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lunedì 28 ottobre 2019

Inserto con programmi radio private aprile 1982 della Lombardia (e Piemonte) - "TV Sorrisi e Canzoni" dal 4 al 10 aprile 1982



Non ricordo più da parte di chi e in quale post mi fu chiesto di inserire, oltre ai palinsesti delle televisioni, quelli delle radio locali private, un po' in ritardo colmo la lacuna   ^_^
Qualche giorno fa, scartabellando l'annata 1982 in emeroteca, mi sono imbattuto in questo inserto mensile di "TV Sorrisi e Canzoni", che direi dovesse essere il primo del genere, in quanto nei tre mesi precedenti del 1982 non era presente.
In copertina ci sono i primi conduttori radiofonici della neonata milanesissima Radio DJ, che a parte Cecchetto sinceramente non riesco a mettere in collegamento coi nomi presenti a sinistra.
L'inserto venne pubblicato una volta al mese per un certo numero di mesi, poi eliminato, non ho avuto l'accortezza di prendere nota da quando scomparve, però alcuni numeri furono consecutivi.
Le emittenti radiofoniche erano diverse per provincia.
Milano:
Radio Studio 105; Radio DJ; Radio Montestella; Press Panda All News; Gamma Radio; Radio Popolare; Radio City; Radio Studio Milano; Radio Stramilano; Radio Milano Ticinese; Radio Milano International; Studio Elle GBR; Radio Peter Flowers; Radio Superstar RGB Inter; MI-Radio; 1-Radio Citta-2; Break Station; Onda Radio; Radio Mediolanum; Novaradio

Cinisello Balsamo: Radio Kelly Milano
Cologno Monzese: RTD
Desio: Radio Nord Milano 22
Cusano Milanino: Studio 1 Lombardia
Corsico: Superradio
Cesano Madermo: Radio Lombardia
Cernusco sul Naviglio: Radio Martesana
Melzo: Via Radio
Corbetta: Delta Radio
Cesano Boscone: Radio Tangenziale Ovest
Lentate sul Seveso: Radio Base Lombarda
Lodi: T. R. Lodi
Vimercate: Erreviradio
Sesto San Giovanni: Radio Capital Milano
Varese: Radio Valceresio Malnate; Radio Telenove; Radio Cinque; Radio Stazione Uno; Teleradio 3; Radio Europa; Radio Sound Varese
Pavia: Radio Più 93; Sigma Radio Oltrepò; Pavia Radio City; Radio Voghera; Radio Vigevano
Lecco: TVR Lecco
Como: Como Radio City
Bergamo: Radio Alta; RTL; Megaradio; Radio Beta; Radio Luna Bergamo
Brescia: Radio Zenith; Radio Studio Più; Radio Brescia il Leone; Radio Voce; Radio Bresciasette; Antenna G1 Italradio; Free Radio Lombardia; Radio Spazio Zero; Radio Orzinuovi
Crema: International Radio
Cremona: Cremona TRP Stereo; Studioradio; Caporadio; Radio Cremona
Mantova: Radio Alfa
Piemonte: Radio Gold International; Radio BBSI; Mela Radio 91; Radio Tele Libera; Errenove; Radio Onda; Radio Studio 91; Radio City Vercelli; Radio Studio Pezzana.
Roma: GBR Antenna Italia
Radio Estere: Radio Montecarlo; Radio Capodistria; Radio Monteceneri (Svizzera)

La cosa curiosa che ho notato è che era pieno di radio con "International" nel nome, e poi trasmettevano in un'area di pochi chilometri quadrati  ^_^




Il fascicolino è identico a quello delle tv locali prima che i programmi venissero spostati nelle pagine finali della rivista, per essere messi assieme alla Rai e alle tv nazionali private. Stesso formato, medesima carta, identico colore rosastro.
Ovviamente, essendo uno spillato (come quello delle tv locali), si poteva staccare e consultare per tutto il mese.
Per mera cronaca l'inserto delle tv locali era scomparso dal numero n° 11 del 15/21 marzo 1981:
TV Sorrisi e Canzoni n° 11 dal 15 al 21 marzo 1981


Avendo potuto fare solo fotografie (la biblioteca non ha una fotocopiatrice...), per rendere più fruibile il testo ho scattato una foto per ogni due colonne della pagina.
Il palinsesto era unico per tutta la giornata e per ogni giorno della settimana, in caso di variazioni è presente il giorno con la modifica della scaletta.

Buona consultazione  ;)

domenica 27 ottobre 2019

Anime di robot, la guida completa da Goldrake a Gurren Lagann



TITOLO: Anime di robot, la guida completa da Goldrake a Gurren Lagann
AUTORE: Andrea Paltrinieri
CASA EDITRICE: Nicomp L-E.
PAGINE: 274
COSTO: 19€
ANNO: 2019
FORMATO: 24 cm X 17 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN:9788894989243

Era un po che non usciva un bel saggione sui robottoni.
Premetto subito che il libro mi è piaciuto (dal terzo all'ultimo capitolo), tra l'altro è scritto in maniera comprensibilissima, detto ciò...    ^_^
A pagina due è presente un piccolo avviso per il lettore:
"Realizzare un libro, e in particolare una guida, è un'operazione molto complessa, mai scevra di errori od omissioni. Perciò l'autore e l'editore riceveranno con piacere eventuali segnalazioni dai lettori."

