A fronte di tanti articoli in pieno stile disinformatia sovietica e colmi di acrimonia, detatta dall'ignoranza (nel senso di non sapere le cose), c'erano anche articoli che cercavano di essere più informativi, ma non questo pezzo di Carlo Morlondo.
Immagino che i giornalisti inviati in Giappone fossero là per articoli più importanti, e intanto venivano mandati a fare una capatina negli studi della Toei Animamtion, così da capire da dove nascessero quei "cartoni animati giapponesi" che stavano spopolando in patria. Purtroppo, pure in questi casi più informativi, il giornalista raramente riusciva a prendere seriamente il tema, commettendo quelli che oggi notiamo essere grossolani errori, ma che potevano anche starci nel 1980. Quello che trovo meno giustificabile è il pregiudizio, di cui il giornalista proprio non riesce a liberarsi, nonostante abbia la possibilità, essendosi recato alla fonte della notizia, di riportare in patria qualche verità e sfatare tante bugie.
Ed anche questo articolo (come quello di
Vittorio Zucconi ) continua nella tradizione del periodo. Per esempio Toshio Katsuta non fu il creatore di Goldrake. Io capisco che magari Go Nagai non era in quel momento disponibile per l'intervista, e neppure i tanti registi che si susseguirono alla serie, e neanche i mitici character designer Komatsubara Kazuo e Shingo Araki, e alla Toei Animation l'unico ad esserlo era Toshio Katsuta, però sarebbe bastato specificare quale fose stato il suo ruolo: responsabile del planning.
Di certo un figura sconosciuta in Italia, ma invece di perdersi nel racontarci che in Giappone i numeri civici sono messi a cacchio, il giornalista avrebbe potuto spiegarci cosa fosse un "planning".
Detto ciò qualche informazione nell'articolo la si può trovare, forse per errore.