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mercoledì 26 febbraio 2020

Giappone, storie di una nazione alla ricerca di se stessa dal 1850 ad oggi



TITOLO: Giappone, storie di una nazione alla ricerca di se stessa dal 1850 ad oggi
AUTORE: Christopher Harding
CASA EDITRICE: Hoepli
PAGINE: 479 
COSTO: 27,90€
ANNO: 2020
FORMATO: 23 cm X 15 cm
REPERIBILITA': ancora presente a Milano
CODICE ISBN: 9788820395681

Il saggio mi ha attratto perché inizia dall'arrivo delle navi nere del commodoro Perry, nel 1853, ed arriva fino ai giorni nostri, passando in rassegna tantissimi aspetti della storia e della società giapponese.
Ecco, forse troppi aspetti... in quanto ogni capitolo non ha un tema ben preciso, ma una traccia temporale, un periodo analizzato, all'interno del quale posso essere trattata poche tematiche, oppure svariate, troppe, forse. Alcune appena accennane, un po' buttate lì, altre maggiormente approfondite, moltissimi aneddoti, tutti interessanti.
Il libro è scritto bene (cioè tradotto bene), scorre via veloce, e consiglio di fare delle ricerche aggiuntive (magari su You Tube) quando si citano canzoni, programmi fatti di cronaca, sovente li si potrà vedere ed udire, tanto per cercare di avvicinarsi a ciò che narra l'autore.
L'unica pecca del saggio che è in alcune sue parti, specialmente negli ultimi capitoli, molto dispersivo, troppi temi accennati.
Ogni capitolo riporta piccole biografie di personaggi politici e/o accademici allo scopo di illustrare quale fossero il tipo di problematiche del periodo.
In generale avviso che le recensioni dei singoli capitoli sono una traccia di alcuni temi che mi son sembrati più presenti, non necessariamente di tutto ciò che è stato trattato.
Ho notato un certo numero di refusi, che da un libro uscito per la Hoepli, mi son sembrati eccessivi.

Capitolo 1
Si da conto della situazione del Giappone prima dell'arrivo del Commodoro Perry nel 1853 e fino alla Restaurazione Meiji.

Capitolo 2
E' narrata la ribellione di Saigo Takamori del feudo di Satsuma nel 1873 contro il governo Meiji. Seguono le cronache di altre rivolte verso il nuovo assetto sociale ed economico. Il capitolo illustra quali furono gli aspetti del nuovo Giappone che il popolo non accettava, come le tasse in valuta e la leva obbligatoria di tre anni. Queste proteste crearono un forte malumore verso il governo centrale, che a differenza dei precedenti daimyo, più attenti ai bisogni dei propri sudditi diretti, dimostrava di non interessarsi alle condizioni di vita delle comunità locali. Tutto ciò portò alla nascita di movimenti popolari che richiedevano libertà e maggiori diritti.

Capitolo 3
Nei primi anni del 1880 la nuova élite di governo occupava il tempo libero con passatempi occidentali, compresi i balli all'europea in sfarzosi saloni. Il titolo del capitolo, “Un gabinetto danzante”, fa riferimento al fatto che alcuni membri influenti del governo erano anche grandi organizzatori di questi balli all'europea, passatempo criticato dai quotidiani e mal visto dal popolo più attaccata alle tradizioni. Ci si chiedeva se dei governanti tanto occidentalizzati avrebbero avuto la forza di porre termine ai trattati ineguali imposti dai paesi occidentali.
Sono trattati anche le opposizioni popolari alle nuove mode occidentali, la stesura della costituzione Meiji, le nuove leggi, le votazioni, le libertà personali.

Capitolo 4
E' trattata la famiglia, il ruolo e i diritti della donna all'inizio dell'epoca Meiji. Il capitolo è molto interessante, e tra i tanti aneddoti riportati mi pare giusto menzionarne un po' collaterale:
quando l'imperatore Meiji iniziò a viaggiare per la nazione, il popolo si disinteressava per la sua venuta, mentre la visita dello shogun era ricordata ancora come importante. Addirittura, per un compleanno dell'imperatore Meiji, la polizia dovette obbligare i sudditi ad uscire di casa per presenziare ai festeggiamenti pubblici.
Ciò evidenzia quanto il popolo giapponese fu plagiato in un tempo relativamente breve, trasformando un perfetto estraneo che veniva ignorato, in un dio in terra.
Il capitolo tratta, tra l'altro, anche dei personaggi Hiratsuka Karuka e Shimizu Shikin.