Oh, me lo avete chiesto voi di segnalarvi gli errori, ok? Poi non fate che vi offendete  :]

Sia chiaro, ci sono errori trascurabili, come aver scritto che Doppler suonava il pianoforte, quando, invece, era un organo: https://www.youtube.com/watch?v=tvvA7gT-ZS0&t=15s
Oppure errori opinabili, come aver scritto che Boss, Nuke e Mucha rappresentano, assieme ad Alcor/Koji, i personaggi che danno continuità alla saga gonagaiana fin da Mazinga Z, quando in Goldrake li si vede, se non rammento male, in sole due puntate su 74.
Poi ci sono errori gravi, tipo il secondo capitolo... che sono solo sei pagine, ma le prime tre sono da rimanere un pelino basiti... ci torno più sotto.
A mio avviso il primo errore è stato quello di aver denominato questo libro come una "guida", per di più "completa", che inizia il suo excursus addirittura da ben prima di Goldrake (dal 1963 con Tetsujin 28 Go) fino a Gurren Lagann (2009), quindi 45 anni di animazione robotica.
Sarebbe stato più prudente non usare l'aggettivo "completa".
"Guida ragionata"?
Oppure bastava omettere la descrizione "la guida completa", lasciando solo "da Goldrake a Gurren Lagann".
E' possibile in 274 pagine stilare una "guida completa" dell'animazione robotica giapponese?
Secondo me, no.
Nell'introduzione l'autore spiega che:
"Per ragioni di organicità e coerenza interna, nonché di spazio, l'indagine si concentrerà sulle produzioni edite in Italia attraverso tutti i canali di diffusione disponibili: cinema, televisione, home video, internet ecc".

Ma allora perché si analizzano i primissimi anime robotici in bianco e nero degli anni 60?
Non mi pare siano mai arrivati in Italia, neppure subbati.
Però il problema è un altro, quando si inserisce il "canale di diffusione internet", praticamente si inserisce tutta l'animazione, in questo caso robotica, perché in streaming, subbati in inglese o italiano, sono arrivati una enormità di anime robotici, quindi nel saggio ci dovrebbe essere tutto quello arrivato sul web, in quanto questa vuole essere una "guida completa".
Il primo capitolo è la storia dell'animazione robotica, non per nulla si intitola "Mezzo secolo di robot", purtroppo consta di poco meno di 60 pagine.
E' possibile raccontare 50 anni di cartoni animati robotici in meno di 60 pagine?
Secondo me, di nuovo no.
Un appassionato potrebbe trovare questo "riassunto" poco approfondito, un non appassionato un semplice susseguirsi di nomi giapponesi e di date.
Nel secondo capitolo l'autore vuole illustrarci come venne accolta l'animazione robotica giapponese in Italia. E' possibile far ciò in sei pagine?
Assolutamente no... specialmente se il racconto di questo approdo sui teleschermi italici contiene gravi errori.
Errori che, considerando la saggistica pubblicata e le informazioni presenti sul web (come in questo blog), si potevano e si dovevano evitare.
Il capitolo parte subito male.
Per l'autore il genere Meisaku fu creato "per incontrare il gusto del pubblico occidentale":
"...realizzando fedeli riduzioni di romanzi europei e americani per ragazzi".
A questi primi anime del "World Masterpiece Theater" seguiranno "storie originali con sfondi storico-sociali europei come Lady Oscar e Candy Candy"...
Quindi la bevanda giapponese Calpis sponsorizzò l'anime Heidi per venderlo in occidente?
Gli anime dovevano catturare il pubblico giapponese, mica quello occidentale... se una serie non aveva abbastanza ascolti, veniva ridotta e poi tagliata per sempre.
Il genere Meisaku nasce per dare ai bambini nipponici storie formative di gusto esotico (che per i giapponesi è l'occidente), che in seguito furono ben accolte anche dai giovani telespettatori occidentali, ma non furono create per noi!
Il fatto di aver condensato così tanto i temi di questo secondo capitolo, può aver portato a degli equivoci, ci sono, però, anche gli errori, e quelli sono poco contestabili.



Gli errori si moltiplicano quando si modifica la storia dei cartoni animati giapponesi arrivati in Italia.
E' possibile scrivere nel 2019 che Heidi esordì nell'estate del 1976?
La prima puntata di Heidi - 7 febbraio 1978 (non 1976)

Per la cronaca io ho passato in rassegna tutti i "Tv Sorrisi e Canzoni" del 1976 (e pure del 1977) e ovviamente non c'è alcuna traccia di una trasmissione di Heidi nell'estate di quell'anno, che, invece, avvenne il 7 febbraio (inverno) 1978!
Quindi Heidi non arrivò "quasi due anni prima" di Goldrake, ma due mesi prima... e dalla storia dell'arrivo di Goldrake in Italia scompare incredibilmente Nicoletta Artom... che scoprì "Atlas Ufo Robot" durante il Mifed di Milano dell'autunno 1977.
Paola De Benedetti e Massimo Gusberti erano i funzionari Rai a cui la Artom sottopose l'idea di acquistare i diritti di "Ufo Robot Grendizer"!
Il bello è che, sia nelle note a questo capitolo che nella bibliografia, l'autore cita il saggio di Massimo Nicora, che però pare non sia stato letto molto bene:
C'era una volta Goldrake, la vera storia del robot giapponese che ha rivoluzionato la tv italiana

Ma non è finita qui.

giovedì 24 ottobre 2019

"Per capire il tv color: i video giochi", di Paolo Nuti - "Guida all'acquisto di un TV color (supplemento al n° 82 di Suono)" maggio 1979


