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domenica 17 marzo 2019

The Passenger, per esploratori del mondo: Giappone



TITOLO: The Passenger, per esploratori del mondo: Giappone
AUTORE: autori vari
CASA EDITRICE: Iperborea
PAGINE: 192
COSTO: 19,5 €
ANNO: 2018
FORMATO: 24 cm X 15 cm
REPEPRIBILITA': disponibile nelle librerie di Milano
CODICE ISBN: 9788870915488


"The Passenger è una raccolta di inchieste, reportage letterari e saggi narrativi che formano il ritratto della vita contemporanea di un paese e dei suoi abitanti. Cultura, economia, politica, costume e curiosità visti attraverso la testimonianza di scrittori, giornalisti ed esperti locali e internazionali. Tante storie e diverse voci che compongono un racconto sfaccettato ed eclettico, per scoprire, capire, approfondire, lasciarsi ispirare."

Questo recita il sito del libro-magazine della casa editrice Iperborea.
Ergo lo scritto riunisce i contributi, alcuni corti, altri più lunghi, di vari autori, in pratica si tratta di una rivista in formato libro.
In ordine di cronologico i loro nomi:
Tania Palmieri; Matteo Battara; Richard Lioyd Parry; Sekiguchi Ryoko; Jake Adelstein; Ian Buruma; Yoshimoto Banana; Murakami Ryu; Cesare Alemanni; Brian Phillips; Amanda Petrusich; Giorgio Amitrano; Lena Mauger; Giacomo Donati; Matteo Battarra; Cesare Alemanni.

Ho trovato quasi tutti gli argomenti interessanti, fa eccezione quello musicale sul blues, ma solo perché non mi interessa il genere. Come al solito ho faticato a seguire il senso logico dello scritto di Banana Yoshimoto, ma mi capita sempre così, è un mio limite con questa scrittrice.
Molti di questi contributi li si può considerare degli articoli di giornale, sia per la lunghezza che per il genere di approfondimento. Qualcuno è più articolato, altri sono un po' troppo brevi, e quindi un pelino superficiali, cioè non mi hanno detto nulla che non sapessi già.
In generale non vado matto per questo genere di libri: più autori, argomenti diversi, poco spazio per tutti, quindi poco approfondimento.

Comunque il titolo merita di essere letto, previa lettura dell'indice, che riporto alla fine della recensione, e conoscenza del contenuto di ogni contributo.
Devo specificare che alcuni degli autori menzionati sopra hanno partecipato al saggio con pezzi assai corti, più che altro piccole curiosità per il lettore a digiuno del Giappone.
Tania Palmieri in due sole pagine ci racconta i falsi miti sui giapponesi.
Matteo Battarra, sempre in due pagine l'una, prima ci spiega il perché le case in Giappone vengono ricostruite, in media, ogni 27 anni, e poi la mania tutta giapponese dei gruppi sanguigni.
Giacomo Donati (2 pagine) ci illumina sulla storia e l'utilizzo del "woshuretto".
Cesare Alemanni (2 pagine) si dedica al fenomeno musicale della J-pop.
In mezzo a questi 5 micro analisi, ci sono gli scritti degli altri autori, la cui lunghezza varia.



Il libro è uscito alla fine del 2018, purtroppo non pochi dei contributi sono antecedenti, assai antecedenti.
Questo è un aspetto che mi indispettisce parecchio... io compro un saggio appena uscito, da cui vorrei leggere approfondimenti sul Giappone di OGGI, e ci trovo scritti del 2016, 2014, 2013, 2010 e financo del 2009?!
In pratica cinque contributi sono del 2018, quelli di Sekiguchi Ryoko, Jake Adelstein, Ian Buruma, Cesare Alemanni e Giorgio Amitrano.
Passi quello sul blues del 2016, argomento che comunque non mi interessava, ma leggere analisi di quattro, cinque, otto o addirittura nove anni fa, mi pare che faccia venir meno il valore della stessa analisi. Non dubito che al momento di aver scritto la propria analisi fosse attuale, ma nel 2018?
A me il minestrone piace anche riscaldato il giorno dopo, ma dopo 9 anni non lo digerisco più   ^_^
Il sottotitolo di "The Passenger" è "per esploratori del mondo", ma si potrà mai esplorare una nazione con informazioni di 9 anni prima?




Anche l'impaginazione replica quella di una rivista, con le due colonne separate di scritto per ogni pagina.