Capitolo 5
Inoue Enryo (nato nel 1858) è la figura principale trattata dall'autore per spiegare quale ruolo ebbe il buddismo nella Restaurazione Meiji. Il capitolo si occupa di religione, di come inizialmente lo shintoismo fu preferito dagli oligarchi Meiji, in quanto religione autoctona, e cosa fecero i vertici buddisti per riposizionare il loro brand religioso. Nel capitolo si trattano anche i “kakure kirishitan”, cioè i “cristiani nascosti”, che con il ritorno dei missionari nel paese, poterono tornare a professare in pubblico la propria religione. In questo ambito Inoue Enryo fu un loro oppositore.

Capitolo 6
Capitolo incentrato sul periodo dal 1900 al 1930.
Gli enormi costi economici ed umani della vittoria sulla Russia zarista si stavano ripercuotendo sulla popolazione. Per tutti gli anni 10 e 20 il governo dovette guardarsi dalle proteste popolari, più difficili da sedare rispetto alla censura verso una femminista, un partito o un giornale che incalzava i governanti. Si parla della figura di Akutagawa Ryunosuke.

Capitolo 7
Kosawa Hiesaku e Ohtsuki Kenji, due psicanalisti degli anni 30, con loro l'autore prende in esame lo sconforto della popolazione per la modernizzazione forzata, che aveva messo da parte le tradizioni, e creato un vuoto di valori.

Capitolo 8
Viene narrata la storia di Kikugawa Ayako, e partendo da questo personaggio si illustra la situazione geopolitica degli anni 20, in cui il Giappone si stava imponendo come nuovo colonizzatore/civilizzatore dei vicini asiatici, con relativa reazione di sospetto da parte delle potenze occidentali. Il Giappone iniziava a crearsi il mito della razza superiore discendente diretta da una divinità, mentre i popoli sottomessi erano inferiori.
Un altro tema trattato è il sindacalismo e le riforme sociali imposte dai burocrati.

Capitolo 9
La guerra di invasione in Cina negli anni 30, fino alla conquista di Shangai e all'arrivo a Nanchino.

Capitolo 10
Le truppe giapponesi entrano a Nanchino, dopo la cronaca dei massacri, viene ricapitolato quale filosofia ci fosse dietro a queste violenze, nate dal disprezzo verso gli altri popoli asiatici. Segue la cronaca dei fatti che portarono all'attacco di Pearl Harbor, l'inizio della guerra, il vantaggio iniziale giapponese e le successive sconfitte.

Capitolo 11
I temi trattati sono: la resa del Giappone, le mosse del governo per salvare Hirohito e farlo passare per vittima della cricca militare, la reazione alla resa del popolo e la loro condizione di vita.

Captiolo 12
Tramite la storia del musicista Akiyoshi Toshiko e della giornalista Beate Sirota l'autore racconta il dopo guerra, gli stenti per sopravvivere, l'arroganza dei vincitori occupanti, il cambio repentino ed incredibile dei giapponesi.
Con Beate Sirota si narra di come venne stesa la nuova costituzione. Segue la breve cronaca delle prime elezioni libere a suffragio universale. La contraddizione statunitense che professavano i diritti per i giapponesi e poi attuavano la separazione razziale verso i propri soldati di colore.

Capitolo 13
Il capitolo inizia con l'illustrare l'attività imprenditoriale di un “tal” Morita Akio, segue, di contro, la cronaca di come le zaibatsu riuscirono a salvarsi e di come i burocrati riuscirono a salvarsi dalle epurazioni. Il capitolo si concentra sulle contraddizioni della rinascita economica ed industriale, compresa la nascita delle Forze di
Autodifesa Nazionale, che in base alla Costituzione pacifista, sarebbe dovuta essere anticostituzionale.
IL capitolo si conclude con il ritorno del Giappone nel consesso internazionale, l'apertura delle olimpiadi a Tokyo e l'arrivo della televisione nelle case nipponiche.

Capitolo 14
Gli argomenti illustrati sono: il trattato di sicurezza del 1952 rinnovato nel 1960, con le relative proteste popolari per la sottomissione agli Usa; il malcontento per i crimini non puniti commessi dai soldati statunitensi; la figura controversa dell'ex criminale di guerra e ai tempi primo ministro, Kishi Nobosuke.
La televisione e la musica veicolavano la cultura occidentale a discapito di quella nazionale, assieme alle proteste contro il rinnovo del trattato di sicurezza, non mancavano quello contro i programmi tv, tacciati di istupidire il popolo.
Viene ripercorsa la rinascita del teatro e del cinema, tra i successi viene trattato Godzilla (del 1954).
Nel capitolo si arriva a descrivere la fine degli anni 60, con l'inizio delle proteste studentesche e del terrorismo di sinistra, compreso il dirottamento nel marzo 1970 del volo 351 della Japan Airlines.

