TITOLO: Manga Academica vol. 9, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Società
Editrice La Torre
PAGINE:165
COSTO: 12,50€
ANNO: 2016
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': sito
della casa editrice
CODICE ISBN: 9788896133309
Puntuale
come ogni anno negli ultimi nove, ecco arrivare la nona uscita della
“Manga Academica”, presentata al “Lucca Comics and Games”.
Non
mi piace fare sviolinate, lo detesto, però è indubbio che la casa
editrice “Società Editrice La Torre” sia restata praticamente
l'unica a continuare l'impegno di pubblicare costantemente saggi su
anime e manga. Senza contare che mantiene inalterato il prezzo di
copertina, iniziato a 10,5€ nove anni fa, salito con il numero 5 a
12,50€, e restato tale fino ad oggi. Da aggiungere che l'anno
scorso il numero 8 era di sole 78 pagine, mentre questo numero è
salito, per fortuna, a 168.
Questo
nono numero presenta cinque contributi di cinque autori differenti.
Questa formula editoriale ha lo svantaggio che gli scritti
interessanti restano troppo brevi, ma il contemporaneo vantaggio che
quelli meno interessanti o poco comprensibili (a me) saranno comunque
corti. Infine hanno il pregio che, invece di essere pubblicati in
titoli autonomi a prezzi alti e con poche pagine (31 euro = 63 pagine),
sono raggruppati in un unico volume tematico più ampio.
Per
il contenuto di ogni singolo scritto rimando alla scan dell'indice,
per conto mio mi limiterò ad una valutazione, assolutamente
personale (ovvio), sul suo interesse e leggibilità.
E
parlando di “leggibilità”, ma anche comprensione del testo, non
posso che iniziare con il primo contributo, quello Gloria Carpita,
scrivendo:
“Teoria della generazione del senso” (di Julien Greimas); “quadrato semiotico”; debrayage attanziale, temporale e spaziale; embrayage; duratività; attanti narrativi; modello attanziale; spazio paratopico.
“Teoria della generazione del senso” (di Julien Greimas); “quadrato semiotico”; debrayage attanziale, temporale e spaziale; embrayage; duratività; attanti narrativi; modello attanziale; spazio paratopico.
Il
correttore automatico del mio “Open Office” me li segnala quasi
tutti come termini errati... non sono neppure in memoria...
L'argomento
sarebbe anche interessante, lo steampunk nelle opere di Miyazaki
(“Laputa” e “Il castello errante di Howl”), purtroppo lo
svolgimento l'ho trovato un pelino ostico, più che un pelino...
Probabilmente
dopo le decine e decine di saggi pubblicati su anime e manga i
concetti più semplici sono stati tutti sviscerati, ora restano solo
quelli iper super mega complessi. Purtroppo più di tanto io non ci
posso arrivare...
Sia
chiaro, l'autrice cerca di spiegare i vari concetti espressi, tra cui
la “teoria della generazione del senso” di Julien Greimas, ma se
non si ha un minimo di infarinatura sull'argomento è quasi
impossibile (almeno per me) districarsi nelle frasi...
Per
esempio, il termine “duratività” è pure accompagnato da una nota a
fondo pagina, cosa encomiabile, ma a me ci sarebbe voluta una nota di
spiegazione alla nota...
Ovvio
che se uno è ignorante (perché ignora) sul “quadrato semiotico”,
sarà preferibile si astenga da ogni valutazione dello scritto, se
non per un onesto: “non ho capito nulla”.
Mettere
un paio di scan senza contestualizzarle forse non è tanto corretto,
però hanno solo lo scopo di rendere meglio il mio disorientamento.
La
domanda che mi permetto di porre quando leggo scritti di questa
complessità è sempre la medesima:
A chi
sono destinati?
A me no.
Se, invece, fossero destinati ad altri cattedratici, perché non vi fate una bella conferenza tra di voi, e per noi pubblicate qualcosa di più terra terra? Grazie ^_^
Se, invece, fossero destinati ad altri cattedratici, perché non vi fate una bella conferenza tra di voi, e per noi pubblicate qualcosa di più terra terra? Grazie ^_^
Per
fortuna il secondo contributo, ad opera di Massimo Nicora, ma anche i
successivi tre, mi hanno riappacificato con la lingua scritta
italiana e con il mio cervello, cioè: li ho capiti ^_^
L'autore
presenta una panoramica sulla storia dei tokusatsu degli anni 50, 60
e 70, tra i quali ci furono quei, non numerosissimi, telefilm che
apprezzammo anche noi in Italia dalla fine degli anni 70 ai primi
anni 80. Sovente questi telefilm giapponesi mi colpivano più degli
anime, in quanto erano “veri”, oppure erano prodotti con la
tecnica mista, fatto che li rendeva estremamente affascinanti,
obbiettivamente unici.
La
mia conoscenza dei tokusatsu è parecchio limitata, negli anni ho
riguardato solo Megaloman, tra quelli citati in questo scritto, e
“Guerra fra galassie”, per la categoria “telefilm giapponesi di
sci-fi”. L'argomento è tra quelli poco trattati in Italia,
meriterebbe un ulteriore approfondimento editoriale.
Il
terzo contributo è di Raffaele Sturba, e si focalizza su un aspetto
poco conosciuto dell'universo gundamiano, cioè quella che potrebbe
essere stata una delle fonti di ispirazione per Tomino sui suoi Side:
gli
studi del fisico statunitense Gerard K. O'Neill sulle colonie
spaziali apparso sulla rivista “Physics Today” nel 1974.
L'autore
analizza similitudini e divergenze tra le colonie spaziali di O?neill
e i Side di Tomino, utilizzando anche le considerazioni dell'autore
di "Anime University".
Lo
scritto è interessante, però non ho capito se Tomino abbia mai
ammesso di aver usato come ispirazione O'Neill.
Dario
Serventi spiega come l'epica ed il mito siano presenti anche nei
manga, e prende ad esempio “I cavalieri dello zodiaco”.
Le
sue considerazioni sui vari manga ed anime della serie sono precedute
da una decina di pagine introduttive, in cui si illustra l'epica ed
il mito dalla Iliade a Tolkien, passando per gli universi Marvel e DC
Comics.
Io
non ho mai seguito l'anime o letto i vari manga, però ho trovato
comunque interessante lo scritto.
Mi
permetto solo di contestare l'affermazione dell'autore alle pagine
107 e 108:
Io ho
sempre capito la differenza tra Fujiko e Margot!!!!!
L'ultimo
contributo è di Ilaria Moschini, e verte su una tematica assai
curiosa, molto interessante: gli emoji.
In
poche pagine l'autrice racconta sia la storia degli “emoji”,
creati nel 1999 da Shigetaka Kurita, che il loro sviluppo come nuovo
codice linguistico universale, anche in relazione ai manga.
L'indice del saggio.
Felice di averti riappacificato con la lingua italiana :)
RispondiEliminaE con il mio cervello :]
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