CERCA NEL BLOG
venerdì 6 aprile 2018
"TV color, guida alla televisione a colori" - Allegato a Quattroruote maggio 1976 (solo pubblicità - no articoli)
Nel primo post su questa guida alla televisione a colori avevo messo solo gli articoli:
"TV color, guida alla televisione a colori" - Allegato a Quattroruote maggio 1976 (solo articoli - no pubblicità)
In questo secondo post inserisco solo le pubblicità dei tv color, con, alla fine, un interessante listino con tutti i 200 e più modelli disponibili nel 1976, comprensivi di prezzo!
In questo listino ci sono marche che avevo completamente rimosso, altre totalmente sconosciute, e di alcune non avrei mai pensato che producessero televisioni a colori:
Alltechnik; Atlantic; Autovox; Blaupunkt; Brionvega; Century; CGE; Crezar; Dumont; Emerson; Galaxi; GEC; Grundig; Indesit; Irradio; ITT; Magnadyne; Mivar; Naonis; Nordmende; Nuclear Radio; Philco; Philips; Phoenix; Phonola; Prince; Radiomarelli; Rex; Saba; Sanyo; Seleco; Siemens; Sinudyne; Stern; Telefunken; Ultravox; Voxson; Wega; Westinghouse; Zoppas.
Spicca la numerosa presenza di aziende italiche, direi tutte o quasi defunte, ed una sola marca giapponese!
Alcuni marchi, invece, io li ricordavo solo per le radio e le autoradio, mentre inizialmente cercarono di cavalcare anche il nascente mercato dei tv color.
Dal listino prezzi si capisce che i modelli non costavano poco, siamo nel 1976, qualcuno è "abbordabile", ma in gran parte superavano lo stipendio medio mensile.
Ieri, come oggi, il calcio tirava, magari non ai livelli odierni, ma uno dei primi argomenti positivo di un tv color era quello di poter vedere in tv i colori di una partita di calcio, che poi il calcio in televisione nel 1976 era molto raro.
Spulciate bene queste pubblicità, meritano molto ;)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
L'elenco delle marche è abbastanza completo. Vi erano davvero molti produttori italiani. Manca la celebre Europhon. Pensare che oggi, tutte quelle aziende sono scomparse. Incredibile eppure è successo e non solo per i televisori. Pensate a quelabte marche di scooters e motori i c'erano, a quante industrie di elettrodomestici, di lampadine e via via tutto. Migliaia di posti di lavoro regalati ai Cinesi in nome della quantità .
RispondiEliminaPerò noi nel dopoguerra avevamo fatto la stessa cosa alle industrie del nord Europa.
EliminaLa differenza è che in questo caso in numerosi casi sono stati gli imprenditori italiani a chiudere da noi ed aprire in Cina o nell'est Europa...