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domenica 18 settembre 2016
"Sordi s'imbatte nel marziano Remi", di Alberto Bevilacqua - "Corriere della Sera" 28 ottobre 1979
Di certo tra gli estimatori dell'animazione giapponese alla fine degli anni 70 e nei primi anni 80 non si poteva annoverare lo scrittore Alberto Bevilacqua, purtroppo, oltre alla narrativa, si occupava di scrivere sui quotidiani. In particolare teneva un regolare rubrica sul Corsera, "Controvideo di Bevilacqua", in cui faceva il critico televisivo. Soltanto sei mesi dopo l'articolo che espongo oggi Alberto Bevilacqua ne firmerà un altro che è rimane nella top five della virulenza contro gli anime, il cui titolo ne fa intuire il contenuto:
"Mazinga e Tekkaman droghe d'iniziazione per telebambini soli"
Si vede che lo scrittore e giornalista non detestava solo Mazinga, Tekkaman e Goldrake, ma neppure Remi ed Heidi gli andavano a genio :]
In questa rubrica si fanno un po' di citazioni dotte, che non sempre ho compresso appieno, ma comunque mi pare di aver intuito che non fossero mai degli apprezzamenti verso i personaggi dei cartoni animati giapponesi.
Ovviamente mi sfugge il perchè venne usato Sordi come pietra di paragone, probabilmente sulla Rai venivano trasmessi una serie di suoi film, viene citata una sua canzone del 1971, che non conoscevo:
"Il bimbo che non conobbe infanzia"
Sinceramente, dopo averla ascoltata, non ne ho capito il nesso con l'anime di Remi, ma di certo sono io che non colgo qualcosa.
Pare di capire addirittura che per Bevilacqua guardare Goldrake (in età da scuola elementare...) implicava diventare atei, fatto che, sinceramente, non vedrei come una colpa, ma un atto meritorio. Sarebbe bastato far seguire una volta sola "Atlas Ufo Robot" a tutti i bambini del pianeta per evitarci milioni di morti in guerre religiose dagli anni 70 ad oggi...
Quello che colpisce è la durezza delle accuse, che mi paiono veramente spropositate per dei cartoni animati di 20 e rotti minuti.
C'è la possibilità, oviamente, che Bevilacqua scrivesse in questo modo ogni suo articolo, tanto per fare un po' il provocatore ma senza crederci più di tanto.
Però leggere:
"Insomma, questi giapponesi sono implacabili. Non gli è bastato togliere ai bambini l'illusione, almeno quella, che il regno dei cieli sia abitato da Dio, scaricandovi i fulmini fantascientifici di Ufo Robot (Goldrake è un abrasivo più radicale di Attila: dove passa, Dio non ha più spazio); l'anima dell'Europa ora la vogliono tutta, e hanno capito, con fine cineseria, che per averla devono robotizzare, oltre alle nostre fantasticherie, il nostro vecchio sentimentalismo".
Però ho scoperto che "avello" significa "tomba, sepolcro", mi chiedo quanti dei suoi lettori lo sapessero :]
Anche Disney utilizzava gli stessi stratagemmi lacrimali di Remi, ma i giapponesi...
Credendo (noi bambini) che Remì fosse vero non ci accorgevamo che la nostra disponibilità sentimentale finiva per assorbirne il veleno, diventando anch'essa di plastica(!!!). O_o
Io mi voglio convincere d'aver mal interpretato il passaggio successivo, non posso credere che Bevilacqua accusasse Remi di fare allusioni sessuali >_<
Infine non mi è chiaro se fosse il Remi nipponico animato ad agghiacciare Bevilacqua o in generale il personaggio di Malot, io propederei, visto quello che aveva scritto fino a quel punto, per il Remi della Toei.
Qui viene citata la canzone di Alberto Sordi che ho linkato sopra.
"Se il robot strappa le lacrime nel senso che le spreme alle vittime (con la violenza degli Ufo e col cinismo di Remi)..."
Finale drammatico >_<
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