TITOLO: Hikikomori, nuova forma di isolamento sociale
AUTORE: Iveta Vrioni
CASA EDITRICE: Youcanprint
PAGINE: 99
COSTO: 11 €
ANNO: 2017
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': sul web
CODICE ISBN: 9788892646414
PAGINE: 99
COSTO: 11 €
ANNO: 2017
FORMATO: 21 cm x 15 cm
REPERIBILITA': sul web
CODICE ISBN: 9788892646414
Talvolta mi capita di far la figura del criticone, e considerando che mi manca una scolarità specifica su qualsiasi argomento, tra cui gli hikikomori, rischio pure di sembrare presuntuoso >_<
Questo
è l'ottavo saggio che ho potuto leggere sulla sindrome hikikomori,
più qualche paragrafo su saggi che trattano della società
giapponese, quindi, perlomeno, mi è possibile fare un raffronto tra
le informazioni che ho letto, considerando che tutti questi libri non
li ho studiati a memoria, ma solo letti, ergo qualche sfumatura o
concetto mi sarà sfuggito oppure non lo avrò capito appieno.
Tutta
questa premessa non per dire che il libro non sia da leggere (bisogna
sempre farsi un'idea propria, mai fidarsi del blogger che spara
sentenze a caso), però in alcuni punti sono rimasto un tantino
perplesso.
Intanto
il numero delle pagine è un po' limitato, specialmente se si decide
di trattare il fenomeno hikikomori sia in Giappone che in Italia,
sarebbe stato, forse, meglio concentrarsi solo su uno dei due paesi.
Inoltre
sovente, mentre leggevo, non ho capito di quale scenario si stesse
trattando, il giapponese o l'italico? Si passa dagli hikikomori
giapponesi a quelli italiani senza che ce ne si renda conto, oppure
sono io che non l'ho capito, può benissimo essere una mia mancanza
di comprendonio. Comunque sarebbe stato meglio dividere il saggio in
due sezioni ben distinte, una sugli hikikomori in Italia, ed una
sugli hikikomori in Giappone.
Tutte
le testimonianze di hikikomori riportate nel libro non sono frutto di
interviste compiute dall'autrice, ma prese da altri saggi (qui
recensiti) oppure dal web, quindi nessuna è attuale. Questo non è
per forza un difetto, mi limito a farlo notare. Come ho notato che
manca un qualsivoglia curriculum vitae dell'autrice, non so neppure
la sua età. Non che mi interessi per fare del pettegolezzo, ma
l'autrice esprime alcuni giudizi sulla pericolosità di videogiochi
e web (che mi hanno lasciato un pelino basito), e sapere la sua età
mi avrebbe fatto meglio comprendere se ad un videogioco possa averci
mai giocato.
Nella
premessa/introduzione vien individuato nella fine degli anni 80 il
nascere del fenomeno hikikomori, in realtà a me, del tutto
fortuitamente, è capitato di scovare un articolo su “La Stampa”
del 27 novembre 1981, che lo retrodata fino dagli anni 60!
Fenomeno hikikomori in un articolo de "La Stampa" del 27 novembre 1981 - "Molto onorevoli ospiti del Sol Levante" di Alberto Gaino
Fenomeno hikikomori in un articolo de "La Stampa" del 27 novembre 1981 - "Molto onorevoli ospiti del Sol Levante" di Alberto Gaino
Il
bello di queste poche righe è che stroncano in solo colpo le accuse,
mosse pure dall'autrice, che una delle cause del fenomeno hikikomori
possano essere anime, manga, videogiochi e web.
Infatti
tra gli anni 60 ed il 1981 il web non esisteva, i videogiochi nascono
alla fine degli anni 70, e si parla di “Space Invaders” o
Pacman... Anime e manga, pur esistendo, non erano ancora un fenomeno
tanto coinvolgente per un ragazzo giapponese, e comunque le tematiche
erano molto elementari, Candy Candy, i robottoni, l'Uomo Tigre etc etc, e
li potevi seguire solo in televisione, nessun videoregistratore o
lettore DVD che ti permettesse di chiuderti nella tua cameretta e
guardarli tutta la notte.
Questo
breve spezzone dell'articolo stra dimenticato del giornalista Alberto
Gaino, non è stato ancora scoperto dai saggisti o studiosi italici
del fenomeno hikikomori, questo è un blog troppo di nicchia ^_^
Se queste brevi righe fossero conosciute, si eviterebbe, a mio avviso, di scrivere certe sentenze contro web, videogiochi, anime e manga.
Se queste brevi righe fossero conosciute, si eviterebbe, a mio avviso, di scrivere certe sentenze contro web, videogiochi, anime e manga.
Prima
o poi dovrò riunire tutte le traduzioni/definizioni italiane della
parola hikikomori, capisco che il giapponese sia una lingua astrusa,
ma ognuno/a la traduce un po' a piacere, questo è ciò che scrive
l'autrice: