TITOLO: I mondi di Miyazaki, percorsi filosofici negli universi dell'artista giapponese
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Mimesis
PAGINE: 117
COSTO: 12
ANNO: 2016
FORMATO: 21 cm x 14 cm
REPERIBILITA': Ancora presente nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788857532257
Il saggio è composto da otto contributi di altrettanti autori. Tranne uno, che non sono stato proprio in grado di capirlo, ma di certo è colpa dei miei oggettivi limiti, i restanti sette sono molto interessanti e comprensibili. Gli scritti su “Si alza il vento” mi hanno aiutato a capire un film che personalmente non ho apprezzato moltissimo, per svariati motivi.
Ringrazio Alessandro, uno tra i primi lettori che abbia avuto il coraggio di firmare i suoi commenti sul blog :] per avermi informato dell'uscita del libro ;)
La melanconia dell'ingegnere. Il sogno tecnoscientifico di “Si alza il vento”
Alberto Brodesco analizza le tematiche di “Si alza il vento”. Qui ritorna l'utilità di approfondimenti che riescono a farti capire ciò che inizialmente non sei riuscito ad apprezzare, benché in parte resto della mia opinione. In particolare riguardo le obbiezioni riportate dell'autore all'ultimo film di Miyazaki, inerenti a come ha trattato il tema dell'uso degli Zero e del loro contesto storico. Nonostante Brodesco spieghi perché queste critiche siano errate, io resto dell'avviso contrario.Si, gli Zero erano belle e veloci, erano stupendi, ma quante vite sono costati?
Tempo, tecnica, esistenza nell'ultimo Miyazaki
Quando mi accingo a leggere qualcosa di Marcello Ghilardi ammetto che ho sempre un po' di timore, il timore di non riuscire a capirci nulla :]Questa volta, forse complice le poche pagine, mi è andata abbastanza bene, ma non così bene da cercare di riportare il suo pensiero :]
Il pacifismo utopico di Miyazaki
Andrea Fontana si concentra sul pacifismo nei film di Miyazaki, questa analisi è preceduta da un breve riepilogo storico sulla situazione politica del Giappone antico e moderno.Inquadrata la situazione generale Fontana analizza i film di Miyazaki, più la serie di Conan, che incarnano la sua idea di pacifismo.Sia questo contributo, che gli altri di questo saggio che parlano di “Si alza il vento”, concordano nel considerare l'ultimo film di Miyazaki un film pacifista. Non mi permetto di contestarlo in toto, però, a mio avviso, questa volta, più che in passato, Miyazaki avrebbe dovuto rendere maggiormente palese questo messaggio. L'aereo da guerra Zero è un mezzo di distruzione, che lascia poco spazio a messaggi pacifisti lasciati sottintesi. Ed anche il personaggio di Jiro è troppo deresponsabilizzato. Anche il nonno di Lana, pur essendo tra i buoni, era stato l'inventore di un'arma, ma per questo il dottor Rao si sentiva in colpa. Lo Jiro di Miyazaki quasi non si pone il problema, lui pensa solo a progettarli, per cosa servono non lo tange...
Scienza, tecnologia e natura in Miyazaki
Marco Casolino indaga il rapporto di Miyazaki con scienza e tecnologia, tramite i suoi film e la serie di Conan. E' chiaro che per Miyazaki, salvo qualche mutazione tecnologica non preventivata dai progettisti originali, le invenzioni umane portano solo distruzione. E' solo nella natura che l'uomo può trovare la felicità. Ho notato che solo Casolino accenna, seppur brevemente, alla chiusura dello Studio Ghibli. Mi permetto qui una chiosa generale sul fatto che per anni ho letto che lo Studio Ghibli aveva conquistato l'autonomia economica, che erano gli unici ad avere disegnatori assunti stabilmente, in modo da far crescere le nuove leve. Un'esaltazione continua dello spirito dello Studio Ghibli. Tutto ciò pare finito, ma praticamente è passato in sordina... un'altra “utopia di Miyazaki e Takahata” che non ha generato nessuno dibattito tra gli esperti italici, che, a quanto pare, avevano cannato alla grande le valutazioni sulla solidità dello Studio Ghibli.
Geografie e gradi dell'ucronia-Miyazaki
Ho intuito che anche lo scritto di Luigi Abiusi dovrebbe essere interessante, purtroppo il mio livello culturale abbastanza basso, e questo modo che l'autore ha di comunicare al lettore le sue idee me lo ricorda ad ogni riga, non mi ha permesso di andare oltre a questa intuizione. Sono esposti troppi concetti che necessitano di conoscenze specifiche, troppe citazioni dotte, troppe frasi incomprensibili (per me). Mi è rimasto il dubbio che in un paio di punto si potesse vedere configurato il reato di supercazzola aggravata, ma è solo un dubbio ^_^
E dire che ero così contento di aver scalato il monte Marcello Ghilardi, pensavo che il resto del libro sarebbe stato in discesa, poi è arrivato inaspettato il Tourmalet Abiusi...
Mi permetto di mettere un paio di scan parziali per far capire che non sono proprio un visionario millantatore :]
Estratto dalla pagina 1 del contributo di Luigi Abiusi.
Estratto dalla pagina 2 del contributo di Luigi Abiusi.
Il dio della foresta – una lettura di “Mononoke hime”
Nella prima parte del suo contributo Roberto Terrosi spiega come la cultura/civiltà occidentale/cristiana abbia dimenticato il valore della natura, pensata solo come sfruttamento e guadagno. Segue lo stesso discorso per il rapporto buddismo e natura, con un breve riepilogo storico del ruolo di potere che ebbe il buddismo in Giappone. Questa spiegazione serva per far capire perché il bonzo in “Mononole Hime” abbia una connotazione negativa.Tocca poi ad essere analizzati gli Emishi, Mononoke e il dio cerco.Questo punto di vista l'ho trovato estremamente interessante ed originale, peccato sia così corto.
Il principe cane: elementi della filosofia e della poetica di Miyazaki Hayao in una fiaba tibetana Massimo Soumarè analizza il manga di Miyazaki, penso inedito in Italia, pubblicato nel 1983, dal titolo “Shuna no tabi”, che contiene molte delle tematiche che si vedranno nelle suo opere successive.
Titoli di coda, la creazione di (piccoli) mondi Il saggio si conclude con un piccolo sguardo a tre cortometraggi visibili solo al museo dello Studio Ghibli: Il ragno d'acqua Monmon; Il giorno in cui allevai una stella; In cerca di casa.
Ciao, volevo ringraziarti della recensione (e del blog).
RispondiEliminaSulla solidità economica di Ghibli hai colto in pieno: non solo in Italia ma anche qui in jap nessuno se lo sarebbe apettato. Ma del resto qui se il film lo firma M. fa 100M$ e vince gli oscar, se lo fa Takahata ne fa meno di quanto costa e agli oscar perde contro big8 che è carino ma dal punto di vista animazione è niente di che. L'unica consolazione è che la maggior parte degli artisti è migrata in altri studi come Dwango (che ha prodotto Ronia), anche se molte "mamme" che facevano le intecalatrici e le coloratrici più per passione che per altro sono andate a casa.
Cavoli, uno degli autori!
EliminaGrazie dell'apprezzamento, meno male che il tuo pezzo mi è piaciuto :]
Interessante l'aneddoto che riporti, son sempre gli "operai" a rimetterci ;)
scopro solo adesso il tuo blog, grazie per la recensione
RispondiEliminaPrego, spero che sia una scoperta non traumatizzante T_T
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