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lunedì 27 marzo 2023

L'incanto del Giappone



TITOLO: L'incanto del Giappone
AUTORE: Walter Weston
CASA EDITRICE: Cai Torino Editore
PAGINE: 131
COSTO: 5 
ANNO: 1995
FORMATO: 21 cm x 21 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 


A parte lo scritto di Fosco Maraini (15 pagine) su Walter Weston, il padre dell'alpinismo giapponese, il catalogo presenta solo fotografie di un Giappone ormai scomparso scattate dallo stesso Walter Weston.
Di norma non acquisto libri composti da immagini, anche perché non sono un appassionato della montagna e mai e poi mai di alpinismo, ma il catalogo della mostra tenuta nel novembre 1995 era assieme al libro "Ainu - Antenati spiriti e orsi", quindi l'ho preso.
Devo dire che alla fine non ho sbagliato, la gran parte delle immagini sono state colorate, e devo dire che sono molto evocative, alcune molto terribili, visto che testimoniano il terremoto del Kanto nel 1923.
Il catalogo non è più disponibile sul sito del "Museo della Montagna", è acquistabile su alcuni siti a prezzi esagerati, dal mio punto di vista, ovviamente. Ad un prezzo basso trovo che possa essere un acquisto che merita.
Ho inserito in questa recensione 34 immagini delle 90 totali, quelle che mi sono parse più singolari/interessanti, ma di certo ne avrei potute mettere altre ancora. 
Ho lasciato sempre la didascalia, magari presente nella pagina prima o dopo.




Rispetto agli altri post non ho "rovinato" le immagini con il watermark, mi pareva un peccato.
Buon tuffo nel passato   ^_^

sabato 25 marzo 2023

Ainu - Antenati spiriti e orsi



TITOLO: Ainu - Antenati spiriti e orsi
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Cai Torino Editore
PAGINE: 119
COSTO: 5 
ANNO: 2013
FORMATO: 21 cm x 21 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 


Considerando che gli scritti in italiano sugli Ainu scarseggiano, ho fatto subito mio questo catalogo di una mostra avvenuta tra il dicembre 2012 e il marzo 2013 a Torino presso il "Museo Nazionale della Montagna".
I contributi sono di autori vari, ma il fulcro sono gli scritti di Fosco Maraini, comprese le numerose e belle fotografia, che ripercorrono i suoi numerosi viaggio Hokkaido presso gli Ainu.
Essendo un catalogo le immagini sono preponderanti, mentre i capitoli scritti si fermano a quattro e sono abbastanza corti o cortissimi, ma comunque interessanti.
Nel primo capitolo si riepilogano gli studi occidentali sugli Ainu e i ricercatori che se ne sono occupati, in particolare Fosco Maraini, il cui primo viaggio avvenne dal 1938 al 1941.
Viene effettuato un breve ma esauriente riepilogo storico e sociologico sugli Ainu.
Il capitolo si conclude con l'informazione della data della prima legge promulgata in Giappone per la tutela degli Ainu, 1997... l'anno vale più di mille parole.
Nel secondo capitolo si entra nel dettaglio del lavoro di etnologo di Maraini presso gli Ainu.
Il terzo capitolo è una breve informativa sull'attività della EAJS, "European Association of Japanese Studies", di cui Maraini fu uno dei fondatori.
Il quarto capitolo è la traduzioni dall'inglese di Maraini scritto verso la fine degli anni 80 per un volume in inglese che poi non venne pubblicato, il tema è la cronaca dell'ultimo "Iyomande", cioè la cerimonia del sacrifico dell'orso. Lo Iyomande è, o forse è meglio scrivere "era", il rito più importante della cultura Ainu.
Pare che il libro sia recuperabile sul sito del museo, io l'ho recuperato in altri lidi:

Inserisco qui sotto la prima pagina di ogni capitolino.

lunedì 20 marzo 2023

Animeteca, la guida completa ai film anime



TITOLO: Animeteca, la guida completa ai film anime
AUTORE: Michael Leader e Jake Cunningham
CASA EDITRICE: Salani
PAGINE: 192
COSTO: 22,90 
ANNO: 2023
FORMATO: 24 cm x 19 cm
REPERIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9791259572196


Secondo libro edito da Salani del duo anglosassone Michael Leader e Jake Cunningham, il primo è stato il non bello (dal mio punto di vista) "Ghiblioteca, la storia dei capolavori dello Studio Ghibli - Una guida non ufficiale", nella cui introduzione si scopre che il secondo autore fino al 2018 non aveva mai visto manco un film dello "Studio Ghibli"... in questa quarta di copertina hanno anche l'ardire di definirsi entrambi "esperti", allora io sono un kami dell'animazione giapponese in Italia   ^_^
Questo loro secondo lavoro l'ho trovato fin peggiorativo rispetto al primo, intanto graficamente hanno mantenuto un carattere di scrittura minuscolo e poco marcato, che rende le parole quasi illeggibili (per i miei occhi con occhiali), quando poi lo sfondo è colorato, addio diottrie...
Si potrebbe pensare che il carattere di scrittura minuscolo sia dovuto alle tantissime pagine scritte e il poco spazio per farci entrare i numerosissimi concetti espressi, al contrario, lo scritto è poco perché il libro è strapieno di immagini:
delle 192 pagine totali solo 7 pagine contengono solo scritto;
delle 192 pagine totali 74 pagine contengono solo immagini;
delle 192 pagine totali lo scritto ammonta approssimativamente a 60 pagine, difficile fare un conto preciso visto che il testo è frammentato.

Il libro costa 22,90 euro, che diviso per una sessantina di pagine... in più è stato stampato in Cina, quindi immagino sia costato molto di meno di quanto sarebbe costato stamparlo in Italia. 
Un buon modo per massimizzare il profitto e ridurre al minimo lo sforzo   ^_^


(OT: lei è Barbara Bouchet   ^_^  )

A questo punto farò una citazione indirettamente dotta, addirittura di carattere scespiriano, che sarebbe fuori portata rispetto al mio livello culturale, ma grazie al capitano Kirk nell'episodio 22 della seconda stagione posso prenderla un po' alla lontana   ^_^ 
"Ciò che si chiama rosa, con qualsiasi nome avrebbe lo stesso profumo"

Ecco, parafrasando Kirk, che cita Shakespeare, potrei chiosare che "Ciò che si chiama Ghiblioteca/Animeteca, con qualsiasi nome avrebbe lo stesso profumo di "Ultrashibuya"  :]
In pratica questi due libri sono la "Ultrashibuya" d'oltre Manica, hanno perfettamente implementato e forse pure migliorato la filosofia editoriale della "Edizioni Ultra":
tante immagini a fronte di poco testo.

Il titolo recita "Animeteca, la guida COMPLETA ai film anime", poi scopri nell'introduzione che gli autori hanno selezionato 30(!) film in un arco temporale di 60(!!) anni con in più una loro regola secondo cui si può inserire un solo film per ogni regista!!!
Addio meritocrazia per i registi nipponici di animazione.
Ma che senso può avere e che razza di panoramica può trasmettere un libro così?
Infatti gli stessi autori nell'introduzione scrivono che i 30 film scelti non sono (e mai lo potevano essere, aggiungo io) una lista completa.
Sarebbe come voler selezionare i migliori calciatori che hanno militato nel campionato di Serie A negli ultimi 60 anni, ma dovendo scegliere solo un giocatore per squadra...
Era più sensato non scrivere "guida completa", ma "Animeteca, i film anime che piacciono a noi due che abbiamo scritto il libro".
Ovviamente, date le scelte a monte, sono presenti film inediti in Italia oppure film che mai e poi mai avrebbe avuto senso scegliere (dal mio punto di vista), come "Red Line" o "Promare", e poi mancano, tanto per fare un solo esempio, "Paprika" o "Tokyo Godfathers" perché dello stesso regista si era già scelto di inserire "Millenium Actress".
In più, come nel precedente "Ghiblioteca", gli autori si basano sulle proiezioni anglosassoni, su trasmissioni televisive anglosassoni (benché occasionalmente è riportato un mini accenno sulla trasmissione italiana) e su testi anglosassoni. Alla fine lo scritto risulta alieno ad un lettore italiano.
La domanda successiva potrebbe vertere sul perché io insista a comprare titoli di questo tipo, in parte sarà a causa di un impulso irrefrenabile che mi coglie il libreria, ma più che altro penso che non si possa giudicare se non si legge.

