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domenica 25 giugno 2023

Giappone: Ritualità quotidiana, dalla cerimonia del tè ai riti di ogni giorno - volume 15 della collana "Giappone cultura e tradizioni del paese del Sol Levante" del Corriere della Sera



TITOLO: Giappone: Ritualità quotidiana, dalla cerimonia del tè ai riti di ogni giorno - volume 15 della collana "Giappone cultura e tradizioni del paese del Sol Levante" del Corriere della Sera
AUTORE: 
CASA EDITRICE: RCS Mediagroup
PAGINE: 127
COSTO: 9,99 
ANNO: 2023
FORMATO: 23 cm x 19 cm
REPERIBILITA': disponibile in edicola
CODICE ISBN: 9772037021563


Ritengo che questo 15esimo volume della Collana "Giappone del Corriere della Sera (2023)" sarà anche l'ultimo che acquisterò, nonostante ne manchino altri dieci al termine dell'opera.
Stavolta ci sono ben 78 pagine con immagini su 127 pagine totali, visto che il rapporto immagini/scritto resta più o meno costante, moltiplicando il tutto i 25 numeri si otterrà che:
127 pagine a volume x 25 volumi = 3175 pagine
75 pagine circa a volume di immagini x 25 volumi =  1875 pagine di immagini
25 volumi a 10 euro l'uno = 250 euro circa (forse i primi numeri costavano di meno)
250 euro per comprare il 60% circa di immagini...

Non so, scarico le immagini gratis dal web...
Resta, a mio avviso, una enorme occasione persa in cui si sarebbe potuta fare un efficace opera di informazione sul Giappone tramite le edicole, luogo di vendita, seppur in crisi, ancora ben presente sul territorio. 

Detto ciò, questo volume è anche leggibile, a parte il capitolo sulla cerimonia del tè, ma solo perché  è un aspetto del Giappone che a me interessa zero, fin troppo inflazionato, come l'ikebana, lo judo, il teatro no o kabuki, etc.
Lo scritto, però, esordisce (pag. 9) affermando che il Giappone, a differenza dell'Occidente, conosce il segreto per una vita felice, che tra l'altro era il titolo del primo volume. Indipendentemente da quale sia la ricetta di questa felicità, il Giappone è una delle nazioni democratiche con il tasso di suicidi più alto, compresi i minorenni, non mi pare in indice di grande felicità... 
Nel capitolo in cui si parla della consuetudine dei "regalini" (omiyage) vengono ben elencate le numerose regole a cui questi omaggi debbono sottostare, come numerose regole sono presenti per come effettuare gli inchini (capitolo apposito), ma può mai essere felice un essere umano che per fare un regalino o salutare qualcuno deve fare uno studio approfondito sul rapporto che intercorre tra lui e l'altra persona?
Poi è ovvio che uno si esaurisce...
Comunque... tornando al libro...
Viene spiegato il concetto di "omotenashi", cioè prendersi cura degli ospiti con tutto il cuore, per poi passare all'uso e allo scopo del biglietto da visita, altre millemila regole...
Sia chiaro, conoscevo già queste prassi e tutte queste regole, ma immaginavo il lettore neofita del Giappone che legge ad inizio libro che hanno trovato la ricetta della felicità, e poi se sbagli un inchino devi fare seppuku...
Si passa alla vista dei templi (altre regole), poi il galateo interpersonale in generale, cioè gli inchini, saluti e linguaggio onorifico, rispetto verso gli anziani.
Chiude il classico capitolo sul bagno: ofuro, onsen, sento.

sabato 24 giugno 2023

Lady Oscar, il vento della rivoluzione - Saggi e prospettive critiche



TITOLO: Lady Oscar, il vento della rivoluzione - Saggi e prospettive critiche
AUTORE: Laura Luzi
CASA EDITRICE: Weird Book
PAGINE: 535
COSTO: 32,90 
ANNO: 2023
FORMATO: 24 cm x 17 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9788831373968


Uno dei tanti pregi del saggio sono le interviste o stralci di interviste, che rendono bene le opinioni degli autori riguardo a Lady Oscar ma anche più in generale sull'animazione seriale nipponica del periodo.
In particolare mi ha colpito un ragionamento di Osamu Dezaki sulla sceneggiatura degli anime, che pare scritto apposta per sbugiardare coloro i quali giustificavano e giustificano in Italia gli stravolgimenti degli anime da parte di Fininvest/Mediaset.
La testimonianza dell'autore è riportata a pagina 309, mi permetto di inserirla nella sua totalità, perché andrebbe "spammata" sul web, "perché semplificare?"





Non erano cretini i bambini e ragazzi giapponesi, non eravamo cretini noi nel 1982, infatti vedemmo tutto quasi senza censure, ma non erano cretine neppure le successive generazioni, che invece si videro Lady Oscar (e non solo) massacrata dai tagli perché semplificarlo avrebbe reso tutta la storia più comprensibile per i più piccoli...
Torno alla recensione.
A  scanso di equivoci preciso e premetto che il saggio nella quasi totalità mi è piaciuto e mi ha fornito anche molte informazioni che non conoscevo, leggendolo si capisce quanta passione e quanto tempo l'autrice ha dedicato negli anni a questo suo corposo scritto su madamigella Oscar.
Sui contenuti dei singoli capitolo vi tornerò man mano nella recensione, che potrà essere solo abbastanza approssimativa, visto il numero di pagine e i tanti argomenti toccati, parto, però con la più grossa pecca del saggio, che forse, a mio avviso, si sarebbe potuta in parte evitare con un maggiore aiuto da parte dell'editore:
Le ripetizioni di aneddoti ed informazioni.

