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sabato 17 novembre 2018

Le religioni giapponesi nella società globale: buddhismo, shintoismo e nuovi movimenti religiosi




TITOLO: Le religioni giapponesi nella società globale: buddhismo, shintoismo e nuovi movimenti religiosi
AUTORE: Ugo Dessì
CASA EDITRICE: Guida Editori
PAGINE: 347
COSTO: 16 €
ANNO: 2018
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPEPRIBILITA': disponibile nelle librerie a Milano
CODICE ISBN: 9788868664305


Il saggio analizza il ruolo che la globalizzazione culturale ha avuto nell'influenzare le religioni giapponesi. Per quanto mi riguarda a me interessava leggere qualcosa di recente sul panorama religioso nipponico, in particolare sulle numerosissime sette, che hanno un ruolo importante per una fetta non irrilevante della popolazione.
Personalmente speravo anche di leggere qualcosina sulla setta Aum Shinrikyo, visto che in italiano c'è disponibile ben poco, purtroppo la mia è rimasta una speranza.
Essendo un saggio indirizzato, a mio avviso, ai colleghi universitari dell'autore, oltre alla terminologia tecnica, sono di continuo citati altri studi e concetti a me sconosciuti. Questo fattore rende la lettura un po' ostica per larga parte del libro.
Per questo motivo, dopo la mia recensione a spanne, mi sono permesso di inserire le due pagine dell'introduzione in cui l'autore spiega il senso di ogni capitolo, nel caso che chi arrivi su questo blog abbia la necessità di avere informazioni più tecniche sul suo contenuto.
Mi ha sempre impressionato leggere della tantissimi sette religiose che in Giappone sono nate al di fuori delle chiese ufficiali di buddismo e shintoismo, ho preso nota dei loro nomi, solo delle sette, non delle varie "branchie" buddiste:
Soka Gakkai; Sekai Kyuseikyo; GLA (God Light Association; Kofuku-no-kagaku; Seicho-no-ie; Rissho Koseikai; Omoto; Sukyo Mahikari; Nipponzan Myohoji; Ittoene; Konkokyo Izuo Kyokai; Sohonzan Shitennoji; Tamamitsu Jinja; Tendaishu; Tenrikyo; Jodo Shinshu; Jodoshu; Shinyoen; Shingoshu.

Magari avrò equivocato, e qualcuno di questi gruppi non è una setta, ma una qualche scuola buddista, però nel saggio solo solo citate occasionalmente per altri scopi, non se ne parla direttamente, ergo non se ne capisce bene l'inquadramento.



Capitolo 1
Dopo una prima parte introduttiva e generale, si entra nel focus delle religioni e globalizzazione in Giappone. Capitolo assai ostico per me, vedi sopra. Speravo di leggere qualche informazione in più sui proseliti che le sette giapponesi mietono all'estero, ma sono riportati solo accenni, non essendo il tema del saggio.

Capitolo 2
Basandosi su alcune dichiarazioni di politici, esponenti religiosi buddisti e studiosi nel primo decennio degli anni 2000, viene spiegato come in Giappone si sia cercato di far passare il politeismo nipponico come pacifista, tollerante e rispettoso della natura, in contrapposizione con le tre religioni monoteiste. Sono riportate anche le opinioni contrarie a questa tesi.
Sarebbe questa una delle fonti del nuovo nazionalismo nipponico, che nasce dalla convinzione che il modo giapponese di vedere la religione, e la corrispettiva armonia sociale ed assenza di conflitti religiosi, sia la prova della loro superiorità.
Non sono solo gli esponenti religiosi di buddismo e shintoismo a perorare la teoria della superiorità del politeismo nipponico, ma in particolar modo i capi delle tantissime sette religiose. Il secondo paragrafo illustra bene questa posizione sciovinista.
L'autore esamina vari interessanti aspetti riguardanti le dinamiche tra tutte queste religioni, vecchie e nuove, in Giappone, e fa notare come il dialogo interreligioso verta più su aspetti sociali (pace nel mondo, lotta alla povertà, ambientalismo etc) e ben poco su questioni dottrinali.
Interessante il sesto paragrafo, in cui si evidenziano le tendenze ad un ritorno ai concetti del periodo dell imperialismo nipponico, dove buddismo e shintoismo erano considerati tra i motivi della superiorità del Giappone rispetto agli altri popoli.

Capitolo 3
Religioni giapponesi ed ecologia: è questo il tema del terzo capitolo.
In cui viene spiegato come, più o meno opportunisticamente, varie personalità religiose abbiano cercato dagli anni 70 in poi di far leva sull'ambientalismo per incrementare gli adepti e rendere più autorevole il proprio culto.
Buddismo e shintoismo hanno enfatizzato tutti i loro precetti che potevano avere attinenza con il rispetto dell'ambiente. Lo shintoismo, per esempio, fa leva sul rispetto di foreste, montagne e fiumi, in quanto luoghi dove risiedono i kami. Mentre nel buddismo si sottolineano gli insegnamenti in cui il karma è collegato anche all'ambiente, oppure vengono sottolineati gli scritti di qualche antico apostolo buddista.
Non essendo lo scopo del saggio, non si fa notare che poi, all'atto pratico, la caccia alla balena, per esempio, non è considerata dai religiosi giapponesi un danno all'ambiente...
Molto interessante il secondo paragrafo ("Il dopo Fukushima"), dove viene spiegato come hanno reagito le varie religioni nipponiche al disastro nucleare. Prima del marzo 2011 quasi nessun religioso si opponeva all'uso civile del nucleare, le cose sono cambiate dopo, anche se parrebbe più una posizione di facciata, in quanto nella sostanza e con il passare del tempo, i religiosi sono tornati quasi tutti a far finta di nulla.
In generale si nota una scarsa capacità dei vertici di tutte le religioni giapponesi di opporsi alle decisioni politiche ed economiche, a differenza di quello che capita, per esempio, in Italia...
assieme al capitolo due, questo è stato quello che ho apprezzato di più, anche perché l'ho capito  ^_^

Capitolo 4
Il capitolo si concentra sulla scuola/setta buddista giapponese Jodo Shinshuhawaiana. Viene spiegato come i nippo americani (ormai di terza e quarta generazione) amministrino la Jodo Shinshu nell'isola statunitense. Questo capitolo si addentra parecchio nelle dinamiche interne di questa comunità religiosa che dopo la guerra era ancora molto numerosa, mentre oggi raggruppa circa 5000 famiglie.

Capitolo 5
Nel quinto capitolo si può leggere una analisi assai approfondita della Risshō Kōsei Kai.
La trattazione non mi ha particolarmente interessato.

Capitolo 6
L'ultimo capitolo l'ho trovato parecchio ostico, anche perché è la summa dell'analisi del riposizionamento globale delle religioni giapponesi. In pratica, forse semplificando troppo, la religione è un prodotto, va venduta, come competi con gli altri prodotti nel mercato globalizzato delle religioni?
Sia chiaro, questa ultima è una mia super semplificazione, anche perché ho faticato assai a seguire i concetti enunciati, e magari non ci ho proprio capito nulla   T_T

Le quattro pagine con le spiegazione dell'autore ai capitoli, che sarà di certo più valida della mia recensione  ^_^












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