Nelle prossime tre scan inserisco un esempio di come è impostato tutto il libro, cioè tantissime immagini, poco, scritto, caratteri minuscoli, sfondi colorati che non aiutano a leggere.
Ogni scheda è divisa in due parti, la spiegazione del contesto in cui è stato pensato il film con notizie sul regista, la pagina colorata con la recensione del film.

domenica 19 marzo 2023

"Nippon Manga, nelle lontane isole del Pacifico un fantasmagorico mondo di colori e immagini", di Alfredo Castelli e Gianni Bono - "Portfolio Illustratori" ottobre 1983


Se questo scritto di pura analisi del fenomeno manga ed anime, che ha utilizzato come fonte informazioni provenienti direttamente dal Giappone, fosse stato pubblicato, non dico dal Corriere della Sera, da Repubblica o La Stampa, che non avrebbero mai sperperato tante righe per informare i propri lettori, ma almeno da Panorama, Il Corriere della Sera Illustrato o da una rivista del settore dei comics italici, magari ci saremmo evitati di leggere tanti decenni di idiozie basate sul nulla...
Purtroppo Alfredo Castelli e Gianni Bono trovarono spazio per le loro dieci pagine di analisi e spiegazioni su manga ed anime solo su una rivista di settore, quindi ho potuto accumulare centinaia di articoli con cose scritte a caso   ^_^
Il fatto importante è, però, che comunque qualcuno spiegò per filo e per segno come funzionasse fino alla fine del 1983 il mercato editoriale dei fumetti giapponesi ed anche le produzioni dei famigerati cartoni animati giapponesi, mi rifiuto di credere che l'articolo non sia stato letto da nessun giornalista, opinionista o sedicente esperto. Ne consegue che dopo questo scritto di approfondimento il mondo del giornalismo italico aveva una fonte da cui attingere per essere più preciso, ma si vede che era troppa fatica leggere quelle dieci pagine   ^_^
Qualche errorino lo si può trovare, come Heidi trasmessa in Italia nel 1976, ma nel 1983 era anche arduo trovare fonti interne che confermassero o meno tali date:

L'articolo, pur concentrandosi quasi del tutto sui manga, smentisce categoricamente che i cartoni animati giapponesi fossero fatti al computer, Castelli e Bono non furono i primi in questo, ma non servì a nulla...


Direi che quando venne pubblicata questa stupenda doppia pagina con l'Uomo Tigre Secondo l'anime non era ancora stato trasmesso in Italia:

Da notare che lo speciale di "If" su orfani e robot è datato dicembre 1983, quindi questo articolo venne pubblicato due mesi prima:

Nel 1985 Bono e Castelli pubblicarono anche il catalogo Kodansha per gli editori italiani:

Infine nel 1986 scrissero il contributo "L'ascesa della nippon animation" nel saggio "Il libro nella pancia del video - Il bambino lettore nell'era dell'informatica".




Gli autori iniziano l'articolo con la storia del manga, partendo dal settimo secolo dopo Cristo, per arrivare al 1983.
Non aggiungo altro perché sarebbe senza senso chiosare su quello che riportano Bono e Castelli, semplicemente fecero informazione vera, con la "i" maiuscola    ^_^

mercoledì 15 marzo 2023

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 5)


Quinto bel numero di "Anime Cult" che, per fortuna, non manca dell'intervista inedita (questa volta ad Akemi Takada) per l'Italia ed esclusiva risalente al 2016!
Cioè... nel 2016 non sapevamo ancora che avremmo saltato due mondiali di calcio   ^_^
A quanto pare per la redazione di una rivista italica deve essere assolutamente impossibile prendere contatto con un personaggio del manga ed anime star system allo scopo di farsi rilasciare uno straccio di intervista... mi pare ovvio che costi meno riciclare contenuti vecchi ed aggiungere la postilla "che ci risulta inedita in Italia", ma ci ritorno più sotto, perché c'è un'altra questione che non mi è chiara.


Chi avrebbe mai detto che lo scultore Domenica Greco, dopo che Massimo Nicora lo intervistò per la seconda edizione di "C'era una volta Goldrake", assurgesse a tanta notorietà?
Sia chiaro, tutte queste attenzione da parte della carta stampata Domenico Greco le merita tutte, anche grazie a lui passammo (noi che ci giocavamo, gli altri ovviamente no) stupende giornate a giocare con i soldatini Atlantic.
Quello che mi incuriosisce è l'effetto valanga scatenato dal settimo capitolo paragrafo 14 del secondo volume (da pagina 634), dove a pagina 640 c'è la foto e il racconto di Domenico Greco, da lì prima il Corsera nel novembre 2018 intervista lo scultore, poi in questo numero tocca ad "Anime Cult".
Chi sarà il prossimo?


Nel consueto editoriale del Ceo si elencano una serie di numerose iniziative editoriali a tema manga ed anime, ma anche videogiochi, che vedranno prossimamente la stampa:
uno speciale su Bim Bum Bam (dal 31 marzo in edicola);
un volume monografico sulle sigle degli anime (estate);
uno speciale sui videogiochi vintage tradotto da una pubblicazione inglese (metà aprile);
una enciclopedia dei robot giapponesi a cura di Davide Castellazzi;
infine altre pubblicazioni provenienti dal Giappone e tradotte in italiano da far uscire in edicola e in fumetteria.

Sarò già contento se solo la metà di queste iniziative verrà portata termine  :]

domenica 12 marzo 2023

"Cinema, dal muto ai giorni nostri" - "Corriere della Sera" (1994) capitolo sui "Cartoni Animati"


Un concetto che ho già cercato di esplicitare è quello che ovviamente è importante cosa contenga una pubblicazione, ma in alcuni casi è altrettanto importante cosa essa non mostra.
Per esempio, nelle riviste italiane sulla fantascienza, l'animazione giapponese fantascientifica non era praticamente mai trattata, nonostante il boom televisivo di robottoni e simili:

Un altro caso simile di rimozione collettiva di un argomento è il "Festival Internazionale del film di Fantascienza" di Trieste, che dopo aver presentato nel 1978 in anteprima per l'Italia il primo film di "Star Blazers/Yamato", poi non mise in cartello più alcun film di animazione nipponico:

Partendo dal concetto che l'assenza di un argomento, in una contesto che lo potrebbe/dovrebbe trattare, è rivelatore di una mancanza di interesse o di ignoranza verso l'argomento stesso, un altro buon esempio è questo speciale del "Corriere della Sera" sul cinema dal cinema muto al 1994. Lo speciale veniva pubblicato a dispense in allegato al Corsera, io l'ho recuperato ad un mercatino in una versione rilegata che penso sia di fattura artigianale rispetto a quella ufficiale, in quanto ha la copertina rigida in finta pelle rossa con l'adesivo della raccolta appiccicato sopra. 
Forse l'ho comprato solo per questa fattura artigianale   :]
Di norma non raccatto materiale editoriale degli anni 90 (sono già strapieno di quello anni 70 ed 80...), ma sono rimasto colpito dal capitolo riservato ai "Cartoni Animati", che in 22 pagine (su un totale di 416 del volume) non cita MAI l'animazione giapponese...
Oggi anime e manga trovano normalmente spazio sui quotidiani, magari le informazioni non sono sempre precise, magari i giornalisti si limitano a "prendere spunto" da blog e forum gratuiti, ma comunque l'attenzione c'è, nel 1994 un volume dedicato al cinema non citava neppure una volta l'animazione cinematografica giapponese. 
Se è vero che nel 1994 non esisteva ancora una saggistica italiana su manga ed anime, qualche rivista del settore veniva pubblicata, senza contare l'esistenza di quella che io ho ribattezzato come "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90".
Eppure chi si occupò della pubblicazione non calcolò per nulla il contributo giapponese all'animazione mondiale, nonostante in Italia di questi film ne vedemmo un certo numero:

L'aggravante è che per quanto riguarda i cartoni animati vengono citate anche le serie prettamente televisive come quelle della "Hanna & Barbera", quindi se gli autori (non?) potevano ignora il film "Akira" del 1988 (che io vidi al cinema), bisognava veramente detestare l'animazione giapponese per non citare Goldrake, Mazinga e soci, che tra l'altro vedemmo anche al cinema.
Il capitolo sui cartoni animati effettua un excursus storico, per poi concentrarsi prettamente sulle produzione statunitensi, ma sono citati anche altre nazioni, tra cui Francia, Italia ed est Europa. 
Mai il Giappone..