Di norma l'editore, prima della pubblicazione o durante la stesura dello scritto, dovrebbe accompagnare l'autore rendendo i contenuti più organici possibile, facendo notare, forse, quello che a me è saltato abbastanza in fretta all'occhio, cioè che all'interno di uno stesso capitolo o in qualche caso del medesimo paragrafo venivano ripresentati i medesimi concetti, aneddoti ed informazioni lette poco prima.
Capisco che se si racconta un fatto nel primo capitolo, quando si arriva al sesto lo si debba ripetere se il tema lo necessita, ma non più volte nell'arco di poche pagine...
Ci sono punti del libro che soffrono moltissimo di questo aspetto (negativo), altre di meno o per nulla. In alcuni casi ho quasi avuto l'impressione che gli scritti fossero stati elaborati in periodi differenti e/o per lettori di altre piattaforme, ed ora aggregati per il libro, ma senza, appunto, che qualcuno supervisionasse il tutto, "asciugando" le parti già enunciate.
Ho iniziato a notare l'aspetto ripetitivo a pagina 50, dove si spiega che Ennio Melis della RCA fu il padre dei cantautori italiani, per poi rileggerlo a pagina 53... 
Che le sigle degli anime fossero editate dalla sezione "Original Cast", le colonne sonore della RCA Italia, è scritto a pagina 48, 51 e 53.
Che la RCA fu diretta da Ennio Melis fino al 1983 a pagina 49, 50 e 53.
L'aneddoto su Vittorio Balini inerente le sigle, in cui esortava a "non perdere tempo su inizio pezzo e secondi di pubblicità, io vendo 20, 30 gelati, poi ti metto più musica" è ribadito a pagina 50, 53 (un po' modificato) e 54.
In particolare i paragrafi 3 e 4 del secondo capitolo della prima parte soffrono molto di queste ripetizioni di concetti ed informazioni
Più avanti viene raccontato come in Giappone la serie venne interrotta per trasmettere una partita di baseball (si spiega il perché che non svelo), ma questa informazione viene ribadita molte volte, tanto che l'ho memorizzata  ^_^
Possibile che non ci sia stata una figura editoriale che abbia notato la cosa e vi abbia posto rimedio?
Per esempio che a pagina 280 (parte superiore) in poche righe è ripetuto due volte l'informazione sulla nascita della società MadHouse.
Tra pagina 280 e 281 è ripetuto due volte che alla Mushi erano bravi ad illustrare, mentre alla Toei erano bravi ad animare il movimento.
A pagina 311 e pagina 316 che gli ekonte disegnati da Dezaki per la prima serie di Lupin III non vennero modificati da Miyazaki, uso a mettere le mani nei lavori altrui.
A pagina 317 viene rispiegato che Dezaki rifiutò la regia di Lady Oscar perché era impegnato in altri progetti, lo avevo già letto molte volte nelle pagine precedenti.
A pagina 356 ho smesso di contare le volte che ho letto che in Giappone chiamano la "scena delle lucciole" la scena in cui Oscar ed André consumano il loro primo ed unico atto sessuale.
Ribadisco che la mia critica è indirizzata alla casa editrice.



Mentre quella che mostro qui sopra è, invece, una critica all'autrice, quando riporta in quarta di copertina che questo saggio "è la prima ricerca in Italia su un case study nella storia della tv italiana".
Non so, a me are che altre serie animate siano state analizzate in singoli saggi con la medesima attenzione che la Luzi dedica a Lady Oscar, e forse in alcun casi anche con maggiore analisi.
Poi, sicuramente, io non ho ben chiaro il concetto di "case study"  :]

Ricomincio la recensione dall'inizio del saggio.

mercoledì 21 giugno 2023

"Gli strumenti della comunicazione sociale e i compiti della famiglia" - "La civiltà cattolica" 17 maggio 1980


Uno dei concetti che cerco di far passare, specialmente a chi quel periodo non lo visse, è che le polemiche contro i cartoni animati giapponesi, che ebbero il proprio culmine nella primavera del 1980, ma nacquero con Heidi e Goldrake  all'inizio del 1978, non hanno mai più avuto pari nel contesto informativo italiano.
Sappiamo che, per esempio, con Dragon Ball e Sailor Moon ci sono state altre polemiche, anche aspre e spesso in malafede, ma nulla a che spartire con quello che capitò durante il first impact, i cui strascichi si protrassero fino a Dragon Ball, Sailor Moon e molto oltre.
La prova non sta solo nel mostruoso numero di articoli che la carta stampata dedicava ai cartoni animati giapponesi, ma al valore delle testate.
Perché è ovvio che "Tv Sorrisi e Canzoni" oppure "Onda TV" dedichino dei redazionali a dei programmi animati per bambini/ragazzi, meno scontato è che una testata come "La Civiltà Cattolica", organo ufficiale della "Compagnia di Gesù", dedichi attenzione a Mazinga, Goldrake, Jegee(!) Robot, Star Blazer(!!), Gay King(!!!).
Attenzione, lo scritto non è incentrato tutto sui cartoni animati giapponesi, ne tratta solo alla fine, ma il fatto che una pubblicazione che nel medesimo numero tratta argomenti di un certo spessore culturale, politico e religioso, trovi tempo e spazio per citare i robottoni animati nipponici, rende l'idea dello tsunami mediatico che sommerse noi piccoli fan...
Come si può leggere in copertina i temi trattati nel numero 3118 del 17 maggio 1980 furono i seguenti:
Gli strumenti della comunicazione sociale e i compiti della famiglia;
Le scoperte archeologiche di Ebla e la ricerca biblica;
Jean-Paul Sartre o una filosofia dell'immaginazione;
Catechesi liturgica sul sacramento dell'unzione dei malati;
I religiosi e le religiose nella Chiesa locale;
L'ultimo romanzo di Gina Lagorio;
Vocazioni e seminari;
L'offensiva contro il terrorismo;
Peggioramento della crisi fra Usa e Iran.

