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martedì 17 settembre 2013

"Benvenuto e addio" Capitan Harlock - 2 articoli su La Stampa del maggio 1979





Nel 1979 La Stampa di Torino diede spazio all'eroe dello spazio con due articoli, uno di presentazione e il secondo di saluto.
Nel primo articolo, del primo maggio 1979, si illustra la nuova serie nipponica, senza farsi mancare il solito astio anti "cartoni animati giapponesi".
Nel secondo articolo, del 15 maggio 1979, si annuncia il flop della serie rispetto al telefilm "Spazio 1999", e il tono dell'articolo pare quasi essere di lode verso lo sconfitto Harlock.
In Italia Harlock dovette confrontarsi con "Spazio 1999", telefilm di fantascienza trasmesso al medesimo orario sulla Rete 1, mentre il pirata spaziale andava in onda sulla Rete 2. L'autore o autrice dell'articolo (tale "u. bz.") ci informa che Harlock, a differenza di Goldrake che "era chiaramente rifatto sui modelli tradizionali del cartoon americano più commerciale derivato dai fumetti" ma manteneva un'impronta nipponica, è totalmente "internazionale".




Apprendiamo altresì che Harlock "e la gentile fanciulla che gli sta a fianco" (nome?!) sono simili a Biancanve e al Principe Azzurro di Walt Disney(!!), che i tratti dei personaggi sono occidentali perchè i giapponesi hanno rinnegato se stessi pur di esportare un cartone (ai tempi le serie non venivano prodotte con l'idea di esportarle, ma solo per il mercato interno).







Nel giro di 15 giorni, sul medesimo quotidiano, compare un altro articolo dal tono differente e con una notizia opposta, dal successo di Harlock al suo fallimento.
Infatti il nemico italico di Harlock, "Spazio 1999", si è dimostrato ben più tosto delle mazoniane, sconfiggendolo nella battaglia dell'odiens.




I bambini decretarono la sconfitta di Harlcok, preferendogli il comandante Koenig e la sua base lunare. Personalmente mi piacevano entrambi, anche se Harlock, effettivamente, era un po' pesantuccio per un bambino. E qui il giornalista (e. don.) pare quasi elogiare la serie animata nipponica, indigesta per i bambini proprio perchè abbastanza complessa.




Il telefilm inglese vine pure criticato per la sua trama elementare.



Mentre il giornalista ammette che Harlock era una buona serie, di vera fantascienza.




Gli adulti, a cui piaceva la serie, non potevano comprarsi i modellini dell'astronave di Harlock (oggi invece noi lo facciamo), e quindi il flop commerciale ne ha decreatò la sospensione.



2 commenti:

  1. Beh, sì, nel secondo articolo parlano abbastanza bene di Harlock. Il giornalista pare tradire un certo rammarico per non averlo potuto seguire in tutta la sua interezza (e tra le righe si coglie la presenza, perfino a casa del giornalista che si occupa di tv, di un solo televisore). Non mi sarei aspettato di trovare in mezzo a tanti scritti deliranti un articolo direi equilibrato.

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    1. Se sapessi che si firmava con "e. don." potrei anche mandargli una mail ;)

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