Il Giappone, però, è super brevissimamente citato a proposito di Godzilla del capitolo "Fantascienza & Horror". Tre insulse righe, una immagine ed una didascalia...



Io avrei modificato il titolo del capitolo da "Cartoni Animati" a "Cartoni Animati tranne quelli giapponesi"  ^_^
I lettori del Corsera che nel 1994/95 collezionarono queste dispense appresero, anzi, non appresero che nel mondo dell'animazione esisteva anche il Giappone.

sabato 11 marzo 2023

Onda TV dal 19 al 25 novembre 1978 - 36esimo numero della rivista


Questo 36esimo numero di "Onda TV" è il 14esimo dell'annata 1978 che pubblico, lo scopo è quello di mostrare nel tempo i palinsesti delle tv locali private, nel mio caso l'interesse primario è quello della Lombardia e Milano.



Qui sopra i numeri della prima annata di "Onda TV" che ho postato qui sul blog fino ad oggi, compreso questo numero 36.
Come sempre, in questa prima fase dei palinsesti delle tv locali private, quasi tutti i cartoni animati sono indicato solo con "cartoni animati", mentre quasi tutti i film sono presenti con i titoli. Quando la durata del cartone animato arriva massimo a 20 minuti sono di certo serie statunitensi tipo "Space Angel" o "Clutch Cargo", ma quando la durata si attesta attorno ai 30 minuti il dubbio che possa essere un cartone animato giapponese affiora.  E' quindi un vero peccato non poter leggere quale cartone animato trasmettesse tutti i giorni "Milano TV" il pomeriggio dalle 13,45 alle 14,14 e la sera nell'orario del TG1 dalle 20,00 alle 20,30.
Restano i titoli delle rubriche autoprodotte dalle tv locali, i film e qualche telefilm, come si dice a Milano: 
"piuttosto che niente, è meglio piuttosto"  ^_^

Non mi sorprende per esperienza televisiva adolescenziale personale, ma ancora mi lascia basito se penso all'oggi, leggere di film etichettati con "VM18" trasmessi alle 22,30 come capita mercoledì su "Tele Alto Milanese" e venerdì alle 23,30 su "Milano TV".
Il periodo dal 1977 al 1979, con strascichi non occasionali fino ai primissimi anni 80, era veramente il far west televisivo privato, dove quasi tutto era permesso. Solo chi lo visse può capire, gli altri possono solo esprimere perplessità senza senso.
Oggi gli editori televisivi fanno tutti i precisini con le leggi a tutela del telespettatore e il copyright, ma in origine i loro "padri" non erano così fiscali  ^_^

Su "Onda TV", nonostante le continue promesse di maggiori approfondimenti presentate in vari editoriali, gli articoli erano rari, e quando presenti assai stringati, nulla a che vedere con "TV Sorrisi e Canzoni".
Ho notato che sovente il personaggio in copertina non vedeva la presenza di un articolo a lui dedicato nella rivista, in questo caso, invece, alla copertina dedicata a Martino Zanette segue un breve scritto.
Ho cercato informazioni su Zanette, scoprendo che è deceduto nell'ottobre del 2009:

Nel necrologio il giornalista accenna al soprannome "Tarzan" che aveva l'imprenditore pordenonese, dallo scritto si evince che alla fine non venne selezionato per la parte del re della giungla nella serie tv italiana, che tra l'altro mi pare non fu mai prodotta.

Buona consultazione  :]

venerdì 10 marzo 2023

Go Nagai, una genesi demoniaca - Schegge 2 - Tascabile economica



TITOLO: Go Nagai, una genesi demoniaca - Schegge 2 - Tascabile economica
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Akromedia
PAGINE: 36
COSTO: 10€
ANNO: 1996
FORMATO: 16 cm x 11 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 


Con questo spillato completo i quattro volumetti della collana "Schegge":

