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martedì 21 giugno 2016
"Con Heidi si rideva, con Remi si piangerà", di Angelo Falvo - "La Domenica del Corriere" 10 ottobre 1979
Fino all'arrivo dei "cartoni animati giapponesi" dubito fortemente che quotidiani e settimanali nazionali dessero tanto spazio all'arrivo in televisione di nuovi programmi per ragazzi. E' in mio possesso gran parte dell'annata 1977 e 1978 de "La Domenica del Corriere", e prima del 4 aprile 1978 tali articoli sono abbastanza rari: un paio su Furia, ed un paio sui Muppet/Sesamo Apriti e "Supergulp!".
E' solo da Goldrake in poi, con il devastante successo degli anime, che i giornalisti focalizzarono la loro, spesso nefasta, attenzione su quello che vedavamo noi bambini.
Purtroppo l'attenzione della stampa era dedicata quasi esclusivamente agli anime trasmessi dalla Rai, cioè dai canali nazionali. Fanno eccezione i cartoni di Candy Candy (sulla quale ho un po' di articoli che posterò, prima o poi) e del Grande Mazinga (benchè quest'ultimo subisca l'effetto inquinante di Mazinga Z...), che riuscirono ad infrangere le barriere delle piccole televisioni locali. Ovviamente mi sto riferendo al periodo antecedente a quando Berlusconi rastrellerà le tv locali pre Canale 5, Italia 1 e Rete 4, creando tre tv nazionali, che faranno ben più notizia di "Antenna Nord" (la pre Italia 1 a Milano) o Video Delta (la pre Rete 4 a Milano). Altri anime trasmessi dalla tv private che ricevettero qualche attenzione in più furono Jeeg e Danguard, spesso citati nel calderone degli anime robotici.
Per il resto bisogna accontentarsi di leggere i commenti su ciò che trasmetteva la Rai, quindi, in questo caso, Remi, a cui "La Domencia del Corriere" dedica un articolo di anteprima.
Purtroppo, di nuovo, non sempre i giornalisti si interessavano concretamente al cartone animato che sarebbe stato trasmesso, cioè Remi. Quindi, mancando informazioni su di esso, e non ritenendo che cercarne fosse un compito dei giornalisti (T_T), si limitavano a proporre la trama del romanzo da cui erano tratti. Peccato che avrebbero dovuto sapere, dopo Heidi, che gli autori nipponici tendevano a modificarne la trama.
E' da contestarsi, a mio avviso, il titolo scelto dal settimanale, forse Remi (che non ho mai seguito) era più triste di Heidi, ma quest'ultima non faceva ridere, e neppure piangere. Heidi conteneva una storia, una bella storia, con momenti divertenti e momenti più tristi o commoventi, ma non era mica Yattaman o "Carletto il Principe dei mostri"!
Angelo Fulvio si chiede se sia giusto che i bambini guardino un cartone strappalacrime. Mi pare una domanda senza senso, perchè a me, per esempio, non piaceva e quindi non lo guardavo :]
Nella didascalia alle foto si può leggere: "E' giapponese come Goldrake"!!!
Faceva ancora notizia, e l'avrebbe fatta per almeno altri 2/3 anni, il fatto che un cartone animato fosse giapponese. Come era degno di interesse il fatto che la Rai, tramite la Sacis, ci guadagnasse un sacco di soldi, grazie a tutti i vari gadget per noi bambini.
Edit del 23 giungo:
Un lettore (Anthony Bannato) mi ha rammentato che la Toei non produsse Remi, ma fu la TMS!
Inoltre l'orario è errato, ma basta farsi un giro tra i palinsesti delle riviste tv che ho postato fino ad ora per rendersene conto.
In pratica altri due errorini, si vede che qualsiasi cartone arrivava in Italia doveva essere per forza della Toei, o forse era l'unica casa di produzione che i giornalisti avevano scoperto esistere in Giappone, ergo non si sforzavano molto di essere precisi, tanto chi mai glielo avrebbe contestato? ;)
Le informazioni strettamente legate all'anime di Remi sono veramente poche, le si può leggere nella parte in corsivo. Un accenno all'uso degli occhialini in 3D e al potenziale giro d'affari generato dalla serie animata (10 miliardi di lire!). Il giornalista, almeno sulla novità della trasmissione in 3D, poteva impegnarsi maggiormente... invece si limita a fare il compitino, nel vero senso della parola, in quanto fa un riassuntino del romanzo utilizzando, come scrive lui, il "Dizionario delle opere".
Potevo scriverlo anch'io un articolo così :]
Mi resta il dubbio, non avendo mai seguito la serie, di quante modifiche fecero gli autori giapponesi al romanzo originale, e quindi di quante parti del riassunto qui sotto non si troveranno realmente nell'anime.
Il giornalista non riesce ad esimersi, però, dalla chiosa finale contro "storie attuali piene di violenza", chissà mai a chi si riferiva :]
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L'articolo tra l'altro è pieno di inesattezze, il cartone andava in onda alle 17 circa e non alle 19.20. Inoltre non fu la Toei a produrlo, se non ricordo male. Gli occhialini non hanno mai funzionato, e Remi non fu mai trasmesso in 3D, tutto partì da un fraintendimento. Il cartone era girato su diversi livelli scenografici, che gli conferivano quell'effetto suggestivo "in 3d" dei paesaggi in movimento, all'epoca era una novità per un cartone televisivo, ma Remi non è in 3D nel senso tradizionale del termine.
RispondiEliminaCavoli, hai ragione!
EliminaMe ne ero dimenticato che fu la TMS e non la Toei a produrlo. Grazie della nota ;)
E poi questi occhialini funzionavano anche con le tv in banco e nero?
A me non pare ;)