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domenica 4 ottobre 2015

Riflessioni sul Giappone Antico e Moderno



TITOLO: Riflessioni sul Giappone Antico e Moderno
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Aracne
PAGINE: 487
COSTO: 25 €
ANNO: 2014
FORMATO: 21 cm X 14 cm
REPERIBILITA': Raro nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788854879393

Questo libro nasce in onore della celebrazione di due anniversari:
il cinquantesimo anno dall’inaugurazione del Nihon Bunka Kaikan di Roma e il quarantesimo anno dalla fondazione dell’Associazione Italiana di Studi Giapponesi.
Infatti in uno dei primi contributi, che funge un po' da prefazione, Iwakura Tomodata rievoca la nascita del Nihon Bunka Kaikan di Roma, essendone stato tra i primi docenti.
Il saggio è diviso in cinque sezioni, e contiene 22 diversi contributi su tematiche differenti. Non essendo io un tuttologo nippologico, alcune tematiche mi sono estranee, altre non le ho proprio capite, ergo ho evitato di recensire le parti che non capito o che trattano argomenti che non mi interessano. Questo è lo svantaggio di questa tipologia di saggio, alcuni temi li si trova interessanti, altri poco o nulla, alcuni contributi sono scritti in maniera che anche un neofita possa intuirne il senso, altri sono scritti solo per gli addetti ai lavori.


Il Giappone nel diritto comparato. Un'analisi socio-legale attraverso la percezione del contenzioso
Giorgio Fabio Colombo

Il basso tasso di ricorso agli avvocati è un aspetto della società giapponese che molto spesso viene portato ad esempio della “diversità” della società nipponica rispetto al nostro occidente, o all'Italia.. L'autore smentisce questa asserzione abbastanza radicata, entrando, pur nell'esiguo numero di pagine, nel meccanismo legale nipponico.
Il contributo di Giorgio Fabio Colombo sarebbe da leggere assieme agli altri libri che sono usciti in Italia sulla medesima tematica:
L'unica grossa pecca sono le citazioni lasciate cortesemente in inglese, i miei 25 euro ringraziano sentitamente...


La Mano degli dei. La frode Fujimura e l'origine dei giapponesi
Simone Dalla Chiesa

Quando ancora non esisteva il web, il mio interesse per il Giappone era il medesimo, più concentrato sugli articoli giornalistici, a dire il vero abbastanza rari. Un fatto di cronaca giapponese che ricordo di aver letto, e che mi colpì molto, fu quello dell'archeologo dilettante (non laureato!!!) Fujimura Shin'ichi, che aveva il dono di trovare reperti in luoghi dove nessuno prima aveva mai recuperato nulla. 
Questo scritto mi ha permesso di riportare a galla la memoria di quei lontani articoli, oltre a darmi una panoramica più chiara sui fatti accaduti. 
Nel contributo di Simone Dalla Chiesa viene ben spiegato in cosa consistette la clamorosa frode del paleolitico inferiore ad opera di Fujimura, che nel novembre del 2000 venne beccato in flagranza di reato da un quotidiano nazionale, mentre interrava reperti archeologici che, in seguito, esso stesso avrebbe scoperto. L'inganno durava incredibilmente da 25 anni, con Fujimura che scovava miracolosamente reperti eccezionali in luoghi già ampiamente sondati, e che mai avevano dato alla luce oggetti simili. Nonostante alcuni studiosi avessero sollevato dubbi sulla autenticità dei ritrovamenti, portando a loro sostengo l'irregolarità degli scavi e numerose anomalie scientifiche dei pezzi, la grande maggioranza degli studiosi fingeva di non vedere le incongruenze di quei reperti. Infatti, grazie alle straordinarie scoperte di Fujimura, che dimostrava per lo meno una fortuna a dir poco sospetta, si poteva teorizzare la superiorità e l'unicità degli uomini preistorici nipponici, e quindi della “razza giapponese”.
Il capitolo andrebbe letto una volta al mese ai fanatici del Giappone.