Come già sottolineato l'approfondimento su Nagai fu scritto in un'epoca in cui il web non esisteva, il cartaceo era indispensabile per mancanza cronica di informazioni.
Non sono un esperto di Nagai, e nemmeno più un suo grande fan (a causa delle continue riesumazioni di vecchi manga...), ma mi pare che le informazioni presenti nello scritto possano essere ancora valide.
Sono presenti più contributi, molto brevi, infatti la parte scritta occupa incredibilmente solo metà delle pagine disponibile, il restante sono tavole (di mini formato) in bianco e nero di vari personaggi di Nagai. Trovo un po' assurdo che si sprecò tanto spazio con disegni, invece di inserirvi un maggior approfondimento dei temi, che sovente tendono a ripetersi ("Scuola senza pudore", per esempio), perché ogni contributo pare del tutto slegato dagli altri.
Gli scritti:
"Un demone di nome Go", di Federico Colpi (2 pagine);
"Il dinamico mondo di Go Nagai", di Frederick Pattern (3 pagine);
"Lo scandaloso Nagai", di Maurizio Ercole (2 pagine);
"Mazinga Usa", di Omar Martini (4 pagine);
"Mangapocalisse", di Claudio Calia e Massimo Perissinotto (2 pagine).

Qui sopra inserisco due spezzoni (in alto dal primo contributo) in cui si accenna alla pessima, dal mio punto di vista, prassi di Nagai di rifilarci sempre le medesime cose rimaneggiate all'infinito.
In alto Federico Colpi si chiedeva se la Mazinsaga sarebbe proseguita, purtroppo si...
In basso Omar Martini battezza con "strana caratteristica" la furbizia e la pigrizia di Nagai nel rifilarci sempre il solito minestrone trito e ritrito... probabilmente non erano queste le pagine in cui si sarebbero potute leggere critiche a Nagai.

domenica 5 marzo 2023

"Baldios the complete edition" - Box DVD "Yamato Video"


A differenza delle ultime serie in DVD che ho recensito, quella del Baldios l'avevo già rivista molti anni fa da adulto, avendo comprato le VHS sempre "Yamato Video", mi mancava, però, il film, che pensavo avrebbe concluso la serie.
Come sempre eviterò una recensione della trama, abbastanza nota, ma mi limiterò ai fattori che più mi avevano ed hanno colpito rivedendo la serie da grande. Eviterò valutazioni sul comparto audio/video, sia perché non ne ho le competenze tecniche, sia perché trovo assurdo pretendere il super mega HD in una serie TV prodotta al risparmio (neppure terminata...) e che da ragazzino vidi in bianco e nero su un pessimo televisore a tubo catodico che spesso aveva una ricezione disturbata dell'emittente privata.
Detto ciò, almeno il booklet deve combaciare con i menù dei dischi... come è capitato per il cofanetto DVD de "Le nuove avventure di Pinocchio", sempre made in "Yamato Video", un paio di DVD hanno la sequenza degli episodio non corretta rispetto al booklet (o viceversa).
Non siamo al livello di caos del cofanetto DVD di Pinocchio, però parrebbe che alla "Yamato Video" abbiano qualche (grosso) problema su questo aspetto di editing del prodotto. Ci torno più sotto.
Altro aspetto che mi ha deluso è l'assenza di sottotitoli fedeli ai dialoghi, comprendo che abbiano un costo, ma rivedere una serie doppiata spesso approssimativamente negli anni 70/80, senza dei sottotitoli che ti facciano capire realmente quali fossero i dialoghi, è ormai un minus inaccettabile.
Si vede che sia la Dynit che la "Yamato Video", invece, non la pensano nel mio medesimo modo.
Infine mi ha deluso moltissimo il film, ovviamente non per responsabilità della "Yamato Video", che pensavo proseguisse da dove si era interrotta la serie e mostrasse il finale, mentre si tratta di una riproposizione modificata della serie stessa.
Tra le curiosità che mi sono annotato ci sono i numerosi giudizi negativi subiti da Afrodia in quanto donna. Teoricamente la si sarebbe potuta criticare per gli indicibili massacri perpetrati oppure per i fallimenti da comandante in capo, cosa che pur avviene, ma sempre in quanto donna, non in quanto pessimo comandante. Non è solo Afrodia, però, a subire questo costante giudizio negativo in base al sesso, ma tutte le donne della serie, considerate non adatte al comando, alla guerra o alla vita militare.
Avrei trovato interessante capire se queste valutazioni sessiste erano presenti anche nei dialoghi originali giapponesi, ma essendo i sottotitoli la mera riproposizione del parlato italiano, mi resterà il dubbio...
Altro aspetto degno di nota è la contraddizione palese di un Marin che a sua insaputa torna indietro nel tempo di 200 anni, vivendo la sua vicenda sul suo stesso pianeta S1 ma che si chiama Terra, essendo delle volte completamente ignorante della storia di S1 antecedente i 200 anni, cioè la storia del pianeta Terra, e delle altre volte rendendosi conto di argomenti storici/religiosi che già conosceva, ma senza riuscire a capire che non possono essere delle mere coincidenze.
Se io finissi sul pianeta Arret (Terra al contrario) e iniziassi a leggere nella storia del pianeta, per esempio, della Genesi nella Bibbia, mi porrei dei quesiti. Marin non va mai oltre a dei dubbi momentanei.
Possibile che Marin durante i 34 episodi non abbia mai sfogliato un libro su vicende storiche della Terra?
Possibile che su S1 non si studiasse la storia di 200, 500 o 1000 anni prima?
Possibile che su S1 non si studiasse la musica barocca?
Ci sono poi i punti della trama che risultano inverosimili o ridicoli a causa dell'adattamento italico, ma c'è un singolo aspetto di cui mi sono reso conto solo durante questa visione, nonostante la scena della trasformazione in Baldios l'avessi vista centinaia di volte...