Il reverendo Kaneda si occupa di esorcizzare gli spiriti dei defunti causati dallo tsunami, ma calma anche gli spiriti delle tombe spazzate via dal maremoto, infine dà pace agli spiriti che, avendo perso i discendenti che si sarebbero occupati di loro, sono divenuti irrequieti.
L'inchiesta parte dal presupposto che si creda a queste apparizioni spettrali, ma comunque il fenomeno chiarisce quanta angoscia lo tsunami abbia generato nei giapponesi.
Benché i giapponesi non siano particolarmente religiosi, il culto degli antenati è seguito, ma se non c'è più nessuno per prendersi cura dei trapassati, questi come reagiranno?





La poetessa Sekiguchi Ryoko racconta, inizialmente tramite la vita della madre (classe 1945), il ruolo della donna nella società giapponese. Parte con il periodo post conflitto mondiale, per proseguire fino al giorno d'oggi. L'autrice fa notare che, se negli anni del dopoguerra le donne hanno lottato per cercare di entrare nel mondo del lavoro, oggi la tendenza è opposta, cioè preferiscono fare le casalinghe. Pare si siano arrese all'idea che non potranno mai fare carriera in una azienda, e quindi, piuttosto che rimanere deluse, optano per un marito che possa mantenerle economicamente.





E' questo uno degli argomenti che ho trovato più interessanti, peccato che sia solo di 14 pagine.
Il tema è la setta shintoista nazionalista "nippon kaigi" ("Conferenza del Giappone"), che solo da poco non è più segreta, il cui membro più influente è il primo ministro Shinzo Abe.
Il leader della setta, che conta 38 mila membri, si chiama Takubo Tadae. Il numero totale degli adepti parrebbe non ampio, ma sono personaggi del mondo politico, economico, accademico e militare.
In pratica una P2 legale alla giapponese, mia semplificazione, sia chiaro   :]
Il movimento propugna il ritorno allo shintoismo come religione di Stato, la modifica della Costituzione pacifista, l'abolizione dell'articolo 9 etc etc, in pratica tutti questi cambiamenti sociali, politici e costituzionali che permetterebbero al Giappone di ritornare ad essere una potenza militare.
Non conoscevo l'esistenza dei "net-uyo", estremisti i destra che si dedicano a scandagliare il web per stroncare chiunque critichi il Giappone.





L'autore spiega come, nonostante alcuni gruppi politici si sforzino di aizzarlo, il populismo pare non attecchire tra gli elettori giapponesi. Questo perché, a differenza di Usa ed Europa, la popolazione, anche se si è impoverita, gode di una ricchezza meglio distribuita, con conseguenti alti livelli di istruzione e cultura.




 Pensieri (del 2013...)  in libertà di Banana Yoshimoto.



 Riflessioni (del 2010...) di Murakami Ryu sulla depressione e come sfuggirne.




 Breve excursus sugli ainu, peccato sia di sole 7 pagine.




Vengono toccati alcuni punti dell'essere veri giapponesi. Lo scritto si concentra sul sumo, ma spazia anche su Yukio Mishima ed altri argomenti. E' scritto bene, ma l'ho trovato un po' caotico... senza contare che è del 2014... quindi i campioni di sumo descritti dall'autore non saranno più in attività.





Perché i giapponesi adorano tanto il blues?
Non essendo io un esperto di questo genere musicale, non ho potuto apprezzarne i contenuti.




Giorgio Amitrano (una garanzia) ci illustra le dinamiche familiari rappresentate in alcuni film giapponesi: Viaggio a Tokyo; Un affare di famiglia; Nessuno lo sa; Il suono della montagna; The family game; Hush!; il ciclo di film di "Lone wolf and cub" (Itto Ogami).
Se non fosse che in questo periodo non sono proprio in vena di correre il rischio di vedere film tristi, seppur belli, mi avrebbe fatto di certo voglia di recuperarli tutti.
Peccato che il suo contributo sia di sole 6 pagine.




Quello dei giapponesi che decidono di scomparire di punto in bianco, di solito per aver contratto debiti con società finanziare private, che sovente sono in mano alla Yakuza, una tematica che mi ha sempre interessato. Purtroppo in italiano ci sono pochi scritti.
Chi scompare viene chiamato "evaporizzato" (johatsu), ed il fenomeno, che ha più di 100 anni, viene anche chiamato "yonige" (scappare di notte).
L'autrice intervista più persone che sono "evaporate", ma anche coloro che si occupato di farli "evaporare".
Peccato che lo scritto risalga al 2009... resta interessante, ma mi chiedo quale sia la situazione nel 2018/19. Forse dovrò aspettare fino al 2027 per saperlo   >_<








3 commenti:

  1. Grazie per l'interessante recensione. Peccato solo che molti testi non siano aggiornati, ma perlomeno aprono un interessante spaccato su questa terra così particolare.

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  2. Ma Cesare Alemanni ti ha pagato per fargli mettere il suo nome due volte?

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