Al link di Wikipedia per la rivista "La Civiltà Cattolica", inserito poco sopra, si potrà capire che la posizione dei fondatori e della redazione era abbastanza conservatrice.

Vorrei far notare che per trovare questo articolo mi sono sfogliato molte annate della pubblicazione, e non è stato divertentissimo   ^_^


Nelle prime pagina la redazione esponeva un mini riassunto dei temi trattati, in questa scan c'è quello dell'articolo che tratta gli anime, a fine post li inserisco tutti, in modo da comprendere che la rivista non era certo nazional popolare come concetti espressi.



Ovviamente non mi permetto di commentare tutta la parte che non tocca i cartoni animati giapponesi, in parte perché tratta argomenti che non conosco e non capisco, in parte perché sono su posizioni un po' opposte alle loro   ^_^
C'è da dire che in alcuni punti oggi si potrebbe essere anche concordi:
"Soltanto dopo che la voce umana era stata trasmessa intorno al mondo con la velocità della luce divenne evidente che le parole, così vastamente diffuse, potevano essere ancora le stesse che si possono ascoltare nei pettegolezzi di paese, o dalle labbra dell'idiota del villaggio o di qualsiasi mascalzone" 
(L. Mumford, "La condizione dell'uomo", Ed, di Comunità 1957, pag. 191)

Non so perché, ma quando leggo "idiota" mi viene in mente un ministro specifico e quando leggo "mascalzone" un defunto più volte primo ministro   >_<

domenica 18 giugno 2023

I manga di Grendizer e le citazioni sugli ufo ed extraterrestri presenti anche nel volume "Il mistero dei dischi volanti" di Franco Bandini (Giunti e Nardini Editore 1971, terza ed. 1976)



Nel post in cui mostravo le citazioni di avvistamenti di ufo, extraterrestri e la presenza sulla Terra di popolazioni aliene nel passato remoto nel manga di Grendizer confrontandole con il nono volume della collana "Il mondo dell'occulto", cioè quello dedicato espressamente agli ufo ed extraterrestri, mancavano solo le statuette Aniwa. 
Le Aniwa mancanti le ho trovate stamattina ad un mercatino nel volume "Il mistero dei dischi volanti" di Franco Bandini della "Giunti e Nardini Editore", prima edizione del 1971, ma la mia è la terza edizione del 1976.
A differenza della collana "Il mondo dell'occulto", che è di matrice statunitense, questo volume è totalmente italiano, ma la bibliografia da cui si sono attinte le informazioni è sempre made in Usa.
Questo implica che già dal 1971, anno della prima edizione, le statuette Aniwa, mai chiamate così nel volume qui presente, erano già parte della narrazione su ufo ed antiche civiltà aliene, da cui, vedendo i due volumi proposti, attinsero a piene mani gli autori nipponici, basti vedere il mediometraggio Toei del 1975 "Questo è un Ufo! I dischi volanti".
Per collegare meglio questo post agli altri inserisco i vari link alle precedenti recensioni:




Nel quarto volume del manga di Grendizer versione Nagai/Ota leggiamo che Sayaka Yumi tira in ballo le statuette Aniwa come prova della presenza sulla Terra di antiche civiltà aliene, e quindi eccole qui sotto queste prove nel contesto editoriale dei primi anni 70.


Alla fine Franco Nardini non scrive molto sulle statuette Aniwa, anzi, non le nomina mai con questo termine, ma con quello di statuette Tokomai, luogo (o uno dei luoghi) dove vennero rinvenute, le considera riproposizioni di esseri che sono "certamente" ricoperti  da una specie di scafandro e da una tuta, entrambe con elmi che sembrano caschi spaziali, con al posto della mani qualcosa che sembrano pinze, ergo utensili fantascientifici.
Questo è il motivo per il quale mi affascinano queste pubblicazioni su Ufo, extraterrestri e civiltà aliene degli anni 70, quindi coeve delle serie animate sui robottoni giapponesi, valeva tutto per avanzare ipotesi para-fanta-storico-archeologiche-scientifiche    ^_^

sabato 17 giugno 2023

Giappone: Il culto dell'Imperatore dalle origini divine a Hirohito, fra Stato e credo - volume 13 della collana "Giappone cultura e tradizioni del paese del Sol Levante" del Corriere della Sera



TITOLO: Giappone: Il culto dell'Imperatore dalle origini divine a Hirohito, fra Stato e credo - volume 13 della collana "Giappone cultura e tradizioni del paese del Sol Levante" del Corriere della Sera
AUTORE: 
CASA EDITRICE: RCS Mediagroup
PAGINE: 127
COSTO: 9,99 
ANNO: 2023
FORMATO: 23 cm x 19 cm
REPERIBILITA': disponibile in edicola
CODICE ISBN: 9772037021563