Questo supplemento alla rivista "Suono"consta di ben 258 pagine, vi è contenuto un mare di informazioni interessanti, ed in parte commoventi  ^_^
Essendo il focus della pubblicazione una guida per l'acquisto di un televisore a colori, che molte famiglie del periodo non avevano (compresa la mia...), le due paginette sui "video giochi" (notare che le due parole sono separate) non le si può considerare un mero inserto pubblicitario, in quanto vi sono esposti critiche e consigli tecnici.
Paolo Nuti cercò di spiegare al lettore presumibilmente adulto, che nel 1979 era del tutto a digiuno di console domestiche, quali fossero gli articoli da scegliere, i loro pro e i loro contro.
Questo articolo è tra i primissimi che ho scovato fino ad ora, anticipa addirittura l'articolino sulla console Mesaton presente in un "Onda TV" del dicembre 1979:
Console videogiochi Mesaton - Articolo su "Onda TV" del dicembre 1979

Questo post andrebbe letto assieme a quello che scrissi nel gennaio 2018, sulle prime pubblicità di console di videogiochi, visto che vengono proposti gli articoli citati:
Le prime pubblicità delle console di videogiochi (anni 1975/79) + 2 articoli giornalistici del 1978

I sistemi Grunding e Saba si possono ampiamente ammirare nel link qua sopra.








Più sotto inserisco le singole immagini dell console più ingrandite  ;)




Paolo Nuti ci informa che se i negozi di giocattoli avessero avuto sufficienti scorte, il boom delle console domestiche di videogiochi sarebbe esploso nel Natale 1977, direi che l'esplosione ci sarà solo dai primissimi anni 80.
Come accennavo all'inizio del post di solito gli articoli sui videogiochi erano preamboli per piazzare una bella immagine a doppia pagina di una o due console, magari sotto il periodo natalizio.
In questo modo la rivista univa il dilettevole, cioè un articolo che poteva interessare il lettore, all'utile, un inserzionista contento   ^_^
La seconda opzione era un articolo che lanciava strali sulla pericolosità dei videogiochi, che sostituiranno i cartoni animati giapponesi come "bau bau" degli adulti/esperti...
L'autore di questo articolo, invece, si mantiene distante da entrambe le impostazioni, semplicemente fa informazione su un prodotto che era disponibile sia a prezzi accessibili che a prezzi alti, spiegando la differenza di costo.

lunedì 21 ottobre 2019

"Impariamo a giocare coi miliardi degli sciecchi", di Paolo Cucco - "TV Sorrisi e Canzoni" dal 28 novembre al 4 dicembre 1976


Nell'ormai lontano luglio del 2013 postai la recensione del gioco di società Petropolis, uno dei miei preferiti da bambino, mentre a fine settembre ho trovato questo sorprendete articolo su "TV Sorrisi e Canzoni". A dire il vero, più che un articolo, mi è parsa una pubblicità occulta pre-natalizia, ma forse fu proprio grazie a Paolo Cucco che appresi dell'esistenza di Petropolis.

Petropolis - Editrice Giochi (1976)

La recensione del gioco in scatola è un pelino scarna dal punto di vista del commento scritto, ma valgono le immagini, come sempre, più di mille parole o petrodollari  ^_^



Grazie a Paolo Cucco, che dall'aprile del 1978 si occuperà spesso dei cartoni animati giapponesi, apprendo solo oggi addirittura il nome dell'inventore del gioco, un nobile francese!

Arnaud de Rosnay

http://www.arnaudderosnay.com/index.php/inventeur/le-petropolis

Disse de Rosnay.
"Se Monopoli è nato dopo la grande crisi economica del 1929, e rispecchiava la situazione mondiale di 40 anni fa, il mio gioco deve essere attualissimo per avere successo.".

Non che ci volesse un genio per rendersi conto che Petropolis fosse un clone di Monopoli, però la mia intuizione nella recensione del gioco in scatola è corroborata da ciò che scrive sia Paolo Cucco e il nobile francese.
Ai tempi esisteva sia il campionato italiano che quello mondiale di Petropolis!
L'articolo si divide in due parti, il commenti di Cucco sulle regole di Petropolis, a cui segue un box informativo sul torneo nazionale e mondiale.
Il primo campione italiano di Petropolis fu l'udinese Paolo Fontana, ho provato a cercare info sul web, ma non ne esistono, parrebbe.
Non ho recuperato notizie neppure su chi vinse il campionato mondiale, che si svolse a Montecarlo dal 26 al 28 novembre 1976.

domenica 20 ottobre 2019

Reintegrato in parte le immagini scomparse da Picasa

In questi giorni ho cercato in vari modi di ricaricare o far riapparire le immagini scomparse da Picasa:

Dal blog sono scomparse una caterva di immagini... Picasa ha colpito postuma...

In alcuni casi sono ricomparse da sole, il che mi fa temere che potrebbero riscomparire, in altri casi le ho dovute ricaricare.
Nel secondo caso nasce il problema che non sempre dalle farneticazioni che scrivo nel post ho la certezza di quale immagine stavo commentando, ergo potrebbero nascere delle incongruenze tra il commento e l'immagine:

"Mazinga Z alla riscossa" - Mattel 1980

Ad ora una cartella di Picasa che conteneva più di 300 immagini della "Go Nagai Robot Collection" risulta visibile solo a me quando mi loggo in "Google Foto", che ha sostituito Picasa, ma comunque le immagini non si vedono più: scomparse per il blog, pare manchi "il collegamento".
E' una cartella del 2016, ergo tutti i post della GNRC del periodo saranno senza immagini...

Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 18 Grendizer e Drill Spacer

Essendo così tante non ho ancora deciso cosa farò in merito, per ora sto dando la priorità agli altri post.

Ringrazio nuovamente Google Picasa e Google Foto per l'ottimo lavoro svolto    ^_^

lunedì 14 ottobre 2019

Dal blog sono scomparse una caterva di immagini... Picasa ha colpito postuma...

Mi sono accorto per un qualche mistero web-informatico una gran parte delle immagini che avevo caricato su Picasa, ormai non più supportato da Google, e che erano visibili sul blog tramite link, non sono più visibili...
Ecco qualche esempio di post senza immagini:
"Cresci pupazzo, cresci", di Tino Oldani - Panorama 6 agosto 1979

"Francesca contro Francesca" - Gente 1 maggio 1981 + "La voce italiana di Heidi protesta" - "Corriere della Sera" 13 aprile 1981

"Con Heidi si rideva, con Remi si piangerà", di Angelo Falvo - "La Domenica del Corriere" 10 ottobre 1979

Non solo gli articoli dell'Emeroteca Anime, ma anche la "GO Nagai Robot Collection" o i giochi in scatola...
Go Nagai Robot Collection - Uscita Speciale 18 Grendizer e Drill Spacer
"L'Apemaia" - Clementoni 1980

Un disastro...
Non saprei dire da quando c'è questa situazione, io me ne sono accorto ora.
Il tutto nasce dal trasferimento delle immagini caricate su Picasa a Google Foto...

"Moving on from Picasa", ovvero: sono fregato? :] 

Si, la risposta dopo 3 anni e 8 mesi è decisamente si...
In pratica alcuni album non sono più visibili al pubblico, ergo niente immagini linkate, altri album, caricati con il medesimo account, si vedono senza problemi, ergo anche i link.
Mi pare di aver capito che il problema risieda in queste simpatiche righe:
https://support.google.com/picasa/answer/6383491

Link che continueranno a funzionare

  • Link a foto e album i cui URL utilizzano il tuo ID utente (e non il tuo nome utente).
  • Link a gallerie pubbliche i cui URL utilizzano il tuo ID utente (e non il tuo nome utente).

Link che non funzioneranno più

  • Slideshow incorporati sui siti web.
  • Album di Picasa Web Album e foto inserite sui siti web.
  • Link a foto, album e gallerie pubbliche i cui URL utilizzano il tuo nome utente (e non il tuo ID utente).
Se io mi loggo all'account ex Picasa oggi diventato Google Foto dove sono ospitate le immagini che non si vedono, di colpo sul mio pc fisso ricompaiono, ma contemporaneamente non si vedono sul cellulare.
Quindi ho la certezza che la magagna risieda negli album ex Picasa, grazie Google...
 La sola idea di dover ricaricare tutto mi fa venir voglia di chiudere baracca, buratini ed immagini...
 

"La cara amica Clara- La favola televisiva di una bimba come te" - Heidi n° 4 (giugno 1980?)



Queste pubblicazioni del telefilm di Heidi non sono di facile reperimento, quindi le posto man mano che ne vengo in possesso.
Si vede che questi volumetti della "Foto Edi Tivu" non ebbero il successo delle pubblicazioni ispirate all'anime, visto che tutto quello che concerne la Heidi animata di Takahata è abbastanza facilmente recuperabile.
In questo volume la storia ricomincia dal dramma dei gattini portati da Heidi, che avevamo visto alla fine del volume n° 3, fino al fantasma che infesta casa Sesemann.
Considerando come la trama si sviluppa velocemente, direi che approssimativamente il numero 5, ammesso che riesca mai a trovarlo, dovrebbe esse l'ultimo o il penultimo numero.

"Finalmente dal nonno - La favola televisiva di una bimba come te" - Heidi n° 1 (marzo 1980) 
"Un inverno felice - La favola televisiva di una bimba come te" - Heidi n° 2 (aprile 1980)
"Heidi va in città - La favola televisiva di una bimba come te" - Heidi n° 3 (maggio 1980?)



Gli autori/produttori/regista del telefilm svizzero-tedesco-australiano commisero un enorme bloopers anacronistico.
Lo possiamo apprezzare nella pagina in cui vediamo Heidi e Clara giocare ad un gioco in scatola che nel 1830, periodo in cui si svolgerebbe la storia, non era stato ancora inventato.
Clara ed Heidi stanno giocando alla versione crucca di ""Non t'arrabbiare", il problema non è solo che il gioco venne inventato nei primi anni del 1900, ma che la produzione usò una confezione degli anni 70  ^_^
Possibile che nel 1830 fossero state stampate le pedine in plastica? 
Al link qui sotto si può vedere che le due ragazzine giocavano alla versione dell'immagine:
http://www.christine-heinsohn.de/spiel-mensch.htm

Ma non potevano farle giocare a scacchi?
Ok, Heidi non sapeva leggere, ma almeno a dama avrà saputo giocarci?
Però una dama in legno, non in plastica!   :]

Per il resto buona lettera.

venerdì 11 ottobre 2019

"Guida TV" paginone con riepilogo dei programmi per ragazzi - 10 numeri del 1980/81/82


