CERCA NEL BLOG
sabato 29 novembre 2014
Go Nagai Robot Collection 45 Signore del Drago
Con il Signore del Drago si esauriscono i personaggi cattivi di Jeeg, mancherebbero i vari soldati, ma sono solo carne da cannone...
Direi che il modellino non è per nulla brutto, tosto, pesante, massiccio, più che soddisfacente (con le solite sbavature random).
Personalmente vale per il Signore del Drago la stessa considerazione che avevo fatto per alcuni generali di Mikenes (Scarabeth, Drayato, Angoras, Ardias), certi particolari si notano, e stonano, molto di più in questa versione in tre dimensioni. Il drago de il Signore del Drago di questo modellino è uguale a quello del cartone, azzurro e senza scaglie, ma visto "dal vivo" pare più un'anguilla o una biscia... ergo per me diventa il Signore dell'Anguilla.
Come al solito ho l'impressione che le teste, sia dell'imperatore che del drago, siano un tantino piccole, ma è una mia idea.
Faccio un piccolo salto avanti per commentare l'avviso "ai lettori"(?!?!) presente nell'ultima pagina dei 12 fogli colorati.
Di sarcasmo su queste quattro righe se ne potebbe fare a bizzeffe, quindi non mi esenterò.
Intanto pare proprio che alla Fabbri non si rendano conto (in buona fede?) di quanto poco ci sia da leggere in questa GNRC: lettori di cosa?
Ma quanto dianime puoi leggere se in 12 striminzite pagine lo scritto, quando va bene, arriva ad una pagina e mezzo massimo, e quando va male, cioè sempre, a mezza pagina?!
Ma mi state pigliando per il cu..?!
Nelle ulteriori 30 uscite ci saranno altri "protagonisti", la truppa dei cattivi? Qualche robot nemico? Mizar e Junior Robot? Questi sarebbero dei "protagonisti"?
La prima uscita speciale per la Fabbri sarebbe di "grande formato ed elevata spettacolarità", comprese le sbavature e la faccia di Goldrake che pare colorata con lo sputo al posto dei pennelli?
Senza dimenticare la disonesta morale di inziare a distribuire una collezione prevedendo una 60antina di uscite totali per poi passare a 90, con realtivo aumento dei csoti per l'acquirente, che l'aveva iniziata considerando la spesa per 60...
giovedì 27 novembre 2014
Falco il Superbolide - Salani Junior 1980
Come ho già scritto nel post sul cofanetto Yamato Video di Ken Falco e il Superbolide questo anime per me rappresenta qualcosa di speciale, pur essendo totalmente inverosimile, e forse proprio per la sua sequela di accadimenti surreali fin da bambino l'ho considerato alla pari di Goldrake o della prima serie di Lupin III (giacca verde, solo giacca verde). Non ho cambiato idea diventando adulto(?), ed ogni volta che ne vedo una puntata riesco ad esaltarmi con le evoluzioni di Ken Hayabusa, che vanno ben oltre i confini della reltà e della gravità, nel senso di forza.
Il cartonato della Salani Junior penso sia l'unico che venne pubblicato, non ha nulla di particolare, la trama ripercorre le prime cinque puntate della serie tv, pur con qualche piccola modifica per renderlo leggibile. Per esempio viene anticipata la costruzione dell'auto di Sakura, ma per il resto è tutto quasi uguale alle puntate.
Le immagini sono ovviamente prese dalla pellicola dell'anime, la qualità è altalenante, alcune sono abbastanza nitide, altre assai sgranate. Purtroppo spesso non seguono la trama illustrata nel cartonato, ad immagini neutre seguono scene totalmente errate. Come quando nell'ultima parte del libro, corrispondente alla quinta puntata della serie tv ("Il circuito della città fantasma"), c'è un fermo immagine dell'auto di Kamikaze completamente distrutta, ma in quel frangente il ragazzo non partecipava alla gara, essendo stato mandato da Saiongj a controllare la scimmietta assassina.
Peccato che la Salani Junior non prodeguì le pubblicazioni, manca il più grande avversario di Ken: Riù Stella Cadente.
Il mio ricordo personale di Riù Stella Cadente fu risveglato nei primi anni 90 da un amico sempre attento ai risvolti più importanti di una storia, quando ancora non c'erano libri o il web alla portata di tutti (non alla nostra) lui rammentava perfettamente (memoria prodigiosa!) il personaggio, le sue evoluzioni autobilistiche e la sua fine onorevole.
Riù iniziò a diventarmi simpatico in quel momento, se Max lo apprezzava c'era il suo perché!
Grazie Max! ^__^
In questo cartonato sono presenti solo due avversari di Ken Hayabusa, l'infido Jack la Spada e la leale Romi Anthoit.
