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venerdì 3 giugno 2022

Il suo nome era Gilbert - Le ragazze che cambiarono la storia del manga


TITOLO: Il suo nome era Gilbert - Le ragazze che cambiarono la storia del manga
AUTORE: Keiko Takemiya
CASA EDITRICE: J-Pop
PAGINE: 244
COSTO: 14 
ANNO: 2021
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788834905593


Ringrazio Cinzia che mi ha fatto notare l'esistenza di questo libro, che quando uscì avevo, erroneamente, catalogato come romanzo, quindi la recensione arriva un anno dopo la sua uscita, ma arriva   :]
Non è raro che io cominci una recensione premettendo che non conosco il soggetto del saggio in questione, in fondo non si può essere dei tuttologi. 
Anche in questo caso non ho mai letto un manga di Keiko Takemiya, che vanno un po' oltre i miei gusti, ma conosco la sua importanza come mangaka, in quanto in tutta la saggistica sui manga, specialmente quella che tratta lo shojo, di lei si parla sempre.
In realtà io qualcosa della Takemiya vidi in televisione, l'unica cosa che avrei potuto mai vedere.
Alla fine, come in "Conan il ragazzo del futuro", è tutto un grande cerchio    ^_^





A posteriori si nota che la tematica era quella che prediligeva la Takemiya, separazioni, amori, ricongiungimenti, amori proibiti.

In questo libro Keiko Takemiya racconta in prima persona il suo esordio come mangaka, l'amicizia e la convivenza con Moto Hagio e Norie Masuyama, che con lei  fecero parte di quello che viene chiamato il "Gruppo 24".
I 15 capitoli del libro sono una sequela infinita di aneddoti, che iniziano nel 1970 e terminano appena pubblicato il manga più famoso della Takemiya, "Il poema del vento e degli alberi", cioè il 1976.
Quindi poco spazio è lasciato a "Il poema del vento e degli alberi", per il quale la mangaka ammette che dovrebbe scrivere un libro a parte, mentre il manga che lo precedette, "Pharaoh no Haka" ("La tomba del faraone"), è ampiamente trattato, in quanto le permise di ottenere l'assenso della casa editrice a pubblicare ciò che desiderava di più: uno shojo in cui i protagonisti erano due ragazzi!

In pratica la mangaka ci racconta come riuscì a creare il suo "lifework" (che è il titolo dell'ottavo capitolo), le difficoltà di far accettare agli editori il suo punto di vista sugli shojo manga, le cui tematiche non venivano considerate accettabile per un pubblico di lettrici adolescenti.
Il libro è piaciuto a me che non conosco le opere della mangaka, scorre via velocissimo (lo si legge in una giornata) e ti fa capire il clima in cui lavoravano le mangaka degli anni 70.
Una lettura obbligata per i fan della Takemiya, ovviamente   ^_^



 

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