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domenica 12 marzo 2023

"Cinema, dal muto ai giorni nostri" - "Corriere della Sera" (1994) capitolo sui "Cartoni Animati"


Un concetto che ho già cercato di esplicitare è quello che ovviamente è importante cosa contenga una pubblicazione, ma in alcuni casi è altrettanto importante cosa essa non mostra.
Per esempio, nelle riviste italiane sulla fantascienza, l'animazione giapponese fantascientifica non era praticamente mai trattata, nonostante il boom televisivo di robottoni e simili:

Un altro caso simile di rimozione collettiva di un argomento è il "Festival Internazionale del film di Fantascienza" di Trieste, che dopo aver presentato nel 1978 in anteprima per l'Italia il primo film di "Star Blazers/Yamato", poi non mise in cartello più alcun film di animazione nipponico:

Partendo dal concetto che l'assenza di un argomento, in una contesto che lo potrebbe/dovrebbe trattare, è rivelatore di una mancanza di interesse o di ignoranza verso l'argomento stesso, un altro buon esempio è questo speciale del "Corriere della Sera" sul cinema dal cinema muto al 1994. Lo speciale veniva pubblicato a dispense in allegato al Corsera, io l'ho recuperato ad un mercatino in una versione rilegata che penso sia di fattura artigianale rispetto a quella ufficiale, in quanto ha la copertina rigida in finta pelle rossa con l'adesivo della raccolta appiccicato sopra. 
Forse l'ho comprato solo per questa fattura artigianale   :]
Di norma non raccatto materiale editoriale degli anni 90 (sono già strapieno di quello anni 70 ed 80...), ma sono rimasto colpito dal capitolo riservato ai "Cartoni Animati", che in 22 pagine (su un totale di 416 del volume) non cita MAI l'animazione giapponese...
Oggi anime e manga trovano normalmente spazio sui quotidiani, magari le informazioni non sono sempre precise, magari i giornalisti si limitano a "prendere spunto" da blog e forum gratuiti, ma comunque l'attenzione c'è, nel 1994 un volume dedicato al cinema non citava neppure una volta l'animazione cinematografica giapponese. 
Se è vero che nel 1994 non esisteva ancora una saggistica italiana su manga ed anime, qualche rivista del settore veniva pubblicata, senza contare l'esistenza di quella che io ho ribattezzato come "Pre-saggistica sugli anime dal 1978 ai primi anni 90".
Eppure chi si occupò della pubblicazione non calcolò per nulla il contributo giapponese all'animazione mondiale, nonostante in Italia di questi film ne vedemmo un certo numero:

L'aggravante è che per quanto riguarda i cartoni animati vengono citate anche le serie prettamente televisive come quelle della "Hanna & Barbera", quindi se gli autori (non?) potevano ignora il film "Akira" del 1988 (che io vidi al cinema), bisognava veramente detestare l'animazione giapponese per non citare Goldrake, Mazinga e soci, che tra l'altro vedemmo anche al cinema.
Il capitolo sui cartoni animati effettua un excursus storico, per poi concentrarsi prettamente sulle produzione statunitensi, ma sono citati anche altre nazioni, tra cui Francia, Italia ed est Europa. 
Mai il Giappone..

Il Giappone, però, è super brevissimamente citato a proposito di Godzilla del capitolo "Fantascienza & Horror". Tre insulse righe, una immagine ed una didascalia...



Io avrei modificato il titolo del capitolo da "Cartoni Animati" a "Cartoni Animati tranne quelli giapponesi"  ^_^
I lettori del Corsera che nel 1994/95 collezionarono queste dispense appresero, anzi, non appresero che nel mondo dell'animazione esisteva anche il Giappone.



"L'animale che mancava al serraglio Disney: nel 1994 arriva il re leone, una storia tra Amleto e Bambi, tra il lusso tropicale della foresta africana e quello tecnologico di Hollywood"

Bella la didascalia, peccato che la Disney si ispirò a "Kimba/Leo il leone bianco" di Tezuka...
Si capisce subito che per gli autori "Cartoonia" è essenzialmente made in Usa, ma da chi pubblica in volume del genere ci si aspetterebbe una maggiore conoscenza del settore, altrimenti c'è sempre l'opzione di non trattare i lungometraggi animati.
Sono passati quasi 30 anni, forse gli anime e i manga non sono sempre valutati correttamente o come un appassionato vorrebbe, ma almeno un volume di questo tipo pubblicato oggi non penso proprio soffrirebbe di una lacuna tanto madornale.

 

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