Le scan del cartonato che ho fatto non sono di tutte le pagine, di una 50ntina su 80 e passa.
mercoledì 26 novembre 2014
Album di famiglia della TV, 30 anni di televisione italiana
TITOLO: Album di famiglia della TV, 30 anni di televisione italiana
AUTORE: Oreste del Buono e Lietta Tornabuoni
CASA EDITRICE: Arnoldo Mondadori Editore
PAGINE: 192
COSTO: 20€
ANNO: 1981
FORMATO: 26 cm x 22 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN:
Un album di famiglia è un album di fotografie, cioè il contenuto di questo libro pubblicato nel 1981, che ripercorre la storia della Rai tv dalla sua nascita al 1980. Ovviamente l'interesse verso le foto sono legate all'età del lettore, per quanto mi riguarda i miei ricordi partono dall'ultima parte del libro, quella degli anni 70/80. E guarda caso verso la fine del libro, intorno al 1978, fa la sua comparsa l'animazione giapponese. Per i due giornalisti autori del libro, tra le tonnellate di programmi telelvisivi che la Rai sfornò nell'arco di tempo che va dal 1954 al 1980, Goldrake e Heidi (ma anche Remì, mancante di foto) si erano già conquistati il diritto di venire citati. Per esempio non compare la trasmissione "Giochi senza frontiere", che ebbe un enorme successo, ed era assai innovativa, mentre i "cartoni animati giapponesi" conquistano subito ben due pagine del libro. Non solo, nel commento finale di Oreste del Buono (quello iniziale è di Lietta Tornabuoni) si fa esplicito riferimento alle polemiche sulla violenza di Goldrake e soci, con il giornalista che prende le loro difese contro "l'insurrezione di mezza Italia, la metà non pensante".
martedì 25 novembre 2014
Enciclopedie e cartoni animati giapponesi - ovvero come ti turlopino il bambino...
Questo post sarà veramente di nicchia, in un blog già di suo abbastanza di nicchia (in pratica la nicchia della nicchia...), in cui mostrerò un documento direi unico, la prova materiale della truffa, oltre all'enciclopedia, il contratto di acquisto!
Qui si entra nei recessi della memoria, e un po' anche della vergogna, anche se chi si sarebbe dovuto vergognare dubito lo fece.
Scrivo "della vergogna" perché è indubbio che quando si viene truffati ci si senta degli stupidi, e ci si vergogni della propria ingenuità, se poi è un bambino ad aver causato la truffa, con relativi dissidi famigliari, la vergogna è doppia.
Per rendere possibile turlupinare il bambino vendendo al genitore o alla nonna/o l'enciclopedia sono necessari alcuni elementi base: un'enciclopepdia che nessuno vuole; un bambino/a un po' insistente; un parente ingenuo che non ha il coraggio di far piangere il minorenne (o minorato); una struttura cinematografica che si presti alla truffa; una serie di loschi e spietati individui; un film di robottoni, meglio se di Goldrake; e per finire una mente diabolica.
Faccio ora un piccolo passo indietro per spiegare da dove nasce, e a cosa si collega, questo mio post.
Nel marzo scorso ho letto il divertentissimo libro di Alessandro Apreda, Per il potere di Grayskull, e in un capitolo di questo si narrava delle drammatiche proiezione cinematografiche di film d'animazione, con protagonisti gli eroi dei bambini che in quel momento andavano per la maggiore, in cui si appioppavano enciclopedie ai poveri malcapitati. Questo capitolo del libro mi ha fatto tornare in mente che conoscevo bene quel meccanismo truffalidno, avendolo subito di persona, che poi lo subì economicamente la mia famiglia, ma questo è un altro discorso.
Alessandro Apreda riporta dettagliatamente (ne consiglio la lettura) il piano diabolico dei cattivi, che iniziava col distribuire davanti ai luoghi di aggregrazione dei bambini degli inviti omaggio per una proiezione domenicale del film con Goldrake o Mazinga. Inutile dire che questi luoghi erano la scuola o il parchetto giochi, gli stessi luoghi scelti da spacciatori di droga e maniaci vari...
La furbata iniziava già con l'invito, che prescriveva l'ingresso gratuito solo a chi era accompagnato da un parente adulto. Alla fine del primo tempo cominciava la tortura psicologica in stile Guantanamo, entravano in scena le armate di Mikenes assieme all'esercito di Vega, che avevi appena visto sul grande schermo, per estorcere l'acquisto di un numero minimo di enciclopedie, senza le quali il secondo tempo del film di Goldrake e Mazinga non sarebbe ricominciato. A questo punto due erano le opzioni del parente accompagnatore/accompagnatrice: abbandonare la sala, con relativo pianto disperato del figlio/nipote; aspettare in sala che gli aguzzini raggiungessero il numero minimo di vittime, sperando di non esserne parte...
Nel mio caso fui portato al cinema dalla mia nonnina, che proprio non era capace fisicamente di farmi piangere, se sommiamo a questo un livello di onestà ed ingenuità abbastanza alto, oltre al fatto di desiderare per il proprio nipotino una buona istruzione (che il nipotino disattenderà quasi sempre mancandogli la base per l'apprendimento, cioè la voglia di studiare...), la battaglia per le spietate armate della Edil Nord era vinta in partenza.
Dal cinema uscì uno stupido bambino tutto contento di aver visto il film completo di Goldrake e Mazinga, ed una povera nonnina affranta con in mano un bel contrattino per una inutile enciclopedia, cosa che non rese per nulla contento mio padre, che, oltre a dover far fronte alla spesa, era (ed è) religiosamente contrario agli acquisti a rate.
Qui sotto il capitolo del libro di Alessandro Apreda che mi ha fatto tornare in mente l'incresciosa truffa, lui lo racconta in maniera spassosa, ma immagino non ne fu vittima, io la rammento con molto meno divertimento.
