TITOLO: Giappone spicciolo
AUTORE: Vittorio M. Mangili
CASA EDITRICE: Edizioni Vitalità
PAGINE: 184
COSTO: 1 €
ANNO: 1964
FORMATO: 25 cm x 18 cm
REPERIBILITA': sul web
CODICE ISBN:
Ho
comprato questo diario di viaggio del 1964 perché ero curioso di
verificare se vi fossero citati, manga o anime, oppure si
riportassero alcune problematiche della società giapponese, tipo il
bullismo nelle scuole, oppure i primi casi di hikikomori.
Purtroppo
non vi ho trovato nulla di ciò, mentre si
parla della piaga dei suicidi, e di altre problematiche sociali. Se lo trovaste ad un prezzo basso, ne consiglio l'acquisto.
Il
titolo del libro corrisponde bene al suo contenuto, è veramente
“spicciolo”, nel senso che sono presenti 102 voci numerate,
dall'1 al 102, in cui Vittorio Mangili racconta ciò che ha scoperto in
Giappone. Non esiste neppure un indice, e le singole voci sono quasi
sempre abbastanza corte. L'autore era un inviato Rai, che pensò di
trarre questo libro dal suo viaggio per motivi di lavoro. Incredibilmente non è mai specificato in quale periodo
l'autore soggiornò in Giappone, è comunque chiaro che il viaggio
venne effettuato prima delle olimpiadi di Tokyo del 1964, e lo scopo
finale era proprio quello di illustrare al lettore le curiosità di
questo misterioso paese in vista dell'avvenimento sportivo.
Per
quanto le informazioni siano ovviamente datate, e considerando che
l'autore non aveva nessuna conoscenza pregressa del Giappone come
storia e società, lo scritto mantiene un minimo di interesse perché
riporta una fotografia del periodo (di cui non conosciamo la data
esatta...), che si potrà raffrontare con l'attualità.
E'
pressoché impossibile farne una recensione, in quanto in una singola
voce, possono anche essere trattati più argomenti, in pratica il
caos totale.
Gli
argomenti variano in tutto lo scibile nipponico, dall'usanza del biglietto da visita alla
prostituzione, dalle vie senza numero civico agli Ainu.
Inserisco alcune scan degli argomenti trattati, per esempio il suicidio, ma ce ne sarebbero un sacco da postare.
Qua sotto uno stralcio dei giapponesi in metrò.
Pare che nei primi anni 60 i giapponesi si togliessero le scarpe in treno per dormire >_<
La prostituzione non è trattata solo in questo punti 11, ma qui è l'argomento base.
Gli Ainu.
Sovente sul web o sui libri si leggono spiegazioni sul perché i giapponesi indossano la mascherina, questa non la conoscevo, e magari ai tempi era pure vera, la TBC!
Interessante.
L'associazione che aiutava i partenti dei kamikaze morti.
La Calpis ci donò Heidi e tanti altri anime del genere meisaku, ma prima di diventare lo sponsor di questi anime, era considerata la bibita dell'amore :]
Nessun commento:
Posta un commento