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domenica 3 febbraio 2019

La Televisione - Come si producono come si guardano le trasmissioni tv in Italia e nel nel mondo, le reti pubbliche e private




TITOLO: La Televisione - Come si producono come si guardano le trasmissioni tv in Italia e nel nel mondo, le reti pubbliche e private
AUTORE: Ivano Cipriani
CASA EDITRICE: Editori Riuniti
PAGINE: 142
COSTO: 5 €
ANNO: 1980
FORMATO: 20 cm X 13 cm
REPEPRIBILITA': on line
CODICE ISBN:


Ho recuperato un altro saggio del 1980 sulla televisione in cui c'è un piccolo accenno ai cartoni animati giapponesi, non approfondito quanto in "Capire la TV", che resta, a mio avviso, il libro che più si sofferma sugli anime, ma comunque Ivano Cipriani ci regala una perla informativa, la solita:
"Da un punto di vista industriale questi prodotti (i cartoni animati giapponesi) rappresentano una grossa novità tecnica, essendo realizzati grazie al computer".

Ivano Cipriani scriveva in quel periodo su "Paese Sera", e su quelle pagine si occupò anche lui di Goldrake (il primo articolo del post):
8 articoli di "Paese Sera" (1978/79/80), un quotidiano non avverso ai cartoni animati giapponesi

Personalmente non trovo giustificabile la pubblicazione di una "fake news" (come si dice oggi) con la scusa che su un quotidiano il tempo per la verifica delle notizie è scarso, anche se ogni giorno devi pubblicare un articolo, questo non implica l'autorizzazione ad inventarsi cose... ergo trovo ancor meno accettabile che in un saggio, avendo a disposizione settimane o addirittura mesi, non ci si prenda la briga di verificare se una cosa scritta corrisponda alla realtà. Con l'aggravante che Ivano Cipriani si occupava di cinema e televisione, basta leggere la sua biografia, quindi avrebbe dovuto avere la possibilità di trovare informazioni sull'animazione giapponese.
L'autore non poteva contattare qualcuno che avesse rapporti di lavoro in campo cinematografico col Giappone, per chiedere un colloquio con qualcuno che conoscesse un minimo l'animazione giapponese?
Non sarebbe stato un bello scoop quello di stroncare la balla dei cartoni animati giapponesi fatti al computer?
Mi pare comunque giusto sottolineare che Cipriani, a differenza di tanti suoi colleghi, non demonizzò gli anime, almeno nell'articolo che ho recuperato io.




Come ho scritto sopra, le righe dedicate ai cartoni animati giapponesi sono veramente poche, ma ci sono anche un paio di immagini.
La prima è quella qui sopra, e la didascalia merita tanto:
"Si preferisce puntare sulla fantascienza: è il boom dei disegni animati, con eroi metà macchine e metà uomo, ispirati ai robot"

Comprendo benissimo che il libro non fosse dedicato ai bambini, l'adulto che lo aveva fra le mani nel 1980 guardava la foto e non era interessato a chi fosse il personaggio animato in questione, però quel viso era di qualcuno, e quel qualcuno non aveva NESSUN nesso né con la didascalia né con i brevi concetti espressi sugli anime nelle pagine successive.
Ovviamente quel viso è di Ryu Stella Cadente, della serie "Ken Falco e il Superbolide - Machine Hayabusa".
Quindi, rispetto alla breve didascalia, confrontandola con la foto, si può affermare che:
1) l'anime di "Ken Falco il Superbolide" non era fantascientifico, ma di guida, ergo sportivo;
2) Ryu non era l'eroe, ma l'antagonista dell'eroe, seppur non cattivo;
3) Ryu Stella Cadente non era metà macchina e metà uomo, era umano al 100%, come tutti i personaggi della serie;
4) Nella serie di Ken Falco non ci sono personaggi ispirati ai robot.

E allora prendiamo l'immagine di una pecora, tanto è uguale  :]
E' fin comico che, con tutti gli anime robotici che davano in televisione a tutte le ore, chi fece la foto al televisore riuscì ad imbroccarne uno che non era né robotico né fantascientifico!  ^_^
Forse farò la figura dell'inutile pignolo, ma perché, in un saggio sulla televisione come questo, sotto la foto di Mike Bongiorno la didascalia riporta il nome corretto, mentre sotto la foto di un personaggio animato ci sono scritte cose a caso?




Si arriva quindi alla pagina in cui si spiega il boom dei cartoni animati giapponesi, del successo di Goldrake e Mazinga. Oltre a non prendere in esame altri generi di anime, visto che non ebbero successo solo le serie robotiche, ma anche quelle per ragazze, di sport, di avventura etc etc, si ribadisce la grandissima balla dei cartoni animati fatti al computer:
Topolino e poi, cinema d'animazione dal 1888 ai nostri giorni - La fonte travisata di Paolo Cucco sugli anime fatti al computer?



 L'altro paragrafo in cui sono citati gli anime.



 Mi pare che l'annunciatrice Rai in tv sia Marina Morgan.



Da notare che Cipriani scrive "Atlas, Ufo, Robot", con due virgole in mezzo come se si trattasse di tre serie differenti, stessa cosa che fece nell'articolo del 27 dicembre 1978 "Robot è bello".
Un anno e passa dall'articolo non furono abbastanza per rendersi conto che "Atlas Ufo Robot" era una unica serie?





Si passa al capitolo sulla pubblicità in televisione, e correttamente si fa riferimento anche ai cartoni animati giapponesi.
Bellissima la foto di repertorio!
In televisione Danguard, il televisore è quello senza telecomando che aveva i "tasti a tocco", senza i pulsantoni.
A terra c'è un modellino del Danguard, anche abbastanza grande, ed il cartonato di "Atlas Ufo Robot" della Giunti Marzocco, infine il bambino di sinistra mi pare stesse fagocitando qualche merendina.




Di nuovo "Ufo - virgola - Robot"...




2 commenti:

  1. Sarebbe bello anche un articolo sulle telefoni inteso come oggetto, il boom dei primi televisori a colori nella seconda metà anni 70, e tanti gloriosi marchi spariti per essere rimpiazzati al giorno d'oggi con marchi provenienti dai paesi orientali. A casa mia il primo televisore in bianco e nero era Siemens, non proprio bello esteticamente ma si riusciva a captare la Svizzera italiana, e le prime TV locali, seguito poi da phonola, Thompson, insomma tutti estinti i marchi. È vero adesso le TV sono più avanzate tecnologicamente ma vuoi mettere il fascino del tubo catodico, per non parlare poi del design bombato delle televisioni anni 70. Adesso maxi schermi ma quanta freddezza! E poi negli anni 70 si guardava la TV con un'altra spirito, le famiglie si riunivano per vedere i programmi o i film trasmessi dalla Rai.

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    1. I telefoni esulano dal mio campo di interesse, ai tempi difficle trasmettervi una puntata di Jeeg ^_^ mentre oggi si può fare.
      Se vuoi per ora ho messo un catalogo di televisori:
      https://imagorecensio.blogspot.com/2018/04/tv-color-guida-alla-televisione-colori.html

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