Nella mia famiglia, oltre alla regola ferrea che non si acquista (quasi) mai a rate (di certo non per beni materiali superflui o che si possono pagare in contanti), ne esiste una seconda che prescrive il divieto assoluto di buttare qualsivoglia bolletta o contratto di acquisto. Ergo sono andato a spulciare tra le carte di mia nonna, e vi ho trovato, ovviamente, quel maledetto contratto che stipulò una domenica mattina di almeno 35 anni fa. Incredibilmente sul contratto non è presente la data, a dimostrazione di quanto eravamo ingenui ai tempi, ma sull'enciclopedia è riportata la data di stampa del luglio 1977, quindi il fatto deve essere avvenuto, considerando che ero ancora alle elementari, tra il 1978 e il 1980.
Chiaramente ho reso illeggibili i dati di mia nonna.
domenica 23 novembre 2014
Go Nagai Robot Collection 44 Conte Blocken
Con questa 44esima uscita abbiamo veramente toccato il fondo del dilettantismo... uno scandalo... ben più che una truffa... il mio modellino è senza testa!!!!! ^__^
Se la prima uscita speciale fosse stata dipinta dalla stessa persona che ha dipinto questa i risultati sarebbe di certo stati migliori, perché questo Conte Blocken non è per nulla colorato male, anzi, mi pare proprio colorato bene. Consiglierei alla Fabbri di aumentare lo stipendio a chi ci ha lavorato, e di dare più tempo a quelli meno bravi di terminare il lavoro, così, magari, la Fabbri evita tante figure di emme, tipo quelle di Goldrake nello Spacer uscito mercoledì...
Personalmente non ho memoria del Conte Blocken, dato che Mazinga Z non lo vidi molto, purtroppo nell'orario di trasmissione della serie dovevo andare a catechismo... e questo la dice lunga su quando mi interessasse il catechismo. Inoltre non compare neppure in Mazinga vs Devilman, ergo ho scoperto della sua esistenza solo quando mi sono riavvicinato ai cartoni animati giapponesi grazie alla saggistica sugli anime e alle fiere del fumetto, intorno al 1999.
Penso, comunque, che l'idea di inserire un nazista non mi sarebbe piaciuta molto, già da bambino li detestavo parecchio, e trasformare uno di loro in co-protagonista cattivo voleva dire già dare troppo spazio a quella ideologia. Bisogna poi vedere se nel doppiaggio italiano il fatto che Blocken fosse nazista era esplicitato chiaramente.
Bushido, l'anima del Giappone
TITOLO: Bushido, l'anima del
Giappone
AUTORE: Inazo Nitobe
CASA EDITRICE: Luni Editrice
PAGINE: 119
COSTO: 17€
ANNO: 2014
FORMATO: 21 cm
X 15 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788879843775
Inazo
Nitobe nacque nel 1862, e fu uno dei testimoni della trasformazione
del Giappone da feudale ad industriale, riportò questa mutazione
sociale della nazione dal suo punto di vista di cristiano giapponese,
senza lasciarsi alle spalle la tradizione. Ne è la prova questo
scritto del 1899, che fa parte di quella schiera di libri nazional
patriottici che rinvigorì (volontariamente o meno) nei giapponesi il
senso d'appartenenza ad una “razza” eletta, un popolo diverso
dagli altri, migliore degli altri.
In
questo libro Inazo Nitobe parte dalla constatazione che, a differenza
dell'occidente, nelle scuole non si insegnava la religione, e che
quindi l'etica e la morale ad un giapponese veniva impartita dalla
famiglia a dalla società sulla base degli insegnamenti di 700 anni
di feudalesimo, cioè dal bushido. Il bushido era diventato
patrimonio di tutti i giapponesi, il che comportava automaticamente
che ogni cittadino nipponico avrebbe dovuto sacrificare la propria
vita per l'imperatore, come il samurai la sacrificava per il proprio
daimyo. Il potere devastante di questa teoria sociale e politica lo
si sarebbe constatato nei decenni successivi, sia in patria, con
l'uccisione o l'intimidazione verso chi non concordava con la destra
militarista, sia all'estero, con l'occupazione e lo sterminio delle
popolazioni conquistate.
Il
libro di Inazo Nitobe fu scritto nella prima edizione in inglese (poi
ebbe grande successo anche in Giappone), perché era diretto agli
occidentali, volendo spiegare loro che la società giapponese non era
formata da barbari, e che le consuetudini che agli europei e agli
statunitensi parevano spietate nascevano dal bushido, e meritavano
rispetto. In tutto il suo libro sono continui i paragoni tra gli
insegnamenti del bushido e le filosofie e le religioni occidentali,
tanto che è forte l'impressione che Inazo Nitobe si sentisse
inferiore agli occidentali. Il risultato finale (un po' comico) è
che per l'autore pare quasi che qualsiasi pensiero filosofico o
religioso occidentale fosse stato anticipato dal bushido. Nonostante
ciò resta il valore storico del libro, sia perché ci racconta le
consuetudini sociali di quel Giappone, sia perché questo fu uno dei
libri che diede il substrato culturale al nazionalismo giapponese.
L'unica
pecca del libro riguarda questa edizione italiana, in cui, visto
anche il prezzo, si sarebbe dovuta inserire una pur minima prefazione
che illustrasse il periodo storico di quel Giappone, mentre la Luni
si è limitata a tradurre il libro ed apporvici il nuovo prezzo.