Dei 13 numeri pubblicati (tra l'altro oggi esce il 14esimo che non prenderò) ne ho comprati quattro (5-6-12-13), di questi quattro che ho comprato questo 13esimo è di certo il migliore, non il meno peggio, ma direi abbastanza accettabile come illustrazione storica della figura dell'Imperatore nei secoli.
Peccato che nonostante Hirohito sia citato pure nel titolo, sulla sua figura si glissa parecchio, accennandolo alla fine della guerra e poi nel post guerra del Pacifico. Fine... ma ci torno appena più sotto.
Questa dimenticanza grave non è causata dalla mancanza di spazio, in quanto come in tutti i numeri della collana le immagini restano straripanti, 72 pagine di immagini su 126 totali, poi riduci la trattazione della figura di Hirohito come Imperatore a poche pagine...
Il primo capitolo tratta l'Imperatore nipponico da come lo si può leggere sui testi mitologici giapponesi.
Il secondo capitolo parte dalla più profonda antichità fino all'inizio dell'era Meiji, sempre con la figura dell'Imperatore come centro della storia, quindi poco gli Shogun.
Il terzo capitolo spiega come venne creato in epoca Meiji il legame tra la figura dell'Imperatore ed il popolo, che prima di allora neppure sapeva della sua esistenza.
Sono trattati i temi delle parate dell'Imperatore Meiji, la foto sacra dell'Imperatore (Il ritratto dell'Imperatore), il rescritto imperiale sull'educazione che introdusse la sua venerazione a scuola, l'inizio del collegamento tra i ciliegi in fiore ed il sacrificio in battaglia per l'Imperatore.
Il quarto capitolo sarebbe quello che dovrebbe trattare di Hirohito corposamente, ma salta numerosi aspetti. Comunque viene spiegato come si trasformò l'esercito e la marina in fedeli esecutori delle volontà imperiali, sono trattati brevemente anche i kamikaze.
Come già scritto sopra il capitolo resta monco, perché di colpo di ritrovi Hirohito che dichiara di non essere una divinità e del periodo del dopo guerra (brevissimamente), e come venne usata la figura di Hirohito prima e durante la guerra?
Nonostante questa enorme lacuna, per esempio non viene mai citato il fascismo giapponese del periodo, resta lo scritto migliore dei quattro in mio possesso, ciò illustra bene la superficialità degli altri tre.  
Resta utile per un primo approccio a questo aspetto della storia del Giappone, magari per stimolare ulteriori approfondimenti:


venerdì 16 giugno 2023

Nippon Shock Magazine - La rivista 100% dedicata a manga e intrattenimento giapponese - n° 9 maggio 2023

Come si può evincere da questo post e da quello sul numero precedente, ho ripreso a comprare "Nippon Shock Magazine", una volta che sono state rimossi i manga autoconclusivi la rivista ha assunto per i miei gusti un maggiore interesse, anche perché si concentra sul vintage.
C'è poco da fare, per quanto fosse lodevole l'idea originale, il cartaceo lo comprano i vecchi, diciamo i più attempati, edulcoriamo ulteriormente con i meno giovani, mentre i giovani le riviste in edicola non penso sappiano neppure che esistano più...
Vista l'età della potenziale platea degli acquirenti, si deve andare incontro ai loro gusti, poi a me non dispiacerebbe qualche info sull'attualità di manga ed anime moderni, magari sulle uscite in DVD o sui libri.
Questo numero consta in uno speciale monstre su Jeeg, il precedente numero su Goldrake, chiaro l'intento di recuperare lettori andando sul sicuro, seguirà il Guretto o Candy Candy?
Nonostante il tema Jeeg sia stato ampiamente trattato in vari lidi, ho letto due o tre cose che non conoscevo, quindi l'acquisto della rivista è stato fruttuoso.
C'è un piccolo "però", però", che debbo palesare prima del proseguo della recensione, tra l'altro ben più che positiva.


I numeri antecedenti al restyling della rivista avevano un numero ben maggiore di pagine, oltre ai manga autoconclusivi, che a me non interessavano, ma che immagino avessero avuto un costo in termine di acquisti dei diritti.
Adesso la rivista ha un numero di pagine inferiore, basta vedere che si è passati allo spillato, ma il prezzo è rimasto immutato, cioè 9.90 euro, mi aspetterei che dopo un periodo in cui l'editore recuperi almeno in parte i costi dei primi numeri, il prezzo si uniformi al numero minore di pagine.
Infine, considerando che il numero di maggio è uscito a metà giugno circa e quello di aprile era uscito a maggio, mi aspetto che ora le uscite si allineino alla data mensile presente in copertina  ^_^
Fine della parte antipatica.



Immagino che chiunque darebbe per scontato che la recensione inizi con le più di 40 pagine dedicate a Jeeg oppure all'approfondimento sul film di KOR o magari con l'articolo su Spectremem, invece apro il post con l'intervista  ad Andrea Romoli, di cui non conoscevo NULLA... men che meno che un suo fumetto fu trasposto in anime già a metà anni 80!!!!
E' a questo che servono le riviste   ^_^

Consultando l'indice si noterà il numero corposo di articoli che formano lo speciale su Jeeg, il fatto che io ne abbia inseriti solo alcuni non implica che gli altri non mi siano piaciuti, tranne ovviamente quello sulla visione esoterica di Jeeg, che come quello su Goldrake non ho gradito per il semplice motivo che trovo l'esoterismo affidabile quanto l'astrologia, cioè zero... mio punto di vista personale.

mercoledì 14 giugno 2023

Anime Cult - Immagini, ricordi e collezioni dal Sol Levante (n° 8)


Bello e vario questo ottavo numero di "Anime Cult", in cui di nuovo non è presente lo "strillo" di una intervista datata ad un autore nipponico, anche perché non c'è nessuna intervista datata ad autori nipponici   ^_^
Mentre ci sono le solite interviste attuali a personaggi del mondo dei manga e degli anime in Italia:
Giorgio Locuratolo (doppiatore); mini intervista con approfondimento su Stefano Tamiazzo (fumettista); la terza ed ultima parte a Federico Colpi (editoria); Luca Carta (editoria); Stefano Bersola (cantante).

