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lunedì 7 gennaio 2019
"La Notte" scende in campo - 3 articoli del'aprile/maggio 1980
Lo scorso ottobre, nei commenti ad un post (link), mi era stato suggerito di ricercare articoli de "La Notte". Li ho cercati, ne ho trovato qualcuno, infine li posto ^_^
Il periodo è sempre quello della massima isteria collettiva contro i cartoni animati, cioè la primavera 1980, in cui i giornalisti pare facessero a gara a scrivere le peggio assurdità, anche se poi c'era qualcuno che riusciva a mantenere un minimo di raziocinio...
Il taglio degli articoli non rispecchia quello della testata, che per quello che ricordo di aver visto in edicola (ricordo confermato dalla consultazione dei microfilm) potrebbe essere equiparato al primo "Studio Aperto" di Italia 1, che poi ha fatto purtroppo assai tendenza, mentre "La Notte" era un quotidiano unico nel suo genere.
I tre articoli sono un buon esempio di come si sviluppo quella polemica d'aprile:
denuncia dei 600 genitori di Imola --->
difesa dei bambini verso i loro eroi --->
presentazione dello studio Rai/Mesomark che confermava agli adulti la pericolosità di Goldrake.
Lo studio della Mesomark è citato sempre negli articoli di questo periodo, ed in parte causò, a mio avviso, un ulteriore recrudescenza della polemica contro gli anime.
Erano gli scienziati a decretare che Goldrake fosse nocivo!
O comunque i professori universitari non assolvevano Goldrake e soci dall'accusa di essere nocivi per la mente dei piccoli telespettatori, e tanto bastava ai giornalisti per considerarla una colpa senza appello ^_^
Non mi è dato sapere quanti giornalisti lessero veramente le 134 pagine elaborate sotto la guida del professor Renzo Carli (titolare della cattedra di Psicologia dell'età evolutiva alla Facoltà di Roma), mi sorge il forte dubbio che molti si limitarono agli appunti presi durante la conferenza stampa di presentazione...
Sarebbe bello poter consultare quelle 134 pagine... anzi... meglio togliere il condizionale, visto che ho trovato lo studio Rai/Mesomark e lo posterò prossimamente ;)
Il primo articolo prende spunto direttamente dalla lettera di denuncia dei 600 genitori di Imola, è datato 10 aprile (1980), ed il giornalista, che si firma solo con le iniziali (L.B.) pare non essere poi così tanto ostile verso il nuovo spauracchio della carta stampata.
L.B. riporta le critiche e le preoccupazioni dei genitori, ma, leggendo la prima metà dell'articolo, mi pare che lo faccia con una buona dose di ironia verso gli adulti, che usano i cartoni come baby sitter, per poi lagnarsi dei figli che riportano le storie raccontate dalla nuova dipendente elettronica non stipendiata.
Effettivamente negli anni a seguire verrà prodotta una serie in cui i robot non saranno impiegati in guerre tra mecha e contro mostri invasori, ma a scopi civili e di sicurezza, cioè Patlabor, una Patpalla colossale... (mia opinione personale)
Il giorno dopo (venerdì 11 aprile 1980) Pietro Poscia torna sull'argomento con un articolo che cerca di allargare il discorso sui programmi per ragazzi visti dal "nostro" punto di vista.
A parte il grossolano errore iniziale, secondo cui sulle due reti Rai venissero mandati in onda anche Danguard e Jeeg, oltre a Goldrake e Mazinga, per il resto il giornalista non demonizza gli anime, anzi, fa notare che in questi prodotti di intrattenimento la guerra è sempre usata a scopo di difesa, mai di attacco.
Corretto anche sottolineare che per un bambino il "il gioco alla guerra" restava una attività fondamentale. Infatti io stesso mettevo in scena la guerra giocata, ben prima dell'arrivo di Goldrake, in tantissime varianti: soldatini (riproponendo gli scontri di film di guerra e western); in cortile con armi giocattolo; in giochi in scatola; persino giocando a scacchi.