Le varietà linguistiche delle isole Ryukyu: lingue o dialetti?
Giuseppe Pappalardo

Considerando che non sono un linguista, l'argomento, seppur un po' ostico per la terminologia, è interessante. L'autore alla fine sentenzia che quelli parlati nelle isole Ryukyu sono dialetti.


Chi ha paura del katakanago? Un'analisi sociolinguistica agli albori del ventunesimo secolo
Francesco Vitucci

Cos'è un katakanago?
Metto una scan di poche righe con la speigazione.


Viene proposta una breve, ma interessante, storia dell'introduzione di termini stranieri nella lingua giapponese. In Giappone c'è grande preoccupazione per queste parole e concetti mutuati da lingue straniere, di norma l'inglese, ed introdotti nel lessico parlato e nello scritto tramite il katakana.


Primi echi europei dell'ambasceria Hasekura-Sotelo
Annibale Zambarbieri

Si descrive la missione diplomatica del 1615 a Roma compiuta da Hasekura Tsunenaga e dal francescano Luis Sotelo.
In tema è stato pubblicato, sempre da Aracne questo saggio storico:
Nel contributo ci sono spezzoni di libri antichi con la cronaca di questo viaggio, questi scritti sono stati lasciati in spagnolo e latino, i miei 25 euro ringraziano sentitamente...


La partecipazione del Giappone alla conferenza di Bandung (18-24 aprile 1955)
Chiara Chiapponi

L'autore cerca di spiegare il motivo che spinse il Giappone, ex potenza coloniale, a partecipare nel 1955 alla conferenza di Bandung, in cui si riunirono i paesi non allineati di Asia ed Africa. E' illustrato il dibattito interno all'invito della nazione organizzatrice (l'Indonesia), i preparativi per la partecipazione, infine la posizione nipponica, che per la prima volta dopo la fine della guerra cercava di riavvicinarsi alle ex colonie.


Il “Nixon Shock” rivisitato. Il Giappone e la normalizzazione diplomatica fra la PRC e gli Stati Uniti
Valdo Ferretti

Il contributo si concentra su alcuni aspetti poco conosciuti del “Nixon Shock”, cioè quando nel 1971 gli Usa, prima con una dichiarazione pubblica e poi con azioni diplomatiche,, riconobbero la Repubblica Popolare Cinese. Lo shock per il Giappone consistette nell'essere stato tenuto all'oscuro dall'alleato americano, dopo che al Giappone era stato vietato più volte dalla diplomazia americana di avvicinarsi al regime comunista di Mao. Il gesto americano lasciò la diplomazia nipponica completamente spiazzata, in quanto restava schierata, su “suggerimento” Usa, a favore di Taiwan, quando ormai gli Usa avevano riconosciuto alla Cina il diritto di occupare il seggio all'Onu al posto nella Cina nazionalista.
Sono riportati numerosi tentativi nipponici di stabilire contatti diplomatici con la PRC prima che lo facesse Nixon nel 1971.


Il “paese rosso” di Hino Ashihei: la Nuova Cina tra l'ombra del passato e la critica del presente
Stefano Romagnoli

E' analizzato il libro di narrativa di viaggio di Hino Ashihei dal titolo “Viaggiare nel paese rosso” (1955), in cui l'autore riporta le sue riflessioni sulle responsabilità del Giappone per la guerra alla Cina, ed una forte critica agli intellettuali di sinistra. Questa critica verso gli intellettuali di sinistra nasce dal fatto che, per la sua partecipazione attiva alla propaganda giapponese, lui aveva pagato nel dopoguerra con l'epurazione americana, mentre questi intellettuali si erano creati una nuova identità antifascista. Hino aveva subito critiche e censure per i suoi romanzi pro regime , i suoi colleghi di sinistra l'avevano passata liscia, permettendosi anche di accusarlo.
Hino aveva combattuto in Cina, ed aveva partecipato attivamente alla propaganda militarista con i suoi romanzi bellici, per questo riconosce subito la medesima impronta propagandistica in ciò che vede di persona nella Cina del 1955. Fatto che gli comprendere le responsabilità nipponiche per l'invasione e i massacri perpetrati, ma anche quanto fosse simile il regime dittatoriale nipponico a quello della Cina di Mao.
Lo scritto è interessante, in quanto tratta di un problema per la società giapponese che resta attuale: il non aver mai fatto i conti con le responsabilità della guerra.
La colpa fu tutta della cricca militarista, dei burocrati, degli affaristi. Non dell'imperatore, che anche Hino difende, non del mondo della cultura, non del popolo.