Riporto
direttamente una frase di Inazo Nitobe in cui illustra il senso del
suo libro: “Il mio tentativo vorrebbe piuttosto spiegare, in primo
luogo, l'origine e le fonti della nostra Cavalleria; in secondo
luogo, il suo carattere e il suo insegnamento; tratterò poi della
sua influenza sulle masse; e, infine, della continuità e del
sussistere della sua influenza.”.
mercoledì 19 novembre 2014
Go Nagai Robot Collection - Uscita speciale 1 Disco Spaziale
Habemus nota output!!!
(che secondo il traduttore di Google sarebbe "uscita speciale" in latino)
A mio avviso è già errato il nome affibbiato alla prima uscita speciale, scrivere "Disco Spaziale" implica che manchi Goldrake, avrebbero dovuto chiamarlo Goldrake nel (più) Disco Spaziale.
Dopo mesi e mesi di annunci (ufficiali) andati a vuoto, finalmente la prima uscita speciale della Go Nagai Robot Collection è arrivata nelle edicole, cos'ha di tanto speciale?
Il prezzo di certo, 20 euruzzi, per un modelino che misura da lama rotante a lama rotante 20 centimetri, e dalla testa del cornutazzo ai motori posteriori del Disco 10 centimetri. Anche la confezione è differente, oltre ad essere più grande, è di color oro, al posto nel classico nero, e temo che la scelta del colore abbia un sottinteso assai inquietante per il mio portafoglio...
Il costo maggiore si ripercuote in una colorazione più accurata?
No...
Un vero peccato... purtroppo nella GNRC più il pezzo contempla l'affiancarsi di colori diversi maggiori sono le sbavature, pare proprio che gli incaricati della colorazione non siano tanto esperti, oppure temo, ma mi auguro di no, abbiano tempi di lavoro così ristretti da essere obbligati ad eseguire la colorazione in modo approssimativo. Sarebbe interessante sapere dove e a chi sia stata commissionato il lavoro, ad un'azienda regolare oppure a lavoratori a domicilio (o peggio)?
L'edicolante aveva ben tre esemplari, ma tutti erano colorati anteriormente (l'unico visibile) nel medesimo modo, cioè male.
Come in altre occasioni mi chiedo se esista un minimo di controllo della qualità del prodotto, ma proprio minimo, passi sbavazzare un personaggio poco famoso, ma cannare Goldrake...
Già la semplice foto mostra le sbavature sotto le bocche della Pioggia di Fuoco, sono anche evidenti quelle ai fianche delle spalle di Goldrake, ma è con le scan che le sbavature di colore vengono esaltate. Probabilmente non è corretto usare una scan come metro di paragone, l'immagine è troppo dettagliata, esaltandone i difetti, però quando le sbavature si vedono con una foto scattata da 40 centimetri la qualità è chiaramente scarsa.
Per assurdo il mio modellino è dipinto più accuratamente nella parte posteriore che in qualla anteriore, bastava stare attenti al contrario.
martedì 18 novembre 2014
"Favole della galassia", di Raul Alvarez e Massimo Buscema - Penthouse luglio 1981
Nel luglio 1981 non fu solo Playboy ad interessarsi ai "cartoni animati giapponesi" con l'articolo "La moltiplicazione degli Ufo Robot", ma anche il concorrente Penthouse, con questo articolo assai lungo a firma Raul Alvarez e Massimo Buscema.
Non posso immaginare a cosa fu dovuta questa strana combinazione, che portò la pubblicazione nel medesimo mese di due articoli sugli anime sulle due riviste erotiche più lette dagli italiani (adulti), ma tant'é che gli articoli ci sono, e dimostrano ancora una volta quanto interesse e scalpore suscitarono Goldrake e soci.
Rispetto all'articolo su Playboy questo di Penthouse è del tutto analitico, niente sinossi delle puntate (e niente trame parzialmente inventate) come nello scrtitto di Andrea Ferrari, infatti Raul Alvarez e Massimo Buscema vogliono "provare a fare un discorso serio sugli Ufo-robot", ci riescono?
Parzialmente si, talvota si spingono in interpretazioni un po' esagerate, in altri casi si limitano ad osservare il fenomeno e a trarne considerazioni che oggi paiono ovvie, ma nel 1981 non lo erano, basta leggere i tanti articoli sugli anime: Emeroteca anime.
E' apprezzabile, per esempio, che mai scrivano della bufala dei "cartoni animati giapponesi" fatti al computer, li assolvano in parte anche dall'accusa di essere violenti, restano i paragoni con i cartoni della Walt Disney, ma nel totale l'articolo non demonizza gli anime robotici. Fatto che sarebbe stato assai strano per una rivista che proprio non era al di sopra di critiche, visti i contenuti fotografici, ci mancava solo che a Pentahouse si mettessero a fare i moralisti...
Ho letto articoli peggiori, e nei toni molto più violenti, senza contare le panzane che taluni giornalisti scrivevano sugli anime, questo articolo cerca di essere informativo, esagerando, forse, nella valutazione dei risvolti psicologici degli anime robotici, in più di un caso non ho concordato con le loro conclusioni, anche perché ciò che ipotizzano non era ciò che io ai tempi pensavo.
Ovviamente la foto di copertina non poteva che essere per quell'ermafrodito del Barone Ashura.
