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sabato 8 maggio 2021

"Manga, il fumetto giapponese", di Thierry Defert - "Zoom, la rivista dell'immagine" maggio 1983



Questa volta non posto il solito scritto in cui qualche giornalista o esperto un tanto al chilo lanciava anatemi sui cartoni animati giapponesi, ma un articolo informativo, che in quel periodo era una rarità.
Guarda caso non fu pubblicato dalla stampa generalista, ma da una rivista di nicchia, e guarda caso l'autore non è italiano, ma francese, nazione in cui il fumetto non era considerato un mero prodotto per bambini idioti...
Le informazioni che oggi possiamo leggerci sono abbastanza di dominio pubblico, ma non era così del 1983, quindi mi è parso corretto renderne omaggio a questo articolo.
Da notare che nella prima pagina sotto all'ideogramma (che riporto nel particolare alla fine del post) è riportata l'informazione che i manga coreani si chiamavano "Man-hwa". 
Chissà, forse fu la prima volte che in Italia si leggeva questo termine.
Buona lettura  :]



 

2 commenti:

  1. Eh, sì, la Francia ha sempre avuto un altro atteggiamento verso il fumetto, con persone che veramente si impegnavano e dimostravano la loro passione. Basta leggere l'inizio dell'articolo dove si cita Moliterni, grande animatore delle prime edizioni del Salone dei comics.

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    Risposte
    1. Nella nuova edizione di "C'era una volta Goldrake" di Massimo Nicora, la cui data di uscita non è stata ancora fissata, ci sarà un capitolo sulle reazioni della carta stampata verso Goldorak.
      Visto il diverso rapporto del mondo della cultura verso i fumetti, sono curioso di vedere cosa scrissero i cugini su Grendizer.

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