Dalle lamentele (anche legittime) dei genitori e giornalisti (meno legittime) pareva quasi che prima dell'avvento di Goldrake noi bambini del 1978/80 fossimo tutti dei piccoli Mahatma Gandhi. Quando in realtà, anche il bambino più inoffensivo, grazie alla Atlantic aveva sterminato interi eserciti di centurioni romani, nordisti, nativi americani, battaglioni europei e statunitensi, e financo giapponesi ed australiani... avevamo le mani sporche di polipropilene multicolore ben prima che Actarus si rifugiasse sulla Terra.
P.S.
Vorrei tanto vedere un qualsiasi ministro degli Interni di una qualsivoglia nazione, che vietasse lo sbarco di un rifugiato che arrivasse con lo Spacer... vorrei proprio vederlo...
Interessante il fatto che il giornalista facesse a suo modo (o a sua insaputa) della controinformazione, quando riportava che non era vero che i bambini si lamentavano dei cartoni animati giapponesi, come affermato da alcuni, ne eravamo letteralmente stregati. Poi arriverà il momento in cui la magia sfumerà, ma in quel periodo ne avremmo visti a tonnellate a tutte le ore ^_^
Il 21 aprile (1980) è sempre Pietro Poscia a tornare sull'argomento Goldrake per dare conto dello studio affidato dalla Rai all'Istituto Mesomark, in cui si analizzava proprio il rapporto tra programmi televisivi e bambini.
Chi aveva già deciso che i cartoni animati giapponesi fossero diseducativi, trovò in questo studio altra legna per il falò alla strega nipponica che disegnava tutte queste serie animate.
In questo articolo Poscia ha il merito di presentare la questione senza scadere nel terrorismo mediatico. Ogni argomento dello studio Rai/Mesomark viene brevemente illustrato, ma senza inventarsi cose a caso.
Forse gli studiosi romani saranno pure stati esperti di psicologia infantile, ma non conoscevano nulla dell'animazione giapponese che i bambini da loro "vivisezionati" guardavano. In quanto non ha senso affermare che quelle storie facevano presa su di noi per "l'assenza delle componenti conflittuali della dinamica sociale, quali sessualità, il danaro, le differenze di classe sociale o di generazione, la tematica dell'apprendimento e della valutazione".
Non mi è ben chiaro cosa possa significare "tematica dell'apprendimento e della valutazione", ma le "dinamiche sociali" erano presenti eccome!
Basta solo nominare la ragazza afro nipponica alla guida di Venus, Jun Hono!!!
Solo un adulto che non prestava attenzione a ciò che i bambini stavano guardando, poteva fare una affermazione del genere...
E cosa dire della "dicotomizzazione buon-cattivo"?
Lady Gandal che propone la pace offrendosi di uccidere Vega era buona o cattiva?
E Rubina ingannata dal padre?
Flora in Jeeg?
Fritz Arkhen in Danguard?
etc etc etc...
Vediamo quando riesco a scannerizzare tutto questo studio Rai/Mesomark sul rapporto televisione/anime/bambini ^_^
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Non sono proprio d'accordo sul tizio che scrisse che oltre ad amare i vari UFO robot, Mazinga e co. i ragazzi di allora volessero vedere anche l'Iliade, l'Odissea e i film di Gino Cervi. Ma quando mai??? Forse quelli più secchioni. Io non di certo...
RispondiEliminaA me l'Ulisse della Rai piacque assai, e Polifemo mi faceva pure parecchia paura. C'è da dire che, una volta venuto a contatto con Goldrake e soci, tutto il resto sapeva di vecchiume ^_^
EliminaA me piacevano gli anime, ma anche i film peplum con i mostri tipo Ulisse o i vari Ercole e Maciste.
EliminaAndavo matto pure per "il settimo viaggio di Sinbad", con il ciclope che mandava giù i marinai come bignè.
Penso che nel servizio ci si riferisse, più che altro, agli sceneggiati Rai di carattere più culturale (tipo l'Ulisse). I film a cui fai riferimento tu, che vedevo anch'io, erano di intrattenimento.
EliminaIl loro suggerimento era di sostituire, almeno in parte, gli anime con gli sceneggiati culturali.
Grazie per avemi suggerito La Notte ;)
RispondiEliminaDirei che La Notte non era poi tanto ostile, per quel poco che ho trovato io, ovviamente.