Almeno i due giornalisti mettono subito in chiaro che i bambini non sono una massa di rimbambiti, hanno solo dei gusti diversi da quelli dei genitori, e che i gusti di questi ultimi sono differenti anche da quelli degli adulti giapponesi.
L'articolo cerca di valutare i tre differenti punti di vista: bambini italiani; genitori italiani; produttori giapponesi.
Non ho mai pensato che le esplosioni dei mostri nemici fossero "sangue atomico", ma sono punti di vista, magari qualche altro bambino lo pensò.
domenica 16 novembre 2014
Battaglia Navale Editrice Giochi 1973/74
Questa versione "made in" Editrice Giochi della classica Battaglia Navale è abbastanza interessante, infatti sposta l'azione in un "vero" mare aperto, con la possibilità di muovere una mini flotta marina, e senza più dover nascondersi reciprocamente le mosse, come nella classica Battaglia Navale, trasformando il tutto in un piccolo gioco di strategia.
Non mi è stato possibile individuare con precisione l'anno di pubblicazione di questo gioco, anche perché questa versione deve essere la seconda che fu prodotta. So per certo che la prima versione è del 1969, e si differenzia da questa per la stampa del foglio delle regole (non le regole, che sono le medesime) e del contenitore interno dei pezzi, mentre per tutto il resto (dimensioni, confezione esterna, piano di gioco, carte, modellini) è identico.
Dal mini pieghevole pubblicitario presente in questa confezione, che come di norma la Editrice Giochi inseriva nelle sue scatole, ipotizzo debba essere dei primi anni 70, personalmente il gioco non l'ho ricordo, quindi penso sia corretta una datazione intorno al 1973/74.
Una delle caratteristiche del gioco è l'enorme tabellone rettangolare da 89 cm x 59 cm, ma immagino che per il bambino che lo possedesse i pezzi preferiti fossero le 5 coppie di navi da guerra, dei bei modellini in plastica rigida.
Un po' truffaldina, invece, l'idea che ci si potesse giocare in più di due, immagino dividendosi la gestione dei turni o dei mezzi navali, rendendo vana ogni possbilità di gestione organica della flotta e di un minimo di impostazine stategica. Era un gioco fatto per due giocatori, come ogni Battaglia Navale che si rispetti.
sabato 15 novembre 2014
Go Nagai Robot Collection 43 Marchesa Yanus
Questa settimana tocca alla cattivissima Marchesa Yanus, nella sua veste mostro guerriero, chissà se la vedremo anche nelle versioni donna fatale e strega, entrambe con gatto (o gatta) nero sulla spalla.
A pensarci può essere che io abbia commesso un grave errore ad esprimere questa mia curiosità, non vorrei che arrivassero fino alla 200esima uscita con le altre due versioni della Marchersa Yanus... e non vogliamo mandare in edicola anche Nuke, Mucha e la cornacchia? ... sob... me tapino...
Il modellino non è per nulla brutto, sempre ricordando che la regola numero UNO per apprezzare la Go Nagai Robot Collection è la visione a distanza, posso tranquillamente affermare che l'apprezzamento è inversamente proporzionale alla distanza da cui li si guarda: più si è vicini e meno li si apprezza.
Alcune uscite si sarebbe dovute guardarle dall'altro lato della strada rispetto a dove era ubicata la propria edicola...
La posa è abbastanza statica, comunque corretta, non compare il viso della Marchesa Yanus dalla tetta sinistra, e direi che sia meglio così, tremo solo all'idea di come l'avrebbero disegnata...
La regola dell'apprezzamento inversamente proporzionale alla distanza è confermato da una scan del viso e del torace.
EDIT:
Un lettore o lettrice, che ringrazio, ha riportato nei commenti il link di un documento "xls" con tutto il piano dell'opera, inviatogli (o inviatole) dalla Fabbri, lo aggiungo alla fine di questa rece sulla Marchesa Yanus, è molto interessante è nel contempo molto impoverente... sigh... T_T
mercoledì 12 novembre 2014
Il fumetto "Actarus" N° 3 - "L'insidia da Vega" - febbraio 1980
Comunque questa pubblicazione era totalmente legale, i diritti erano stati acquistati dalla Sacis, autorizzata dalla Toei Animation a trattare tutti i diritti di Goldrake in Italia. Le storie sono un mix di vari generi, dal poliziesco al western, non mancano i viaggi di Acrarus ed amici in varie parti del globo, in pratica in Giappone non ci restano mai.
Questa volta, e la cosa è abbastanza incredibile, complice in periodo di calma, il gruppo decide di andarsene una settimana in vacanza!!!
Avran chiesto le ferie a Vega?
Per fortuna che almeno Actarus resta alla base per fronteggiare eventuali attacchi di Gandal e soci.
La meta di Procton (di solito è lui che parte per viaggi nel mondo) è Iturup, nelle isole Curili, che al tempo della pubblicazione del fumetto era nel territorio dell'Unione Sovietica, mica della Russia. Mi pare strano che dei turisti giapponesi potessero andarci senza troppi problemi, visto che le isole Curili erano (e sono) contese dalle due nazioni.
Più di una volta ho avuto la sensazione che alcune tavole non siano congruenti con il resto dei disegni, come se fossero state prese in prestito da altri fumetti, si vedono tavole dettagliate, seguite da altre abbastanza approssimative.
Ovviamente i nostri eroi partono in vacanza tallonati da uno scagnozzo di Vega, che diabolicamente non aspettava altro, e se a Procton questa idea geniale non fosse venuta?
