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lunedì 17 febbraio 2020

Godzilla e altri kaiju, guida ai mostri giganti del cinema



TITOLO: Godzilla e altri kaiju, guida ai mostri giganti del cinema
AUTORE: Jason Barr
CASA EDITRICE: Odoya
PAGINE: 380
COSTO: 22€
ANNO: 2019
FORMATO: 20 cm X 15 cm
REPERIBILITA': ancora presente a Milano
CODICE ISBN: 9788862885676


Premessa, per me è ancora abbastanza straniante vedere tutto quello che mi piaceva da bambino (ed anche da adulto) divenire popolare per le masse ignoranti (nel senso che ignorano). Film, fumetti, videogiochi e cartoni animati che fino a solo dieci anni fa erano considerati ancora roba da rimbambiti, vengono visti al cinema e commentati sul web o dal vivo da chiunque ^_^

Quando sono venuto a conoscenza dell'uscita di questo saggio, avevo deciso di non acquistarlo, pensavo fosse il solito riepilogo un po' trito e ritrito delle sinossi dei film di Godzilla con qualche analisi buttata lì a riempire le pagine. Poi mi è capitato di sfogliarlo in libreria, e mi è sembrato abbastanza interessante da portarmelo a casa. Una volta letto posso affermare che è questo un saggio veramente unico nel suo genere, in quanto si concentra su questioni molto particolari, che mi pare non siano mai state molto analizzate prima (vado a memoria, magari sbaglio).
Inoltre è scritto (cioè tradotto) bene, e la casa editrice ha fatto un ottimo lavoro editoriale. Il saggio contiene molte immagini (in bianco e nero) e tante sono delle versioni italiane di libri e film. Quindi la casa editrice ha sostituito la versione Usa (dove esistenti) di locandine e copertine dei libri con quelle italiane. Inoltre nello scritto è sempre presente il titolo italiano di un film (o di un libro) se venne proiettato in Italia. Infine, nonostante il libro sia stato pubblicato negli Usa prima dell'uscita di alcuni film importanti per le tematiche esposte, i lungometraggi vengono comunque citati, almeno a titolo informativo.



Qui sopra un esempio dell'adattamento editoriale con le locandine italiane, se esistenti, oppure quelle originali.

L'autore non tratta solo Godzilla e i suoi colleghi nipponici, ma allarga la platea a tutti i mostri giganti visti sul grande schermo, creando un nuovo genere a se stante, il “kaiju”. I film di “kaiju” furono, nella sua analisi, un genere nato in più nazioni, tutte attratte dal bisogno di storie con mostri che distruggevano l'umanità. Per questo motivo viene sostenuto che i “film di mostri” debbano essere considerati un genere a parte rispetto ai film di fantascienza, che comunemente li ingloba.
Praticamente tutta l'introduzione è dedicata ad esporre le motivazioni accademiche per cui sia giusto avere un genere “kaiju” per i film con mostri giganti dediti alla distruzione di edifici con la conseguente morte della popolazione circostante. Forse, invece di una introduzione di ben 40 pagine, si poteva fare un capitolo apposito. Personalmente ritengo che una volta era più facile stilare dei generi ben precisi per i film, oggi, con il continuo contaminarsi di trame prese da film vecchi, fumetti, romanzi e videogiochi, la catalogazione all'interno di un genere ben definito sia più problematica (mia opinione).
Comunque questa perorazione accademica sul genere “kaiju” non è scritta in maniera pallosa.
Nel primo capitolo, nonostante per l'autore i film di “kaiju” travalichino il tempo (presenti anche nella mitologia mondiale) e spazio (il Giappone), resta quella del Giappone la cultura che lo ha reso un genere autonomo con il film di Godzilla, quindi si elencano le fonti di questa genesi:
yokai; bunraku; kabuki; teatro no.

Ovviamente per ognuna di queste fonti primordiali viene data una spiegazione con esempi ed analisi.
I film di kaiju sono ambientati in scenari colmi di disastri naturali e/o generati dall'uomo, il secondo capitolo li analizza dividendoli in quattro gruppi:
disastri nucleari; disastri naturali; terrorismo; inquinamento.


