Questo gioco in scatola fa parte di quelli a cui non giocai mai, ma che mi capitava di vedere sui Topolino o nei negozi, penso che mi incuriosisse il disegno sulla confezione. Chissà se l'illustratore, già nel 1976, avesse voluto fare dell'ironia sulla difficoltà di trovare un taxi, senza considerare il costo proibitivo della corsa T_T
Facendo queste recensioni archeologiche di giochi in scatola ho scoperto che la "Editrice Giochi" spesso adattava per il mercato italiano articoli stranieri, in questo caso il gioco originale era della "Milton Bradley" con il nome "Hey taxi!", e venne messo in commercio l'anno prima rispetto a noi:
Praticamente la "Editrice Giochi" cambio l'illustrazione ed il "movimento a vibrazione elettronica" (sui cui torno più sotto), per il resto il gioco è il medesimo (quasi uguale la plancia di gioco, solo tradotta).
La differenza con la "Clementoni" risalta parecchio, visto che l'azienda di Recanati li creava internamente i propri giochi in scatola, salvo qualche articolo di cui mi sia sfuggita la paternità estera. Alla fine "l'autarchia" inventiva della Clementoni li ha mantenuti un'azienda italiana ancora sul mercato, della "Editrice Giochi" penso sia rimasto solo il marchio.
Devo dire che la meccanica di gioco era abbastanza singolare, oltre che casuale, visto che si basava molto sull'incertezza posizionale dei segnalini dovuta al periodo di tempo in cui si attivava la vibrazione.
Annoto che il "Garage" di cui si legge nel regolamento è posto dove sono allocate le quattro macchinine segnaposto. Infatti la parola "Garage" è impressa sul fondo del vano (ho dimenticato di fotografarla).
Una piccola (o grande) modifica fu fatta dalla "Editrice Giochi" inserendo nella plancia quattro divisori di plastica sugli angoli, forse per non far ammassare le macchinine ed indirizzarle meglio verso i lati.
In pratica tutto il gioco si basava sul movimento autonomo dei piccoli taxi colorati, questo movimento è casuale, ma non è causale il momento in cui i giocatori decidono di arrestarlo. Ovviamente il fermo avveniva quando il proprio taxi sostava in una casella a sé favorevole.
A mio avviso la stessa meccanica di gioco portava a discussioni abbastanza accese, sia perché il taxi che si fermava a cavallo di due caselle non poteva eseguire l'ordine scritto (positivo o negativo che fosse), sia perché c'era lotta nello spegnere la "vibrazione elettronica" quando tornava più utile.
A metà degli anni 70 bastava un motorino e due batterie da 1,5 volt per poter denominare un gioco come "elettronico", già allora il termine corretto penso sarebbe stato "elettromeccanico", ma tanto i bambini li potevi turlupinare senza problemi, e pure gli adulti ^_^
Il fatto che non si trovino molti pezzi completi e funzionanti di questo gioco dimostra che la vibrazione era quella che si guastava prima, con conseguente impossibilità di giocare al gioco in scatola. Il problema è presente anche in questa confezione, che comprende ancora il motorino a vibrazione, ma non è collegato ai connettori delle batterie, e non ho avuto sinceramente voglia di saldare i fili ^_^
Di certo la scelta della "Editrice Giochi" di modificare (al risparmio) il meccanismo a "vibrazione elettronica", rispetto alla versione delle Milton Bradley", non aiutò la conservazione del gioco nel tempo.
Intanto l'interruttore era più delicato, con una leva (rossa) a sforzo che andava premuta e sollevata, ma che se la si sollevava tropo usciva dalla sua sede e non permetteva più il contatto elettrico per attivare la "vibrazione elettronica".
Come si può vedere nell'immagine qui sotto (e nel video statunitense) la "Milton Bradley" optò per uno chassis di plastica dove il motore era ben bloccato e dove era posizionato anche l'interruttore, mi pare anche più semplice da attivare.
Così, ad occhio, parrebbe una scelta più solida.
Intanto era solo lo chassis in plastica a vibrare, mentre nella versione della "Editrice Giochi" è tutta la scatola, se si rovinavano i punti termoformati ai lati del motorino (che lo bloccavano) la vibrazione perdeva di intensità, oltre al fatto che il motorino sarebbe uscito dalla suo posto, rompendo le saldature.
Il tizio deve essere lo Stengo made in Usa, di certo meno banale di me ^_^
Andando al minuto 15 e 30 secondi si può apprezzare cosa capitasse una volta attivata la vibrazione, cioè il caso, con tanto taxi ribaltati, fatto previsto anche dal regolamento.
Il regolamento è semplice e non mi pare dia adito a discussione, salvo per il fatto di dover decidere se un taxi sia o meno a cavallo della linea nera che divideva le caselle.
Le caselle della plancia di gioco, identiche alla versione statunitense, tranne per la traduzione.
I divisori in plastica inseriti dalla "Editrice Giochi" negli angoli.
La carta "Ferma i taxi quando vuoi" permetteva di arrestare la vibrazione, ne consegue che una vota attivata praticamente tutti potevano arrestarla a proprio comodo, questo immagino scatenasse risse furibonde ^_^
I quattro taxi hanno delle puntine in plastica sotto le ruote, lo scopo è quello di amplificare il movimento durante la vibrazione.
Sì, certamente non è un gioco "elettronico" ma "elettrico", ma pareva brutto scriverlo. Carino, però.
RispondiEliminaChissà se anche "L'allegro chirurgo" era descritto come "elettronico". Ce l'avevo, ma non me lo ricordo.
Secondo me non potevano scrivere "elettrico", poteva sembrare pericoloso, era collegato alla presa di corrente?
EliminaMentre forse "elettromeccanico" era troppo complesso.
Davvero un gioco carino
RispondiEliminaGioco carino ma rumoroso...posseduto e rivenduto ad un mercatino.
RispondiEliminaEh già, effettivamente... però da bambini a me non dispiaceva quel tipo di rumore dato da quei dispositivi elettromeccanici dei giochi in scatola.
EliminaErano rumori misteriosi ^_^
Rileggendo dopo due anni il tuo post mi hai fatto venire voglia di ricomprarlo...un gioco semplice ma nella sua semplicità divertente! Peccato per il rumore...devo gioacre quando a casa non cè nessuno...
EliminaNon è neppure molto costoso
EliminaSi l'Editrice Giochi, che esiste ancora anche se pubblica molto meno rispetto a prima negli anni 60/70 distribuiva i giochi MB, da cui spesso sulla scatola il doppio marchio. Clementoni ci metteva più del "suo"
RispondiEliminaMolto più del suo ^_^
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