Nel post precedente accennavo al fatto che, nel panorama delle riviste televisive del periodo dalla fine degli anni70 ai primi anni 80, i "Guida TV" risultano poco interessanti in quanto non presentavano articoli, ma solo i palinsesti delle emittenti nazionali e locali.
A me occasionalmente sono serviti per eventuali conferme della presenza o meno di programmi, ma alla fine ne ho un numero ridotto proprio per il motivo di cui sopra.
C'era, però, una iniziativa della redazione di "Guida TV" che oggi ben evidenzia il panorama dei programma dedicati ai più piccoli, cioè un paginone centrale che riassumeva tutti i cartoni animati, telefilm e programmi contenitori di cartoni animati della settimana.
Presento in questo post tutti i numeri di "Guida TV" in mio possesso con "La pagina dei ragazzi", in tutto 10 numeri che partono da metà novembre 1980 fino a settembre 1982, così suddivisi:
1980 16/22 novembre
1980 23/29 novembre
1981 10/16 maggio
1981 12/18 luglio
1981 26 luglio/ 1 agosto
1981 4/10 ottobre
1981 20/26 dicembre
1982 23/29 maggio
1982 11/17 luglio
1982 12/18 settembre

In questo arco temporale di quasi due anni si nota che per l'animazione giapponese non scema l'interesse, inizialmente ero convinto che per l'annata 1982 ci potesse essere un aumento delle serie animate non giapponesi, mentre ad un controllo più accurato mi son reso conto che fosse solo una mia erronea osservazione generale.
Nel 1982 c'è una diminuzione del numero di titoli disponibili settimanalmente, ma ritengo che la causa fosse l'accorpamento delle tv locali in network, e quindi la loro riduzione numerica.
Ergo meno televisioni emittenti = meno serie animate trasmesse ogni giorno.
Premesso che il campione su cui ho effettuato il conteggio è assai limitato, solo i dieci numeri elencati poco sopra, e che qualcosa mi sarà di certo sfuggito (sono stato un po' veloce), la tabella sottostante mi ha impressionato non poco.
Guardando le scan del riepilogo dei programmi si noterà che in alcuni casi era presente solo la voce "disegni animati" o "cartoni animati", quindi non li ho inseriti nel totale. Ci sono poi un certo numero di titoli che non conoscevo, neanche quelli li ho inseriti, comunque non tantissimi.
Infine c'è una terza categoria che non ho inserito nel computo: le trasmissioni contenitori di cartoni animati.



Ho cercato di rendere la tabella più semplice possibile.
A sinistra la data del numero di "Guida TV".
Ho contato tutte le singole puntate in palinsesto di ogni cartone animato, indipendentemente se fossero repliche. Una puntata era una puntata, se poi fosse la decima replica non interessava quello che volevo far risaltare, cioè quante puntate di animazione giapponese erano disponibili in ognuna delle settimane prese in considerazione.
Ho quindi selezionato, all'interno del numero complessivo di puntate, a quante serie corrispondessero.
Stesso discorso per l'animazione non giapponese, quindi italiana e statunitense.
L'ultima colonna a destra contiene quante puntate e quante serie potevamo vedere in ognuna di quelle settimane.
Il tutto fa abbastanza impressione.
Solo nella settimana dall'11 al 17 luglio 1982 vennero trasmesse un numero maggiore di puntate di serie non giapponesi rispetto ai cartoni animati giapponesi.
In tutti gli altri nove casi le puntate degli anime disponibili alla fruizione televisiva erano preponderanti.
Stesso discorso per le serie da cui provenivano le singole puntate, l'animazione giapponese è sempre davanti, in alcuni casi largamente.
Per esempio nella settimana dal 4 al 10 ottobre 1981 potemmo vedere ben 219 singole puntate di 48 serie animati differenti!!!
Bella forza che gli adulti ci considerassero quasi certi futuri idioti...   ^_^
Un'ultima considerazione merita il doping numerico delle serie non giapponesi.
Mentre la quasi totalità assoluta degli anime duravano più di 20 minuti, ma ovviamente nel computo ognuna di esse vale numericamente una unità, le serie non nipponiche quasi mai avevano una durata equipollente.
Quindi, se moltiplicassimo ogni singola puntata dei cartoni animati giapponesi per 20 minuti, mentre per l'animazione non giapponese ci fermassimo a 10 minuti, ma spesso duravano meno, il conteggio totale sarebbe ancor di più impressionante sul versante degli anime.




Altro che maratonamentana!!!  ^_^
Ovviamente tutti questi calcoli sono molto approssimativi, solo indicativi di un affollamento televisivo potenziale, anche perché una puntata di un anime, in realtà, durava qualche minuto oltre i 20, quindi il calcolo è addirittura per difetto.
Sempre nella suddetta settimana dal 4 al 10 ottobre 1981 saremmo potuti stare davanti al televisore per 49 ore a vedere solo cartoni animati giapponesi!   :]


Di seguito ogni pagina centrale coi programmi per ragazzi, di cui ho fatto anche una scansione di ogni mezza pagina, per ingrandire un po' lo scritto.

