In un precedente post che aveva come focus il circuito distributivo di programmi "Telemond" c'era un articolo ("Al pomeriggio faranno Marameo") in cui, a proposito dell'anime "Star Blazers", si accennava al numero precedente di "Millecanali", infatti nel numero 71 del novembre 1980 c'è uno scritto sulla serie animata fantascientifica nipponica, ma non solo. Essendo il primo numero in cui la redazione di "Milleanali" inaugurava la rubrica sui programmi tv furono pubblicati ben 12 articoli sui distributori di programmi, i network e alcuni singoli programmi:
Che la festa cominci, come e perché da questo numero parliamo di programmi;
Quarantamila ore in vendita (al mese);
Chi sono e come cercarli (i distributori di programmi);
Il marchio di Reteitalia;
Un circuito tricolore;
La torre dei Torazzi;
E poi c'è il distributore dei distributori;
Produzione italiana. Non c'è; ma quella che c'è è brutta, eppure...";
Un circuito tricolore;
La torre dei Torazzi;
E poi c'è il distributore dei distributori;
Produzione italiana. Non c'è; ma quella che c'è è brutta, eppure...";
Segnalazioni : Lou Grant;
Segnalazioni : Il Faraone;
Segnalazioni : Il Faraone;
Segnalazioni : Ora zero e dintorni;
Segnalazioni : Star Blazers, guerre stellari a fumetti con il Capitano Nemo;
Segnalazioni : Il pirata
Avendo in mio possesso materialmente questo numero, e non fotocopie come per quasi tutti gli altri "Millecanali", ho inserito tutti gli articoli, mentre dai numeri di "Millecanali" che ho consultato in emeroteca non ho potuto fotocopiare tutto, in quanto avrei impiegato troppo tempo, limitandomi agli anime e alla rete distributiva dei programmi (vedi numero 72 del dicembre 1980 linkato sopra).
Come ho già scritto in altre occasioni la consultazione di una rivista come "Millecanali" è indispensabile per chiunque voglia anche solo capire il periodo del "far west televisivo" delle tv private locali, ma anche il momento successivo in cui sono nati i primi network privati fino al monopolio Fininvest.
La redazione spiega bene la motivazione che li spinse ad pubblicare quelle che oggi sono inestimabili informazioni.
Preciso che, come si può vedere dal numero di pagina in basso, lo scritto era il penultimo di quelli mostrati, ma lo inserisco come primo.
Rispetto ad un articolo di una rivista con i programmi televisivi come "TV Sorrisi", su "Millecanali" la redazione si occupava anche delle questioni di acquisto della serie e degli sviluppi del merchandising.
Viene esplicitato che noi vedemmo la versione statunitense della "Corazzata Spaziale Yamato", anche se penso che lo spazio per gli spot fosse già quello nipponico a metà episodio.
"Star Blazers" mi piaceva, ma non riuscì a seguire moltissimi episodi (é tra le serie che vorrei (ri)vedere da adulto), quindi non comprendo bene in che modo la serie nipponica strizzasse l'occhio a "Il Signore degli anelli" di Tolkien.
Si noti che un paio di vote si tira in ballo Mazinga come paragone negativo, si vede che si era ancora reduci dallo tsunami mediatico della primavera 1980 contro i cartoni animati giapponesi ed in particolare contro le serie robotiche.
Per certo posso affermare che il gioco in scatola di "Star Blazers" non era per nulla un "gioco dell'oca spaziale:
L'articolo accenna anche alla trasmissione in contemporanea sulla televisione della "Svizzera Italiana", dove io lo seguivo saltuariamente.
Qui sotto ho smezzato le due colonnine per renderle più leggibili.
Il sommario della rubrica "I programmi V", con la possente mani di Goldrake che ci serviva un cinescopio pieno di film, telefilm e cartoni animati, tra cui proprio "Star Blazers".
Da questo articolo in poi il soggetto sono il flusso di programmi venduti alle tv locali, i distributori e i network.
Questo articolo è molto istruttivo in quanto spiega bene alcuni aspetti di quel mondo commerciale, che forse oggi, a distanza di tanti anni, potrebbero essere poco chiari, per esempio le tre tipologie di distributori di programmi:
puri; collegati a circuiti emittenti; le concessionarie di pubblicità.
