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lunedì 5 settembre 2022

"Nipponcartoons: solo colpe?", di Anna Massenti - "Scuola Italiana Moderna" 10 agosto 1983



L'aspetto che mi incuriosisce in questo articolo è il termine "Nippocartons" o "Nipponcartoon", che ogni tanto venne utilizzato in quel periodo e successivamente, sostituendolo a quello corretto, a quanto pare sconosciuto, che sarebbe stato "anime".
Quanto sarebbe stato informativo chiamare i "nippocarton" o "nipponcartoons" con il loro nome giusto, un piccolo passo per il giornalista, ma un grande passo per il giornalismo italiano   ^_^
E invece...

Nell'articolo linkato sopra gli anime vengono, forse per la prima volta, chiamati "nippo-cartoon", con il trattino a dividere i due termini.

La rivista "ikon" effettuava ricerche approfondite, basta vedere il numero di pagine, approfondite si, ma non sui nomi corretti del soggetto dei loro studi  ^_^

C'è poi la versione italianizzata con "animati" al posto di "cartoons", ma il concetto non cambia, tutto fuorché "anime"!  ^_^

Altra versione italianizzata con "fumetti" al posto di "cartoons", direi la più errata...

Nel 1989 viene pubblicato un saggio in cui uno dei contributi richiama di nuovo i "Nippocartoons".

Nella 12esima scan (pagina 220) si può leggere "nippo-cartoon" col trattino.

Nel 1999 Deodata Cofano riutilizza "Nippocartoon" per il suo saggio sugli anime, quando questo termine era ormai consolidato, non il massimo... sia per il titolo che per i contenuti.

Ammetto che non ho fatto una ricerca approfondita tra i miei articoli, per avere una panoramica affidabile avrei dovuto rileggermeli tutti, ma sono più di 1100... mi sono limitato ai titoli e ad una ricerca nel blog stesso. 
Di certo "Nippocartons" o "Nipponcartoon" oppure "Nippo-cartoons" vennero usati molte volte, anche perché "cartoni animati giapponesi", oltre che lungo, era diventato un po' noioso. 
Resta l'incapacità di così tanti giornalisti di andare a cercare, oppure solo scoprire per caso, che stavano usando un termine non corretto, ma prima o poi troverò un articolo con scritto "anime"!  :]


L'articolo prende spunto da un convegno sui prodotti seriali statunitensi, ma grazie al contributo di Paola De Benedetti, una delle persone che permisero la trasmissione di Goldrake sulla Rai, il tema si sposta sui "nipponcartoons", che una volta tanto non vengono demonizzati.
La dirigente Rai ne elenca un certo numero di pregi, e forse avrebbe potuto trovarne molti altri ancora, senza sforzarsi neppure molto, comunque meglio poco che niente  :]
Bisogna considerare che la rivista faceva parte del nutrito stuolo di quelle scolastiche, indirizzate a docenti e genitori, quindi esercitava una certa tendenza tra le persone espressamente incaricate di educare i bambini.
Da notare che riguardo al bombardamento televisivo di personaggi di fantasia (telefilm e cartoni animati) che subivamo (anche se io non mi sentivo bombardato), si potrebbe fare un certo parallelismo con le critiche che subiscono oggi le generazioni più giovani per la scarsa concentrazione che parrebbe causata dai messaggi social veicolati dai tanti device a loro disposizione.
A me pare che basterebbe sostituire le parole "televisione", "telecomando", "telefilm" e "cartoni animati giapponesi" con "smartphone", "tablet", "Youtube" e "TikTok" per avere il medesimo preoccupato risultato finale.
Preoccupazione corretta da parte di un adulto, basta solo che non si diventi apocalittici  :]

 

2 commenti:

  1. Pian piano me li leggo tutti... Chissà come sarà stato contento il piccolo Gregory di vedersi definire "videota".
    Gli piaceva Welcome back Kotter... e non sapeva che parecchi anni dopo il grande statista italiano che ha di fatto concluso la guerra fredda (giuro, lo ha detto la sua finta-moglie) avrebbe citato gli eroi di Hogan al parlamento europeo (per pigliare per il culo un tedesco).
    "Nipponanimati" sembra la versione Tatsunoko di Biancaneve in stile Time Bokan... Biancaneve e i sette nipponanimati

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    1. Che momento imbarazzante fu quello del sergente Shultz...

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