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mercoledì 3 agosto 2016

Soldatini Atlantic! Un mito degli anni '70



TITOLO: Soldatini Atlantic! Un mito degli anni '70
AUTORE: Salvatore Miraglia
CASA EDITRICE: Youcanprint
PAGINE: 177
COSTO: 42€
ANNO: 2015
FORMATO:  30 cm x 21 cm
REPERIBILITA': acquistabile tramite web
CODICE ISBN: 9788893219334

Qualcuno potrebbe pensare che questo libro sia una replica dei 4 volumi “Viaggio nell'Atlantic”, in realtà sono pubblicazioni molto differenti. Mauro Menghini ha pubblicato una vera enciclopedia totale globale sugli articoli della Atlantic, inserendo anche pregevoli parti saggistiche e “storiche”, questo libro di Salvatore Miraglia si concentra più sulla storia e sull'analisi del fenomeno passato ed attuale. Chi non possiede i 4 volumi di Mauro Menghini deve leggere questa nuova (del 2015) pubblicazione, chi ha i 4 “Viaggio nell'Atlantic” deve leggere questa nuova pubblicazione. Primo perché il libro è ben scritto, interessante e spiritoso, in secondo luogo un appassionato dell'Atlantic non può esimersi da questa lettura ^_^
Il grande formato della pubblicazione permette di ammirare le belle immagini, che comunque non sono preponderanti rispetto al testo. L'unica pecca è il prezzo un po' altino, 42 euro, però c'è da considerare che è una auto pubblicazione (tramite la casa editrice Youcanprint), e quindi un prezzo più alto è accettabile.
Il primo capitolo riporta la storia dei giocattoli degli anni 70, con panoramica sulle marche di soldatini disponibili sugli scaffali. L'autore individua argutamente due branchie di bambini in cui si potevano dividere i giovani clienti Atlantic: i collezionisti; i giocatori.
Io ero un “giocatore”: via la scatola, strappati i pezzi dalla materozza, addirittura via i pezzi non funzionali alla battaglia, e guerra ad oltranza!!!
Nel secondo capitolo viene raccontata spassosamente come l'autore ritornò la mania degli Atlantic da adulto, e come, contemporaneamente, recuperò le confezioni con cui giocava da bambino, venendo a conoscenza di frammenti della storia dell'azienda di Treviglio. Il capitolo si conclude con l'incontro tra l'autore e Romeo Gusmini, uno degli amministratori dell'azienda, la prima fonte informativa diretta per poter stilare una storia dell'Atlantic.
Il terzo capitolo si concentra proprio sulla storia dell'azienda Atlantic, e del suo fondatore, Ercole Sandro Compagnoni, ma anche di tante altre persone che contribuirono alla nascita di un marchio a cui siamo tutti affezionati.
La prima parte dell'epopea Atlantic inizia a metà degli anni 50, nel retrobottega del negozio di giocattoli “Zia Gin” (la madre di Compagnoni), in via Paolo Sarpi a Milano, passando per i vari locali milanesi che ospitarono i primi passi industriali dell'Atlantic. Arrivando al definitivo stabilimento di Treviglio, dove si produssero nel 1971 i primi soldatini “verdi”.



Il quarto capitolo parte dalle prime quattro confezioni disponibili nei negozi di giocattoli nella seconda metà del 1971.
In questo capitolo sono riportate le polemiche giornalistiche, che ai tempi riguardavano solo la carta stampata, sulla decisione di Compagnoni di inserire della serie “Grandi Rivoluzioni” anche Mussolini ed Hitler, che obbiettivamente potevano irritare un certo numero di genitori, a cui i relativi dittatori avevano ucciso qualche parente un trentennio prima... personalmente nella mia famiglia il problema non si pose, in quanto non ho mai chiesto questi articoli.
Dato che l'autore inserisce titolo, testata e data di due articoli, citandoli brevemente, li inserisco integralmente.
"La Stampa" 30 aprile 1974. 


"Stampa Sera" 4 giungo 1975.



Nel quinto capitolo si narra lo sviluppo degli articoli Atlantic fino alla metà degli anni 70, dai mezzi militari terrestri, di aria e navali, fino ai plastici di tutte le grandezze, che avevano lo scopo di spingere il bambino verso il modellismo. Io li usavo solo per giocare, ma facevo parte del gruppo dei “giocatori”, non dei “collezionisti”.
Il sesto capitolo è incentrato sulla collaborazione tra Franco Pezzini e Compagnoni. L'autore ha indagato, nel vero senso della parola, per cercare i nomi e contattare il gruppo di giovani creativi che assieme a Pezzini dal 1975 ideò e promosse i nuovi articoli Atlantic. L'indagine gli ha permesso di contattare tre persone di quello staff, che hanno aperto il cassetto dei ricordi per questo libro.
Il settimo capitolo parla di uno dei grandi successi della Atlantic: i 200 soldatini del Far West.




