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domenica 7 dicembre 2014

Conoscere i videogiochi



TITOLO: Conoscere i videogiochi, introduzione alla storia e alle teorie del videoludico
AUTORE: Marco Pellitteri e Mauro Salvador
CASA EDITRICE: Tunuè
PAGINE: 234
COSTO: 24€
ANNO: 2014
FORMATO: 23cm x 15 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788867901302

Lo scopo primario del libro è quello di conferire al lettore qualche strumento analitico per poter meglio comprendere la propria passione.
Il libro è sia un saggio di analisi sul linguaggio dei videogiochi, e di quanto e come il linguaggio si sia evoluto nei decenni, che un libro sulla storia dei videogiochi e dei videogiocatori.
Ovvio che ognuno di noi abbia la sua storia di videogiocatore, la mia, come quella dei miei coetanei, inizia prima (tiè!) dei videogiocatori arrivati dopo (ciàpasù!), in quanto noi vivemmo l'arrivo di questo nuovo svago da bar, portatile e casalingo. Il prino videogame a cui io giocai, un cabinato da bar del costo di 100 lire a partita, fu Space Invaders. Seguirono tutti gli altri coin-op del periodo, fino a quando videogiocare nei bar e nelle sale giochi divenne (dalle mie parti) quasi impossibile a causa del bullame vario che vi imperversava... poi i primi videogiochi portatili, infine le prime console casalinghe. Seguì un lungo periodo dormiente, risvegliato dalla Play Station nel lontano 1997, ora ho quasi smesso di videogiocare per mantenere un minimo di rispettabilità dovuts all'età, ma la tentazione di comprarmi una console di nuova generazione è sempre lì dietro l'angolo.
Gli autori hanno deciso di procedere per blocchi temporali, prima la storia di un periodo, a cui segue l'analisi, per poi passare al periodo successivo e alla sua analisi, fino ad arrivare ai giorni nostri.
In questo modo anche chi non ha vissuto personalmente un determinato periodo storico dei videogiochi riesce a contestualizzare la parte di analisi, questo perché ha ancora bene in mente il capitolo precedente. 
La parte di storica è sempre leggibilissima, la parte di analisi lo è quasi sempre. Scrivo "quasi" perché talvolta vengono riportate consecutivamente più citazioni di studiosi (sia italiani che stranieri) prese da altri saggi, creando frasi in cui ci si perde un tantino, specialmente se la tematica trattata è fuori dal proprio campo conoscitivo.
Personalmente ho apprezzato la parte in cui si riportano le teorie pro e contro i videogiochi, entrambe con un giudizio critico degli autori. Probabilmente per un problema di linguaggio sono analizzate le teorie nordamericane ed europee, mancano, se non per qualche citazione, quelle di matrice nipponica.
C'è un'approfondita panoramica sulla situazione dei videogiochi in Italia, comprensiva delle polemiche create dai mass-media, in cui si valuta anche il videogiocatore italiano, il mercato nostrano, la stampa specializzata, la stampa generalista con i suoi "esperti" e gli appassionati del web.  
Infine non vengono neppure tralasciati i "social game", i videogiochi dei telefonini e i videogiochi tratti da fumetti i film (a loro volta tratti da fumetti).
Nella terza di copertina riporto le biografie dei due autori, non sarebbe stata una cattiva idea aggiungere il loro curriculum da videogiocatori.
Vista la vastita dei temi trattati nel saggio ho scannerizzato tutto l'indice, in modo che sia più facile valutarne il contenuto oltre qualsiasi mio giudizio.

Concludo la recensione con una atroce domanda che mi ha perseguitato per almeno 200 delle 234 pagine. Il libro è disseminato di piccole astronavi numerate di Space Invaders, stampate sul bordo estenro dello scritto, proprio non capivo quale fosse il loro scopo, finché anche io ci sono arrivato: è il rimando alle immagini presenti a metà del libro.

















2 commenti:

  1. " fino a quando videogiocare nei bar e nelle sale giochi divenne quasi impossibile a causa del bullame vario che vi imperversava "

    Quanta verità in quello che hai scritto.... ;__;

    Alessandro

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    Risposte
    1. La frase diventata classica era: "mi lasci finire l'ultimo cannoncino?".
      Che andava tradotto in "continuo io"... che poi "l'ultimo cannoncino" era, in realtà, un terzo delle vite, ergo un terzo della spesa...
      mavaffanbrodovà!

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