Capitolo 15
Si continua a raccontare numerosi episodi di cronaca degli anni 60 e 70 per illustrare vari aspetti di quel periodo:
l'inquinamento e i problemi di salute per la popolazione; il successo del consumismo; le crisi dovute allo shock petrolifero.
In questo contesto si illustra la nascita dei movimenti di cittadini che decisero di modificare metodo di protesta rispetto alle manifestazioni degli anni 50, più turbolente: niente più violenza (per gli standard nipponici, si intende), ma, invece, gruppi di pressione.
Un esempio sono i movimenti di cittadini di varie città contro le aziende che inquinavano, provocando numerose morti e ancor più malattie croniche.
L'episodio più famoso è quello della città di Minamata, dove, dal 1956, gli abitanti iniziarono a soffrine di strani sintomi, che in alcuni casi portavano alla morte del paziente. La causa era l'azienda “Shin Nihon Chisso Hiryo, che sversava ingenti quantità di mercurio nella baia, i pesci erano contaminati, e la popolazione si cibava di pesce. L'azienda continuò, nonostante le proteste, ad inquinare per più di 10 anni, ma alla fine furono le proteste degli attivisti ad obbligare la Chisso a smettere.



A questo proposito lascio un video di un episodio di cronaca citato nel saggio a pagina 315, dove la signora Hamamoto Fumiyo prende di petto, nel vero senso della parola, il presidente della Chisso e lo fa vergognare di esistere almento per quei pochi secondi...


        


Queste proteste dei cittadini giapponesi le vedemmo anche noi tra la fine degli anni 70 ed i primi anni 80, ma su un medium differente: i cartoni animati giapponesi.
In “Jeeg robot d'acciaio”, puntate 7 e 24, si vedono i riflessi di quelle manifestazioni dei cittadini nipponici nate dai problemi dell'inquinamento.


Nella puntata 7 un mostro Aniba ha contaminato le acque di lago, i pesci sono radioattivi, la popolazione è preoccupata.



E', però, nella puntata 24 che si vedono realmente all'opera i movimenti cittadini pro-ambiente. Un virus che fa impazzire le persone è stato versato da un mostro Aniba nel lago dove la Base Antiatomica scarica prodotti chimici/biologici (fatto mal tradotto in italiano), che funge da bacino idrico per la città!!!
La popolazione addossa la colpa al povero professor Dairi. La cosa incredibile è che il comitato cittadino intima alla Build Base di chiudere i battenti!
In pratica, se Hiroshi non avesse scoperto il vero inquinatore delle acque, la base sarebbe stata chiusa ed Himika avrebbe conquistato il mondo!

Capitolo 16
Il capitolo esplora la mitizzazione giapponese della natura, dalla campagna agricola ai boschi. Sono trattati manga ed anime, in particolare è presente una analisi di “Nausicaa della valle del vento” di Miyazaki, poi si passa alla setta Aum Shinrikyo, la corruzione politica, la bolla immobiliare, fino al terremoto del 1995.
Sinceramente arduo recensire questo capitolo...

Capitolo 17
Altro capitolo praticamente impossibile da recensire vista la moltitudine di tematiche trattate e il continuo passaggio da una all'altra. Si inizia con la cronaca nera (tre militari Usa che nel 1995 usarono violenza su una bambina ad Okinawa), si termina con l'accenno a Fukushima nel 2011. Il capitolo resta belo e leggibile, ma tracciarne un filo conduttore, come ho cercato di fare con gli altri, non mi è stato possibile.

Capitolo 18
Il capitolo si intitola “Frammenti”, ed è composto da una miriade di aneddoti sul Giappone attorno al periodo di Fukushima e delle prossime olimpiadi di Tokyo 2020.
Il capitolo è così “frammentato” che non è possibile stilarne anche solo una traccia.






2 commenti:

  1. interessante, ma secondo me se vuoi davvero capire il Giappone devi leggere il libro 'Bushido: l'anima del Giappone' di Inazo Nitobe. Forse l'hai gia' fatto, ma giusto in caso, ciao

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    Risposte
    1. Ciao
      Recensito nel novembre 2014 ^_^
      http://imagorecensio.blogspot.com/2014/11/bushido-lanima-del-giappone.html

      Mi sa che l'indice dei libri non lo visita nessuno :]
      http://imagorecensio.blogspot.com/search/label/Indice%20in%20ordine%20alfabetico%20libri

      Ammesso e non concesso (più la seconda che la prima) che io sia in grado di capire il Giappone, non è lo scopo che mi prefiggo.
      E sinceramente non vedo come si possa capire il Giappone, ammesso sia utile farlo, da un libro scritto nel 1899, che fu uno dei primi scritti in cui i giapponesi si immaginavano "unici", migliori degli altri popoli.
      Il libro l'ho trovato interessante dal punto di vista storico, mentre, pensando agli sviluppi che ha portato nella mentalità di quel Giappone, l'ho trovato drammatico.

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