TITOLO: Godzilla e altri kaiju, guida ai mostri giganti del cinema
AUTORE: Jason Barr
CASA EDITRICE: Odoya
PAGINE: 380
COSTO: 22€
ANNO: 2019
FORMATO: 20 cm X 15 cm
REPERIBILITA': ancora presente a Milano
CODICE ISBN: 9788862885676
Premessa, per me è ancora abbastanza
straniante vedere tutto quello che mi piaceva da bambino (ed anche da
adulto) divenire popolare per le masse ignoranti (nel senso che
ignorano). Film, fumetti, videogiochi e cartoni animati che fino a
solo dieci anni fa erano considerati ancora roba da rimbambiti,
vengono visti al cinema e commentati sul web o dal vivo da chiunque
^_^
Quando sono venuto a conoscenza
dell'uscita di questo saggio, avevo deciso di non acquistarlo,
pensavo fosse il solito riepilogo un po' trito e ritrito delle
sinossi dei film di Godzilla con qualche analisi buttata lì a
riempire le pagine. Poi mi è capitato di sfogliarlo in libreria, e
mi è sembrato abbastanza interessante da portarmelo a casa. Una
volta letto posso affermare che è questo un saggio veramente unico
nel suo genere, in quanto si concentra su questioni molto
particolari, che mi pare non siano mai state molto analizzate prima
(vado a memoria, magari sbaglio).
Inoltre è scritto (cioè tradotto)
bene, e la casa editrice ha fatto un ottimo lavoro editoriale. Il
saggio contiene molte immagini (in bianco e nero) e tante sono delle
versioni italiane di libri e film. Quindi la casa editrice ha
sostituito la versione Usa (dove esistenti) di locandine e copertine
dei libri con quelle italiane. Inoltre nello scritto è sempre
presente il titolo italiano di un film (o di un libro) se venne
proiettato in Italia. Infine, nonostante il libro sia stato
pubblicato negli Usa prima dell'uscita di alcuni film importanti per
le tematiche esposte, i lungometraggi vengono comunque citati, almeno
a titolo informativo.
Qui sopra un esempio dell'adattamento editoriale con le locandine italiane, se esistenti, oppure quelle originali.
L'autore non tratta solo Godzilla e i
suoi colleghi nipponici, ma allarga la platea a tutti i mostri
giganti visti sul grande schermo, creando un nuovo genere a se
stante, il “kaiju”. I film di “kaiju” furono, nella sua
analisi, un genere nato in più nazioni, tutte attratte dal bisogno
di storie con mostri che distruggevano l'umanità. Per questo motivo
viene sostenuto che i “film di mostri” debbano essere considerati
un genere a parte rispetto ai film di fantascienza, che comunemente
li ingloba.
Praticamente tutta l'introduzione è
dedicata ad esporre le motivazioni accademiche per cui sia giusto
avere un genere “kaiju” per i film con mostri giganti dediti alla
distruzione di edifici con la conseguente morte della popolazione
circostante. Forse, invece di una introduzione di ben 40 pagine, si
poteva fare un capitolo apposito. Personalmente ritengo che una volta
era più facile stilare dei generi ben precisi per i film, oggi, con
il continuo contaminarsi di trame prese da film vecchi, fumetti,
romanzi e videogiochi, la catalogazione all'interno di un genere ben
definito sia più problematica (mia opinione).
Comunque questa perorazione accademica
sul genere “kaiju” non è scritta in maniera pallosa.
Nel primo capitolo, nonostante per
l'autore i film di “kaiju” travalichino il tempo (presenti anche
nella mitologia mondiale) e spazio (il Giappone), resta quella del
Giappone la cultura che lo ha reso un genere autonomo con il film di
Godzilla, quindi si elencano le fonti di questa genesi:
yokai; bunraku; kabuki; teatro no.
Ovviamente per ognuna di queste fonti
primordiali viene data una spiegazione con esempi ed analisi.
I film di kaiju sono ambientati in
scenari colmi di disastri naturali e/o generati dall'uomo, il secondo
capitolo li analizza dividendoli in quattro gruppi:
disastri nucleari; disastri naturali;
terrorismo; inquinamento.
