CERCA NEL BLOG
lunedì 6 marzo 2017
"Che affarone il pastorello Remi", di Mario di Francesco + "Chi è la voce di Remi", di Alessandro Binarelli - "Famiglia Cristiana" 28 ottobre 1979
E' abbastanza ovvio che si trovino un maggior numeri di articoli giornalistici sugli anime trasmessi dalla Rai, che allora era l'unica a trasmettere su scala nazionale, specialmente sulla stampa più autorevole. Quindi molta attenzione venne riservata ai vari Goldrake, Heidi, Harlock, Mazinga Z e Remi, mentre per leggere qualcosa sugli anime trasmessi dalle televisoni private è meglio cercare sulle riviste tv. A quanto scritto fa accezione Candy Candy, che, tra i pochi, riuscì a sfondare la barriera delle tv locali, imponendosi ugualmente sulla stampa nazionale.
Questo articolo, in particolare, è presente sul settimanale per eccellenza riservato alla famiglia, se cristiana, e nel 1979 eravamo tutti cristiani, a parte gli atei :]
Alessandro Binarelli, autore del secondo articolo, intervista il doppiatore di Remi, Fabrizio Vidale, che era sotto i riflettori molto di più di Romano Malaspina...
Mario di Francesco, invece, nell'articolo principale, si concentra sull'aspetto economico del cartone animato giapponese, spiegandoci quale mole di denaro muoveva il pastorello(sob...) Remi.
E' curioso (oppure no?) che, proprio il settimanale che più di tutti avrebbe avuto voce in capitolo per pontificare sull'educatività della serie nipponica, parli quasi esclusivamente di soldi e di diritti di sfruttamento, e del lato educativo/etico/morale se ne disinteressi ^_^
Tralasciando per un momento che Remi non è un pastorello, ma un saltimbanco, che non è il gemellino di Heidi, in quanto entrambi sono figli unici e che le case di produzioni nipponiche sono differenti, il giornalista punta anche sulla novità della trasmissione "simil-tridimensionale", che anche negli altri articoli sul "pastorello" era un tema che aveva incuriosito molto la stampa.
Io facevo parte dell'altra metà dei bambini italiani, quelli che non inforcavano gli occhialini perché Remi lo schifavano...
In questo articolo non si fa mai riferimento direttamente alla bufala mediatica (ben prima di internet) dei cartoni animati giapponesi fatti al computer, però spesso si parla genericamente di "avanguardia tecnologica" e "tecniche avanzate della produzione", e in realtà facevano tutto a mano.
L'altra causa del prezzo super concorrenziale degli anime era il basso costo della manodopera, considerando che quello tecnologico era inesistente...
Scopriamo che nell'autunno del 1979 il 35% dei giocattoli venduti derivava da una serie televisiva, mica poco... per questo tanti giocattoli italiani rimasero sugli scaffali e provocarono il fallimento delle aziende che li producevano.
La Sacis, che era un'azienda comunque pubblica, faceva utili solo grazie ai cartoni animati giapponesi (a parte Sandokan), ma solo soldini garantini moralmente!
Mica spillava soldi ai genitori per lucrarci sopra!!!
Si accenna alla questione legale tra chi deteneva i diritti del Remi della Rai ed il Remi cinematografico, cioè questo:
"Senza famiglia, il bambino Remi e il cane Capi" 1979 - cartonato del film "Chibikko Remi to meiken Kapi" (1970)
"Remi, Capi e il lupo bianco" (1979) - Fan fiction del film "Chibikko Remi to meiken Kapi"
Fiutato l'affare del nuovo Remi, tirarono fuori dai magazzini il film di Remi del 1970, noi italiani dobbiamo sempre farci riconoscere... da notare che la casa editrice era la Mondadori.
Arriva il punto in cui si annunciano le prossime serie animate giapponesi della Rai, e sono quasi caduto dalla sedia quando ho letto come si definisce all'ape Maia O_O
"... un insetto sbarazzino, libertino e addirittura licenzioso..."!!!!
L'Ape Maia libertina e licenziosa?!?! @_@
Ma questo dove le reperiva le informazioni, su Playboy? O_o
Forse si riferiva all'ape Magà?
A parte il fatto che non venne trasmessa dalla Rai, ma comunque neanche lei era "libertina e licenziosa"!
Meglio stendere un velo pietoso su l'ape Maia-la :]
Apprendiamo anche che la Sacis divenne addirittura l'agente generale per la Toei in Europa!
Mi sa che il cartone italo-francese non venne mai prodotto, meglio fare i soldi con quelli giapponesi e demonizzarli pure >_<
Concludo il commento di questo primo articolo solo con un:
Remi non era uno stracacchio di pastorello!!!!
Tocca ora a Alessandro Binarelli, che intervista Fabrizio Vidale.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Stengo hai trovato altri articoli di Famiglia Cristiana ?
RispondiEliminaAlessandro
Poca roba, ma non ho effettuato un controllo a tappeto. Vorrei farlo, ma non riesco ad avere il tempo per èassare una giornata in emeroteca >_<
EliminaArticolo comunque interessante, nonostante gli svarioni. E comunque quegli occhialini non funzionavano affatto, fu una mossa pubblicitaria che sfruttava il fatto che i fondali del cartone fossero multipli, ma per l'effetto, non servivano gli occhialini.
RispondiEliminaL'articolo contiene numerosi dati, spero non provenienti dalla medesima fonte che indicava nell'ape Maia un insetto libertino e licenzioso :]
EliminaPer quanto mi riguarda concordo, inoltre, anche se ha pocco nesso cn il 3D, io aveva pure la tv in bianco e nero! :]