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sabato 24 agosto 2013

Viaggio fra i mistici del Giappone


TITOLO: Viaggio fra i mistici del Giappone
AUTORE: Paul Arnold
CASA EDITRICE: Rusconi Editore
PAGINE: 187
COSTO: 6€?
ANNO: 1974
FORMATO: 21 cm X 13 cm
REPERIBILITA': Reperibile su internet
CODICE ISBN:

Libro scritto nel 1973, in cui l'autore illustra il buddismo zen, sciamanismo e shintoismo. Paul Arnold fu tra i primi europei a fondare centri buddisti in Europa, presidente della comunità buddista francese e fondatore di quella Europea.
Non essendo io buddista e neppure interessato alle religioni, ho apprezzato i primi due capitoli del libro, su itako e yamabushi. Capitoli che sono più descrittivi e meno filosofici rispetto i successivi, li si può considerare quasi di taglio antropologico. Scrivo quasi perché bisogna cercare di scindere i fatti descritti dalle credenze dell'autore, che riteneva reali i poteri di itako e yamabushi.
Tutti gli altri capitoli si perdono, a causa delle mie capacitive cognitive limitate, in meandri filosofici buddistici totalmente oscuri, e pure inutili (per me).
Considerando il numero di argomenti trattati mi limiterò ad elencarli, allo scopo di far comprendere quali informazioni contenga il libro.
Curioso il fatto che nel 1973 un tema come quello del libro era patrimonio di pochissimi, oggi, veicolato da manga ed anime (pensiamo ad Inuyasha), certe pratiche e alcuni oggetti sono conosciute fin dai ragazzi/e.
Un'ultima considerazione a latere riguarda la moglie giapponese di Paul Arnold, che mi ha ricordato la moglie del tenete Colombo nel famoso telefilm. Infatti per tutto il libro l'autore ne parla, ne racconta idee ed episodi di vita, senza mai rivelarne il nome.

Capitolo 1
Lo sciamanismo moderno
L'autore si reca a Ossoresan nell'Hokkaido per visitare l'omonimo monastero shinto, dove le itako, le donne sciamano cieche, hanno un santuario.
Sono descritti: gli oggetti cerimoniali delle itako (tra cui lo yumi, uno strumento musicale derivato dall'arco da guerra); storia delle itako; addestramento per diventare itako; riti; credenze sulle itako; jeitsiku; mizugori; kami-tsuke; kuci-yose; cerimonia di obon in una famiglia; rito funebre buddista segaki; il rito mushi-fuji (cacciare gli insetti) eseguito da una ogamiya (venditrice di preghiere) sui bambini posseduti da spiriti insetto.

Capitolo 2
Gli uomini della montagna
Ora l'autore si reca a Dewasan, dove c'è uno dei più grandi santuari di yamabushi (“coloro che dormono nella montagna”). Dewasan è formata da tre gruppi di santuari: Hogurosan; Yudonosan; Gass-san.
Sono descritti: rito propiziatorio svolto assieme alle miko (ragazze che aiutano lo yamabushi); rito di iniziazione dello yamabushi della setta shughendo (che dovrebbero essere segreti, tranne per il monaco che li ha rilevati all'autore); rito di guarigione; rito di maledizione o malasorte; Sokushinbutsu (l'auto mummificazione, trattata esaurientemente).

Capitolo 3
Alle frontiere della vita
L'autore si sposta a Kyoto, presso il monte Hiei, centro spirituale della setta buddista tendai.
Sono descritti: rito della festività dell'8 aprile “nascita di budda”; cerimonia funebre; storia della setta tendai; varie pratiche buddiste tendai; cicli di meditazione; rozan-gyo; kaiho-gyo; sedikki; taikai; sommai.

Capitolo 4
Simbologie e segreti
Paul Arnold giunge presso il tempio Jofukuji, per scoprire i segreti del buddismo shingon. Anche qui mi son perso subito nel “tantrismo buddista che originò lo shingon”, quindi mi limiterò alla citazione di ciò che è descritto: simbologia; oggetti sacri; storia della setta e del suo creatore Kobo Daishi; filosofia del buddismo shingon; rito per l'insegnamento dello shingon.
Mi pare di intuire che alla fine del capitolo l'autore sfiori leggermente le conseguenze etiche dell'appoggio da parte della setta sokagakai (prima chiamata nikiren) al nazionalismo militarista imperiale nipponico, giustificandole dal contesto storico e limitandole solo a questa setta. In realtà non fu così, tutto il buddismo appoggiò con fervore il fanatismo nazionalista e militarista dell'impero nipponico. Caro Arnold, 10 in religione, 5 in storia.

Capitolo 5
Zen a freddo
Tappa a Yokohama, al tempio Sojiji della setta zen soto, la seconda dopo la rinzai, dove l'autore soggiornerà per una settimana per impararne alcuni precetti.
Sono descritti: varie preghiere; rito di iniziazione allo za-zen; meditazione za-zen; differenze tra soto e rinzai; l'arte zen dell'ikebana; lettura dei koan.

Capitolo 6
Zen a caldo
Come ultima tappa si reca al tempio Myoshinji della setta rinzai a Kyoto, per incontrare il maestro Mumon Yamada (un bel negazionista).
Sono descritti: biografia (agiografia) del maestro Yamada; rito ammissione rinzai.
In un discorso fatto durante quel soggiorno, Yamada paragonava Hirohito ad un bosatsu (in pratica un budda santo...) perché, non avendo potuto aiutare il suo popolo durante il conflitto(!!!), offrì la vita e i suoi beni materiali a MacArthur(!). Stendendo un velo pietoso sulla prima affermazione storica del maestro Yamada, mi limito a ricordare che quando Hirohito si recò da MacArthur questi aveva già deciso di non condannarlo a morte. Per quanto riguarda gli ingenti beni materiali imperiali (che forse Yamada poteva chiedersi come erano stati accumulati) vennero requisiti dagli Usa e ceduti alla nazione, non offerti da Hirohito.
Comunque, per sapere qualcosa di più sulle idee del saggio maestro Yamada (e sulle responsabilità del buddismo), si può leggere “Lo zen alla guerra”, di Brian Victoria, (1997 - Edizioni Sensibili Alle Foglie Cooperativa), ovviamente recensito in questo blog: recensione

Capitolo 7
Quando il fuoco è fresco
Nell'ultimo capitolo viene fatto un bilancio delle esperienze spirituali vissute, cercando di trovare un nesso e anche le differenze tra itako, yamabushi e sette buddiste zen.

Appendice: nuove esperienze a Darjeeling
L'autore torna sull'Himalaya e continua le sue elucubrazioni filosofiche buddiste a me incomprensibili.

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