TITOLO: Storia dello Studio Ghibli
AUTORE: a cura di Toshio Suzuki
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 450
COSTO: 22 €
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833556871
CASA EDITRICE: Dynit
PAGINE: 450
COSTO: 22 €
ANNO: 2023
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788833556871
(ringrazio Massimo Nicora per avermi segnalato questo titolo, ed altri... tanti altri...)
La storia dello "Studio Ghibli" curata dallo "Studio Ghibli" stesso, in pratica tutta bibliografia per la saggistica futura a tema.
Anche se, a mio avviso, non è propriamente la "storia dello Studio Ghibli", ma una serie molto lunga e dettagliata di aneddoti pubblici ed interni allo "Studio Ghibli" proposti in stretto ordine cronologico sullo "Studio Ghibli".
Ogni capitolo affronta un film da "Nausicaa della valle del vento" in poi, con l'aggiunta del museo e del parco Ghibli, ma non è che in quel capitolo si troverà proprio tutto quello che si immagina sia presente in una riproposizione storica su uno specifico argomento. Il curatore del libro, scritto da altri due dipendenti dello studio (Shinsuke Nonaka e Ryota Fujitsu), Toshio Suzuki, riporta varie dichiarazioni dei tanti artisti dello studio e li lega con il suo ruolo di presidente, quindi con i suoi aneddoti.
Tra l'altro una parte delle citazioni presenti è dei due scritti "Dove torna il vento" (1 - 2), quindi qualcosa lo avevo già letto. Diciamo che il libro è uno scritto più completo della medesima farina da cui nascono i due libri di "Dove torna il vento" più "I geni dello Studio Ghibli", con l'aggiunta, comunque, di altre citazioni.
Ogni capitolo è agevole da leggere, non pesante, non ci sono analisi, è una auto biografia dei film ghibliani.
L'indice, purtroppo, è mancante dei titoli dei singoli paragrafi, che avrebbero meglio illustrato il suo contenuto totale, le scan del sommario sono a fine post, come sempre.
Non mi è parso utile, per illustrare il titolo, procedere come sempre per capitoli, in quanto i film dello "Studio Ghibli" sono ben conosciuti ad ogni appassionato, e quello che c'è di più in ogni racconto sono gli aneddoti legati tra di loro dal curatore.
Sono riportati i dubbi di Miyazaki, Takahata e Suzuki su come gestire i vari film, sia dalla loro ideazione che sul versante promozionale, comprese le varie difficoltà sorte in fase di produzione. Son sempre riportate la descrizione del cast che vi partecipò. Non manca la parte della creazione dello "Studio Ghibli" con l'idea di assumere in pianta stabile i disegnatori, questione che poi è naufragata con l'assorbimento dal parte della "Nippon Television" nel 2024.
Si può apprezzare la crescita dello "Studio Ghibli" (dipartimenti di fotografia, editoriale e merchandising, per esempio), sia come personale che come tecnologia disponibile per fare film sempre ai passi con i tempi (son descritte varie tecniche di animazione), oppure andare in controtendenza e decidere di fare animazione disegnata a mano.
In alcuni frangenti mi sarei immaginato qualche spiegazione in più, tipo il perché Marco Pagot sia un maiale, ma spesso Miyazaki tergiversa, spesso, e forse è giusto che certe cose restino nel limbo di chi le ha create.
Mi aspettavo anche qualche chicca sul pessimo accordo, dal punto di vista del rispetto artistico delle opere, tra lo "Studio Ghibli" e la "Buone Vista" della "Disney", ma su questo aspetto di sorvola ^_^
Interessante, dal punto di vista delle similitudini tra Italia e Giappone, il racconto burocratico per la costruzione del "Museo Ghibli", una "donazione onerosa", perché il comune non poteva vendere quel terreno.
Ci possono essere delle "dimenticanze", tipo quando nel capitolo 14 su "Il castello errante di Howl" si parla della tecnica di animazione "harmony", già usata ai tempi di "Nausicaa della valle del vento" per gli Ohmu, solo che nel capitolo relativo, il primo, questa cosa non è descritta.
Nel totale definirei il libro la "storia degli aneddoti dello Studio Ghibli", non perfettamente organica come esposizione, ma sempre interessante.
Sono riportati, per esempio, i dubbi di Miyazaki sul far fare il regista al figlio per "I racconti di Terramare", ma mancano le critiche che sapevo il padre avesse fatto a Goro al momento della proiezione (mi pare visto in un documentario).
Speravo di capire meglio "Il ragazzo e l'airone", ma non l'ho capito, colpa mia :]

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