TITOLO: Il mito e la cultura negli audiovisivi giapponesi, tradotti ed adattati in Italia
AUTORE: Ilaria Di Cola
CASA EDITRICE: Edizioni
Accademiche Italiane
PAGINE: 63 (+34 in
inglese)
COSTO: 31 euro
ANNO: 2016
FORMATO: 22 cm x 15 cm
REPERIBILTA': solo su
internet
CODICE ISBN: 9783639779608
In
questo 2016 così avaro, anzi, avarissimo, di titoli su
anime/manga/Giappone esce il secondo (solo il secondo) saggio
sull'animazione giapponese, e siamo ormai a settembre inoltrato.
Ormai è chiaro che il 2016 sarà l'anno con il minor numero di
titoli pubblicati inerenti anime e manga degli ultimi 20 anni (Libri (e librettini) su anime e manga dal 1980 ad oggi: un inizio 2016 in forte calo... ).
E
questo non sarà, a mio avviso, uno scritto che resterà nella storia
della saggistica italiana (o tedesca?).
Alcune
responsabilità vanno ascritte totalmente alla (a me)
sconosciutissima casa editrice:
il
costo (31€!);
sul
sito non è specificato che delle 97 pagine totali ben 34 sono in
inglese(!);
le
librerie si rifiutano di ordinarlo;
acquistabile
su MoreBooks (mai sentito, ma non un sito italiano), Amazon, oppure
su Ebay ma solo (ad oggi) da venditori tedeschi, perché è stampato
in Germania!
Se è
stampato in Germania sarà perfetto!
No,
ci sono alcuni refusi, e i caratteri di stampa cambiano magicamente
di grandezza durante una stessa frase. Mi chiedo se bisognava
stamparlo così lontano, con relativi costi aggiuntivi di spedizione
(6 euro), per avere un risultato tanto scarso... non esisteva una
tipografia incompetente in Italia?
Poi
apri il pacchetto, sfogli il saggio e ti ritrovi una spaziatura tra
le righe abbastanza larga, se fosse stata scelta una spaziatura più
normale le pagine sarebbero crollate a 50?
Intendo
quelle in italiano... perché l'altro fattore che fa imbufalire è
che le ultime 34 pagine sono in inglese, e sono la ripetizione del
testo in italiano. Immagino a beneficio di altri alti accademici non
italici, ma dato che io non sono un accademico (si nota?), avrei
gradito non trovare la sorpresa.
La
grave scorrettezza, a mio avviso, è che sul sito della casa editrice
(link) non è mica scritto che un terzo del libro è in inglese, e
che, comunque, anche a conoscere la lingua, è la ripetizione della
parte in italiano... anzi, sul sito la lingua è ben specificato essere quella
italiana!
Quindi
31 euro : 63 pagine (in italiano) = 0,5 centesimi a pagina!!!
Mi
costava meno fotocopiarlo :]
Ovviamente
più i 6 euro di spedizione dalla Germania.
Vabbè,
ma nelle restanti 63 pagine (con una spaziatura tra le righe
abbastanza generosa) ci sono dei contenuti interessanti?
Teoricamente
ci sarebbero potuti essere, ma visto il tema assai impegnativo scelto
dall'autrice, a cui devono essere aggiunti le censure e gli
adattamenti degli anime in Italia, come si può pensare di
analizzarli tutti in sole 63 pagine?
Magari
Ilaria Di Cola aveva pronte 500 pagine super analitiche, che la casa
editrice ha tagliato impunemente, ma a questo punto io avrei evitato
di uscire con sole 63 pagine.
Aggiungo
che il libro è scritto in maniera comprensibilissima, e fa intuire
che se fosse stato maggiormente approfondito sarebbe potuto essere un
saggio interessante, ma le informazioni presenti in così poche
pagine non sono sempre novità assolute. Mi pare che il target siano
lettori abbastanza a digiuno di anime, e di anime in Italia.
Obbiettivo
dello scritto è valutare come gli anime siano stati recepiti in una
cultura (quella italiana) completamente differente da quella per/in
cui sono stati creati/pensati.
Nell'introduzione
c'è una breve storia dell'animazione giapponese, ma si passa dagli
“kamishibaiya” itineranti al primo filma colori animato,
“Hakujaden” del 1958. Passi per una sintesi, ma senza tagliare
50 anni di animazione, forse era meglio evitare il riassuntone.
Sempre
nel mini capitolo d'introduzione sono spiegati i vari generi
d'animazione, tra cui vine citato il “classico”:
“Il
genere classico comprende tutti quegli anime solitamente tratti da, o
basati su, romanzi di formazione, con ambientazioni spesso
occidentali”.
Non sarebbe stato più corretto chiamarlo genere “meisaku” o
“world masterpiece theater”?
Nel primo capitolo si analizzano i risvolti religiosi giunti a noi
attraverso gli anime. E' presente anche una breve guida ai principi
shintoisti e buddisti (7 pagine).
Poi c'è un paragrafo sulla versione giapponese (ergo non
l'adattamento italico) di Sailor Moon, con tutti le connessioni con
la religione e la mitologia giapponese, ma anche, sorprendentemente
con la mitologia cinese greca e romana.
Tocca quindi ad Inuyasha essere valutato.
Il secondo capitolo analizza gli spiriti e la natura nelle opere di
Miyazaki (“Mononoke Hime” e “La città incantata”). Ovvio che
le tematiche presenti in film come quello di “Mononoke Hime” e
“La città incantata” è difficile esplicarle in sole 12 pagine
totali.
Col terzo capitolo si esaurisce l'analisi di spiriti e natura negli
anime, per passare alle censure italiote verso i cartoni animati
giapponesi. L'autrice si concentra su alcune serie massacrate da
Fininvest/Mediaset (8 pagine). Sulle censure, gli adattamenti e le
polemiche giornalisti conto gli anime ci si potrebbe scrivere un
intero libro, in queste 8 pagine si ribadiscono notizie abbastanza
conosciute da chi segue l'animazione giapponese.
Il cambio di carattere in corsa.
Ripetizioni, tra l'altro il brano non è stato tradotto, grazie :]
La sorpresina delle 34 pagine in inglese ^_^
63 pagine.
L'indice.
31 euro per meno di 100 pagine. Se ci fosse stato il marco tedesco imputerei il prezzo al cambio sfavorevole :-) Secondo me è colpa dello spread...
RispondiEliminaCosta di più di un Ultra Shibuya!!! :]
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