TITOLO: Soldatini Atlantic! Un mito degli anni '70
AUTORE: Salvatore Miraglia
CASA EDITRICE: Youcanprint
PAGINE: 177
COSTO: 42€
ANNO: 2015
FORMATO: 30 cm x 21 cm
REPERIBILITA': acquistabile tramite web
CODICE ISBN: 9788893219334
Qualcuno potrebbe pensare che questo
libro sia una replica dei 4 volumi “Viaggio nell'Atlantic”, in realtà sono pubblicazioni molto differenti. Mauro
Menghini ha pubblicato una vera enciclopedia totale globale sugli
articoli della Atlantic, inserendo anche pregevoli parti saggistiche
e “storiche”, questo libro di Salvatore Miraglia si concentra più
sulla storia e sull'analisi del fenomeno passato ed attuale. Chi non
possiede i 4 volumi di Mauro Menghini deve leggere questa nuova (del
2015) pubblicazione, chi ha i 4 “Viaggio nell'Atlantic” deve
leggere questa nuova pubblicazione. Primo perché il libro è ben
scritto, interessante e spiritoso, in secondo luogo un appassionato
dell'Atlantic non può esimersi da questa lettura ^_^
Il grande formato della pubblicazione
permette di ammirare le belle immagini, che comunque non sono
preponderanti rispetto al testo. L'unica pecca è il prezzo un po'
altino, 42 euro, però c'è da considerare che è una auto
pubblicazione (tramite la casa editrice Youcanprint), e quindi un
prezzo più alto è accettabile.
Il primo capitolo riporta la storia dei
giocattoli degli anni 70, con panoramica sulle marche di soldatini
disponibili sugli scaffali. L'autore individua argutamente due
branchie di bambini in cui si potevano dividere i giovani clienti
Atlantic: i collezionisti; i giocatori.
Io ero un “giocatore”: via la
scatola, strappati i pezzi dalla materozza, addirittura via i pezzi
non funzionali alla battaglia, e guerra ad oltranza!!!
Nel secondo capitolo viene raccontata
spassosamente come l'autore ritornò la mania degli Atlantic da
adulto, e come, contemporaneamente, recuperò le confezioni con cui
giocava da bambino, venendo a conoscenza di frammenti della storia
dell'azienda di Treviglio. Il capitolo si conclude con l'incontro tra
l'autore e Romeo Gusmini, uno degli amministratori dell'azienda, la
prima fonte informativa diretta per poter stilare una storia
dell'Atlantic.
Il terzo capitolo si concentra proprio
sulla storia dell'azienda Atlantic, e del suo fondatore, Ercole
Sandro Compagnoni, ma anche di tante altre persone che contribuirono
alla nascita di un marchio a cui siamo tutti affezionati.
La prima parte dell'epopea Atlantic
inizia a metà degli anni 50, nel retrobottega del negozio di
giocattoli “Zia Gin” (la madre di Compagnoni), in via Paolo Sarpi
a Milano, passando per i vari locali milanesi che ospitarono i primi
passi industriali dell'Atlantic. Arrivando al definitivo stabilimento
di Treviglio, dove si produssero nel 1971 i primi soldatini “verdi”.
Il quarto capitolo parte dalle prime
quattro confezioni disponibili nei negozi di giocattoli nella seconda
metà del 1971.
In questo capitolo sono riportate le
polemiche giornalistiche, che ai tempi riguardavano solo la carta
stampata, sulla decisione di Compagnoni di inserire della serie
“Grandi Rivoluzioni” anche Mussolini ed Hitler, che
obbiettivamente potevano irritare un certo numero di genitori, a cui
i relativi dittatori avevano ucciso qualche parente un trentennio
prima... personalmente nella mia famiglia il problema non si pose, in
quanto non ho mai chiesto questi articoli.
Dato che l'autore inserisce titolo,
testata e data di due articoli, citandoli brevemente, li inserisco integralmente.
"La Stampa" 30 aprile 1974.
"Stampa Sera" 4 giungo 1975.
Nel quinto capitolo si narra lo
sviluppo degli articoli Atlantic fino alla metà degli anni 70, dai
mezzi militari terrestri, di aria e navali, fino ai plastici di tutte
le grandezze, che avevano lo scopo di spingere il bambino verso il
modellismo. Io li usavo solo per giocare, ma facevo parte del gruppo
dei “giocatori”, non dei “collezionisti”.
Il sesto capitolo è incentrato sulla
collaborazione tra Franco Pezzini e Compagnoni. L'autore ha indagato,
nel vero senso della parola, per cercare i nomi e contattare il
gruppo di giovani creativi che assieme a Pezzini dal 1975 ideò e
promosse i nuovi articoli Atlantic. L'indagine gli ha permesso di
contattare tre persone di quello staff, che hanno aperto il cassetto
dei ricordi per questo libro.
Il settimo capitolo parla di uno dei
grandi successi della Atlantic: i 200 soldatini del Far West.