Quando si parla di "far west televisivo" il termine non identifica solo il mancato rispetto della sentenza della Corte Costituzionale del 1976 (trasmettere solo in ambito locale) e il caos delle frequenze, dove il canale con il ripetitore più forte scacciava l'emittente con il segnale più debole, e magari che aveva iniziato a trasmettere per prima su quella frequenza, ma anche l'uso pirata di film, telefilm e cartoni animati.
Dopo tanti anni se metti mezzo minuti di un programma televisivo altrui di mandano Putin a casa, ma in origine erano le stesse tv locali a combinarne di tutti i colori... in Italia ci si ricorda del copyright solo quando fa comodo ^_^
Inserisco le scan anche in formato più piccolo, per rendere i caratteri maggiormente leggibili.
La prima in ordine alfabetico nella colonna in alto a destra è l'azienda distributrice che ci permetteva di vedere Jeeg:
Nell'articolo poco sopra a firma di Ferruccio Cattoretti si accenna a come Reteitalia utilizzava un metodo particolare per piazzare i suoi programmi, parrebbe non del tutto accettato sia dalle singole emittenti che dagli altri distributori.
Non so perché, ma la cosa non mi sorprende...
No, tranquilli a Reteitalia... nessun bastone tra le ruote di una regolamentazione televisiva verrà mai posto in atto...
Quindi Danguard fu importato dalla HDH di Milano.
Chissà se i cartoni animati giapponesi delle tv private vennero acquistato con la modalità riportata nel trafiletto di destra.
Perché non venivano prodotti programmi in Italia buttandosi sui film e telefilm statunitensi o sui cartoni animati giapponesi?
Non solo per i costi, ma per la mancanza di una vera struttura di produzione per telefilm, la stessa cosa valeva per i cartoni animati.
Articolo interessante.
Fa un po' ridere (postumo) che l'emittente che trasmetteva un telefilm sui giornalisti di un quotidiano statunitense che non si piegava ai "poteri forti", aveva il proprietario iscritto alla P2, che con i media in sui potere inquinava l'informazione e influenzava la vita democratica della nazione...
In realtà non fa ridere per nulla, ma tanto non è mai fregato nulla a nessuno ^_^
Sarò sincero, penso che allora (e forse anche oggi), piuttosto che vedere un programma come "Il Faraone", mi sarei messo a studiare ^_^
In pratica presero un film del 1966 e lo trasformarono in telefilm...
La prassi del taglia, copia, incolla e cuci esulava dai cartoni animati giapponesi, era una prassi italica...
Mai vista questa serie post apocalittica italiana, non mi dice nulla:
Nella seconda parte dell'episodio mostrato in questo video il vecchio trova... trova... un pacchetto di Marlboro... e poi i cartoni animati giapponesi erano diseducativi... ^_^
Chissà se Buronson e Tetsuo Hara si sono ispirati al nostro telefilm per ideare Ken il guerriero :]
Sul canale YouTube c'é una puntata e mezza:
Mai visto, anche perché non è il mio genere.
Post davvero interessante e informativo e poi non conoscevo questo "Ora zero e dintorni".
RispondiEliminaPer quel poco che ho potuto vedere sembra un po' Ai confini della realtà mescolato allo spirito beffardo del Dopobomba di Bonvi.
Grazie dell'apprezzamento ^_^
EliminaVorrei recuperarla, ma a parte il fatto che i DVD sono difficili da recuperare, il fatto che il doppiaggio sia l'adattamento made in Usa.
RispondiEliminaVorrei almeno i sottotitoli fedeli al doppiaggio originale.
Quindi Tolkien non ci azzecca niente?
Strano ^_^
Penso che esista solo la versione rimaneggiata dagli Usa, il che non fu del tutto un danno, perché eliminarono tutte le boiate nazionalistiche sulla corazzata Yamato...
RispondiEliminaIl problema dei DVD di Star Blazers, oltre al fatto che sono difficili da reperire, è che costano un botto, troppo ^_^