Come nei due precedenti numeri non posso che ribadire quanto ho trovato interessante l'intervista a Federico Colpi, in questo caso non solo per il racconto sul contesto di manga ed anime, ma ci torno poco sotto.
Devo ammettere che mi sono a dir poco commosso quando ho letto che, nello speciale sul genere "spokon", si sono ricordati del mio "Arrivano i Superboys", non limitandosi ad una mera citazione, ma concedendo al PRIMO ed inimitabile anime sul calcio poco più di una pagina. 
Poi, come se fosse un dazio da pagare, ci sono le solite sei pagine sui bimbominkia di "Holly e Benji"...



In questa ultima parte della bella, interessante ed articolata intervista a Federico Colpi, c'è lo spazio per uscire dal tema manga ed anime, quando l'intervistato racconta della situazione politica in Birmania o Miyanmar (nazione in cui lavora) dopo il colpo di Stato nel 2021, tra cui il genocidio dell'etnia Rohingya, che per inciso non erano trattati bene neppure dal precedente governo democratico della premio Nobel Aung San Suu Kyi. Ovviamente non erano massacrati come con l'attuale giunta militare, che uccide anche gli oppositori politici, ma neppure la premio Nobel è stata troppo gentile nei loro confronti.
Comunque, a parte i miei ragionamenti a caso, è stato bello leggere anche del mondo reale  ^_^



Nel precedente numero di "Anime Cult" avevo sindacato su un paio di informazioni inerenti date e emittenti in cui vennero trasmesse degli anime. 
Anche in questo numero c'è almeno un caso in cui quello riportato non mi torna del tutto, cioè dove, parlando della serie di "Carletto il Principe dei mostri", si afferma che venne trasmessa dal 4 ottobre 1981 all'interno di "Bim Bum Bam" su "Antenna Nord" (non ancora "Italia 1).
Ho spulciato un po' di riviste, ma non ho trovato riscontri per la data riportata, inoltre, quello che maggiormente mi fa sorgere dubbi è che pare abbastanza acclarato che le sigle di Carletto vennero prodotte nel 1983.
Non stiamo parlano di un disaccordo di qualche mese sulle date, magari a cavallo di un anno, ma di un paio e passa di anni...
Riporto qui sotto alcune fonti che, a mio avviso, tenderebbero a smentire la data del 4 ottobre 1981 come prima trasmissione di "Carletto il Principe dei mostri":
Il saggio "Carton Heroes, gli artisti di trent'anni di sigle tv";
il libro "Almanacco delle sigle tv";
la pagina con i cartoni del Telesette proprio del 4 ottobre 1981;

domenica 11 giugno 2023

"Capitan Nice" - 3 DVD con i 15 episodi del telefilm


Il telefilm statunitense che per me rappresenta l'imprinting con le tv private locali è di sicuro Capitan Nice, di cui ho un ricordo veramente vintage, in quanto lo captavo sempre su emittenti con un segnale a dir poco disgraziato e, ovviamente, lo vidi sempre in bianco e nero.
La serie mi faceva scompisciare dal ridere e devo ammettere che a distanza di così tanti anni mi ha divertito di nuovo, con dei picchi nel nono episodio, complice anche una trama che si adatta all'attualità italica...
Per i pochissimi(!) che non conoscono Capitan Nice ricordo che è un telefilm comico su un supereroe casalingo, un specie di "Ralph Supermaxieroe" degli anni 60, in quanto fu prodotto nel 1967.
A differenza di Ralph, che riceve il costume con i superpoteri dagli "omini verdi" (cit. Bill Maxwell), Carter Nash, alias Capitan Nice (con la voce di Romano Malaspina!), crea in proprio la sua pozione, in quanto chimico di laboratorio della polizia scientifica, tipo una CSI del 1967   ^_^
Una volta si pensava che più il sapore di una medicina fosse stato cattivo più questa facesse bene, quindi la pozione inventata da Carter Nash, che lo trasforma in un supereroe, deve avere un sapore nauseabondo dalle smorfie che fa ogni volta che la ingurgita  :] 
Carter Nash è educato, timido, gentile, premuroso, e quando diviene un supereroe volante resta educato, timido, gentile e premuroso, direi che nelle 15 puntate della serie praticamente non esercita alcuna violenza sui vari delinquenti che assicura alla legge. Mi pare che non tiri mai nemmeno un pugno ai cattivi, il massimo dell'aggressività è bloccare il malvivente e respingere i proiettili con il torace ben all'infuori.
Una prima caratteristica comune con Ralph Supermaxieroe è il modo di volare, abbastanza impreciso, con traiettorie poco lineari ed atterraggi spesso non di precisione.
Mentre Ralph ha nell'agente dell'FBI Bill Maxwell il suo socio ed aiutante, Carter si appoggia ad una donna, la signora Nash, cioè la madre, che oltre ad avergli confezionato il costume, a stirarglielo e cucirglielo, lo assiste nelle indagini e nella cattura dei cattivi.
La signora Nash è una madre abbastanza possessiva, abituata a comandare a bacchetta il figlio, che si può considerare un vero "mammone", visto che in una America di fine anni 60 viveva ancora a casa con i genitori, nonostante non fosse più uno studentello. Probabilmente ai tempi, nel contesto sociale statunitense, questo rappresentava già un aspetto comico, oggi la dinamica non sembra così anomala.
Gli altri personaggi fissi del cast sono:
il trafficone (un simil De Luca...) sindaco Finney della città di Megalopoli (nessun nesso con la Fiamma di Megaloman), che è il fratello della signora Nash e quindi lo zio di Carter (assunzione per nepotismo);
l'inetto capo della polizia Segal, che funge da spalla comica per il sindaco; 
l'avvenente ed un tantino allupata sergente Candy Kane, che ha una cotta per Carter;
l'unico altro personaggio che si vede due volte nelle 15 puntate è il veggente Medula.

Ah! Dimenticavo il fondamentale signor Nash!
Il padre di Carter e marito della signora Nash è unico, nei 15 episodi è sempre immortalato mentre legge un quotidiano o altro, in pratica non lo si vede mai in faccia, nonostante ciò qualche battuta la recita, ma, soprattutto, prende parte all'azione!   ^_^
https://dai.ly/k2aKk2woElJC67zcr9F
https://dai.ly/k2aKk2woElJC67zc
https://dai.ly/k2aKk2woElJC67zcr

Scrivevo che considero questo telefilm facente parte della mia categoria di quelli vintage, in quanto l'ho rivisto in questa occasione a distanza di più di 40 anni, ma a farmelo considerare veramente vintage è stata la qualità audio e video dei DVD. 
In questi decenni ho visto DVD pezzotti di cartoni animati giapponesi (che non erano disponibili in versioni originale) con una qualità eccelsa di certo non paragonabile a questi DVD (a tiratura limitata!) messi in vendita dalla "Mosaico Media srl"... l'appassionato di anime mixava il video originale giapponese di ottima qualità con l'audio storico italiano, cercando di sistemare i punti che non si sentivano bene. L'azienda che ha messo in vendita questi tre DVD non lo ha fatto...
Direi che per questi tre DVD di Capitan Nice non solo l'audio venne recuperato da qualche registrazione televisiva di un fan (magari scaricati dal web!), ma la traccia video non è quella della sorgente statunitense originaria, ma anch'essa una registrazione televisiva amatoriale!   ^_^
Superfluo specificare che i DVD non contengono né c'è la traccia audio in inglese né i sottotitoli in italiano.
Sono rimasto basito nel vedere i difetti del comparto audio e video, e mentre per l'audio ci possono essere delle attenuanti, in quanto se la traccia audio originale in italiano disponibile è solo quella, non ci si può far molto, per il video la cosa è nel contempo imbarazzante ed emozionante, perché mi è veramente parso di tornare alla fine del 1978 e rivedere la serie trasmessa da qualche tv locale privata milanese, con la differenza che stavolta l'ho vista a colori!   :]
Anche dal video inserito qui sopra si può notare la distorsione nella parte inferiore, che di norma si presenta dal riversamento amatoriale di nastri magnetici, la qualità scarsa dei colori e la nitidezza non nitida, ma rispetto a quelli qui sotto il primo è in FULL HD!   ^_^

Edit del 14 giugno 2023:
noto che 3 dei 4 brevi video caricati su Yuotube, che mostravano la scarsa qualità del comparto audio e video dei DVD, sono stati bloccati dopo alcuni giorni dal caricamento.
A parte il livello di ridicolo nel bloccare tre video con degli spezzoni di uno sconosciuto telefilm del 1967, lasciando il quarto... rimuoverò tutti i video, nel frattempo dovrò cercarmi un altro luogo dove caricarli, ma non saprei dove...


         Video bloccato da Youtube


Questo filmato riguarda l'audio, è del solo secondo episodio, ma ne avrei potuti inserire tanti altri. Come dicevo sopra, se questa è l'unica traccia audio del doppiaggio italiano dell'epoca non ci si può far molto, bisogna accontentarsi, non solo salta l'audio più volte, ma al minuto 1 e 31 secondi e al minuto 1 e 41 secondi  si può ascoltare il classico rumore che si creava quando era presente una interferenza da telefonino. Quindi una anomalia audio creatasi in fase di registrazione televisiva o in fase di riversamento video, non ai tempi.
Anche in questo spezzone che si concentra sui difetti audio non mancano quelli video, ma ne ho selezionati di meglio, anzi, di peggio  ^_^

giovedì 8 giugno 2023

Giappone: Tecnologia e progresso (robot, motori e alta velocità) - volume 12 della collana "Giappone cultura e tradizioni del paese del Sol Levante" del Corriere della Sera


TITOLO: Giappone: Tecnologia e progresso (robot, motori e alta velocità) - volume 12 della collana "Giappone cultura e tradizioni del paese del Sol Levante" del Corriere della Sera 
AUTORE: 
CASA EDITRICE: RCS Mediagroup
PAGINE: 127
COSTO: 9,99 
ANNO: 2023
FORMATO: 23 cm x 19 cm
REPERIBILITA': disponibile in edicola
CODICE ISBN: 9772037021563



