikibu nikki” (“Diario di Murasaki Shikibu”) è dedicato in gran parte alla nascita del futuro imperatore Atsuhira,. La cui nascita, intorno all'anno 1000 a.c., permise al potente Fujiwara no Michinaga di essere il nonno dell'imperatore, mantenendo il suo status all'interno del clan Fujiwara. Proprio per esaltare il suo ruolo alla corte imperiale, lo stesso Fujiwara probabilmente commissionò a Murasaki, sua parente, la scrittura del libro.
Una piccola curiosità legata agli anime. Nel raccontare il periodo della gravidanza di Shoshi, madre del futuro imperatore Atsuhira, Murasaki spiega tutti i preparativi per esorcizzare gli “spiriti malefici” che, in periodo Heian, si credeva potessero possedere una donna in cinta. Questi “spiriti malefici” si chiamavano “mono no ke”.

Il cinema incontra la letteratura: il caso Hi-matsuri
Roberta Novielli
Viene analizzato il film “Himatsuri” (La festa dei fuochi), di Nakami Kenji e Yanagimachi Mitsuo.

Considerazioni sullo sviluppo e sulla scomparsa del kakari musubi: un’analisi del Genji monogatari
Junichi Oue
Si analizzano i cambiamenti della lingua giapponese scritta, solo per esperti...

Dallo Heike monogatari al no al joruri: Sasaki senjin di Chikamatsu Monzaemon
Bonaventura Ruperti
Viene analizzato il dramma “Sasaki senjin” (L'avanguardia Sasaki), scritto nel 1686.

La figura della dama Ukifune nel teatro no
Ikuko Sagiyama
Il teatro No va oltre la mia comprensione...

Paradisi perduti: disillusione e perdita dell’innocenza nell’ultima produzione di Hayashi Fumiko
Paola Scrolavezza
Intorno agli anni 20 del 1900 iniziò l'emigrazione dalle campagne alla città giapponesi, nel contempo iniziava il primo accenno di società dei consumi e della cultura di massa creata da riviste, libri e film, indirizzati in special modo alle donne. Questo creò la figura della “moga”, la “modern girl”, con abitudini molto lontane dagli obblighi tradizionali della donna giapponese. Una delle scrittrici che traspose la figura e le problematiche della “moga” nella società giapponese, fu Hayashi Fumiko. L'autrice di questo contributo analizza la sua opera letteraria.

Yoshimitsu il Magnifico
Virginia Sica
Il capitolo è incentrato sulla figura storica di Ashikaga Yoshimitsu (1358-1408), terzo shogun della casata Ashikga. Sono analizzati svariati aspetti del suo shogunato, dalla politica estera ed interna, fino a quello culturale.

Gli esordi di Nakazato Kaizan: il distacco dal socialismo e dal kanzen choaku
Marco Simeone
Come ho già scritto non sono un lettore di letteratura...

Benkei e i Taira: l’approccio controcorrente del Musashibo e enge
Roberta Strippoli
Musashibo Benkei fu un monaco guerriero al servizio di Minamoto no Yoshitsune (1159-1189), la sua figura ha ispirato artisti di tutti i tempi, tanto che oggi e protagonista fin di videogiochi. Benkei era avversario del casato Taira, l'autrice analizza come erano visti i Taira e Benkei nell'opera letteraria “Musashibo e enge” del 16° secolo.

A proposito della “mittenza” culturale dal Giappone
Adolfo Tamburello
Secondo taluni intellettuali, anche giapponesi, il Giappone è stato, ed è, “destinatario” della cultura, che poi traduce nella sua lingua. L'autore contesta questa idea illustrando tutta una serie di tematiche, dal passato antico fino all'era Meiji, che dimostra, invece, come e quanto il Giappone sia stato anche “mittente” culturale. L'autore considera i campi culturali anche dall'era Meiji ai giorni nostri, senza mai citare, forse a causa della mancanza di spazio, manga ed anime.

Lingua e illuminazione: l'insegnamento di Dogen
Aldo Tollini
Capitolo che verte sulla lingua giapponese e il buddismo, entrambe le tematiche mi sono sconosciute, la seconda mi è pure incomprensibile.

Akutagawa e Susanoo
Paolo Villani
L'autore propone la traduzione del racconto scritto da Akutagawa Ryunosuke (1892-1927) “Oitaru Susanoo no mitaka” (“Susanoo da vecchio).

Tutta la verità
Tadahiko Wada
Sono analizzate le poesie più recenti di Arakawa Yoji.


La terza di copertina.




I due curatori del libro (grazie per le parti lasciate in lingue a me sconosciute ^_^).


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