Qui sotto le scan del 1980 16/22 novembre

martedì 8 ottobre 2019

"Capitan Harlock: pirata o eroe?", di Guglielmo Sasinini - Famiglia Tv n° 10 dal 11 al 17 marzo 1979


Sono sette riviste televisive del periodo fine anni 70/primi anni 80 che ho deciso di mostrare in sul blog:
Famiglia TV (2 post)
Onda TV (2 post)
Radiocorriere TV (1 post)
Settimana TV (2 post)
Telepiù (10 post)
Telesette (4 post)
Tv Sorrisi e Canzoni (32 post)

L'unico post presente sul Radiocorriere TV conteneva la presentazione dell'esordio di Goldrake sulla Rai, ma considerando che la rivista è disponibile on line, non credo ne mostrerò altre.
La parte del leone la fa, ovviamente, "TV Sorrisi e Canzoni", seguono Telepiù e Telesette, quindi prossimamente cercherò di concentrarmi sulle pubblicazioni televisive lasciate un po' indietro.
Preciso che, pur essendo in mio possesso, non penso che posterò mai i "Guida TV", in quanto non contenevano articoli, ma solo i programmi.
Esistevano numerose altre piccolissime riviste locali televisive, come la ligure "Tele Secolo", di cui ho un paio di articolini sugli anime, ma sono tutte di quasi impossibile reperimento, purtroppo.
In questo numero di "Famiglia TV" c'è l'anteprima di Capitan Harlock, che esordì sulla Rai il 9 aprile 1979, e vi si possono leggere non solo delle anticipazioni, ma delle vere e proprie invenzioni  ^_^
Chiaro che a tempi i giornalisti si potevano basare solo sulle informazioni rilasciate da chi trasmetteva il programma, in questo caso un cartone animato, di certo l'autore non poteva fare una ricerca sul web o guardarsi la prima puntata in giapponese coi sottotitoli italiani o inglesi.
Poi si leggono informazioni che furono probabilmente inventate di sana pianta da chi scriveva, senza considerare le valutazioni personali, che in quanto tali erano legittime, ma opinabili.




Cosa apprendiamo da questa anteprima?
Intanto che Capitan Harlock assomigliava fisicamente ad Actarus... se non fosse stato per il piccolo particolare della piccolissima cicatrice sul volto e della mancanza dell'occhio sinistro... per il resto sono lo stesso diversi...   ^_^
Posso immaginare che quando il giornalista scrisse questa sua considerazione non avesse fra le mani una immagine di Actarus, e che si basasse solo sulla sua memoria, quindi torniamo al discorso originale per il quale ai tempi non si aveva a disposizione la qualunque informativa in ogni momento.
Il comico è che non solo il giornalista vede una somiglianza tra i due eroi animati nipponici, ma si spinge, non si capisce in base a quale capzioso argomento, ad ipotizzare che siano parenti!
Ma se nell'articolo scrivi che le vicende di Capitan Harlock si svolgono nel 2076, buttando lì un numero a caso, visto che l'anno sarebbe il 2977, non ti rendi conto che Actarus si muoveva, invece, in un mondo contemporaneo al nostro?
Come potevano essere parenti?
E a proposito di parenti, scopriamo anche che Mayu era la figlia di Capitan Harlock!
Sarà stato contento di scoprirlo quel simpatico cornutone di Tochiro... e qui si aprirebbero grosse parentesi sul rapporto non platonico tra Harlock ed Emeralda   ^_^

domenica 6 ottobre 2019

"Se è il robot che fa il kung fu", di Gino Frezza + "Uomo, astronave e Dio", di Alberto Abruzzese - "La città futura, settimanale della federazione giovanile comunista italiana" 17 gennaio 1979



Nel precedente post avevo mostrato un articolo della sconosciutissima rivista "La Nostra Assemblea", stavolta tocca al settimanale "La città futura, settimanale della federazione giovanile comunista italiana".
"La città futura" si era anche occupata di fumetti, avendo pubblicato regolarmente strisce italiane, quindi questo commento ad "Atlas Ufo Robot" non era inusuale.
Entrambi gli autori si occupavano e si occuperanno in seguito di analisi sul fumetto, quindi non erano avulsi al mondo fantastico della fantascienza.
Come giudicarono Goldrake?
Sinceramente non l'ho proprio capito bene... mi pare in maniera negativa o neutra. Il giudizio di Frezza era più negativo, Abruzzese restò più sul neutro, ma, specialmente per il primo, il loro modo di scrivere non era il massimo della semplicità.



Io mi chiedo cosa si aspettassero gli esperti del tempo da un cartone animato per bambini, analisi socio-economiche-pedagogiche-culturali?
Alla fine in Goldrake, ma non solo, le tematiche erano varie ed "impegnate", per essere un cartone animato per bambini!
Quale profondità c'era in una puntata a caso di un personaggio a caso di "Hanna & Barbera"?
Zero spaccato... e nello scritto di Frezza si parla di "stupidità", di ripetitività e di banalità...
Non c'è proprio nulla da fare, gli "esperti" che si mettevano con calma a guardarsi qualche puntata di quegli anime prima di scriverne, dovevano essere veramente pochi, altrimenti la maggior parte non avrebbero scritto queste cose.
L'articolo di Frezza si divide in due parti, la prima colonnina reca solo le sue (immagino) iniziali, segue una analisi più dettagliata, che in gran parte non ho mica capito... ovviamente colpa mia, sia chiaro.

sabato 5 ottobre 2019

"Fantascienza senza fantasia", di Guglielmo Tuccimei - "La Nostra Assemblea" n° 15/16 marzo 1979



