TITOLO: Il mio vicino Totoro, il film icona di Hayao Miyazaki
AUTORE: Valeria Arnaldi
CASA EDITRICE: Ultra
PAGINE: 220
COSTO: 23,50 €
ANNO: 2018
FORMATO: 25 cm x 17 cm
REPERIBILITA': Ancora reperibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788867767083
Ad oggi Valeria Arnaldi, autrice di questo libro e creatrice della collana “Ultra Shibuya”, ha pubblicato ben quattro titoli inerenti gli anime:
Con questo si arriva
a cinque libri sull'animazione giapponese, portandola quasi in vetta
per prolificità di titoli, direi che l'unico che la batte è Marco
Pellitteri.
Purtroppo tutti
questi titoli, compresa la collana "Ultra Shibuya", soffrono sempre
degli stessi problemi di contenuti ed impostazione grafica.A forza di ripeterli ad ogni recensione mi pare di essere oltremodo stucchevole, anche antipatico, però è colpa mia se dal mio punto di vista non noto nessun miglioramento?
Anzi, hanno pure aumentato il prezzo del libro... da 22 euro a 23,50!
Mi rendo altresì conto di avere una grande sfiducia verso ciò che leggo in questi libri.
Ogni autore/autrice di uno scritto su manga ed anime avanza teorie sui contenuti, fa notare similitudini con altre serie, annota collegamenti con la cultura o la storia giapponese.
Tutti i saggisti hanno letto altri libri di approfondimento su manga ed anime, quindi partono anche da ciò che hanno scritto i colleghi in precedenza.
Insomma, ognuno/a di loro porta avanti una analisi, si può concordare o meno con essa, può essere più o meno originale, però si parte dal presupposto che nasca da una passione personale e che le analisi siano frutto di una ricerca personale che inizia, appunto, dalla passione.
Con la collana “Ultra Shibuya” io non ho la medesima sensazione, a parte l'eccezione dello scritto su "I cavalieri dello zodiaco".
Ogni volta che leggo una considerazione inerente il soggetto animato o l'autore scelto, mi chiedo da dove provenga, anche perché in questi libri non c'è mai uno straccio di note, bibliografia o sitografia e neppure le didascalie alle immagini...
Come si può leggere nelle recensioni precedenti spesso ho trovato chiare wikipediate, cioè più o meno ampi stralci di informazioni che si possono reperire su Wikipedia, oppure informazioni prese da siti specializzati (e/o forum) in manga ed anime, tutte gratuitamente...
Poi c'è la questione della quantità strabordante di immagini...
Questo libro consta di 220 pagine, ben 79 pagine sono costituite da immagini a tutta pagina (ergo niente scritto), solo 33 sono composte esclusivamente da caratteri di stampa che si possono leggere, le restanti 141 pagine contengono almeno una immagine di grandezza variabile... ed hanno pure aumentato il prezzo del libro!
Ritorno ai contenuti per fare un esempio del mio disappunto.
L'11esimo capitolo, dal titolo”... o dell'incubo”, tratta del “lato oscuro” di Totoro.
Quale lato oscuro, domanderete voi?
Già, me lo chiedo pure io...
L'autrice dedica l'intero capitolo, quasi 5 pagine(!), per rievocare i fatti dell'incidente di Sayama, mettendoli in collegamento con la trama del film. Ad oggi sono stati pubblicati numerosi saggi sulle opere dello Studio Ghibli e di Miyazaki, ho provato a dare una scorsa a tutti questi titoli (non li ho riletti tutti, solo una sfogliata) e nessuno degli autori ed autrici tira fuori questo tragico fatto di cronaca nera.
A dire il vero in un solo titolo se ne parla:
"Hayao Miyazaki, un mondo incantato".
Ovviamente della stessa Arnaldi, che lo inserisce pure questa volta, entrando anche nello specifico del reato. Guarda caso ho trovato un sito che riporta le medesime informazioni nel dettaglio, ovviamente non citato.
L'autrice dove avrà reperito queste notizie sulle indagini, sul processo, sui drammatici sviluppi?
L'incidente di Sayama (Pt.1)
L'incidente di Sayama (Pt.2)
Ma se nessun altro autore ha dato credito a queste leggende metropolitane di bassa cronaca nera, secondo cui, tra l'altro, Totoro sarebbe uno shinigami (dio della morte...), ci sarà pure un motivo, no? Ovviamente la Arnaldi riporta tutte le teorie su Totoro dio della morte, cioè shinigami etc etc etc...