Molto stimolante il terzo capitolo che
affronta i film di kaiju in rapporto alla politica interna al
Giappone ed internazionale. Sono trattate questioni come
l'imperialismo giapponese, lo sviluppo economico degli anni 50 e 60,
le contraddizioni della società giapponese, il ruolo delle Forze di
Autodifesa. In pratica questo capitolo prende in prestito i film di
kaiju per svolgere una analisi sociologica e storica del Giappone dal
post seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri. L'autore dimostra
di non essere a digiuno della tematica di politica estera ed interna,
ovviamente chi non ha mai letto nulla in merito, avrà qualche
problema a seguire il ragionamento esposto.
Il quarto capitolo affronta due temi
cardine dei film di kaiju:
come è vissuta eticamente e moralmente
la scienza che crea armi devastanti (anche immaginarie), ma che hanno
lo scopo di difendersi dai mostri;
quale ruolo hanno le Forze di
Autodifesa nipponiche, con tutte le contraddizioni che implicherebbe
avere una costituzione pacifista, che implicherebbe non avere delle
forze armate.
Nel quinti capitolo si spiega il perché
gli Usa hanno accolto tanto favorevolmente un personaggio immaginario
prettamente nipponico come Godzilla.
Riepilogando molto brevemente successe
che, a causa gli adattamenti molto approssimativi dei primi film di
Godzilla assieme all'ignoranza della cultura e del contesto sociale
giapponese, lo spettatore statunitense (ma anche quello italiano)
reinterpretarono (o annullarono) i messaggi di quei film
trasformandoli in mero intrattenimento.
Ovviamente non conosco il valore dei
doppiaggi statunitensi, ma quelli italiani in effetti erano
abbastanza piatti, come tutti i prodotti che si pensava fossero
destinati ai bambini/ragazzi.
E questo il capitolo che mi ha
interessato meno, perché è tutto Usa-centrico, per una trattazione
della tematica più sul versante italiano, meglio leggere i nostri
saggi.
Il sesto capitolo affronta un'altra
tematica che mi pare nei “nostri” saggi è stata poco analizzata,
il ruolo della donna nei film di kaiju.
Inutile dire che la donna vista nei
film di Godzilla e soci è marginale, questi film sono fatti da
uomini per uomini, fanno eccezione poche pellicole. L'autore spiega
il perché di questa posizione di inferiorità della figura
femminile, utilizzando il test di Bechdel per valutare il ruolo della
donna.
Quasi tutti i film di kaiju non
superano il test di Bechdel ^_^
L'altro paragrafo del capitolo tratta
la mutazione del corpo umano e l'orrore che ne deriva.
Il settimo capitolo cerca di spiegarci
il perché noi vecchi (ed originali) fan abbiamo continuato a seguire
Godzilla e soci anche se tutti ci dicevano che era roba da bambini:
la nostalgia.
Il tema della nostalgia, per come è
stato trattato dall'autore, travalica i film di kaiju, e può essere
applicato, per esempio, a tutto quello che si può trovare in questo
blog.
L'ultimo capitolo si chiede cosa
avverrà nel futuro dei film di kaiju, beh... noi il futuro lo
abbiamo visto al cinema con “Godzilla king of monsters” dell'anno
scorso!
Innanzitutto grazie per le varie recensioni (sempre dettagliate ed approfondite); detto questo volevo chiederti una cosa: da poco ho iniziato per diletto un piccolo studio individuale sui Kaiju cinematografici giapponesi (a tal proposito ho reperito Japan's Green Monsters) e volevo chiederti se il volume in esame, oltre a Godzilla, dedicata ampio spazio ai vari Kaiju giapponesi (da Mothra a Gamera passando per Gappa).
RispondiEliminaCiao, grazie dell'apprezzamento.
RispondiEliminaAllora... ho controllato l'indice dei nomi (ormai sono pochi i saggi che lo inseriscono), ti riporto il numero di volte che quelli da te richiesti vengono citati in varie pagine:
Mothra = una ventina di pagine
Gamera = una 50ntina di pagine
Gappa = 4 pagine
Spero possa esserti utile come dato oggettivo ;)
Grazie mille per la risposta dettagliata ed oggettiva :). Alla prossima.
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