Come si potrà notare, dopo aver iniziato solo con il quinto volume ed aver preso anche il successivo sesto, ho saltato tutti quelli fino a questo dodicesimo numero, ne consegue che i temi trattati da questa collana mi interessano relativamente poco. Inoltre, spendere 10 euro per tutti questi libri nel complesso abbastanza superficiali, sarebbe un salasso inutile, considerando che la saggistica sul Giappone non mi manca   ^_^
Quando ben 72 pagine su 127 sono di immagini, e le restanti pagine non sono poi così tanto scritte, è inevitabile che i contenuti siano poveri, diciamo che equivalgono ad un articolo un po' approfondito, ma del costo di 10 euro!
Direi in pieno stile proprietà Cairo del Corsera...
Ho comunque letto piccole news su aspetti tecnologici del Giappone che ignoravo, quindi questo 12esimo volume non è stato al 100% uno spreco di soldi, ma quasi.
Mi ha fatto sorridere che il volume cominci con le innovazioni del Giappone in epoca antica fino all'epoca Meiji, il cui riepilogo consta di ben 3 pagine scarse... vantando, tra queste innovazioni mondiali, il romanzo, i pre-manga ed, infine, il ventaglio pieghevole... 
Leonardo da Vinci vai a nasconderti!   ^_^
A pagina 9 si può leggere che "il Giappone ha una lunga storia registrata", cioè scritta, riportando del Kojiki scritto nel 712... appunto... prima non conoscevano neppure la scrittura se non fosse stato per la Corea, non mi pare la si possa considerare "una lunga storia registrata".
Non per nulla in entrambi i periodi storici in cui i giapponesi vennero in contatto con gli Occidentali (nel 1500 e nel 1854) il gap tecnologico a favore dei gaijin era abbastanza impressionante.
Secondo me, in un volume sulla tecnologia ed il progresso in Giappone, sarebbe stato meglio partire direttamente con i primi del 1900 (dopo Cristo), glissando su tutto il pregresso.

Qui sotto l'indice del volume.


mercoledì 7 giugno 2023

"Manuali da collezione di Retrogamer: La grande storia dei videogames" - Volume 2



Per farla breve, anzi, brevissima, dovevo comprare questo numero invece che lo "Speciale Gaming Hardware", cioè il volume 1  ^_^
Perché?
Intanto perché, rispetto al primo volume, procede in ordine cronologico(!), inoltre tratta anche i periodo che mi interessa di più, cioè dagli albori dei videogiochi ai primi anni 80. Non che il successivo e lungo periodo temporale lo schifi, ma ognuno ha le sue fisse.
Tra l'altro, a voler fare i pignoli (come per il volume 1), se questi sono "manuali da collezione di RETROgamer", non è considerabile molto "retro" (gamer) arrivare fino al giorno d'oggi, anzi, addirittura ipotizzare il futuro...
Quando termina il periodo temporale del "retrogamer"?
Per me sono i primi anni 80, ma ovviamente è un lasso di tempo che man mano avanza.
Conosco persone assai più giovani di me che considerano retrogamer i primi anni 2000, ma per quanto soggettivo possa essere il periodo del "retrogamer", deve pur avere un confine oltre il quale non si tratta più di "retro", ma di attualità.
C'è poi il solito discorso di come vengono identificate queste pubblicazioni da edicola della Sprea:

Volume da collezione, manuali da collezione, enciclopedia, guida definitiva... dato che la sede della Sprea è qui a Milano, immagino comprenderanno il senso profondo del concetto milanese di "stare schisci", ma pare che non lo applichino sulle copertine delle loro pubblicazioni.
A mio avviso queste uscite sono speciali in formato rivista, nulla di cui vergognarsi, alcuni mi sono piaciuti di più, altri meno, ma se li "strilli" in copertina come volume da collezione, manuali da collezione, enciclopedia e/o guida definitiva, fai in primis un torto alla tua stessa pubblicazione, esponendoti alle critiche di non avere per nulla le caratteristiche di ciò che si pubblicizza in copertina.
Mio punto di vista  :]
Comunque, tornando al numero in questione, ho trovato molto interessante l'intervista di ben quattro pagine a Steve Russell, le sei pagine sull'Atari, il focus di sei pagine sull'Odyssey di Ralph Baer, le otto pagine sull'impatto culturale di "Space Invaders", in pratica ho apprezzato molto la trattazione degli anni 70  :]
Consiglio di sfogliare la rivista (non "manuale da collezione") per valutare se il periodo di proprio interesse sia valido.


domenica 4 giugno 2023

I manga di Grendizer e le citazioni sugli ufo ed extraterrestri presenti anche nel volume "Contatti con gli extraterrestri" (Rizzoli 1976)


Avviso:
per chi non ha letto il manga ci potrebbe essere qualche piccolo spoiler sul manga  :]

Nel precedente post scrivevo di aver letto per la prima volta tutti i manga di Grendizer, non starò qui a farne una analisi, ci sono siti e saggi dedicati a questo, io non potrei di certo fare neppure un lavoro similare, figuriamoci migliorarlo, ma ho notato alcuni aspetti del tutto assenti nella serie tv di "Atlas Ufo Robot" che mi hanno sorpreso, cioè le citazioni di avvistamenti di ufo ed extraterrestri e la presenza sulla Terra di popolazioni aliene nel passato remoto.
Mi è tornato di nuovo utile il nono volume della collana "Il mondo dell'occulto", cioè quello dedicato espressamente agli ufo ed extraterrestri, con cui avevo già raffrontato il mediometraggio Toei del 1975 dal titolo "Questo è un Ufo! I dischi volanti":

Ovviamente non posso sapere di preciso a quale fonte originaria gli sceneggiatori, registi e anche (posso aggiungere ora) mangaka si ispirarono, ma direi che fu una pubblicazione simile a quella della Rizzoli, magari la stessa, in quanto è di matrice statunitense, ma tradotta in Giappone prima che in Italia.
Ai tempi dell'esordio di Goldrake in Italia in più occasioni dalla stampa venne accostato l'anime all'avvistamento degli ufo in generale:




Quello che ho trovato differente tra le due versioni dei manga e l'anime è la citazioni ad episodi avvistamenti specifici di ufo e il tirare in ballo le teorie delle civiltà aliene che colonizzarono la Terra migliaia o milioni di anni fa.