Non ho scannerizzato interamente il fumetto, gran parte, ma non tutto.
domenica 9 novembre 2014
Il risveglio del Giappone
TITOLO: Il risveglio del Giappone
AUTORE: Kakuzo Okakura
CASA EDITRICE: Luni Editrice
PAGINE: 119
COSTO: 15€
ANNO: 2014
FORMATO: 21 cm
X 15 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788879844284
Questo libro, edito nel 1905, è spesso citato in altre pubblicazioni storico-saggistiche sul Giappone, ebbe il ruolo di illustrare agli occidentali la situazione del Giappone dopo i primi anni della Restaurazione Meiji. Nel 1905 la nazione nipponica aveva già sconfitto in guerra la Russia (dopo la vittoria nella guerra con la Cina), passando di colpo agli occhi degli occidentali da nazione barbara a nuovo “pericolo giallo” d'oriente. Il libro fu scritto direttamente in inglese, proprio perché il target finale non erano i giapponesi, ma le nazioni occidentali. Il suo autore fu inizialmente un fervente sostenitore della modernizzazione del Giappone, anche a discapito delle tradizioni giapponesi, solo in un secondo tempo iniziò a considerare il passato più importante del presente. Era comunque a favore della modernizzazione, che era l'unico sistema per non essere sopraffatti dalle tecnologiche nazioni occidentali, ma riscoprì e perorò il mantenimento delle tradizioni antiche, che per l'autore erano l'emblema della giapponesità.
In
questa edizione manca, a mio avviso, una introduzione scritta oggi
che contestualizzi il periodo storico, se non si conosce un po' quel
periodo del Giappone ci si dovrà basare solo su ciò che scrive
Kakuzo Okakura, che non brilla, ovviamente, per imparzialità.
Scopo
del libro era anche illustrare al lettore occidentale i grandi passi
in avanti fatti dal Giappone nel campo politico, sociale,
istituzionale ed educativo, tranquillizzandolo, nel contempo, sulle
intenzioni totalmente pacifiche del nuovo Giappone.
In
ciò che scrive Kakuzo Okakura già si possono leggere i semi del
nazionalismo militarista, che daranno vita alla pianta della seconda
guerra mondiale, o guerra del pacifico, come ancora la chiamano i
giapponesi. Si capisce bene tra le righe del libro che già nel 1905
lo scopo dell'establishment
nipponico
era quello di cacciare gli occidentali dalle nazioni asiatiche, ma
solo per sostituirli come nuovo padrone, un benevolo fratello
asiatico al posto della razza bianca straniera.
Nel
primo capitolo viene spiegato come la debolezza dell'Asia (escluso il
Giappone) è imputabile storicamente all'invasione mongola della Cina
nel 1200, e della successiva espansione mussulmana, non
al colonialismo occidentale e giapponese.
sabato 8 novembre 2014
Go Nagai Robot Collection 42 Yuri Caesar
Generale Yuri Cesar, Yuri... Yuri... forse mi dovrebbe ricordare qualcosa di antipatico... vabbè, torno al modellino numero 42 della Go Nagai Robot Collection. Il generale delle armate umanoidi è quello tra i sette generali che si vede più spesso in azione ne "Il Grande Mazinga", forse il più forte, peccato che nel disegno della copertina lo abbiano ridicolmente ritratto con due biberon ai fianchi e mentre ne tiene in mano uno...
Mi chiedo sempre se questa GNRC abbia un qualche supervisore del prodotto, qualcuno un minimo ferrato in materai, ma anche solo dotato di capacità visive medie, per correggere macroscopici errori prima che un numero venga pubblicato. Forse avranno risparmiato con l'organigramma, produco e mettono in vendita, dal produttore al consumatore, come il latte dei biberon di Yuri Cesar.
Per fortuna nel modellino i biberon non paiono tali, la postura di Yuri Cesar è più che accettabile, la colorazione con sbavature sotto la media, in totale un modellino accettabile, sempre considerando che io non sono un esperto in materia (mai colelzionato modellini).
Il fascicolino-ino-ino ha ormai perso una qualsivoglia minima parvenza, seppur truffaldina, di enciclopedia, sono 12 fogli di carta colorata.
Una cosa che avevo notato anche nei precedenti numeri è che il micragnoso testo presente nei "12 fogli di carta colorata" è assai simile a ciò che si può leggere sul mitico sito di Encirobot. Anche per Yuri Cesar il contenuto di pagina due è in parte identico alla pagina linkata. Io mi auguro sinceramente che il curatore del sito abbia autorizzato queste citazioni, perché sarebbe proprio il colmo se le avessero prese a ufo...
E questa settimana non manca neppure la sorpresona speciale sulle prossime uscite...
Obbiettivamente la scannerizzazione di porzione del modellino tende ad esaltarne i difetti, che non mancano, però in parte non sarebbero visibili ad occhio umano.
mercoledì 5 novembre 2014
Il gran sole di Hiroscima
TITOLO: Il
gran sole di Hiroscima
AUTORE: Karl Bruckner
CASA EDITRICE: Bemporad
Marzocco
PAGINE: 177
COSTO: 3€
ANNO: 1963
FORMATO: 25 cm X 20 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN:Erano anni che vedevo alle fiere del libro usato questo romanzo per ragazzi, però il suo prezzo era, a mio avviso, eccessivo, almeno 25/30 euro. Sono riuscito a recuperarlo ad un mercatino dell'usato a soli 3 euro, ed è stato un buon acquisto, non solo dal punto di vista economico, ma anche perché è un bel romanzo, basato sulla vicende accadute a Sadako Sasaki e alla sua famiglia in seguito al bombardamento atomico di Hiroshima.
