Nel luglio 1981 non fu solo Playboy ad interessarsi ai "cartoni animati giapponesi" con l'articolo "La moltiplicazione degli Ufo Robot", ma anche il concorrente Penthouse, con questo articolo assai lungo a firma Raul Alvarez e Massimo Buscema.
Non posso immaginare a cosa fu dovuta questa strana combinazione, che portò la pubblicazione nel medesimo mese di due articoli sugli anime sulle due riviste erotiche più lette dagli italiani (adulti), ma tant'é che gli articoli ci sono, e dimostrano ancora una volta quanto interesse e scalpore suscitarono Goldrake e soci.
Rispetto all'articolo su Playboy questo di Penthouse è del tutto analitico, niente sinossi delle puntate (e niente trame parzialmente inventate) come nello scrtitto di Andrea Ferrari, infatti Raul Alvarez e Massimo Buscema vogliono "provare a fare un discorso serio sugli Ufo-robot", ci riescono?
Parzialmente si, talvota si spingono in interpretazioni un po' esagerate, in altri casi si limitano ad osservare il fenomeno e a trarne considerazioni che oggi paiono ovvie, ma nel 1981 non lo erano, basta leggere i tanti articoli sugli anime: Emeroteca anime.
E' apprezzabile, per esempio, che mai scrivano della bufala dei "cartoni animati giapponesi" fatti al computer, li assolvano in parte anche dall'accusa di essere violenti, restano i paragoni con i cartoni della Walt Disney, ma nel totale l'articolo non demonizza gli anime robotici. Fatto che sarebbe stato assai strano per una rivista che proprio non era al di sopra di critiche, visti i contenuti fotografici, ci mancava solo che a Pentahouse si mettessero a fare i moralisti...
Ho letto articoli peggiori, e nei toni molto più violenti, senza contare le panzane che taluni giornalisti scrivevano sugli anime, questo articolo cerca di essere informativo, esagerando, forse, nella valutazione dei risvolti psicologici degli anime robotici, in più di un caso non ho concordato con le loro conclusioni, anche perché ciò che ipotizzano non era ciò che io ai tempi pensavo.
Ovviamente la foto di copertina non poteva che essere per quell'ermafrodito del Barone Ashura.
Almeno i due giornalisti mettono subito in chiaro che i bambini non sono una massa di rimbambiti, hanno solo dei gusti diversi da quelli dei genitori, e che i gusti di questi ultimi sono differenti anche da quelli degli adulti giapponesi.
L'articolo cerca di valutare i tre differenti punti di vista: bambini italiani; genitori italiani; produttori giapponesi.
Non ho mai pensato che le esplosioni dei mostri nemici fossero "sangue atomico", ma sono punti di vista, magari qualche altro bambino lo pensò.
Che negli anime robotici il sangue non fosse quasi mai mostrato è assai opinabile.
Quindi, quando mandavo affangala qualche compagno di giochi o di classe, la colpa era di Goldrake o di Jeeg, per lo meno le zuffe non erano colpa di Actrarus ed Hiroshi...
Le cose che mi sorprendono in questi articoli sono spesso i particolari, Venus Alpha non lancia le "dita atomiche"... ma i "Missili Digitali", ma nel momento in cui si decide di scrivere un articolo serio sugli anime non sarebbe il caso di riportare i nomi corretti?
Personalmente non ho mai pensato che Venus volesse "graffiare" i nemici, come non le ho mai visto "tirare i capelli", altra aggressione tipicamente femminile.
Non ho mai neppure pensato che il Grande Mazinga fosse come Cassius Clay
Anche se l'articolo non è per nulla denigratorio, resta il solito problema: i giornalisti non si prendevano la briga di seguire qualche puntata.
Altrimenti non avrebbero scritto che i duelli avvenivano solo a distanza, l'alabarda spaziale, la spada diabolica, la punta d'acciaio, il calcio distruttore, i super neutroni, il Daitarn martello, la spada laser del Gundam, etc etc etc erano tutte armi per combattimenti corpo a corpo.
Ergo la colpa dei robot giapponesi era quella di istigare al turpiloquio, sinceramente di parolacce ne dicevo parecchie, ma non le ho mai messe in relazione con l'animazione giapponese.
Non ho mai pensato che mio padre fosse Kenzo Kabuto, anche se, a dire il vero, non mi sarebbe dispiaciuto se mi avesse fatto pilotare il Grande Mazinga!
Questa relazione tra alcune parti del corpo dei bambini piccoli e le analoghe parti anatomiche dei robot mi pare una cagata pazzesca, opinione personale...
E' verisssimo che i colori dei robot giapponesi erano innovativi e bellissimi, ma i due giornalisti pare non si rendano conto che negli anni 1978/1981 (anno dell'articolo) non tutti i bambini avevano in casa la tv a colori!
In casa mia non c'era, ergo li vidi tutti in bianco e nero (tranne quando occasionalmente ero a casa di qualche amico che aveva la tv a colori), ma non per questo mi piacquero di meno, e ne sono rimasto affascinato anche se erano disegnati con un arcobaleno infinito di grigi...
Ma dov'è la complessità psichica di Pippo, Paperino e Topolino?! O_o hanno personalità più complesse Nuke e Mucha di tutti i personaggi Disney messi assieme...
Mi pare anche giusto che in un articolo su Penthouse ci si schiaffi dentro un po' di tette :]
Go Nagai polemizzò con Disney attraverso le tette di Venus e della Marchesa Yanus?
Bisognerebbe chiederlo a lui.
Alla fine è corretto, ed anche un po' ovvio, che bambini italiani, genitori italiani e produttori giapponesi vedessero negli anime robotici messaggi differenti, sarebbe stato assurdo il contrario.
Per me le due teste dei Mikenes rappresentavano essenzialmente... due teste dei Mikenes, fine, si vede che non ero un bambino con molta immaginazione, o forse il duo Raul Alvarez/Massimo Buscema ne aveva troppa.
Ancora un articolo molto interessante sull'argomento. Ottimo ritrovamento, grazie.
RispondiEliminaGrazie :]
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