Prima di illustrare questo articolo contenente giudizi abbastanza negativi sui cartoni animati giapponesi, condito da un numero non irrilevante di simpatiche topiche, cercherò di spiegare la mancanza di una data precisa della sua uscita.
Ho scoperto l'esistenza dell'articolo grazie ad una bibliografia di un libro facente parte della "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90", purtroppo nelle note c'era l'essenziale: titolo, nome della testata, anno e numero della pubblicazione, autore.
Quindi già sul saggio dove ho scoperto l'esistenza dell'articolo non era specificato il mese.
Comunque grazie a questi dati sono riuscito a farmi arrivare l'articolo, e non è stato un compito agevole, in quanto la testata "La Nostra Assemblea" è praticamente sconosciuta anche nelle emeroteche...
La biblioteca che ha inviato l'articolo non ha, sfortunatamente, inserito l'indice della rivista, che di norma contiene anche i riferimenti temporali.
Ho provato a contattare la biblioteca, ma non sono riuscito ad avere lumi (ci riproverò).
Ho fatto molteplici ricerche, ma complice anche il nome abbastanza comune e riferibile sia alla scuola che agli ambiti religiosi ("La Nostra Assemblea"), sul web è il deserto quasi totale.
Ho cercato informazioni sull'autore, ma saltano fuori vari omonimi, alcuni troppo datati, altri fuori contesto rispetto all'articolo.

Edit del 24 ottobre 2019
Gli incaricati della biblioteca sono gentilmente riusciti a recuperarmi la copertina e l'indice della rivista.
Purtroppo il mese non è visibile neppure in queste pagine, l'unico indizio è il timbro della biblioteca, che reca "marzo 1980". Io avevo ipotizzato tra maggio e settembre, avevo cannato  ^_^
Mentre non avevo sbagliato il soggetto religioso della pubblicazione, oltre alla copertina alla fine del post ho inserito l'indice di questo numero.
Quindi non furono gli anarchici a prendersela con Goldrake, anche se in Italia siamo abituati da Piazza Fontana in poi a dare la colpa di tutto sempre a loro...





In ambito politico ho trovato solo un collettivo redazionale dal nome "La Nostra Assemblea", di matrice anarchica, che pubblicò un libro nel 1977, ma non trovo notizie se esistesse anche una rivista.
Verificando che tre su sette emeroteche che in ambito nazionale conservano questa pubblicazione sono di matrice religiosa, ipotizzo che lo dovesse essere anche "La Nostra Assemblea", ma è solo una mia elucubrazione.
Quando, e se, troverò la data precisa della pubblicazione della rivista, aggiornerò questo post.
Magari con uno straccio di informazione di cosa si occupasse la testata, perché è interessante per comprendere il contesto dei temi abitualmente trattati, se contro Goldrake si scagliarono i cattolici o gli anarchici, fa una certa differenza   ^_^
Forse potevo aspettare a postare questo articolo, però alcuni ragionamenti dell'autore li ho trovati meritori di essere illustrati alle masse. Vabbè... masse...  nicchie...  ^_^
Quindi, tornando alla datazione, in base a cosa scrisse l'autore sono arrivato alla conclusione che l'articolo venne pubblicato tra il maggio del 1979, Capitan Harlock è dato in replica, al settembre successivo, si parla dell'autunno in chiave futuribile.
Il fatto che il numero della rivista sia un 15/16 dimostrerebbe che non era un mensile, forse un bimestrale o un trimestrale.

Il nome della rubrica in cui era ospitato l'articolo già chiariva come erano considerati gli anime in quegli anni:
"La cultura senza cultura"...

Il sottotitolo non era da meno:
"La Rai ha lanciato film(?!) di fantascienza giapponese per bambini. Il loro valore pedagogico?  
Sono molto diseducativi."

Attenzione, i cartoni animati giapponesi non erano solo diseducativi, ma molto diseducativi   ^_^
E cosa dire del titolo?
"Fantascienza senza fantasia"...

Ma come... ma se proprio li si voleva criticare, anche legittimamente, non si poteva affermare che non contenessero "fantasia", basta leggere la definizione del termine "fantasia" in un qualsiasi vocabolario...



Intanto un oppositore di Goldrake attestava, anche per enfatizzarne i maggiori pericoli, il grande successo di "Atlas Ufo Robot", che attirava anche gli adulti, non solo bambini e ragazzi.
Che poi il successo dei cartoni animati giapponesi è il motivo per cui vennero pubblicati così tanti articoli da parte di un numero tanto variegato di testate.
Il fatto che si citino serie tutte dell'inizio del 1979 confermerebbe che la rivista fu pubblicata nel secondo terzo dell'anno.
La prima colonna si mantiene comunque abbastanza soft, il bello arriva dalla seconda colonna in poi.

venerdì 4 ottobre 2019

Megaloman (1979) - puntata 10



In questa decima puntata ho trovato qualche spunto interessante, nulla di eclatante, visto che la serie si dimostra mediamente piatta di contenuti.
Intanto la trama prevede l'utilizzo, ovviamente contro la loro volontà, di esseri umani trasformati in "armi", un po' quello che ai tempi avevano iniziato a vedere il alcune puntate di Goldrake e de Il Grande Mazinga, e che vedrà la sua apoteosi in Zambot 3. Una trama del genere, per quanto banale possa sembrare oggi, era notevolmente innovativa per dei bambini/ragazzini che erano stati abituati a vedere i Flinstons, Grisù o Willy il coyote, peccato che solo una parte minoritaria dei commentatori adulti se ne rese conto.
Ci sono, poi, un paio di scene di chiara matrice guerrestellaresca darthverdiana, con il cattivo di turno che solleva con una mano la vittima del momento tramite una presa al collo. Passi per una doverosa citazione, ma due in una sola puntata mi hanno fatto sorridere abbastanza.
Come scrivo spesso i combattimenti di arti marziali sono fatti bene, gli attori si dimostrano tutti dei buoni atleti, in particolar modo lo stuntman che impersona Megaloman, però può capitare che, complice la posizione della cinepresa, uno di questi figuranti di arti marziali anticipi un pelino l'aver subito un colpo, ma proprio un pelino  ^_^
Resta la grave follia della produzione, che metteva a rischio l'incolumità degli attori. In questa puntata, oltre alle mega esplosioni durante i combattimenti coi mostri in gommapiuma, c'è una scena in cui viene salvato un bambino che avrà avuto 4 o 5 anni.



