TITOLO: Mazinga Nostalgia, storia valori e linguaggi della Goldrake generation dal 1978 al nuovo secolo – Tomo I
AUTORE: Marco Pellitteri
CASA EDITRICE: Tunuè
PAGINE: 819
COSTO: 29,90 €
ANNO: 2018
FORMATO: 24 cm x 16 cm
REPERIBILITA': ancora reperibile a Milano
CODICE ISBN: 9788867902729
CASA EDITRICE: Tunuè
PAGINE: 819
COSTO: 29,90 €
ANNO: 2018
FORMATO: 24 cm x 16 cm
REPERIBILITA': ancora reperibile a Milano
CODICE ISBN: 9788867902729
Perché acquistare una quarta edizione di un saggio del 1999?
Perché è praticamente un nuovo saggio, in cui la parte dei
contenuti del 1999, oltre ad essere stata riveduta, è stata inserita
in un secondo libro, il cui totale ammonterà a ben due volumi di
1580 pagine.
Ovvio che per chi non ha mai letto una delle precedenti edizioni, la
lettura di questa quarta è praticamente un obbligo, ma ritengo che
l'obbligo permanga anche verso chi ha letto una delle prime tre.
Tra l'altro il libro gode di una pregevole fattura editoriale,
copertina rigida, formato abbastanza grande, carattere di scrittura
non minuscolo, peccato che le immagini non siano a colori, come in
parte erano nelle precedenti edizioni (c'erano anche i bianco e
nero). C'è da dire che in passato le immagini a colori erano
inserite tutte assieme in un qualche genere di “inserto”
centrale, mentre stavolta sono distribuite nel libro, dove risultano
più utili ad integrare lo scritto.
Inizialmente avevo pensato di inserire nella recensioni la
descrizione di quali parti erano già presenti delle precedenti
edizioni, però, considerando che è lo stesso autore eventualmente a
farlo presente all'inizio di ogni capitolo, e che alla fine la parte
“originale” è approssimativamente una metà del saggio, mi è
parsa una operazione superflua.
Se la prima edizione, che aprì il ciclo della saggistica italiana di
analisi sui cartoni animati giapponesi, ovvero i futuri manga ed
anime, arrivava temporalmente fino al 1999, questa quarta edizione
arriva fino ai giorni nostri. Questo lungo arco temporale permette di
valutare come sia cambiata la percezione dell'animazione giapponese
in Italia, cioè di come si sia passati dai “cartoni animati
giapponesi” del 1978 agli “anime” di oggi.
Questa di Pellitteri è una analisi a tutto tondo, parte dal prima del 4 aprile 1978 (era pre goldrakkiana), si sofferma molto dettagliatamente su quel periodo storico che va dal 1978 al 1984, in cui assistemmo alla pacifica invasione degli anime, per proseguire con il post boom 78/84, fino a toccare tutte le successive tappe dell'animazione giapponese in Italia.
Uno degli aspetti che ho trovato più interessanti è che, seguendo
il percorso organizzato da Pellitteri, si riesce a comprendere come e
quanto si sia modificata, per fortuna in meglio, la percezione degli
anime nel nostro paese. Inizialmente i cartoni animati giapponesi
arrivarono in sordina con i Barbapapà, Vichy il vichingo e Kimba il
leone bianco, seguì qualche mese dopo “Atlas Ufo Robot”, che
cambiò tutto. Le polemiche su Goldrake e soci non cominciarono
immediatamente, ma quando iniziarono fu l'apoteosi della follia, un
tarlo che per certi aspetti ancora permane. Seguiranno gli anni bui
degli adattamenti e le censure Fininvest/Mediaset, l'era della libera
animazione su MTV, poi i canali tematici a pagamento e i nuovi canali
free del digitale terrestre. In mezzo a tutto questo le VHS, i DVD,
le proiezioni al cinema, l'avvento dei manga etc etc
La lettura del saggio potrà far rivivere il passaggio dalla
stigmatizzazione dei cartoni animati giapponesi all'apprezzamento per
le opere di Hayao Miyazaki, Katsuhiro Otomo, Mamoru Oshii, e di tutti
quegli autori che oggi sono considerati poositivamente anche dalla
critica ufficiale. Il percorso che ha portato noi fan dei cartoni
animati giapponesi ad essere un po' più accettati dalla nostra
società è stato lungo e periglioso, non è certamente concluso, ma
leggerne la cronaca fa un certo effetto.
I due volumi di “Mazinga Nostalgia” ospitano i contributi critici
di ben 30 esperti del settore, molti dei quali hanno scritto saggi
recensiti su questo blog, ognuno di essi analizza un aspetto
dell'animazione giapponese in Italia, restituendo al lettore, assieme
alla regia di Pellitteri, una analisi veramente unica.
Personalmente ho apprezzato ogni parte del saggio, ma, se proprio mi
tocca segnalarne qualcuna in particolare...
Il capitolo numero 6 della “seconda parte”, “Ancora sui temi e
i codici espressivi degli anime”. Dove nella parte iniziale si
analizza il rapporto degli autori nipponici con la guerra, in
particolare sul perché venissero disegnate le esplosioni fungiformi,
per proseguire con altri interessanti aspetti, tra cui il paragrafo
che cerca di dare una spiegazione sul perché parte degli esponenti
di sinistra videro in Goldrake un pericolo immane. Pellitteri
ipotizza che i politici ed intellettuali di sinistra vedessero negli
anime robotici una riedizione dei film di fantascienze statunitensi
degli anni 50 e 60, dove gli alieni erano i comunisti. La sua
considerazione mi ha colpito in quanto ultimamente ho riportato qui
sul blog la trascrizione di una puntata della trasmissione radio
“Radio Anch'io”, andata in onda il 17 gennaio 1979, in cui fu
l'onorevole di Democrazia Proletaria Silverio Corvisieri ammette la
cosa!