Dato che io gradivo solo i personaggi
abili alla battaglia, in alcuni casi procedevo a qualche modifica
strutturale, e i soldatini di questa serie penso che furono tra i
primi che modificai. Era ovvio che un soldato nordista non potesse
andare in giro con le frecce conficcate un po' ovunque, sarebbe stato
poco credibile nella fase del piazzamento dei soldatini, ergo decisi
di tagliare tutte le frecce a tutti i personaggi che se le portavano
addosso.
Nell'ottavo capitolo si parla di due
serie che erano tra le mie preferite, gli eserciti della seconda
guerra mondiale, che non ebbero moltissimo successo, e gli egizi, che
invece portarono un sacco di soldini nelle casse dell'azienda.
L'ottavo capitolo è il più doloroso,
già il titolo è una ferita aperta: “Sterminati da Mazinga &
C.”.
A parte l'inesattezza sullo
“sterminatore”, che fu, a mio avviso, Goldrake e non Mazinga, la
realtà descritta corrisponde al vero. Fa male ricordare che un mito
personale sconfisse e scacciò (con reale perdita di posti di lavoro)
un altro mito personale, ma Goldrake & C. erano solo più
divertenti dei soldatini Atlantic. Fine...
Per quanto mi riguarda continuai per un
po' a divertirmi con entrambi i passatempi, ma poi, complice anche
l'età, le avvincenti storie degli anime (e i robot giocattoli)
soppiantarono le battaglie coi soldatini.
Senza contare che contemporaneamente
arrivarono nei negozi i primi rudimentali videogiochi, ormai il dado
era tratto...
Il capitolo racconta il cambio dei
gusti nei bambini di fine anni 70 ed il tentativo della Atlantic, non
coronato da successo, di restare sul mercato con nuovi “soldatini
spaziali”.
L'autore narra di come nella primavera
del 1977 Ezio Savazzi propose a Compagnoni questi nuovi soldatini
spaziali, sarebbe stata la serie tempisticamente perfetta per quel
momento, ma il signor Atlantic rispose così: “Beh, guardi che ai
bambini la fantascienza non interessa mica...”.
Nel raccontare questo aneddoto viene
aggiunto che Savazzi tentò di far cambiare idea a Compagnoni citando
l'ultimazione negli USA del film di fantascienza “Guerre Stellari”,
ed anche del successo che i super-robot stavano avendo in Giappone.
Personalmente trovo assai singolare che si conoscesse l'esistenza dei
robot gonagaiani nella primavera del 1977, considerando che il 4
aprile 1978 Goldrake risulterà totalmente alieno. Magari un artista
come Savazzi aveva fonti informative diverse dai giornalisti
italiani, e che gli permetteva di conoscere anche i particolari di un film
di fantascienza che si stava per ultimare.
Alla fine la serie Galaxy di Savazzi
venne prodotta, ma con un anno e qualche mese di ritardo rispetto
alla prima proposta, infatti arrivarono nei negozi nell'estate del
1978. Puoi anticipare “Guerre Stellari” o Goldrake, non imitarli,
il bambino preferirà sempre gli originali. Compagnoni aveva perso un
treno fondamentale per la sua azienda, e i tentatiti successivi di
correggere quel primo errore portarono altre scelte sbagliate o
troppo avventate. Personalmente non desiderai mai un solo articolo
della serie Galaxy.
L'autore introduce l'argomento Goldrake
& C. per meglio contestualizzare il cambio dei gusti dei bambini.
Noto che nella breve sinossi di “Atlas Ufo Robot” non è citato
il personaggio di Maria Grazia Fleed. Mi pare di aver intravisto
qualche altra imprecisione riguardo quegli anime, probabilmente un
tema non caro all'autore. La prima trasmissione milanese di Jeeg avvenne su
Canale 51 (Milano TV), non su Antenna Nord, probabilmente replicato
poco dopo. Il Grande Mazinga viene assegnato alla Rai nel 1980,
mentre venne trasmesso già dal 1979 sulle televisioni private
locali, e mai dalla Rai, che trasmise Mazinga Z nel
1980, ma dopo il Grande Mazinga.
Il racconto prosegue con l'infruttuoso
viaggio di Compagnoni ad Hong Kong nel 1979, organizzato allo scopo di
aggiudicarsi la licenza di qualche serie robotica. Sucessivamente
vennero acquistate due licenze dalla Sacis (Goldrake e Capitan
Harlock), ma i relativi giocattoli arrivarono sugli scaffali solo
nell'estate del 1979. Ormai era troppo tardi per Goldrake, super
inflazionato come articolo, mentre un po' meglio andò ad Harlock.
L'autore spiega bene i motivi del
crollo di liquidità finanziaria che subì l'Atlantic, e che ne decretò
l'inizio della sua fine.
Il decimo capitolo racconta questa
odissea finanziaria ed industriale, che vide il 1980 essere il primo
di una serie di anni negativi che portarono alla chiusura dello
stabilimento, e alla fine di un mito.
L'ultimo capitolo è dedicato alla
riscoperta dell'universo Atlantic da parte degli ex bambini degli
anni 70, adulti nostalgici (sempre in senso buono) che andarono alla
ricerca delle vecchie confezioni, già possedute da piccoli, sia nei
mercatini che sul web.
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