Dato che io gradivo solo i personaggi abili alla battaglia, in alcuni casi procedevo a qualche modifica strutturale, e i soldatini di questa serie penso che furono tra i primi che modificai. Era ovvio che un soldato nordista non potesse andare in giro con le frecce conficcate un po' ovunque, sarebbe stato poco credibile nella fase del piazzamento dei soldatini, ergo decisi di tagliare tutte le frecce a tutti i personaggi che se le portavano addosso.
Nell'ottavo capitolo si parla di due serie che erano tra le mie preferite, gli eserciti della seconda guerra mondiale, che non ebbero moltissimo successo, e gli egizi, che invece portarono un sacco di soldini nelle casse dell'azienda.
L'ottavo capitolo è il più doloroso, già il titolo è una ferita aperta: “Sterminati da Mazinga & C.”.
A parte l'inesattezza sullo “sterminatore”, che fu, a mio avviso, Goldrake e non Mazinga, la realtà descritta corrisponde al vero. Fa male ricordare che un mito personale sconfisse e scacciò (con reale perdita di posti di lavoro) un altro mito personale, ma Goldrake & C. erano solo più divertenti dei soldatini Atlantic. Fine...
Per quanto mi riguarda continuai per un po' a divertirmi con entrambi i passatempi, ma poi, complice anche l'età, le avvincenti storie degli anime (e i robot giocattoli) soppiantarono le battaglie coi soldatini.
Senza contare che contemporaneamente arrivarono nei negozi i primi rudimentali videogiochi, ormai il dado era tratto...
Il capitolo racconta il cambio dei gusti nei bambini di fine anni 70 ed il tentativo della Atlantic, non coronato da successo, di restare sul mercato con nuovi “soldatini spaziali”.
L'autore narra di come nella primavera del 1977 Ezio Savazzi propose a Compagnoni questi nuovi soldatini spaziali, sarebbe stata la serie tempisticamente perfetta per quel momento, ma il signor Atlantic rispose così: “Beh, guardi che ai bambini la fantascienza non interessa mica...”.
Nel raccontare questo aneddoto viene aggiunto che Savazzi tentò di far cambiare idea a Compagnoni citando l'ultimazione negli USA del film di fantascienza “Guerre Stellari”, ed anche del successo che i super-robot stavano avendo in Giappone. Personalmente trovo assai singolare che si conoscesse l'esistenza dei robot gonagaiani nella primavera del 1977, considerando che il 4 aprile 1978 Goldrake risulterà totalmente alieno. Magari un artista come Savazzi aveva fonti informative diverse dai giornalisti italiani, e che gli permetteva di conoscere anche i particolari di un film di fantascienza che si stava per ultimare.
Alla fine la serie Galaxy di Savazzi venne prodotta, ma con un anno e qualche mese di ritardo rispetto alla prima proposta, infatti arrivarono nei negozi nell'estate del 1978. Puoi anticipare “Guerre Stellari” o Goldrake, non imitarli, il bambino preferirà sempre gli originali. Compagnoni aveva perso un treno fondamentale per la sua azienda, e i tentatiti successivi di correggere quel primo errore portarono altre scelte sbagliate o troppo avventate. Personalmente non desiderai mai un solo articolo della serie Galaxy.
L'autore introduce l'argomento Goldrake & C. per meglio contestualizzare il cambio dei gusti dei bambini. Noto che nella breve sinossi di “Atlas Ufo Robot” non è citato il personaggio di Maria Grazia Fleed. Mi pare di aver intravisto qualche altra imprecisione riguardo quegli anime, probabilmente un tema non caro all'autore. La prima trasmissione milanese di Jeeg avvenne su Canale 51 (Milano TV), non su Antenna Nord, probabilmente replicato poco dopo. Il Grande Mazinga viene assegnato alla Rai nel 1980, mentre venne trasmesso già dal 1979 sulle televisioni private locali, e mai dalla Rai, che trasmise Mazinga Z nel 1980, ma dopo il Grande Mazinga.


 

Il racconto prosegue con l'infruttuoso viaggio di Compagnoni ad Hong Kong nel 1979, organizzato allo scopo di aggiudicarsi la licenza di qualche serie robotica. Sucessivamente vennero acquistate due licenze dalla Sacis (Goldrake e Capitan Harlock), ma i relativi giocattoli arrivarono sugli scaffali solo nell'estate del 1979. Ormai era troppo tardi per Goldrake, super inflazionato come articolo, mentre un po' meglio andò ad Harlock.
L'autore spiega bene i motivi del crollo di liquidità finanziaria che subì l'Atlantic, e che ne decretò l'inizio della sua fine.
Il decimo capitolo racconta questa odissea finanziaria ed industriale, che vide il 1980 essere il primo di una serie di anni negativi che portarono alla chiusura dello stabilimento, e alla fine di un mito.
L'ultimo capitolo è dedicato alla riscoperta dell'universo Atlantic da parte degli ex bambini degli anni 70, adulti nostalgici (sempre in senso buono) che andarono alla ricerca delle vecchie confezioni, già possedute da piccoli, sia nei mercatini che sul web.








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