Di solito è conosciuta da tutti la
parte finale della vicenda in cui Sadako è già malata, e in base ad
una leggenda si può guarire da una malattia all'ultimazione della
millesima gru di carta.
Non saprei valutare quanto il romanzo
di Bruckner, a parte i dialoghi tra i personaggi e alcuni retroscena
militari che immagino inventati, ripropongano fedelmente l'evolversi
dei fatti.
Nel romanzo la bambina non è la
protagonista assoluta della storia, lo è la famiglia Sasaki: il
fratello Scigheo (in realtà aveva tre fratelli, nessuno dei quali si
chiamava così), la madre Yasuko (vero nome Fujiko) ed il padre.
Attorno alla famiglia Sasaki ruotano
vari personaggi: l'anziano costruttore di barche Kenji Niscioka; lo
studente Kanjiro Yonekura (addetto ai servizi ausiliari); la studente
Setsuko Nakamura (anch'essa facente parte dei servizi ausiliari); la
signora Kumakici (vicina di casa); alcuni militari giapponesi; un
boss del mercato nero; un costruttore di aquiloni.
Tranne gli ultimi due, che sono
personaggi presentati dopo l'esplosione della bomba, gli altri
periscono per la deflagrazione atomica.
Sono riportati anche i dialoghi dei
soldati statunitensi della base di Tinian e dell'equipaggio
dell'Enola Gay.
Il romanzo si sviluppa per salti
temporali: poco prima dell'esplosione; il giorno dell'esplosione, si
passa quindi all'aprile del 1946; poi all'agosto del 1947, per
concludere la storia nella primavera del 1955, con la malattia di
Sadako.
Benché sia un romanzo per ragazzi
non sono per nulla nascosti i drammi causati dall'esplosione
atomica, ovviamente non sono riportate con dovizia di particolari le malformazioni o le ferite post atomica, ma comunque si comprende l'atrocità di quei momenti. Mentre è riproposta
fedelmente la situazione di precarietà prima e dopo la bomba, la
fame, la mancanza di un riparo per la famiglia Sasaki, la povertà
del dopo bomba, l'arricchimento di pochi grazie al mercato nero.
Il romanzo nell'edizione in mio
possesso è accompagnato da numerose illustrazioni, alcune, però, le
ho trovate un po' approssimative. In una il padre di Sadako pare quasi
un uomo afroamericano. In un'altra la ragazza costruisce le gru di
carta con la forbice, non sono un esperto di origami, ma penso che la
carta sia obbligatorio piegarla.
martedì 4 novembre 2014
"Il cretino elettronico", di Silvana Bevione - Panorama 28 aprile 1980
La copertina di Panorama ci ricorda quale terribile periodo fu quello tra il 1969 e la metà degli anni 80, con il terrorismo di destra e di sinistra che colpiva con omicidi mirati e stragi indiscriminate la popolazione italiana, senza dimenticare l'endemica corruzione politica del Bel Paese, le 4 mafie e l'imperante crisi economica (siamo sempre stati in crisi economica...).
Ma appena dopo le BR, le trame nere, i tentativi di colpo di Stato, la P2, gli omicidi di Stato, i vari Banco Ambrosiano e la corruzione a tutti i livelli statali, cosa preoccupava di più i giornalisti italiani?
I "cartoni animati giapponesi"! In tv "Mazinga era contro i bambini"!
La copertina pare volerci mostrare e dimostrare che, se gli adulti dovevano avere a che fare con gli irriducibili ex soci di Peci, anche i bambini avevano il loro temibile nemico: Mazinga!
Come se non bastasse ai bambini lo stesso nemico degli adulti, visto che negli atti terroristici morirono anche minorenni, e per ogni adulto ucciso dai terroristi di destra o di sinistra c'erano bambini e bambine che restavano orfani di madre o padre.
Comunque l'articolo di Silvana Bevone, nonostante la solita disinformazione, non punta l'obbiettivo solo contro gli anime, ma molto di più sulla televisione e sui genitori che non controllano i programmi visti dai figli.
Resta da chiedersi, allora, cosa accidenti c'entri il povero Mazinga Z, che aveva già i suoi problemi con Koji Kabuto al suo comando, sbattuto in prima pagina come il classico Mostro Meccanico da dare in pasto ai lettori.
L'articolo contiene un'intervista fatta da Fabrizio Carbone al regista Marco Ferreri che, nonostante i continui tentativi del primo di accusare gli anime di ogni male del mondo, assolve totalmente Mazinga da ogni colpa: è solo un divertimento per i bambini!
L'articolo è concluso da una piccola intervista ad un piccolo telespettatore, tanto per mostrare al lettore adulto di Panorama quanto eravamo "rincitrulliti" noi bambini dei primi anni 80...
Il titolo dell'articolo di Silvana Bevione mi pare possa riferirsi sia alla televisione che a Mazinga Z, come il sottotiotlo, che tira in ballo anche i genitori.