Molto stimolante il terzo capitolo che affronta i film di kaiju in rapporto alla politica interna al Giappone ed internazionale. Sono trattate questioni come l'imperialismo giapponese, lo sviluppo economico degli anni 50 e 60, le contraddizioni della società giapponese, il ruolo delle Forze di Autodifesa. In pratica questo capitolo prende in prestito i film di kaiju per svolgere una analisi sociologica e storica del Giappone dal post seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri. L'autore dimostra di non essere a digiuno della tematica di politica estera ed interna, ovviamente chi non ha mai letto nulla in merito, avrà qualche problema a seguire il ragionamento esposto.
Il quarto capitolo affronta due temi cardine dei film di kaiju:
come è vissuta eticamente e moralmente la scienza che crea armi devastanti (anche immaginarie), ma che hanno lo scopo di difendersi dai mostri;
quale ruolo hanno le Forze di Autodifesa nipponiche, con tutte le contraddizioni che implicherebbe avere una costituzione pacifista, che implicherebbe non avere delle forze armate.
Nel quinti capitolo si spiega il perché gli Usa hanno accolto tanto favorevolmente un personaggio immaginario prettamente nipponico come Godzilla.
Riepilogando molto brevemente successe che, a causa gli adattamenti molto approssimativi dei primi film di Godzilla assieme all'ignoranza della cultura e del contesto sociale giapponese, lo spettatore statunitense (ma anche quello italiano) reinterpretarono (o annullarono) i messaggi di quei film trasformandoli in mero intrattenimento.
Ovviamente non conosco il valore dei doppiaggi statunitensi, ma quelli italiani in effetti erano abbastanza piatti, come tutti i prodotti che si pensava fossero destinati ai bambini/ragazzi.
E questo il capitolo che mi ha interessato meno, perché è tutto Usa-centrico, per una trattazione della tematica più sul versante italiano, meglio leggere i nostri saggi.
Il sesto capitolo affronta un'altra tematica che mi pare nei “nostri” saggi è stata poco analizzata, il ruolo della donna nei film di kaiju.
Inutile dire che la donna vista nei film di Godzilla e soci è marginale, questi film sono fatti da uomini per uomini, fanno eccezione poche pellicole. L'autore spiega il perché di questa posizione di inferiorità della figura femminile, utilizzando il test di Bechdel per valutare il ruolo della donna.
Quasi tutti i film di kaiju non superano il test di Bechdel ^_^
L'altro paragrafo del capitolo tratta la mutazione del corpo umano e l'orrore che ne deriva.
Il settimo capitolo cerca di spiegarci il perché noi vecchi (ed originali) fan abbiamo continuato a seguire Godzilla e soci anche se tutti ci dicevano che era roba da bambini: la nostalgia.

Il tema della nostalgia, per come è stato trattato dall'autore, travalica i film di kaiju, e può essere applicato, per esempio, a tutto quello che si può trovare in questo blog.
L'ultimo capitolo si chiede cosa avverrà nel futuro dei film di kaiju, beh... noi il futuro lo abbiamo visto al cinema con “Godzilla king of monsters” dell'anno scorso!










3 commenti:

  1. Innanzitutto grazie per le varie recensioni (sempre dettagliate ed approfondite); detto questo volevo chiederti una cosa: da poco ho iniziato per diletto un piccolo studio individuale sui Kaiju cinematografici giapponesi (a tal proposito ho reperito Japan's Green Monsters) e volevo chiederti se il volume in esame, oltre a Godzilla, dedicata ampio spazio ai vari Kaiju giapponesi (da Mothra a Gamera passando per Gappa).

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  2. Ciao, grazie dell'apprezzamento.
    Allora... ho controllato l'indice dei nomi (ormai sono pochi i saggi che lo inseriscono), ti riporto il numero di volte che quelli da te richiesti vengono citati in varie pagine:
    Mothra = una ventina di pagine
    Gamera = una 50ntina di pagine
    Gappa = 4 pagine

    Spero possa esserti utile come dato oggettivo ;)

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    1. Grazie mille per la risposta dettagliata ed oggettiva :). Alla prossima.

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