L'epistolario inedito di Carlo Grillo (1846-1906), un giovane ufficiale di Marina in Giappone nel primo periodo Meiji (1871-72)
Giulio Antonio Bertelli

Nel 1871 la Regia corvetta “Vettor Pisani” partì per un viaggio intorno al mondo, una delle tappe fu Yokohama. L'allora 26enne luogotenente di vascello Carlo Grillo scrisse 18 lettere alla madre sul Giappone. Questo scritto di Giulio Antonio Bertelli si concentra sulle osservazioni di Carlo Grillo.
Le lettere sono interessanti in quanto l'autore vide un Giappone in grande trasformazione, inoltre, essendo lettere destinate alla madre, si esprime in maniera sincera, senza preoccuparsi di ripercussioni diplomatiche. Quindi esprime liberamente sia opinioni negative che positive.


Kobu Bijutsu Gakko: diplomazia dell'arte dal Regno d'Italia al Giappone Meiji
Kawakami Mari

Si ripercorrono brevemente i sei anni di storia della prima scuola di belle arti di Tokyo, che dal 1876 ebbe un ruolo importante per lo sviluppo dei rapporti culturali e diplomatici tra Italia e Giappone. Altre nazioni erano apprezzate in Giappone per la tecnologia, per la potenza dell'esercito o della marina, l'Italia lo era per l'arte.
L'autore spiega anche il perché la scuola venne alla fine chiusa.


Note su due scritti incompiuti di Akatugawa: fra tradizione giapponese e sessuologia europeizzante
Paolo Villani

Tramite le due opere incompiute di Akutagawa Ryunosuke l'autore cerca di mostrare alcuni cambiamenti nel costume sessuale giapponese.


Il “Mare della felicità” di Mishima Yukio e “L'anima e il suo destino” di Vito Mancuso. Narrativa che precorse una teosofia
Virginia Sica

Non sono un fan degli scritti di Mishima.


Musica come rappresentazione: Fluxus a Tokyo dagli anni '60
Luciana Galliano

Questa è una tematica che non conosco e che non mi interessa.

La veterinaria nel Giappone antico: note sui testi e lessico nel periodo dello Stato retto dai codici
Antonio Manieri
Vedi sopra.


Il pensiero di Dogen al di là di affermazione e negazione
Aldo Tolini

La filosofia zen non l'ho mai digerita, troppo complessa per me, oppure troppo inutile.


Riflessioni preliminari per un'analisi narratologica dello sharebon di Santo Kyoden
Cristian Pallone

Una tematica che non conosco.


Modalità di collegamento delle strofe in Basho: nioi e omokage
Matteo Lucci

Non conosco il giapponese.


Scheletri tra Oriente e Occidente: Danse macabre e Ikkyu gaikotsu
Imanishi Yuichiro

E' analizzato un racconto, in parte disegnato, attribuito al monaco Ikkyu, che espone il concetto di impermanenza. Più che comprensibile ed interessante.


Akutagawa e lo haikai
Lorenzo Marinucci

Una tematica che non conosco.

Edipo nelle opere di Murakami Haruki e Kurahashi Yumiko
Luciana Cardi

Una tematica che non conosco.

Il “plurilinguismo dell'altro”: l'auto-traduzione nell'opera poetica di Sekiguchi Ryoko
Emanuela Costa

Non conosco il giapponese.

Yokai e letteratura: la letteratura al secondo grado di Kyogoku Natsuhiko
Diego Cucinelli

La tematica sul folklore legato agli yokai mi interesserebbe anche, purtroppo è legata alla psicologia, cosa che non mi permette di comprenderla.

La seconda di copertina.


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