Non penso di spoilerare nulla se anticipo che il kaiju di questa puntata venga distrutto, ma la cosa impressionante è il come...
Dopo essere già stato colpito con la Fiamma di Megalopoli, e relativa esplosione sul costume di scena, a questo poveraccio piantano un fuoco di artificio  nella pancia e nella schiena, allo scopo di simulare una deflagrazione interna...
Io spero solo che questi stuntman avessero una buona assicurazione sanitaria...


Il titolo anticipa il dramma della puntata.

giovedì 3 ottobre 2019

"Il Giappone Moderno" - Giovanni De Riseis (1895) - Capitolo 15


E' già qualche anno che mi ripropongo di leggere questo libro antico (dal mio punto di vista) che narra del viaggio del nobile, poi Senatore, infine podestà(...) di Napoli, Giovanni De Riseis, ma a forza di rimandare rischio che diventi più che antico, direi vetusto...
Sono due le problematiche che mi hanno frenato, in primis il numero di pagine, quasi 600, che non saprei bene come riassumere, in quanto ogni descrizione di un Giappone tanto trapassato può risultare interessante, riportarne un aneddoto, per tralasciarne un secondo, ha ben poco senso.
Inoltre le pagine sono veramente delicate, molto leggere, tanto che nello sfogliarlo c'è sempre il rischio che si rompano, senza contare che alcune parte interne al libro si sgretolano, lo si nota pure dalle scan. Mentre la rilegatura regge ancora bene, considerando che lo scritto, risalente al 1895, fu pubblicato del 1900, ergo 118 anni fa!
Quindi, alla fine, ho pensato che aveva molto più senso scannerizzare per intero lo scritto, ovviamente diviso in più post, in questo modo ognuno potrà fruire di questo documento storico senza dover pendere dal mio punto di vista.

De Riseis in questo capitolo girovaga da Osaka (chiamata anche Naniwa), passando per Nara, Kobe, e Shimonoseki, fino a Nagasaki, da dove fuoriesce dal Giappone.
In questo finale del capitolo l'autore svolge una breve analisi sui passi in avanti fatti dal Giappone, sui rischi che avrebbe potuto correre, su ciò che avrebbe perso in tradizioni seguendo la modernità occidentale.
Per De Riseis, con la fine della prima guerra sino-giapponese e la vittoria nipponico, non si sarebbero arrestati i nuovo avvenimenti per questa giovane nazione, purtroppo questi "avvenimenti" sarebbero stati sempre più aggressivi verso i vicini asiatici.
Queste considerazioni sul "futuro" del Giappone iniziano da pagina 439, le ho trovate molto interessanti e purtroppo molto ottimistiche.


martedì 1 ottobre 2019

Distribuzione temporale degli articoli sui cartoni animati giapponesi tra il 1978 ed il 1982 (aggiornato al 28 settembre 2019)



Dei 1038 articoli totali che ho recuperato fino ad oggi, nella tabella sopra, che mostra come si distribuirono gli articoli in 60 mesi, ve ne sono inseriti ben 973. Quindi negli anni dal 1978 al 1982 vennero prodotti dai giornalisti italici praticamente tutti gli scritti inerenti i cartoni animati giapponesi. Le cifre riportate nella tabella non si possono di certo considerare dei "Big Data" (forse solo nel mondo matematico di Caressa), ma considerando che questo è l'unico, che sappia io, dato "statistico" presente sia sul web che sulla saggistica, resta il solo metro di valutazione dell'impatto che ebbero gli anime sui media italiani della carta stampata, che in quel quinquennio era ancora il luogo principale di dibattito e confronto politico/sociale.
Rispetto alla tabella precedente del primo giugno 2019 (che trovate più sotto assieme ad altre tre dei mesi prima), si nota che i mesi con più di 40 articoli (in verde) salgono a due, maggio 1980 e gennaio 1981.
Scendono a tre i mesi con più di 30 articoli (in rosso), perché il gennaio 1981 è salito a 40.
I mesi con più 20 articoli (in nero) passano da 7 a 10.
Stabili, da 20 a 21, i mesi con articoli da 10 a 19 (in fuxia).
Parrebbe che il mese di aprile 1980, con il suo tsunami mediatico/isterico, si stia ormai stabilizzando, il suo trend è stato 90 --> 115 --> 117 --> 121
C'è da dire su qualsiasi testata che scopro, faccio sempre per prima la ricerca per il mese di aprile 1980, quindi si è completata in anticipo rispetto agli altri mesi.
Per il marzo 1978 resta un triste vuoto...
Su 129 pubblicazioni di ogni genere, che dedicarono almeno un articolo ai cartoni animati giapponesi, ad oggi nessuna lo fece nel marzo 1978... nonostante che la serie di Heidi era trasmessa dal febbraio precedente.

Qui sotto riporto le precedenti tabelle con relativo post:
1 giugno 2019;
24 marzo 2019;
3 dicembre 2018