E poi il diverso è nemico, sempre, per definizione. Quindi è
proprio una psicologia da guerra fredda. Non so se avete presente i
film di fantascienza del periodo della guerra fredda. Era sempre
questo lo schema. C'erano i mostri fuori...
Il sesto capitolo si conclude che i contributi di Mario Verger,
Andrea Fontana, Giorgio Mazzola e Toshio Miyake, tutti molto
interessanti.
Devo poi citare il successivo capitolo, il settimo, “Anime nella
tormenta/1”, in cui Luca Di Martino prima e Pellitteri dopo
iniziano l'analisi di come la stampa italiana accolse la novità dei
cartoni animati giapponesi.
L'ottavo capitolo, “Anime nella tormenta/2”, che integra e
conclude il precedente, in cui si presenta una rassegna stampa,
incentrata solo su “Atlas Ufo Robot”, di articoli giornalistici.
Ben 140 pagine di articoli che ben rendono l'idea di come fu accolto
l'anime boom.
Il nono capitolo è il medesimo delle precedenti edizioni, a cura di
Paolo Bozzola, è incentrato sull'analisi delle sigle degli anime,
nonostante abbia tanti anni, resta uno dei più validi scritti fino
ad oggi.
Il capitolo numero 2 della “terza parte”, “Adattamenti,
localizzazione e censure degli anime”. In cui Pellitteri e Susanna
Impegnoso analizzano ogni aspetto di questa piaga nostrana.
Il contributo di Susanna Impegnoso non si limita a questo capitolo,
ma ritorna anche nei capitoli quattro e sei, in cui si analizza come
i figli della Goldrake generation siano stati coinvolti dai proprio
genitori nelle loro passioni, e come questi bambini abbiano reagito.
In questo ambito resta interessante anche il contributo di Gianluca
Di Fratta nel quinto capitolo di questa terza parte, in cui
il,saggista illustra come sia stata creata una nuova tipologia di
generi letterali con Goldrake e soci come base narrativa.
Ci tengo a ribadire che tutti i contributi presenti nel saggio
restano interessanti, mi son limitato a citare quelli che mi hanno
colpito di più.
Il mega corposo indice di entrambi i due volumi.
La solida e bella copertina rigida.
bene, molto bene direi
RispondiEliminaMatteo Boscarol
Sono promosso? :]
EliminaDecisamente, anche se tu avessi letto una delle precedenti edizioni, se poi non lo hai fatto, e ti interessa l'argomento, l'acquisto è d'obbligo ;)
RispondiEliminaGrazie, Stengo, per la bella recensione (e ora corro a leggere quella del secondo tomo!).
RispondiEliminaSolo una precisazione: il numero totale delle pagine del libro si aggira intorno alle 1580, perché devi contare anche le pagine con numerazione romana e quelle in cui non appare direttamente un numero di pagina.
Corretto ;)
EliminaC'è da dire che l'autore, Marco Pellitteri, nelle sue analisi di questo libro (e anche nelle versioni precedenti), ha totalmente ignorato per 40 anni la puntata n.24 di Atlas Ufo Robot trasmessa per la prima volta il 5 maggio 1978 (doppiaggio storico).
RispondiEliminaIn quella particolare puntata ci sono due occorrenze della parola "vegano", usata come aggettivo e come sostantivo, per indicare gli alieni provenienti dal pianeta Vega.
Aspetto molto importante, fortemente sottovalutato da Pellitteri, è che tali occorrenze sono le prime, in assoluto, usate in un audio/video in lingua italiana.
Inoltre, Marco Pellitteri ha anche detto in una intervista per una web radio, che il termine "veghiano" è stato usato in libri di fantascienza antecedenti ad aprile 1978; purtroppo però, non ha mai fornito alcun titolo di libri a supporto delle sue tesi.
Ed infatti, facendo una ricerca, si è appurato che tale affermazione è falsa perché il termine da sempre usato in fantascienza è "vegano", a partire dagli anni '50 (vedi "Guerra della Galassia" del 1953).
Aggiungiamo il fatto delle presunte spiegazioni fornite da Marco Pellitteri, nel suo profilo personale di facebook, pubblicate in un post che nel tempo è stato modificato ed infine rimosso del tutto; quindi risulta palese il suo intento di "inculcare", nella mente dei suoi lettori, idee non conformi ai reali avvenimenti degli anni '70.
Inoltre, Marco Pellitteri ha anche detto di aver fatto una ricerca nella grammatica italiana trovando una regola di "suffissazione di corpi celesti riguardante gli astri", ma anche in questo caso la ricerca è risultata essere incompleta, quindi errata ed inapplicabile, rifiutando un qualsiasi confronto sulla questione.
Tutto ciò mina la credibilità di Marco Pellitteri.
.
Il materiale raccolto in merito, lo trovate a partire dalla pagina del mio blog:
https://eglifalco.blogspot.com/2019/08/lesperto-inesperto.html
#Goldrake2018 #iVeganiDiVega #vegano
RispondiEliminaRisposta della Accademia della Crusca alla diatriba Vegano-Veghiano
"... da un qualsiasi toponimo ed anche astronimo Vega ci attenderemmo vegano e non veghiano. "
https://eglifalco.blogspot.com/2019/09/vegano-veghiano-risposta-della.html