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domenica 3 giugno 2018

Lovecraft e il Giappone. Letteratura, cinema, manga, anime



TITOLO: Lovecraft e il Giappone. Letteratura, cinema, manga, anime
AUTORE: Gianluca Di Fratta
CASA EDITRICE: Società Editrice La Torre
PAGINE: 205
COSTO: 18,5 €
ANNO: 2018
FORMATO: 21 cm x 15 cm 
REPERIBILITA': on line
CODICE ISBN:
9788896133330

Per me questa recensione risulterà molto agevole, in quanto, non avendo mai letto nulla di Lovecraft e detestando le produzione horror (non di carattere fantasy), non posseggo il ben che minimo metro di paragone per valutarne il contenuto ^_^
Mi son limitato a leggerne lo scritto fidandomi dell'autore, abbastanza pratico di argomenti inerenti il Giappone, e degli altri cinque co-autori.
Mi pare fin superfluo consigliare lo scritto solo a chi sia un fan di Lovecraft, anche se non è un appassionato di film, narrativa ed animazione giapponesi.
L'unica cosa che non ho compreso bene è il perché il titolo venga ascritto al solo Di Fratta, visto che vi partecipano altri 5 saggisti con contributi di poco inferiori per numero di pagine.
Posso solo, dal mio punto di vista di accumulatore seriale di saggi su anima e manga (e Giappone), rimarcare il costante ed encomiabile impegno negli anni della casa editrice Società Editrice La Torre in questo campo, che è rimasta praticamente l'unica a pubblicare su questo versante .
Nell'introduzione Di Fratta spiega come e in che tempistica si diffusero gli scritti di Howard Phillips Lovecraft.
Il primo capitolo, ad opera di Gino Scatasta, analizza gli scritti e le tematiche di HPL.
Nel secondo contributo, di Massimo Soumarè, come, quando (sostanzialmente nei primi anni 80) e ad opera di chi, HPL divenne famoso in Giappone. Sono elencati gli autori nipponici palesemente influenzati da Lovecraft, tra cui Haruki Murakami.
Antonio Tentori indaga l'influenza di HPL nei film d'orrore occidentali, in pratica dei film analizzati io ho visto solo Alien, La Cosa e Poltergeist.
Giacomo Caloria effettua la medesima operazione del capitolo precedente, ma sul versante dei film horror giapponesi, che mi sono totalmente sconosciuti.
Nel quinto capitolo Di Fratta si concentra sul mondo di HPL nei manga, dividendoli in tre gruppi:
citazioni lovecraftiane nel fumetto giapponese; i manga che non citano il mondo di HPL, ma ne ripropongono le atmosfere; i manga che offrono un adattamento dei racconti di Lovecraft.
Nell'ultimo capitolo Riccardo Rosati esegue la medesima operazione per quanto riguarda l'animazione giapponese.
Il saggio termina con le conclusioni di Di Fratta.








4 commenti:

  1. Segnalazione molto interessante.

    Ho letto tutto di HPL ma non mi era mai venuto in mente un parallelismo con la sensibilità giapponese, tuttavia riflettendoci i mostri lovecraftiani (Cthulhu nella sua incarnazione fisica è un ibrido uomo-piovra, i Deep Ones sono ibridi umani-anfibi) hanno molto in comune con una certa ossessione giapponese verso l'Oceano e la fauna ittica.
    Questa metamorfosi orrifica e l'abbandono dell'umanità si riflette anche in vecchi film come Matango il Mostro, che ha senz'altro una simbologia lovecraftiana.

    Poi Nagai per il conte Blocken credo che si ispirò a un famoso racconto di Lovecraft.

    Per la pettinatura di Koji no, quello è un orrore e basta.

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    1. Koji è un orrore e basta...
      Anche se un po' scarna, la rece è servita :]

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  2. Grazie per la segnalazione, essendo un fan di Lovecraft e degli anime sono molto interessato a questo genere di pubblicazioni.

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