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sabato 9 maggio 2020
Il gioco del 15
Dopo il primo post sull'encclopedia per bambini "I Quindici" era l'occasione, l'unica direi, di inserire quello con il gioco del 15 ^_^
In realtà non è che ci sia molto da dire, sul web si può trovare la storia di questo semplice rompicapo, che non pensavo risalisse alla fine del 1800, il mio post ha il solo scopo di rammentare uno dei tanti giochi che ci occupavano la giornata.
Essendo io figlio unico, il "gioco del 15" era sempre lì a disposizione, e, pur essendo un single-player, lo accomuno al gioco delle freccette, per la semplicità del giocattolo.
Per inciso non starò a fare l'agiografia dei giocattoli "semplici e poco costosi di una volta" versus i giocattoli "complessi e costosi di oggi", perché la mia generazione fu la prima che giocò massivamente ad entrambi, visto che i videogiochi si espansero sul mercato tra il 1970 e i primi anni 80. Talvolta sento critiche verso ai bambini di oggi che stanno attaccati alle nuove tecnologie, web o videogames che siano, e pare che noi ci si dimentichi che facemmo la medesima cosa da bambini, con l'unica differenza che la tecnologia era incredibilmente più vetusta. Per un genitore di allora vederci videogiocare o guardare assiduamente un cartoni animato giapponese doveva essere ben più incomprensibile che per un genitore di oggi vedere un bambino attaccato ad uno smartphone, tablet, pc, etc etc
L'unica differenza per quelli della mia età è che i giochi più semplici e poveri tecnologicamente li avevamo vissuti poco prima o assieme a quelli della nuova ondata innovativa.
Ma torno al gioco del 15...
Scopo del gioco del 15?
Passare dalla situazione della prima immagine, a quella qui sopra, facile?
Forse.
Poco stimolante intellettualmente?
Forse.
Una perdita di tempo occupabile in maniera più proficua?
Forse.
Un gioco che ti estraniava dal mondo?
Forse.
Un gioco ripetitivo?
Forse.
Quindi anche i "vecchi" giocattoli erano potenzialmente criticabili?
Si, ma lasciateci giocare in pace!!! ^_^
L'unica pecca di questo mio piccolo cimelio della metà degli anni 70, sopravvissuto all'ordalia "buttare via tutto" di quando si diventa adolescenti, è il colore delle tessere non nere... un bel bianco lo avrebbe nobilitato!
Per fortna resistetti al plagio pigmentato scarlatto...
Posteriormente manca la marca dell'azienda che la produsse, ma c'è il "MADE IN ITALY", quando ancora i giocattoli li producevamo in Italia, conscio che fu proprio la mia generazione a far fallire le aziende italiane nel momento in cui modificammo i nostri gusti ludici verso nuove tecnologie non prodotte dall'industria italiana del giocattolo.
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Anche questo da piccolo ce l'avevo. Rimosso completamente dalla memoria, non sapevo neanche che esistesse. Il tuo blog mi fa riaffiorare i ricordi dell'infanzia, a dispetto di quei gruppetti ridicoli di facebook che sbandierano gli anni 70 e 80 solo con video di spot pubblicitari di merende o prodotti di igiene intima per donne, il tuo blog è decisamente più serio. 🙂
RispondiEliminaTroppo gentile ;)
EliminaPer fortuna o sfortuna io non ho FB :]