TITOLO: Le anime disegnate, il pensiero nei cartoon da Disney ai giapponesi e oltre
AUTORE: Luca Raffaelli
CASA EDITRICE: Tunuè
PAGINE: 292
COSTO: 28 €
ANNO: 2018
FORMATO: 24 cm X 16 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788867903160
E' questa la quarta copertina del saggio di Luca Raffaelli che uscì nel 1994, uno dei primissimi saggi che si occupò anche dell'animazione giapponese, dato che sono trattati i tre principali filoni:
Walt Disney; Hanna & Barbera/Warner/MGM; anime.
Le prime due copertine furono pubblicate da Castelvecchi: la prima vede Bugs Bunny che bacia il cacciatore Elmer; la seconda riporta la silhouette di Willy il coyote.
La terza copertina è pubblicata dalla casa editrice Minimun Fax, e vede un mix di personaggi.
Di norma sono un po' restio a ricomprare una riedizione, anche quando è "riveduta ed ampliata o aggiornata", mi sa tanto di minestra riscaldata, che poi mangio lo stesso, però rispendere una cifra maggiore per un libro che già ho mi scoccia...
Ci sono delle eccezioni, e questa è una di loro.
Io comprai l'edizione con Willy il coyote in copertina, sempre Castelvecchi, ergo datata 1998. In questi 21 anni qualcosa è cambiato nell'animazione mondiale, mi pareva giusto rileggere come la pensava Raffaelli.
Un altro buon motivo per ri-prendere questo libro è la rilegatura: copertina rigida, bella rilegatura, formato non piccolo.
Nella libreria ci sta proprio bene ^_^
Ho provato a valutare quanti paragrafi o capitoli ci fossero in più rispetto all'edizione del 1998, ma la comparazione risulta un po' ardua, di certo lo scritto è maggiore, e comunque fa riferimento ai fatti fino al 2018, anno di pubblicazione.
Quindi, se non avete mai letto una delle precedenti edizioni, il saggio va acquistato per forza, ma anche se avete la prima o la seconda copertina (made in Castelvecchi), l'acquisto è a mio avviso motivato. Non saprei valutare quanto migliorativa sia questa edizione Tunuè rispetto all'edizione di Minumin Fax.
Mettendo a confronto le quattro copertine ho notato quanto gli appassionati di animazione giapponese devono aver conquistato mercato editoriale negli ultimi 21 anni, mi spiego meglio.
Nelle prime due copertine (1994 e 1998) ci sono solo personaggi della Warner.
Nella terza copertina (2005) venne disegnato un Frankestein di vari personaggi: il muso di Braccobaldo; la testa di Bart Simpson; le orecchie di Topolino; una manica di quello che parreebbe essere il vestito di Biancaneve.
L'unico segno dell'animazione giapponese sembrerebbe essere l'occhio destro, in stile shojo.
In questa coperta ci sono Topolino e Goldrake che si stringono le mani, fifty-fifty.
Quando comprai l'edizione del 1998 (con Willy il coyote) dovetti leggere il sottotitolo del libro e l'indice per accertarmi che trattasse anche di cartoni animati giapponesi. Si vede che la casa editrice non puntava molto sui fan degli anime, veniva considerato più di richiamo il mondo dell'animazione statunitense.
Nel 2005 la copertina era più variegata, ma ci voleva un "occhio" attento per notare quella citazione visiva buttata un po' lì.
Nel 2019 i vecchi e brutti cartoni animati giapponesi hanno raggiunto la parità con il Dio Disney, un qualsiasi "vecchio" appassionati di anime riconoscerà subito la potente mano di Goldrake.
Qualche passo avanti rispetto a quando i nippocartoon erano violenti e diseducativi, lo abbiamo fatto.
Raffaelli divide il saggio in tre capitoli, uno per la Disney, uno per le altre case di produzioni statunitensi, e l'ultimo sui cartoni animati giapponesi.
Per ogni tipologia viene ripercorsa la sua storia, dagli autori alle problematiche di produzione, fino all'impatto che ebbero in Italia.
Lo scritto fila via liscio, leggibilissimo, senza paroloni complessi, comprensibile e piacevole.
Nella parte sull'animazione giapponese, oltre alla cronistoria della prima invasione, si fa riferimento alle polemiche che si scatenarono sulla carta stampata (presente anche dell'edizione del 1998), ed in questo frangente ho apprezzato l'autocritica di Raffaelli rispetto alla sua posizione anti-cartoni animati giapponesi nel periodo 1978/1980.
Recuperando vecchi saggi sull'animazione ho potuto leggere posizioni (legittime) abbastanza negative di vari esperti, che poi cambiarono idea senza colpo ferire.
Segue l'indice del saggio per valutarne il contenuto e rapportarlo con la propria eventuale precedente edizione ;)
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