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sabato 20 maggio 2023

Concerto in Sol Levante, musiche e identità in Giappone



TITOLO: Concerto in Sol Levante, musiche e identità in Giappone
AUTORE: David Santoro
CASA EDITRICE: Casa dei Libri Editore
PAGINE: 124
COSTO: 10 
ANNO: 2009
FORMATO: 24 cm x 17 cm
REPERIBILITA': disponibile online
CODICE ISBN: 9788889466483



Solita premessa d'obbligo, non sono un musicologo, non suono strumenti, ho una certa passione per la musica sinfonica e le BGM degli anime, direi generi non proprio affini  ^_^
Questo libro lo avevo già valutato e non preso, in quanto online lo trovavo sempre ad un prezzo troppo alto rispetto alle tematiche che mi potevano interessare e che potevo un minimo capire/apprezzare.
Alla fine l'ho comprato, considerando anche che è stato pubblicato nel 2009, quindi 14 anni fa, non corrisponde ai miei gusti.
Avendo potuto consultare l'indice prima di acquistarlo avevo notato che agli anime viene dedicata solo una pagina, a dire il vero meno di una, cosa contemporaneamente strana e poco sensata, vista l'importanza commerciale delle colonne sonore (e BGM) di anime e videogiochi, ma probabilmente l'autore non è un fan del genere, inoltre il libro verte più su altri generi.
Il titolo del saggio contempla anche "le identità" in Giappone, ovviamente attraverso la musica, infatti sono prese in esame anche le condizioni di vita di burakumin, aiunu, abitanti di Okinawa e nippo-brasiliani ritornati in Giappone, il tutto anche sotto la lente della loro musica tradizionale.
Da questo punto di vista lo scritto l'ho apprezzato, una maniera intelligente di trattare un argomento.
Peccato per la carenza sulla contemporaneità musicale nipponica, niente idol o generi attuali nel 2009.



Come si può vedere dall'indice sono trattati vari generi musicali tradizionalmente nipponici, ma la neanche pagina sugli anime grida un po' vendetta   ^_^
Considerando che l'autore ha visto in Giappone dal 2005 al 2007 e si intende di musica, trovo che sia stata un'occasione persa non approfondire maggiormente (meno non si poteva...) il tema colonne sonore degli anime e videogiochi.
Inizialmente si ripercorre la storia musicale nipponica, invero abbastanza povera, fino all'incontro con gli Occidentali nel 1542, poi si narra il periodo della chiusura di epoca Tokugawa, infine il ritorno degli stranieri con tutte le contaminazioni possibili ed immaginabili tra la musica tradizionale giapponese e i nuovi generi.
Per chi fosse interessato agli strumenti tradizionali giapponesi sono citati e brevemente illustrati i seguenti:
biwa (liuto a 4 corde); ryuteki (flauto traverso di bambù); koto, anche chiamato so (cetra da tavolo a 13 corde); sho (armonica a bocca); hichikiri (oboe di bambù); kokyu (liuto a 4 corde); shakuhachi (fluato diritto); gagebiwa (liuto a 5 corde); genkan (liuto con cassa arrotondata); shamisen (liuto a 3 corde con mancio lngo); taiko (tamburi).

Sono trattati anche i generi musicali antichi:
gagaku (musica di corte epoca Nara); shomyo (canto religioso buddista); katarimono (musica narrativa).

I burocrati Meiji valutano arretrata la musica tradizionale giapponese rispetto a quella Occidentale, non che avessero poi molto torto se si paragonano le opere musicale del periodo anche solo con l'Italia, quindi introducono la musica Occidentale anche nelle scuole.
Il popolo giapponese di epoca Meiji entra in contatto con la nostra musica tramite tre canali: la musica religiosa in chiesa; le bande militari; l'insegnamento a scuola.
Uno dei primi generi che ebbe successo in Giappone furono le marcette musicali, noto che le prime sigle nipponiche degli anime ed anche le loro BGM erano tutte basate sulle marcette militari.
Tra i tanti mini aneddoti storico musicali che non avrei scoperto senza questo libro c'è quello inerente lo statunitense Burton Crane, ufficialmente il corrispondente per vari quotidiani Usa, a tempo libero il primo cantante "pop" in terra nipponica.
Ho trovato una suo vinile, il brano è riportato anche sul libro.

             


Sono trattati anche i complessi musicali "chindon-ya", che dagli anni 20 ad oggi suonano in strada o agli eventi promozionali.


            

Il quarto capitolo ha più un carattere sociologico, in quanto si illustrano le condizioni di vita delle minoranze tramite la loro musica, anche se questa qualche volta non è molto approfondita.
Probabilmente i paragrafi che più trattano musica sono quelli degli abitanti di Okinawa e dei nippo-brasiliani.
Resta interessante il paragrafo sui burakumin, dove si fa notare che sono i reietti nipponici gli artigiani che fabbricano i famosi tamburi tradizionali taiko, ma senza averne nessun riconoscimento.

Per evitare di aver scritto troppi errori in questa breve recensione, lascio la parola all'autore, che nelle due pagine iniziali dell'introduzione spiega il senso del suo libro, e nelle due pagine finali delle conclusioni ne fa un bilancio.



 

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