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domenica 24 ottobre 2021

"Le voci spaziali arrivano da Trastevere", di Giovanna Grassi - "Domenica del Corriere" 4 ottobre 1980


L'animazione seriale giapponese generò, oltre al successo di se stessa, quello del merchandising, delle sigle musicali ("C'era una volta... le sigle tv") e dei doppiatori, questo articolo mostrò anche i volti delle voci di Koji Kabuto (Claudio Sorrentino), Actarus (Romano Malaspina), la voce femminile del Barone Ashura (Laura Gianoli), Capitan Harlock (Gianni Giuliano) e il direttore del doppiaggio di Mazinga Z (Mario Bardella).
La redazione della "Domenica del Corriere" dedicò ben quattro pagine alle voci degli anime, fatto abbastanza inusuale ai tempi, peccato per l'atroce, inqualificabile, fin delinquenziale errore di aver trasformato Romano Malaspina in Stefano Malatesta... 
Posso solo immaginare il dispiacere dell'attore e doppiatore quando lesse il suo nome completamente stravolto, non si può neppure parlare di un refuso, è completamente un altro nome ed un altro cognome...
Devono essere cose che fanno male, sia a livello personale che professionale.


Quella sopra è la didascalia alla foto di Claudio Sorrentino e moglie, quella sotto è l'atroce scritto inerente Romano Malaspina.
Nelle quattro righe su Sorrentino il nome è giusto, ma era chiedere forse troppo che azzeccassero anche chi doppiasse... non il robot "spaziale" (mi pare che Mazinga Z non abbia mai varcato l'atmosfera terrestre), ma il suo pilota, Koji Kabuto.
Per il povero Malaspina sbagliano sia il nome che chi lui doppiava, che, di nuovo, non era Goldrake, ma il suo pilota.
Concetto troppo difficile per gli adulti del 1980?


Giovanna Grassi non fu molto lungimirante, non dopo 10 anni, ma anche dopo 20, 30 e 40 anni e oltre siamo ancora qui a parlare di Goldrake, Mazinga, Harlock e soci.
Quindi la "brutalità spaziale del cinema d'animazione made in Tokio" ha trasmise qualcosa di positivo, che quegli adulti proprio non volevano vedere.
Da notare un paio di accenni al prossimo venturo spegnersi dei video riflettori sugli eroi galattici e del pensionamento di Mazinga, chissà se furono solo parole a caso oppure alla giornalista venne detto che la Rai avrebbe stoppato gli anime robotici a causa delle polemiche mediatiche.
Ma come la valutavano i doppiatori i personaggi a cui prestavano la voce?
Diciamo che qualcuno fece dichiarazioni più coerenti con il successo avuto presso i bambini, altri li criticavano, però continuavano a doppiarli  :]


 

5 commenti:

  1. Quarant'anni dopo, la musica è sempre quella, ma invece di Goldrake c'è Squid Game: pochi genitori "preoccupati" che invocano la censura della "cosa nuova e strana venuta da lontano". Tra altri 40 anni, ci saranno genitori "preoccupati" per... chissà. Il cinema ghanese? I fumetti brasiliani? Le serie TV indiane? Qualsisi sarà il mezzo o la provenienza, avremo sempre una Maude Flanders che si strapperà i capelli perché "nessuno pensa ai bambini", temo.

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    1. Si, la menata è sempre la stessa.
      La cosa fin comica è che i commentatori, i giornalisti e gli esperti si stanno lanciando a corpo morto contro Squid Game, pare non conoscendo l'esistenza del genere "survival game" e della serie "Alice in the Borderline".
      Si sono accorti di "Squid Game" perché ha avuto successo, ma si sono persi "Alice in the Borderline".
      A me "Squid Game" non ha preoccupato, certo, non lo farei vedere a catechismo...
      Fanno casino perché in "Squid Game" chi perde muore, è dai tempi di "Space Invaders" che chi perde muore, dai cabinati in poi...

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    2. Ehm, quella storica battuta non l'ha pronunciata Maude Flanders, ma Helen Lovejoy, moglie del reverendo.

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  2. Innanzitutto GRAZIE per queste scansioni... quella con Malaspina la conoscevo già, ma le altre, wow!
    Mario Bardella non sapevo fosse stato il direttore del doppiaggio... avevo però riconosciuto la sua voce sul Prof. Mori Mori, sul Prof. Gordon (guest in un episodio) e addirittura sul Dr. Inferno in un solo episodio.
    Riguardo il refuso su Malaspina... ho ascoltato una sua recente intervista in cui accusava proprio Sorrentino di aver dato il nome sbagliato al giornalista.

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    1. Prego, è lo scopo del blog ^_^
      Quindi fu un errore pilotato?
      Se così fosse stato il dolore di Malaspina perdurerà fino ad oggi...
      Mi auguro vivamente quel nome e cognome errati non furono causati da volontà.

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