Che lo scrauso TFO di Koji Kabuto sia la copia dell'ufo fotografato da George Adamski nel 1952 penso non ci siano obiezioni, ma comunque inserisco alcune pagine del volume "Contatto con gli extraterrestri"  che ne parla.
Nella medesima pagina del manga versione Nagai c'è, però, una piccola aggiunta, dove Danbei (Rigel) saluta il disco volante di Koji con la parola "Ventla" (didascalia in fondo alla pagina), coniata dall'ufologo (esistono ancora?) George Van Tassel.
Di nuovo il libro della Rizzoli parla anche di questo Van Tassel, seppur non citando il termine alieno.

sabato 3 giugno 2023

"La Repubblica" inserto "Robinson" del 20 maggio 2023 - Intervista a Go Nagai e promo dei suoi manga robotici



Mi sono perso l'inserto "Robinson" del 4 febbraio scorso con lo speciale sui manga, lo recupererò su Ebay, ma non mi sono perso le sei pagine più la copertina del 20 maggio con gli articoli di lancio della collana di manga di Nagai, che "La Repubblica" ha iniziato a pubblicare proprio dal 20 maggio e che terminerà il 29 giugno 2024. 
Goldrake ed Actarus in copertina fanno sempre la loro bella figura e meritano l'acquisto  ^_^
Scrivo il post a distanza di tutti questi giorni un po' per evitare denunce, tanto ormai il numero in questione è "vecchio", ma anche perché nel frattempo ho colmato una mia grande lacuna, cioè non aver mai letto le due versioni del manga di Grendizer (Nagai e Ota+Nagai). 
Quindi senza comprare i manga di Nagai di Repubblica   :]
Purtroppo lo spazio in casa si riduce sempre di più, l'acquisto dei manga è praticamente impossibile, ma non conoscere i manga originali di Goldrake era poco sensato, per uno che scrive cose a caso su un blog, ora, magari, un po' meno a caso  ^_^
Ma perché mi sono deciso a colmare questa enorme lacuna?
Perché tra gli articoli dedicati ai robottoni c'è quello in cui vengono proposte le opinioni di alcuni lettori di manga della generazione Z (non Mazinga...), direi una ottima idea, forse un po' troppo ottimista nello sperare che le nuove generazioni possano digerire il tratto a tratti osceno di Nagai o le trame un po' elementari in generale dei robottoni.
Ma tant'é che la redazione di Repubblica, per il tramite di Sara Scarafia, ha interpellato sei di questi "mangatoker", cioè utenti giovani di "Tiktok" che trattano di manga a tema robottoni.
Lo spazio reso disponibile ai ragazzi è abbastanza esiguo, direi vergognosamente esiguo, se la redazione ci teneva a sentire il loro punto di vista, magari lasciargli scrivere qualche riga in più sarebbe stato più sensato e rispettoso, dato che lo spazio nella doppia pagina (vedere ultima immagine) c'era abbondantemente...
Ogni intervistato si concentra (per quello che è possibile in 16 righine...) su un robottone (non per forza di Nagai), all'unica ragazza tocca Goldrake/Grendizer, e Jessica Astolfi scrive che Hikaru Makiba (cioè Venusia) è una delle prime pilote di robot dell'animazione giapponese.
Ma vuoi vedere che, se nell'anime Venusia non pilota mai Goldrake, magari nelle due versioni del manga invece si?  O_O
E invece no   ^_^


Le edizioni che ho recuperato non sono le medesime, ovviamente, di quelle consultate dalla "mangatoker", ma il contenuto è il medesimo, e la nostra Venusia/Hikaru pilota il solito "Delfino Spaziale/Marine Spacer, nulla di cui vergognarsi, sia chiaro. Quando nel 1979 la vedemmo condurre una navicella e combattere assieme ad Actarus fu comunque un fatto eccezionale, visto che mai prima di allora dei personaggi femminili avevano avuto una tale centralità in una serie per bambini/ragazzi.
Jessica Astolfi forse non lo sapeva, o forse le si poteva concedere qualche riga in più per esprimere il suo punto di vista in maniera maggiormente organica, magari a me sarebbe interessato :]


Certo che stavolta i decenni non sono passato inutilmente, se pensiamo che il 3 gennaio 1981 la stessa Repubblica pubblicava un altro dossier sui robottoni dai toni assai diversi:

A parte uno o due scritti abbastanza equilibrati, per il resto era un continuo puntar l'indice contro il nemico animato nipponico...
Ricordandosi che fu proprio dalle pagine di Repubblica che partì la prima raffica delle mitragliate alzo zero contro Goldrake e contro i cartoni animati robotici:

Ne ha da farsi perdonare Repubblica...

Per il resto le pagine dedicate ai robottoni hanno ovviamente nell'intervista a Nagai la parte più importante, non che dica nulla di nuovo, ma almeno l'intervista è fatta appositamente per questo numero di Robinson (penso e spero).
L'autore dell'intervista è Luca Valtorta, uno che conosce il tema, non il primo preso a caso.
Per questo sono rimasto colpito (a morte...) quando ho letto che pure una persona esperta nel campo ascrive agli anni 80 i robottoni:
"Alabarda spaziale! Maglio perforante! Boomerang elettronici! Lame rotanti! Goldrake avanti!
Per chi era bambino negli anni 80 queste esclamazioni ricordano un mondo magico e mai visto prima"

Nuuuuuu... anche lei Valtorta mi finisce tra le schiere degli adoratori degli anni 80   T_T
Io ero bambino anche nei prima anni 80, ma ancor prima nel 1978, quando le frasi riportate sopra vennero udite dai telespettatori italici per la prima volta  ^_^