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martedì 20 settembre 2016

Il mito e la cultura negli audiovisivi giapponesi, tradotti ed adattati in Italia



TITOLO: Il mito e la cultura negli audiovisivi giapponesi, tradotti ed adattati in Italia
AUTORE: Ilaria Di Cola
CASA EDITRICE: Edizioni Accademiche Italiane
PAGINE: 63 (+34 in inglese)
COSTO: 31 euro
ANNO: 2016
FORMATO: 22 cm x 15 cm
REPERIBILTA': solo su internet
CODICE ISBN: 9783639779608

In questo 2016 così avaro, anzi, avarissimo, di titoli su anime/manga/Giappone esce il secondo (solo il secondo) saggio sull'animazione giapponese, e siamo ormai a settembre inoltrato. Ormai è chiaro che il 2016 sarà l'anno con il minor numero di titoli pubblicati inerenti anime e manga degli ultimi 20 anni (Libri (e librettini) su anime e manga dal 1980 ad oggi: un inizio 2016 in forte calo... ).
E questo non sarà, a mio avviso, uno scritto che resterà nella storia della saggistica italiana (o tedesca?).
Alcune responsabilità vanno ascritte totalmente alla (a me) sconosciutissima casa editrice:
il costo (31€!);
sul sito non è specificato che delle 97 pagine totali ben 34 sono in inglese(!);
le librerie si rifiutano di ordinarlo;
acquistabile su MoreBooks (mai sentito, ma non un sito italiano), Amazon, oppure su Ebay ma solo (ad oggi) da venditori tedeschi, perché è stampato in Germania!

Se è stampato in Germania sarà perfetto!
No, ci sono alcuni refusi, e i caratteri di stampa cambiano magicamente di grandezza durante una stessa frase. Mi chiedo se bisognava stamparlo così lontano, con relativi costi aggiuntivi di spedizione (6 euro), per avere un risultato tanto scarso... non esisteva una tipografia incompetente in Italia?
Poi apri il pacchetto, sfogli il saggio e ti ritrovi una spaziatura tra le righe abbastanza larga, se fosse stata scelta una spaziatura più normale le pagine sarebbero crollate a 50?
Intendo quelle in italiano... perché l'altro fattore che fa imbufalire è che le ultime 34 pagine sono in inglese, e sono la ripetizione del testo in italiano. Immagino a beneficio di altri alti accademici non italici, ma dato che io non sono un accademico (si nota?), avrei gradito non trovare la sorpresa.
La grave scorrettezza, a mio avviso, è che sul sito della casa editrice (link) non è mica scritto che un terzo del libro è in inglese, e che, comunque, anche a conoscere la lingua, è la ripetizione della parte in italiano... anzi, sul sito la lingua è ben specificato essere quella italiana!



Quindi 31 euro : 63 pagine (in italiano) = 0,5 centesimi a pagina!!!
Mi costava meno fotocopiarlo :]
Ovviamente più i 6 euro di spedizione dalla Germania.
Vabbè, ma nelle restanti 63 pagine (con una spaziatura tra le righe abbastanza generosa) ci sono dei contenuti interessanti?
Teoricamente ci sarebbero potuti essere, ma visto il tema assai impegnativo scelto dall'autrice, a cui devono essere aggiunti le censure e gli adattamenti degli anime in Italia, come si può pensare di analizzarli tutti in sole 63 pagine?
Magari Ilaria Di Cola aveva pronte 500 pagine super analitiche, che la casa editrice ha tagliato impunemente, ma a questo punto io avrei evitato di uscire con sole 63 pagine.
Aggiungo che il libro è scritto in maniera comprensibilissima, e fa intuire che se fosse stato maggiormente approfondito sarebbe potuto essere un saggio interessante, ma le informazioni presenti in così poche pagine non sono sempre novità assolute. Mi pare che il target siano lettori abbastanza a digiuno di anime, e di anime in Italia.
Obbiettivo dello scritto è valutare come gli anime siano stati recepiti in una cultura (quella italiana) completamente differente da quella per/in cui sono stati creati/pensati.
Nell'introduzione c'è una breve storia dell'animazione giapponese, ma si passa dagli “kamishibaiya” itineranti al primo filma colori animato, “Hakujaden” del 1958. Passi per una sintesi, ma senza tagliare 50 anni di animazione, forse era meglio evitare il riassuntone.
Sempre nel mini capitolo d'introduzione sono spiegati i vari generi d'animazione, tra cui vine citato il “classico”:
Il genere classico comprende tutti quegli anime solitamente tratti da, o basati su, romanzi di formazione, con ambientazioni spesso occidentali”.


Non sarebbe stato più corretto chiamarlo genere “meisaku” o “world masterpiece theater”?
Nel primo capitolo si analizzano i risvolti religiosi giunti a noi attraverso gli anime. E' presente anche una breve guida ai principi shintoisti e buddisti (7 pagine).
Poi c'è un paragrafo sulla versione giapponese (ergo non l'adattamento italico) di Sailor Moon, con tutti le connessioni con la religione e la mitologia giapponese, ma anche, sorprendentemente con la mitologia cinese greca e romana.
Tocca quindi ad Inuyasha essere valutato.
Il secondo capitolo analizza gli spiriti e la natura nelle opere di Miyazaki (“Mononoke Hime” e “La città incantata”). Ovvio che le tematiche presenti in film come quello di “Mononoke Hime” e “La città incantata” è difficile esplicarle in sole 12 pagine totali.
Col terzo capitolo si esaurisce l'analisi di spiriti e natura negli anime, per passare alle censure italiote verso i cartoni animati giapponesi. L'autrice si concentra su alcune serie massacrate da Fininvest/Mediaset (8 pagine). Sulle censure, gli adattamenti e le polemiche giornalisti conto gli anime ci si potrebbe scrivere un intero libro, in queste 8 pagine si ribadiscono notizie abbastanza conosciute da chi segue l'animazione giapponese.

Il cambio di carattere in corsa.




Ripetizioni, tra l'altro il brano non è stato tradotto, grazie  :]  



La sorpresina delle 34 pagine in inglese  ^_^





63 pagine.




L'indice.


2 commenti:

  1. 31 euro per meno di 100 pagine. Se ci fosse stato il marco tedesco imputerei il prezzo al cambio sfavorevole :-) Secondo me è colpa dello spread...

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