Bella la didascalia :]
lunedì 3 novembre 2014
Inferno nella stratosfera
TITOLO: Inferno
nella stratosfera
AUTORE: Peter Isaja
CASA EDITRICE: Profondo Rosso
PAGINE: 158
COSTO: 29€
ANNO: 2012
FORMATO: 21 cm X 15 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di
Milano
CODICE ISBN: 9788895294643
Tanto quanto i “cartoni animati
giapponesi”, “Guerre Stellari” o “Star Trek”, i film di
Inoshiro Honda fanno parte dell'immaginario fantascientifico di chi è
cresciuto negli anni 70 e 80 (anche anni 60). Negli anni 60 e 70 i
film di Honda venivano proiettati al cinema (nel mio caso negli
oratori), e nei primi anni 80 tutta questa filmografia nipponica ebbe
una nuova giovane platea grazie alle nascenti piccole tv locali, che
ricercavano spasmodicamente film a basso costo con cui riempire i
loro palinsesti televisivi. Senza contare che gli anime di genere
robotico e Sci-Fi si sono ispirati ai film di Honda. Questo interesse
per quel mondo fantastico mi ha spinto alla lettura, previo acquisto,
del saggio di Peter Isaja.
In questo saggio, però, non vi
troverete nulla sui film di Godzilla, infatti l'autore ha
preferito illustrarci 9 film di Honda che non fanno parte del filone
godzilliano.
Non per nulla il lunghissimo
sottotitolo al libro, che ho omesso per non far appesantire il titolo
del post, recita:
“Gli uomini H, i funghi
antropomorfi, i Misteriani, le creature gassose ed altri mostri
semi-umani nel cinema di Inoshiro Honda”.
Devo ammettere che non ho capito il
senso dell'introduzione, incentrata su un riepilogo di vari film non
fantascientifici di registi di svariate nazioni, di certo colpa mia.
Segue una brevissima biografia di
Honda, più che altro una introduzione alla sua figura di regista,
dato che consta solo 2 pagine e mezzo di testo.
Ecco, le pagine di testo... il solito
annoso problema di un saggio.
Quanto deve essere scritto un saggio
per essere considerato valido, cioè per considerarne valido
l'acquisto?
Se si pensa che questo saggio costa
ben 29 euro, la parte scritta è troppo scarna, a fronte di una
interminabile sequela di immagini, anche belle, sia chiaro, ma
veramente eccessive. Un po' il libro si salva perché il carattere di
scrittura è assai minuto, ma solo in minima parte.
Delle 9 schede sui film di Honda
scelti dall'autore solo due sono particolarmente approfondite,
arrivando a 5 pagine l'una, le altre navigano dalla pagina e mezzo
alle tre pagine (mi riferisco solo al testo):
I Misteriani (5 pagine);
Rodan il mostro alato (2 pagine);
Uomini H (2 pagine e mezzo);
Half Human (5 pagine e mezzo);
Inferno nella stratosfera (2 pagine e
mezzo);
Atragon (3 pagine);
Matango il mostro (2 pagine);
Una nube di terrore (1 pagina e
mezzo);
Gorath (1 pagina e mezzo).
In chiusura del libro sono presenti
due contributi a firma Fabio Familiari (“Gli altri mostri di
Hishiro Honda. Uomini H e Matango”) e Riccardo Rosati (Le navi
indistruttibili di Ishiro Honda: la fantatecnologia giapponese”).
Il primo è in linea con il saggio di
Peter Isaja, solo 5 pagine, tra l'altro contenenti numerose citazioni
di altri autori, il che riduce ulteriormente la farina del sacco di
Familiari.
Il secondo contributo, quello di
Rosati, nonostante sia ben più lungo ed interessante (analizza i
film “Atragon” e “Latitudine Zero”), non riesce a
giustificare la spesa dei 29 euro.
Questo è il secondo libro della casa
editrice “Profondo Rosso” che acquisto, di certo prima di
portarne a casa un terzo valuterò meglio il rapporto
contenuto/pagine/costo. Perché temo che la scarsità di contenuti, a
fronte di un costo medio-alto, sia un marchio di fabbrica della casa
editrice.
Ipotizzo che il nome della casa editrice si riferisca alla situazione economica di un suo lettore affezionato...
domenica 2 novembre 2014
Go Nagai Robot Collection 41 Barone Ashura
Uscita meno 9 alla fine della Go Nagai Robot Collection, siamo al conto alla rovescia?
Personalmente trovo maggiormente sensato conferire ad un modellino una posa più confacente possibile al soggetto originale, quindi trovo bella l'idea di mettere il barone Ashura in una postura particolare, però sarebbe stata migliore la medesima del disegno in copertina: inginocchiato in attesa degli ordini del Dottor Inferno.
La posa scelta per il modellino, invece, rende un po' arduo apprezzare la statuina, oltre al fatto che mi pare anatomicamente impossibile, almeno a me non riesce emularla, è anche vero che io non sono una mummia ermafrodita...
Come al solito mi pare che la testa sia venuta fuori un pelino piccola.
Stante che non posseggo una digitale particolarmente di qualità, è molto difficile fotografare la testolina, senza contare che non è possibile neppure effettuare una scan, visto quel pugno proteso in avanti, o indietro, in base ai punti di vista...
Ad occhio non si notano evidenti sbavature.
Iscriviti a:
Post (Atom)