TITOLO: Viaggio fra i mistici
del Giappone
AUTORE: Paul Arnold
CASA EDITRICE: Rusconi Editore
PAGINE: 187
COSTO: 6€?
ANNO: 1974
FORMATO: 21
cm X 13 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN:
Libro
scritto nel 1973, in cui l'autore illustra il buddismo zen,
sciamanismo e shintoismo. Paul Arnold fu tra i primi europei a
fondare centri buddisti in Europa, presidente della comunità
buddista francese e fondatore di quella Europea.
Non
essendo io buddista e neppure interessato alle religioni, ho
apprezzato i primi due capitoli del libro, su itako e yamabushi.
Capitoli che sono più descrittivi e meno filosofici rispetto i
successivi, li si può considerare quasi di taglio antropologico.
Scrivo quasi perché bisogna cercare di scindere i fatti descritti
dalle credenze dell'autore, che riteneva reali i poteri di itako e
yamabushi.
Tutti
gli altri capitoli si perdono, a causa delle mie capacitive cognitive
limitate, in meandri filosofici buddistici totalmente oscuri, e pure
inutili (per me).
Considerando
il numero di argomenti trattati mi limiterò ad elencarli, allo scopo
di far comprendere quali informazioni contenga il libro.
Curioso
il fatto che nel 1973 un tema come quello del libro era patrimonio di
pochissimi, oggi, veicolato da manga ed anime (pensiamo ad Inuyasha),
certe pratiche e alcuni oggetti sono conosciute fin dai ragazzi/e.
Un'ultima
considerazione a latere riguarda la moglie giapponese di Paul Arnold,
che mi ha ricordato la moglie del tenete Colombo nel famoso telefilm.
Infatti per tutto il libro l'autore ne parla, ne racconta idee ed
episodi di vita, senza mai rivelarne il nome.
Capitolo
1
Lo
sciamanismo moderno
L'autore
si reca a Ossoresan nell'Hokkaido per visitare l'omonimo monastero
shinto, dove le itako, le donne sciamano cieche, hanno un santuario.
Sono
descritti: gli oggetti cerimoniali delle itako (tra cui lo yumi, uno
strumento musicale derivato dall'arco da guerra); storia delle itako;
addestramento per diventare itako; riti; credenze sulle itako;
jeitsiku; mizugori; kami-tsuke; kuci-yose; cerimonia di obon in una
famiglia; rito funebre buddista segaki; il rito mushi-fuji (cacciare
gli insetti) eseguito da una ogamiya (venditrice di preghiere) sui
bambini posseduti da spiriti insetto.
Capitolo
2
Gli
uomini della montagna
Ora
l'autore si reca a Dewasan, dove c'è uno dei più grandi santuari di
yamabushi (“coloro che dormono nella montagna”). Dewasan è
formata da tre gruppi di santuari: Hogurosan; Yudonosan; Gass-san.
Sono
descritti: rito propiziatorio svolto assieme alle miko (ragazze che
aiutano lo yamabushi); rito di iniziazione dello yamabushi della
setta shughendo (che dovrebbero essere segreti, tranne per il monaco
che li ha rilevati all'autore); rito di guarigione; rito di
maledizione o malasorte; Sokushinbutsu (l'auto
mummificazione, trattata esaurientemente).
Capitolo
3
Alle
frontiere della vita
L'autore
si sposta a Kyoto, presso il monte Hiei, centro spirituale della
setta buddista tendai.
Sono
descritti: rito della festività dell'8 aprile “nascita di budda”;
cerimonia funebre; storia della setta tendai; varie pratiche buddiste
tendai; cicli di meditazione; rozan-gyo; kaiho-gyo; sedikki; taikai;
sommai.
Capitolo
4
Simbologie
e segreti
Paul
Arnold giunge presso il tempio Jofukuji, per scoprire i segreti del
buddismo shingon. Anche qui mi son perso subito nel “tantrismo
buddista che originò lo shingon”, quindi mi limiterò alla
citazione di ciò che è descritto: simbologia; oggetti sacri; storia
della setta e del suo creatore Kobo Daishi; filosofia del buddismo
shingon; rito per l'insegnamento dello shingon.
Mi
pare di intuire che alla fine del capitolo l'autore sfiori
leggermente le conseguenze etiche dell'appoggio da parte della setta
sokagakai (prima chiamata nikiren) al nazionalismo militarista
imperiale nipponico, giustificandole dal contesto storico e
limitandole solo a questa setta. In realtà non fu così, tutto il
buddismo appoggiò con fervore il fanatismo nazionalista e
militarista dell'impero nipponico. Caro Arnold, 10 in religione, 5 in
storia.
Capitolo
5
Zen a
freddo
Tappa
a Yokohama, al tempio Sojiji della setta zen soto, la seconda dopo la
rinzai, dove l'autore soggiornerà per una settimana per impararne
alcuni precetti.
Sono
descritti: varie preghiere; rito di iniziazione allo za-zen;
meditazione za-zen; differenze tra soto e rinzai; l'arte zen
dell'ikebana; lettura dei koan.
Capitolo
6
Zen a
caldo
Come
ultima tappa si reca al tempio Myoshinji della setta rinzai a Kyoto,
per incontrare il maestro Mumon Yamada (un bel negazionista).
Sono
descritti: biografia (agiografia) del maestro Yamada; rito ammissione
rinzai.
In un discorso fatto durante quel soggiorno, Yamada paragonava Hirohito
ad un bosatsu (in pratica un budda santo...) perché, non avendo
potuto aiutare il suo popolo durante il conflitto(!!!), offrì la
vita e i suoi beni materiali a MacArthur(!). Stendendo un velo
pietoso sulla prima affermazione storica del maestro Yamada, mi
limito a ricordare che quando Hirohito si recò da MacArthur questi
aveva già deciso di non condannarlo a morte. Per quanto riguarda gli
ingenti beni materiali imperiali (che forse Yamada poteva chiedersi
come erano stati accumulati) vennero requisiti dagli Usa e ceduti
alla nazione, non offerti da Hirohito.
Comunque,
per sapere qualcosa di più sulle idee del saggio maestro Yamada (e
sulle responsabilità del buddismo), si può leggere
“Lo zen alla guerra”, di
Brian Victoria, (1997 - Edizioni Sensibili Alle Foglie
Cooperativa), ovviamente recensito in questo blog: recensione
Capitolo
7
Quando
il fuoco è fresco
Nell'ultimo
capitolo viene fatto un bilancio delle esperienze spirituali vissute,
cercando di trovare un nesso e anche le differenze tra itako,
yamabushi e sette buddiste zen.
Appendice:
nuove esperienze a Darjeeling
L'autore
torna sull'Himalaya e continua le sue elucubrazioni filosofiche
buddiste a me incomprensibili.
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