La cabina del Pulser Burn, in cui è allocato il pilota Marin, durante la trasformazione in Baldios finisce in una posizione che rende impossibile pilotare il robot senza perdere i sensi... cioè Marin, una volta che il Baldios è trasformato ed in posizione eretta, si ritrova a testa in giù e con il viso dal lato opposto rispetto alla parte anteriore del robot!


Ma come accidenti si può pilotare un robot da combattimento a testa in giù e con le chiappe verso il nemico?!   O_O

sabato 4 marzo 2023

Citazione del Lupin III animato nell'introduzione di "Arsène Lupin, ladro gentiluomo" collana "ET Scrittori" della Einaudi edizione 2006


Un'amica (grazie Chiara!), che è una grande lettrice onnivora, mi ha sottoposto l'immagine dell'ultima pagina dell'introduzione al romanzo "Arsène Lupin, ladro gentiluomo" della Einaudi nell'edizione 2006, in cui viene citato il nostro amato Lupin III animato in giacca verde.
Nonostante nel 1994 la Einaudi sia stata fagocitata dalla berlusconiana Mondadori, resta una delle più importanti case editrici italiane a livello culturale (sito Einaudi), ero quindi curioso sia di leggere meglio l'introduzione che di mostrare questa minuscola citazione culturale di un personaggio dell'animazione giapponese.
Personalmente prima di Lupin III io conobbi Arsenio Lupin grazie al telefilm (o sceneggiato) francese, lo guardavo assieme a mia nonna sul canale della Svizzera Italiana, non mi piaceva, noioso   ^_^
Il secondo e folgorante impatto fu quello del Lupin III nipponico in giacca verde nel 1979 su "Antenna Nord", e a distanza di più di 40 anni sono ancora qui a parlarne e ad interessarmi del personaggio.
Un giorno qualcuno si dovrà soffermare sul fatto che l'animazione nipponica abbia riesumato personaggi della letteratura europea che altrimenti sarebbero probabilmente finiti nell'oblio, basti pensare ad Heidi, ma anche ad Anna dai capelli rossi e al nostro Lupin III. 
Come mi faceva notare l'amica di cui sopra la scadenza dei diritti d'autore fa miracoli, ma poi (aggiungo io) bisogna trovare qualcuno, nel nostro caso gli animatori nipponici, che crei nuove storie che attirino nuovi appassionati, cosa non del tutto scontata.
L'introduzione è ad opera di Monica Dall'Asta, di cui non sono riuscito a capire l'età, che mi sarebbe servita solo per valutare se lei poteva aver visto Lupin III da bambina come capitò a me.
Lo scritto del 2006 di Monica Dall'Asta riepiloga la storia del personaggio di Arsène Lupin dal 1874, e nella parte finalissima omaggia il nostro Lupin III.
(quella sopra a destra della copertina è la prima pagina dell'introduzione)


(queste due sopra sono le ultime due pagine dell'introduzione)

Premettendo che fa piacere leggere la citazione di Lupin III in una libro facente parte di una collana Einaudi, considerando che si parla del 2006, forse si poteva riuscire ad essere un po' più precisi   ^_^
Intanto un lettore/lettrice non appassionato di animazione giapponese avrà avuto l'informazione che il personaggio di Lupin III sia di Hayao Miyazaki, mentre sarebbe di Monkey Punch...
Come si può vedere dall'ultima pagina dell'introduzione ci sarebbe ancora spazio, quindi, volendo, si poteva spiegare che il personaggio di Lupin III nasce da un manga, illustrarne l'autore, infine precisare quale fu il ruolo di Hayao Miyazaki nello sviluppo del personaggio animato, magari citare lo stupendo primo film "Lupin III - Il castello di Cagliostro".
Anche perché nel 2006 il web era già cospicuamente pieno di informazioni su Lupin III, inoltre esisteva una corposa saggistica su anime e manga, quindi, se proprio si voleva citare il "nipotino nipponico" del ladro gentiluomo francese, c'erano le informazioni per farlo meglio, e se non lo fanno alla Einaudi, dove altrimenti?   >_<

giovedì 2 marzo 2023

Star Trek al cinema



TITOLO: Star Trek al cinema
AUTORE: Franco La Polla
CASA EDITRICE: Editrice Punto Zero
PAGINE: 95
COSTO: 19000 £
ANNO: 1999
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 9788886945165


Faccio sempre seguito al ritrovamento del libro "Star Trek, foto di gruppo con astronave"   e poi della mini rece di "Star Trek il cielo è il limite" per concludere la trilogia di Franco La Polla su Star Trek.
In questo caso non inserisco alcuna introduzione in quanto non presente, e come per "Star Trek il cielo è il limite" ricordo poco dello scritto in quanto lo lessi nel 1999.
Mi è restata la sensazione che mi piacque meno di "Star Trek il cielo è il limite", solo per il fatto che non tutti i film di Star Trek presenti in questo saggio mi erano piaciuti, anche perché ai tempi alcuni non li avevo neppure mai visti, rimediai in seguito.
Quando mia madre nel 1980 mi portò al cinema a vedere il film ero già entusiasta solo per il fatto che potevo vedere l'Enterprise sul grande schermo, ma a memoria non rimasi molto colpito dal film, forse troppe chiacchiere rispetto ad un episodio che durava meno di un film. E poi c'erano quei personaggi nuovi, che per me erano solo abusivi...
Ovviamente il secondo film è un capolavoro, il tassello mancante di un episodio che pare girato poco prima, con un Montalban in grande forma   ^_^
Nel terzo praticamente mancava Spock e quindi il tutto perdeva senso.
Il quarto è una commedia, anche simpatica, ma una commedia.
Gli altri non li considero.
Forse è per tutto questo che il libro mi interessò solo nei punti n cui apprezzavo i film.

L'indice del libro, la terza più la quarta di copertina.

mercoledì 1 marzo 2023

Star Trek il cielo è il limite



TITOLO: Star Trek il cielo è il limite
AUTORE: Franco La Polla
CASA EDITRICE: Lindau
PAGINE: 202
COSTO: 24000 £
ANNO: 1998
FORMATO: 22 cm x 14 cm
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN: 9788871802220


L'aver trovato il saggio "Star Trek, foto di gruppo con astronave" ad un mercatino mi ha fatto render conto che non avevo mai recensito gli altri due libri successivi di Franco La Polla, ergo rimedio, inserendoli in ordine cronologico, che è poi quello con cui li comprai.
Sinceramente, essendo passati più di 20 anni dalla lettura di "Star Trek il cielo è il limite", non ricordo per nulla in particolari, per questo motivo, oltre alle solita scan dell'indice, inserisco tutta l'introduzione di La Polla, tanto per cercare di illustrarne i contenuti, che sono formati da contributi di più autori ed autrici (vedere l'indice).
A memoria posso dire che lo scritto mi era piaciuto, seppur un po' ostico in alcuni punti, ad un prezzo ragionevole ne consiglio la lettura.