In fondo al post inserisco le immagine del post dal blog http://insidetheobsidianmirror.blogspot.it/, così ognuno potrà fare qualche raffronto.
Se ci fosse stata la sitografia, si andava a leggere la fonte, senza nessun problema.
Il primo errore sta nel fatto che i due anime sono tratti da romanzi, ergo la malattia non è una creazione di Miyazaki. E comunque (secondo errore) non sarebbe lo stesso una creazione di Miyazaki, perché quelle sono due serie di Takahata!!!
Il terzo capitolo
(“Totoro prima di Totoro”) riguarda il film “Panda! Go,
Panda!”.
Nel quarto capitolo
(“Il mio vicino”) si evidenziano le analogie tra il film su
Totoro ed altre opere di Miyazaki. Il problema è che si cercano
analogie in qualsiasi film... Nausicaa, Laputa e perfino in “Lupin
III ed il castello di Cagliostro”!
I punti di
contatto non stupiscono”!!
Si si, stupiscono
eccome ^_^
In questo capitolo
ho notato un'altra piccola wikipediata, riguarda il personaggio
femminile di Laputa, Sheeta. Si afferma che il nome Sheeta possa
provenire da un dio indiano, Sita.
Stranamente la
medesima notizia la si trova su Wikipedia...
Nel quinto capitolo
(“Un rifugio per l'infanzia”) si elencano i manga che Miyazaki ha
letto da giovane.
Nel sesto capitolo
(“I kami di Hayao”) l'argomento sono gli spiriti del folclore
giapponese. Si afferma che nella “Città incantata” ci sono delle
shinigami, non sono un esperto in materia, però a me non parrebbe,
magari ricordo male.
Poi, a d un certo
punto, in tema shinigami, si tira fuori il Kojiki, visto che
per l'autrice Totoro stesso potrebbe essere considerato un dio della
morte.
Non ho capito cosa
centrasse il Kojiki.
Nel settimo capitolo
(“L'eroismo è femmina”) si può leggere che il nome “Totoro”
nasce dalla storpiatura di troll. Sarebbe Mei, dopo aver letto un
libro di favole, a creare il nome, stessa cosa che si legge su
Wikipedia.
Il DVD? Ma in quale punto?
Si aggiunge anche che Miyazaki inizialmente voleva chiamare Totoro con il nome Miminzuku.
La scena del bagno con Satsuki, Mei ed il papà è lo spunto per il nono capitolo sul
bagno giapponese (“Furoba”).
Le similitudini tra
Alice (nel paese delle meraviglie) e le due bimbe in Totoro sono
analizzate nel decimo capitolo (“Nel paese delle meraviglie”).
Del terribile
11esimo capitolo ho già scritto all'inizio...
12esimo capitolo
(“Il germogliare delle foglie in primavera”) dedicato a Totoro e
alla natura.
Totoro-vento-Miyazaki,
il 13esimo capitolo (“Tra terra e cielo”).
Il capitolo 14
(“L'incanto del vivere”) parla della magia, vengono inizialmente
elencate alcune serie del genere maghette (majokko). Non ho
capito quale nesso ci sia con Totoro.
Ho trovato, invece,
interessante il 15esimo capitolo (“L'incanto del vivere”), in cui
le scene sotto l'ombrello sono messe in collegamento con il termine
“ai ai gasa”, quando due innamorati condividono l'ombrello.
Famoso il disegnino
che si vede spesso negli anime disegnato sulla lavagna .
Il capitolo 16
(“Nekobus”) si concentra sui gatti nei film di Miyazaki.
Chi va al museo
dello Studio Ghibli può ammirare il cortometraggio “Mei to
konekobasu”, è il tema delle 3 pagine scritte del 17esimo capitolo
(“Mei e il Gattinobus”).
Per l'expo 2005
venne costruita realmente la casa del film, capitolo 18 (“Nel mondo
reale”),
Il capitolo 19 (“Il
modello Totoro”) riporta tutti i casi di apparizione di Totoro in
altri film, noto una certa somiglianza con la relativa pagina di
Wikipedia.
Capitolo 20 sul
merchandising ed in generale sul successo commerciale di Totoro.
Capitolo 21 sui
doppiatori giapponesi...
Capitolo 22 le
musiche, 2 pagine...
Perché voler collegare un fatto così brutto di cronaca nera a Totoro?
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